da
Chiara di notte
Da piccola Anina viveva in clandestinita'. Oggi e' una giovane donna che e'
riuscita, grazie a chi ha creduto in lei, ma soprattutto per il suo impegno, a
cambiare la sua vita, trasformandola in un viaggio incredibile: da quando era
mendicante per i marciapiedi di Lione ad essere finalmente ammessa alla
prestigiosa Universita' della Sorbona.
All'eta' di sette anni, con la sua famiglia, Anina era arrivata in Francia dalla
Romania e non parlava una parola di francese. Ha vissuto nei campi Rom, ha
conosciuto l'esclusione, la discriminazione, il doversi nascondere e chiedere
l'elemosina per le strade per riuscire a sopravvivere. Ma il suo destino e'
cambiato quando un insegnante, vedendola accattonare nelle strade di
Bourg-en-Bresse, le ha porto una mano, e le ha offerto la possibilita' di
frequentare una scuola.
Rifiutata inizialmente dai suoi compagni di classe per le sue origini, ha
reagito attaccandosi ancor piu' allo studio. Lo ha fatto per una questione di
orgoglio, per non soccombere, per dimostrare di non essere inferiore a nessuno,
per non deludere chi aveva creduto in lei. E' cosi' che si e' gettata anima e
corpo sui libri, e questo l'ha portata a raggiungere traguardi che altri, meno
motivati, a volte non riescono a raggiungere neppure durante i consueti anni di
scuola, nonostante tutti gli impedimenti, culturali e linguistici che ha dovuto
superare. Perche' in modo intelligente Anina ha subito capito che lo studio,
piu' di qualsiasi altra cosa, l'avrebbe potuta aiutare a ritagliarsi uno spazio
tutto suo, d'indipendenza e di dignita', dove non sarebbe stata piu' disprezzata
per cio' che era. Ed e' quello che ha fatto.
Oggi, a 23 anni, la sua storia viene raccontata in un'autobiografia, “Je suis
tzigane et je le reste”, scritta in collaborazione con il giornalista di RTL
Frédéric Veille. Oggi, finalmente, da brillante studentessa Anina puo'
riscattarsi, e mitigare la vergogna di essere Rom che i suoi genitori le avevano
trasmesso. Oggi, tutto quello che ha fatto per riappropriarsi della dignita' che
le era stata negata a causa della sua etnia, sta dando i suoi frutti. Nel mese
di settembre, infatti, Anina e' stata ammessa alla Sorbona e studiera' per
diventare magistrato: il suo sogno fin da quando era bambina. Perche' come
afferma lei stessa nel libro: "Il giudice e' il portavoce del diritto, e della
giustizia".
Questa storia di una persona semplice, povera, umile, partita svantaggiata in
tutto, che non ha trovato l'aiuto dei soldi, o dei favori politici, o le strade
preferenziali che vengono offerte solo a chi appartiene a una famiglia potente,
e' ancor piu' emblematica e significativa di tante altre, perche' dimostra che
solo noi stessi, con l'impegno, la volonta' e l'intelligenza, possiamo
riscattare la nostra condizione, e migliorarla. Ed e' per questo che Anina
dovrebbe essere indicata come un esempio per tutte le giovani ragazze Rom, e non
solo.