Mrs Jones, mamma di tutti i bimbi zingari, by SIMONETTA AGNELLO HORNBY
"Mrs Doris Jones" annunciò la segretaria, "un nuovo cliente..." e si interruppe,
poi aggiunse, "Traveller, immagino" . Mi stizzii: Jones era un cognome
prettamente britannico e i clienti venivano letteralmente dal marciapiede nel
nostro studio, che occupava i locali di un ex negozio di mobili, al centro di
Brixton.
Tutti sconosciuti: gli appuntamenti erano dati in ordine di richiesta, come alla
fila dei taxi, e mai avevo ricevuto un commento sul nuovo cliente. Traveller,
poi che significava? Una viaggiatrice? E come se n'e era accorta, la mia
segretaria?
Ripenso a Mrs Jones leggendo ora di questi due casi di bambine, una in Grecia e
l'altra in Irlanda, così poco somiglianti ai "genitori" – bionde e occhi azzurri
- da suscitare il sospetto di essere state rapite. In un caso la vera mamma ha
dichiarato di aver "regalato" la bambina a un'altra coppia; nell'altro caso il
test del Dna ha dato ragione all'uomo e alla donna che si protestavano genitori.
Traveller, era l'ultimo nome affibbiato agli zingari. Ora in Inghilterra si
preferisce chiamarli "Roma". Qualunque sia, l'appellativo, è sempre un
eufemismo: la discriminazione e il sospetto reciproco continuano: gli zingari
non piacciono. La gente desidera che se ne vadano: dove, non importa. Hitler,
aveva le idee chiare su dove: li mandò a morire assieme agli ebrei e agli
omosessuali. Noi che siamo buoni, rispettiamo la loro cultura e il loro modo di
vivere, vogliamo aiutarli ad adattarsi al ventunesimo secolo, è tutto lì. Così
credevo.
Mrs Jones mi ha aperto gli occhi. La matriarca del clan degli zingari del
Sud-Est di Londra, tutti chiamati Jones e imparentati, era la scrivana e la
portavoce della sua gente. Lei era andata a scuola da bambina perché durante la
guerra era stata evacuata presso una famiglia inglese. Scriveva, compilava e
ahimè firmava documenti, moduli e lettere alle autorità, dei membri del suo
clan, tutti meno istruiti di lei se non analfabeti. Accompagnava la sua gente
dall'avvocato e al tribunale: piccoli reati, furti, la lite andata oltre lo
scazzottamento. E da quando la legge inglese ha riconosciuto i diritti dei
minori e li ha protetti attraverso il sistema legale, casi di bambini. "Noi li
amiamo i nostri figli, li alleviamo in modo diverso. Ce li portiamo dietro
quando lavoriamo, e li affidiamo a parenti e amici se dobbiamo allontanarci per
lavoro". Era fiera di essere una traveller, anche se lei in particolare,
rimaneva a Londra per aiutare la sua gente. "Non stiamo bene in un posto solo,
abbiamo parenti dappertutto. Ci visitiamo, molto del nostro lavoro è
occasionale. Veniamo chiamati nelle fattorie, facciamo i lavori duri, trasporti,
costruzione, nelle campagne. Senza costare allo Stato. Usufruiamo poco del
Welfare".
I figli degli zingari appartengono alla famiglia allargate, come era in Sicilia.
I minori stavano dai nonni, e venivamo mandati a vivere presso gli zii che non
avevano avuto figli. A volte erano casi di vera adozione informale. In genere,
erano periodi che duravano anni, ma non definitivi.
Per anni rappresentai genitori o bambini zingari introdotti da Mrs Jones in casi
che andavano dai problemi scolastici - assenze ingiustificate e prolungate, i
bambini non facevano i compiti, non partecipavano alle gite, sembravano
emaciati, erano malvestiti - a problemi della povertà e dell'ignoranza.
Riuscivamo, Mrs Jones ed io, a presentare la realtà: genitori inadeguati ma
capaci di migliorare e collaborare con le autorità e a evitare l'allontanamento
dalla famiglia. In altri casi, era una lotta per l'affidamento dei figli. Anche
in quelle situazioni, Mrs Jones assieme agli assistenti sociali, riusciva a
trovare un compromesso per il bene dei bambini. Gli adulti del clan obbedivano a
Mrs Jones.
Ebbi una causa di abuso sessuale tra i travellers. Tragico, come tutti, ma
isolato, tra le centinaia di cause del mio studio.
Lo Stato ha il dovere di proteggere i minori, qualunque sia la cultura a cui
appartengono. Giustamente. Ma i pregiudizi permangono. Gli zingari - gli ultimi
degli abitanti dell'Europa rimasti migranti, sono fortemente leali alla propria
cultura e restii a mettere radici in un posto e legarsi ad uno Stato: loro sono
una nazione, hanno una potentissima identità. Nel mondo di oggi non c'è la
volontà di fare posto per gli zingari. Loro lo sentono e si chiudono nel proprio
riccio.
Quando, come la famiglia di Mrs Jones, si fermano in un posto per l'istruzione
dei figli, si sentono attaccati dalla comunità. Un volta ebbi un caso simile a
quello irlandese - una bimba diversa dagli altri e, secondo la scuola,
maltrattata. I servizi sociali volevano toglierla dalla famiglia. Mrs Jones
spiegò che i genitori erano andati nel Galles per un periodo e l'avevano
affidata agli zii, che stavano per separarsi: la bambina ne aveva risentito più
dei cugini.
Non è vero che i bambini zingari sono maltrattati più degli altri bambini
inglesi. E vero che hanno una educazione diversa, meno tecnologica, più
domestica, e che lavorano sin da piccoli, accanto a genitori e parenti - la loro
e una società chiusa e di clan. Amano i figli quanto li amiamo noi. E li
proteggono, a modo loro. Noi sospettiamo di loro e viceversa. Mentono per paura
di essere fraintesi. Mrs Jones firmava documenti per tutti, che era un reato.
Glielo dissi. Mi rispose: "E lei che farebbe al mio posto, se non sanno
scrivere?".
Col passare degli anni i clienti di nome Jones si ridussero e lei scomparve. Mi
chiesi se fosse stato merito di Mrs Jones o, come temo, i Jones siano stati
costretti ad andare altrove. Per me è stato un privilegio lavorare per gli
zingari.