Nella Mahalla amiamo le favole (ve l'ho gia detto, vero?) Milano - Camera del Lavoro - ore 20.20. Son terminate
le ultime prove, ho raggiunto la compagnia che tra un po' andrà in scena. Sedute due file di spettatori, Rom rumeni e Khorakhané, qualche Rom Abruzzese. La sala vuota sembra enorme. Aspetto fuori, per vedere chi arriva. Fa veramente freddo, il pubblico arriva alla spicciolata e di fretta. Pochi, mi sembrano sempre pochi. Poi, torno in sala ed è strapiena! Sono arrivati in tanti dai campi, sono arrivati anche i milanesi e mi gusto la scena della sala traboccante di gente.
Non vi racconterò la trama, da quel momento è stato come una specie di sogno.In questo sogno, un bambino brutto e con gli occhi storti, vissuto + di 60 anni fa, che forse si chiamava
Mile. Mile non lo sapeva, ma la sua strada era anche quella percorsa da un certo Hitler. Nessuno dei due sapeva dell'esistenza dell'altro, ma la storia intanto macinava le persone.
E' per questo che Mile portava un
nastro giallo al braccio, che non doveva mai togliere.
Neanche
Barbara sapeva di Mile, mentre era a
Lety, ma suo padre aveva fiutato l'aria e aveva venduto il carro per comprarsi una casa. Non era servito. La storia non la inganni.
E il sogno prosegue. La Storia, quella con la S maiuscola, lasciava Barbara e Mile al margine, in Europa il progresso era nelle macchine, nella produzione di massa e quell'odore di fumo e benzina sembrava vincente, perché plasmava la storia. Ma allora il progresso parlava la lingua di Lombroso, di Interlandi, di Himmler. La tecnologia si era nutrita del loro razzismo, assieme definivano ciò che era "moderno". Non solo in Germania e Italia, ma anche in Francia, in Romania, in Boemia, in tutta la moderna Europa.
Il progresso regalava a Barbara delle baracche ordinate, e i servizi e la scritta "Il lavoro rende liberi". Anche lei era una zingara nuova, come era documentato da quella
Z sui vestiti
Era moderno, anche il filo spinato con la corrente elettrica, era moderna la puzza di carne bruciata.
No, rimanevano antiche le botte e quel ghetto dove i Rom e i Sinti, a differenza degli ebrei, vivevano in famiglie, a spaccare pietre e a morire di stenti.
C'erano il fango e il bastone e la fame e quando non puoi più fuggire, se non per qualche secondo...
.
..mescoli il sangue con la pipì,e il fango lo puoi modellare,mettilo in tasca e non farti scopriresarà il tuo grande violinista...E arrivò Himmler in visita al campo. Vide i fantasmi sui tavolati, e i volti dei bambini sfigurati dalle malattie, un capannone dove i topi scorrazzavano sopra file di morti. Ma Himmler, che aveva sognato il mondo nuovo, pulito e ordinato, si sentì offeso e deriso da quell'orrore,
non era così che se l'immaginava... e allora ordinò l'abbattimento della struttura e l'annientamento di tutti quei reclusi.
Mile morì molto lontano da quel campo, fucilato una notte con tutta la famiglia. Smise di aver paura.
(Un bambino piange tra il pubblico, gli attori si agitano, ma il suo pianto è già parte del mio sogno)
Barbara - tatuata Z1963 - scampò alla soluzione finale.
E la storia vide nuovi vincitori, Norimberga, i vecchi aguzzini che ritornavano al lavoro, i campi e le riserve. Il progresso. Una serata per guardarci negli occhi.