Da
Roma_Benelux
L'IEEI
ha tentato, non senza difficoltà, di suscitare un dialogo tra esperti e pubblico
del Lussemburgo sulla questione delle politiche europee e dei Rom
Migrazioni ed asilo - Diritti fondamentali, lotta contro le discriminazioni
- Giustizia, libertà, sicurezza ed immigrazione
04-10-2011 - L'Institut d'Etudes Européennes et Internationales du Luxembourg
(IEEI) ha organizzato lunedì 3
e martedì 4 ottobre 2011, in cooperazione col professore
Jean-Pierre Liégeois, consulente del Consiglio d'Europa, una riunione
internazionale su "Le politiche europee ed i Rom - dal fallimento al possibile
adeguamento, una valutazione critica di contenuti, logiche e finalità delle
politiche messe in campo per i Rom a livello europeo".
L'idea era di partire dal periodo attuale, contrassegnato da un contesto più
difficile che mai per i Rom, "ma anche per l'indecisione degli stati e delle
organizzazioni internazionali, che porta a politiche incerte e spesso
inadeguate," come dice l'IEEI. Inoltre, l'IEEI ha constatato che "i Rom si
trovano al cuore delle questioni geopolitiche odierne, sia per il posto che
occupano che come minoranza transnazionale," e che ciò "rende il loro esempio
paradigmatico" trattandosi di "un buon rilevamento dei funzionamenti e disfunzionamenti istituzionali" in un periodo di grandi cambiamenti.
Una tavola rotonda destinata ad un vasto pubblico ha avuto luogo la sera del
4 ottobre nella Salle Tavenas dell'Università del Lussemburgo, con interventi
dei relatori: Thomas Acton, Andras Biro, Claude Cahn,
Angéla Kóczé, ed il professor Liégeois nei panni di moderatore. Il grande
pubblico era assente, al suo posto, attenti funzionari ed esperti hanno seguito
la discussione con interesse.
Thomas Acton, lo storico
Lo storico britannico
Thomas Acton ha sostenuto che non si può comprendere i Rom se non cerchiamo
di capire la loro storia, particolarmente "ciò che è successo nel XVI secolo".
O, come ha poi constatato, la storia dei Rom è stata soprattutto l'opera dei "gagé",
cioè dei non-Rom. Il razzismo scientifico e l'antropologia sociale hanno
dominato la storiografia fino agli anni '60, al punto che i nazisti tedeschi
cheavevano partecipato allo sterminio dei Rom durante la II guerra mondiale,
hanno ancora trovato in quegli anni delle riviste scientifiche britanniche per
pubblicare i loro articoli sul "gene zigano".
Le cose hanno iniziato a cambiare dagli anni '80, quando si è cominciato a
capire con quale movimento migratorio i Rom sono arrivati in Occidente
provenendo dall'India, "un approccio non razzista, ma nemmeno antirazzista"
secondo Thomas Acton. La sua teoria è che sarebbero venuti tra il VII e l'VIII
secolo al seguito delle armate mercenarie verso l'Anatolia, che a quel tempo
faceva parte dell'impero bizantino, armate in cui la lingua del comando era il
romanes, simile alle lingue dell'India settentrionale.
Per Thomas Acton, i Rom avrebbero subito l'esclusione razziale in Anatolia,
ed i primi stereotipi sugli "zigani" sono nati a Costantinopoli. La sconfitta
dell'Armenia nel 1375 sotto la spinta dei mamelucchi avrebbe portato a dei
genocidi e sarebbe stato il primo fattore della migrazione dei Rom verso
Occidente. In Europa, il XVI secolo sarebbe stato fatale per i Rom, a causa
della fine della legittimità religiosa degli stati e la formazione degli
stati-nazione, che per Thomas Acton "si definiscono tramite il genocidio delle
minoranze".
In tutta Europa, i Rom hanno avuto una posizione di sopravvissuti senza
parola, di status mal definito, spesso esclusi quando non asserviti. Con
l'industrializzazione, arriva il genocidio della II guerra mondiale che ha
decimato la popolazione rom in Europa, un genocidio che non è, secondo Thomas
Acton, unico dei nazisti tedeschi, ma di tutti gli Europei che in anticipo ne
erano stati complici. Infine, il dopoguerra vede "la fine di un quietismo dei
Rom", e l'emergere di movimenti antirazzisti in Europa, anche una politica a
favore dei Rom inizia a prendere forma.
Claude Cahn, l'avvocato
Claude Cahn
ha affrontato la questione di come la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU)
presso il Consiglio d'Europa a Strasburgo ha trattato i casi legati ai Rom. "Ha
iniziato ad occuparsi dei Rom soltanto una decina d'anni fa," afferma. E questo
è legato "all'allargamento del Consiglio d'Europa verso l'Europa orientale".
Inizialmente, le questioni legate ai problemi che i "viaggianti" delle isole
britanniche incontravano con le autorità del Regno Unito "hanno confuso" la
CEDU, che secondo Cahn tendeva ad assimilare i casi legati ai Rom a delle
"complicazioni sociali".
Ma dal 2004, emerge una nuova giurisprudenza sui temi di proprietà, di
espulsione, di maltrattamenti e persino di omicidi nei luoghi di detenzione.
Casi simili riguardano il Regno Unito, la Bulgaria, l'Armenia, la Russia,
l'Italia ed il Belgio. La discriminazione contro i Rom non emerge che dopo il
2004 nella giurisprudenza della CEDU, all'inizio grazie ad una minoranza di
giudici. Come conseguenza, la giurisprudenza ha iniziato a "non progettare più
l'immagine di un'Europa senza tensioni", pensa Cahn. Sono state giudicate
la Grecia, la Croazia, la Repubblica Ceca, e la Spagna su una
questione non menzionata da Cahn, della pensione di reversibilità non
riconosciuta ad una vedova sposata con rito tradizionale gitano. Un altro caso è
il processo intentato dalle minoranze ebraiche e rom di Bosnia Erzegovina,
perché solo Bosniaci, Croati o Serbi potevano accedere alla presidenza di questo
paese multietnico.
