Segnalazione di Giovanna Bellotti
Education 2.0
Che cosa significa essere uno zingaro? Le risposte in un libro dello studioso
Sergio Rodríguez di cui pubblichiamo la recensione in italiano e in spagnolo (reseña
en español después del artículo en italiano) con alcune riflessioni sulla scuola
e gli stili di apprendimento.
Gli zingari sono la minoranza culturale più antica, numerosa e discriminata in
Europa, che vive da più di dieci secoli in questo territorio. In Italia, sono in
realtà presenti a partire dal 1422 (data in cui sono arrivati a Bologna), oggi
si contano più di 140.000 cittadini e cittadine Rom. A questo numero vanno
aggiunti coloro che sono arrivati a partire dal 1989 dai paesi dell'Europa
orientale.
Sicuramente i Rom sono i grandi sconosciuti del nostro continente. L'ultima
indagine di Eurobarometro, rileva che la maggioranza dei cittadini europei non
vuole avere uno zingaro o Rom come vicino di casa, avere zingari come colleghi
di lavoro o che i propri figli e figlie abbiano come compagni di scuola bambini
e giovani zingari. Con la precisione dell'antropologo e la profondità del
filosofo, l'autore – che ha lavorato con gli zingari per decenni – studia
accuratamente la mentalità degli zingari e fornisce elementi per capirla; lo
studio è molto completo, ricco di informazioni e affronta tutti gli aspetti
della vita degli zingari.
Superando i modelli tradizionali di analisi sui Rom, l'autore si concentra su
aspetti quali le forme di apprendimento, i modelli di vita, i comportamenti
etici o estetici, in questo modo riesce a individuare con chiarezza una forma di
vita di origine indiana, che è diventata un frammento d'Oriente nel cuore
dell'Occidente. Questo spiega la lunga storia di incontri e scontri, di fascino,
di attrazione e di discriminazione, che esiste tra rom e non rom.
Più precisamente, il lavoro studia la situazione degli zingari secondo cinque
approcci:
• approccio epistemologico (analisi dell'origine, la tipologia e il significato
della consapevolezza di sé che hanno i Rom, al fine di interpretare i concetti
di verità e menzogna che i Rom condividono),
• approccio antropologico (analisi del modo di concepire, da parte degli
zingari, i concetti di persona, libertà, lavoro, comunità e storia, in quanto
elementi che plasmano la visione del mondo Rom),
• approccio etico (analisi dei concetti di azione libera, norme di convivenza e
di educazione morale, per interpretare come si configurano i concetti di bene e
male),
• approccio estetico (analisi delle forme di percezione, criteri estetici e
forme di espressione, per interpretare come si configurano i concetti di bello e
brutto),
• approccio filosofico religioso (analisi degli atteggiamenti Gypsy di fronte
all'assoluto e alla coscienza della propria finitezza, interpretando come si
configura la dimensione della trascendenza a prescindere dalla religione).
Tutto questo fa parte di uno studio storico e demografico aggiornato, relativo
alla situazione degli zingari in Spagna e nel resto d'Europa, che aiuta a
comprendere il contesto in cui vivono gli zingari.
In materia di istruzione, per esempio, lo studio osserva come la prevalenza di
stimoli persistenti, l'attenzione rivolta all'individuo, la percezione
soggettiva della realtà o di una condizione logica induttiva si proietta sul
processo di apprendimento dei bambini e dei giovani zingari, la cui difficoltà
di astrazione è ben nota agli insegnanti. Pertanto, qualsiasi intervento fatto a
scuola, in classe,volto a superare l'insuccesso scolastico, dovrebbe essere
basata sull'esperienza come mezzo di comprensione, piuttosto che sulla
trasmissione di concetti astratti.
Inoltre nello stesso ambito, è indispensabile che la scuola diventi sempre più
inclusiva, cioè sensibile alla differenza culturale. Ridurre le assenze
ingiustificate da scuola, ancora molto elevate tra la popolazione Rom in Europa,
è possibile nella misura in cui le famiglie non percepiscano più la scuola come
strumento di acculturazione, con conseguente perdita della propria identità. È
quindi necessario introdurre nei programmi scolastici, attraverso riconoscimento
di crediti, elementi di cultura rom, relativi alla storia, alla lingua, ai
costumi, alla distribuzione geografica... così le famiglie porteranno i figli a
scuola, non per farli diventare gadje ma per farli diventare zingari nel senso
migliore.
Il libro offre anche un contributo metodologico innovativo, introducendo una
metodologia qualitativa, che supera i paradigmi di antropologia e sociologia,
basati sui modelli di analisi quantitativa, che hanno dominato gli aspetti
teorici degli studi sul tema gitano a partire dalla metà del XX secolo. I
materiali utilizzati per questa analisi interpretativa sono osservazioni
personali e testimonianze di Rom, e anche di coloro che hanno vissuto e lavorato
con loro, nonché analisi critica di libri e articoli su questo argomento e
produzione artistica e letteraria della cultura zingara.
Grazie a questi materiali, il libro interpreta l'atteggiamento profondo che più
o meno consapevolmente fonda la mentalità degli zingari, a prescindere dalla
natura eterogenea dei Rom stessi, a seconda delle variabili personali, sociali e
culturali. In questo modo dà quindi una risposta, per la prima volta, alla
questione centrale relativa alla condizione degli zingari: cosa significa essere
uno zingaro.
Destinatari di questo lavoro sono gli insegnanti, di scuola primaria e
secondaria, operatori della Formazione professionale e della istruzione
terziaria, docenti universitari di antropologia, sociologia e filosofia; gli
assistenti sociali; facilitatori socio-culturali; mediatori scolastici; agenti
di job placement; operatori per il tempo libero; educatori sociali.
Il libro:
Sergio Rodríguez, "Gitanidad.
Otra manera de ver el mundo", Kairós, Barcelona 2011