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Acqua "tagliata". Niente scuola per 4 bimbi rom
Di Fabrizio (del 02/10/2011 @ 09:21:02, in scuola, visitato 1431 volte)

Gazzetta di Parma Enrico Gotti - 26/09/2011 - STRAJÈ-STRANIERI

Non c'è acqua, non possono lavarsi: niente scuola per quattro bambini. Manuela ha nove anni, dovrebbe essere in classe assieme ai suoi compagni, nella terza elementare della Racagni. Invece gioca fra i tappeti di casa, nel campo nomadi del Cornocchio. L’Iren ha staccato l’energia elettrica e la fornitura dell’acqua, perché le bollette non sono state pagate per anni, fino a un conto totale di oltre diecimila euro.

I genitori non hanno iscritto i figli a scuola: «Qui non c'è acqua, non c'è il bagno, non c'è luce. I bambini devono essere puliti, altrimenti i loro compagni li allontanano, i genitori e le maestre si lamentano - dice la madre - E poi vogliono che lasciamo il campo. Ci hanno detto: dovete spostarvi. Come facciamo a mandarli a scuola se ci mandano via?»

Il Comune dice che il regolamento più volte non è stato rispettato, con la costruzione di strutture abusive, con l’ingresso di furgoni e di famiglie non in regola con il permesso di soggiorno.

Allo stesso tempo, la questione delicatissima: per mandare i bambini a scuola, togliendoli in questo modo dalla strada, il Comune deve fare intervenire il tribunale, il che vuol dire strappare i bambini dai genitori.

Gli altri piccoli del campo nomadi del Cornocchio vanno tutti in classe. In tutto, i minori sono 27. C'è un pulmino pubblico che li passa a prendere ogni mattina e li porta a scuola con gli educatori. Durante l’anno ci sono anche volontari che al pomeriggio li aiutano a studiare e fare i compiti.

Il campo è diviso in due, da una parte ci sono i rom macedoni, dall’altra parte, separati da una rete e da una fitta siepe, ci sono i rom bosniaci: ed è proprio qui che vivono i quattro bambini che non sono in classe. Lo scorso anno avevano fatto numerose assenze: perché si era spostati a Roma e poi erano ritornati a Parma.

I quattro bambini sono nati in Italia. Il più grande doveva essere in terza media. Un altro, più piccolo di un anno, non è tornato in seconda media. Un bambino doveva frequentare la classe seconda delle elementari di Fognano e poi c'è Manuela (in realtà ha un altro nome, ma nel campo tutti la chiamano così) che non è alla Racagni.

Suo padre abita da quindici anni nella casa «provvisoria» del Cornocchio. Dei quattro minori che non frequentano la scuola dell’obbligo, tre sono suoi figli, e uno è suo nipote: «Mi piacerebbe che andassero a scuola, per capire qualcosa nella vita, non per diventare come me, che di mestiere faccio il rottamaio» commenta lui.

Pentole e mosche. Vestiti appesi a un filo legato al palo della luce. Tappeti e letti stretti uno accanto all’altro. Fiori e roulotte. Chi vive nel campo nomadi paga affitto, costo dei consumi energetici e dell’acqua. Per cucinare o lavarsi, la famiglia di Manuela da mesi usa l’acqua dell’idrante, che è a un passo dal suo tetto. L’idrante è aperto tutto il giorno, Iren poi chiede il conto alle casse comunali.

All’ingresso del campo, dicono i responsabili della struttura, ci sarebbe la possibilità di far fare la doccia agli studenti. Ma fra maxibollette e regolamenti non rispettati è ormai muro contro muro e a farne le spese sono i più piccoli.