Angéla Kóczé, la sociologa
La sociologa
Angéla Kóczé
ha provocato immediatamente dubbi e sorprese nel pubblico, con la sua
affermazione che non ci sono Rom in Lussemburgo, quando dal 2010 migliaia di
persone provenienti dalla minoranza rom in Serbia e Montenegro hanno fatto
domanda d'asilo in Lussemburgo, mettendo il paese in una difficile situazione.
Per lei, "il movimento eugenetico", è così che lei qualifica il genocidio dei
Rom, "della II guerra mondiale ha radici profonde nella società".
Attualmente, i Rom soffrono di "discriminazioni intersezionali" - genere, classe
sociale, etnia, che si mostrano nell'accesso all'istruzione, all'impiego,
all'alloggio ed alla sanità. Le donne sono particolarmente colpite. Ad esempio,
in Ungheria, le donne rom hanno un tasso di analfabetismo 8 volte superiore a
quello delle donne della società maggioritaria. Devono lasciare la scuola troppo
presto a causa dei matrimoni precoci, solo il 3% di loro vanno alle superiori,
contro l'84% delle altre ungheresi.
Eppure, pensa Angéla Kóczé, le donne hanno un ruolo cruciale nella famiglia
ed un grande potenziale dentro la loro comunità, da quando lo stato socialista è
caduto nel 1989. Ciò che le blocca sono i pregiudizi nei loro confronti -
indovine e cartomanti, donne fortemente sessualizzate - propri del'"immaginario
europeo".
Andras Biro, il giornalista
Andras
Biro, in quanto giornalista, ha affrontato con le sue parole la questione
"più in maniera informativa che analitica". Secondeo lui i Rom costituiscono
un'importante minoranza ad altissima crescita demografica. Il socialismo ha
influito tra il 1945 e il 1989 sulla loro vita quotidiana, perché quel regime
secondo lui aveva bisogno della loro mano d'opera manuale e "sono stati
obbligati ad entrare nel settore produttivo". Quindi hanno trovato impiego il
60% degli uomini e il 40% delle donne. Questo fu "uno choc culturale" per coloro
che prima della guerra erano nei "servizi". Andras Biro ha sottolineato il fatto
che erano trattati come tutti gli altri cittadini e hanno potuto beneficiare di
reddito, servizi sociali ed accesso all'istruzione. "Questa acculturazione alla
società maggioritaria è qualcosa di unico nella storia," crede Biro.
Ma con la caduta del socialismo e l'arrivo dell'economia di mercato, "i Rom
sono stati licenziati e marginalizzati". Questi li ha spessi resi nostalgici dei
tempi del socialismo, che per loro era più sicuro. Non è intervenuto alcun
cambiamento positivo, l'esclusione s'è amplificata e secondo lui le cose sono
peggiorate ancora col governo di Viktor Orban e la proliferazione delle milizie
neonaziste o del partito Jobbik.
A livello europeo, secondo Biro conviene fare una distinzione tra ciò che
succede ai Rom ad Est e all'Ovest d'Europa. Nell'Est in nessun caso sono in
grado di apparire come attori e cittadini autonomi, con un proprio quadro
culturale, causa la mancanza di risorse. Il denaro dei donatori e delle
fondazioni è distribuito secondo principi burocratici che favoriscono chi già è
in grado di affrontare [la situazione], cioè le OnG ed i leader autonominati che
catturano i rari fondi a disposizione.
Esperti che eludono i problemi reali, un pubblico in attesa di
risposte
Durante la discussione con un pubblico informato ed interessato - erano
presenti dirigenti di diverse amministrazioni competenti in materia
d'immigrazione, d'integrazione ed aiuto sociale - che voleva beneficiare
dell'esperienza degli intervenuti, sono venuti alla luce i disaccordi tra di
loro e la loro difficoltà a comprendere le domande che l'arrivo dei Rom in
Lussemburgo poneva alla società lussemburghese.
Claude Cahn non è d'accordo con la tesi di Andras Biro sulla differenza di
trattamento tra i Rom dell'Est e dell'Ovest Europa. Secondo lui, in occidente
forse è peggio, ed ha fatto allusione agli incidenti in Francia (diritto di
voto), in Italia (espulsioni) ed in Germania (Rom del Kosovo in stato di
detenzione o appena tollerati), ed ha auspicato "un forte impulso centrale da
parte della UE" ed un intervento della società civile.
Thomas Acton è dell'avviso che l'intervento delle autorità pubbliche debba
essere guidato dalla società civile.
Andras Biro, più vicino ai fatti, ha spiegato che la migrazione attuale dei
Rom "non è caduta dal cielo", ma è dovuta alla crisi, alle minacce subite, alla
marginalizzazione e alle bidonville, tutti fatti divenuti quotidiani. Le
famiglie lasciano i loro differenti paesi in maniera "non strutturata". Ed ha
aggiunto, in base all'esperienza: "Le istituzioni che se ne occupano devono
trovare soluzioni. Non ci sono leader, non sono partner nel dialogo, non c'è
linguaggio [comune], manca la confidenza. L'unica soluzione è un approccio
generoso nel senso umano del termine." Una proposta realistica per un pubblico
che non ha potuto contare sull'esperienza per trovare soluzioni ai problemi e3d
un approccio equilibrato alla situazione.