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Uno sgombero in sospeso...
Di Fabrizio (del 18/04/2011 @ 08:59:46, in Italia, visitato 1449 volte)



Questa mattina i circa 200 rom che abitano negli stabilimenti abbandonati della ex fabbrica Miralanza, in zona piazzale della Radio a Roma, hanno ricevuto l'ennesimo preavviso di sgombero, dopo la distruzione avvenuta nei giorni precedenti delle baracche più visibili.

"Fra 6 ore siamo qui con le ruspe" è stata la frase con cui vigili urbani e polizia hanno risposto alle richieste dei rom di avere qualche giorno di tempo per preparare il ritorno in Romania, mentre dagli operatori della Sala Operativa Sociale veniva la solita, inutile, proposta: l'inserimento in strutture d'emergenza soltanto per madri e bambini.
Il campo, non autorizzato ma ben conosciuto da tutte le istituzioni, si trova in condizioni drammatiche: non c'è acqua ed il rischio d'incendio è notevolissimo, ma rispetto a questa inaccettabile situazione la proposta delle forze dell'ordine appariva egualmente senza speranza: lo sgombero e poi la strada...

Su richiesta di alcune famiglie, fra le poche che conosciamo in quell'insediamento, siamo intervenuti per tentare una mediazione; abbiamo contattato associazioni (sia rom che gagè) e istituzioni del territorio, e, allo stato attuale, grazie all'intervento di Najo Adzovic, Delegato per il Sindaco alla questione rom, e di Alfredo Toppi, consigliere del XV Municipio, il rischio di uno sgombero senza alternative sembra scongiurato.
Najo Adzovic sta in queste ore lavorando con la Giunta Capitolina per trovare soluzioni praticabili; i rom della Miralanza hanno accettato di essere trasferiti in un centro d'accoglienza, ponendo come unica condizione il fatto che nessun nucleo famigliare sia smembrato; in tal senso, la disponibilità di spazi nel C.A.R.A. di Castelnuovo di Porto, dichiarata dallo stesso Sindaco stamane agli organi di stampa, dovrebbe costituire una risorsa essenziale.

Ancora una volta si tratta di provare a governare l'emergenza, un'emergenza tanto annunciata quanto mai presa in carico, e a questo punto, ben sapendo che la sistemazione temporanea nel centro di Castelnuovo di Porto non rappresenta certo un modello positivo di intervento, non ci rimane che sperare che da oggi in poi tutti quanti lavorino per garantire almeno condizioni di vita sicure ai più di 60 minori, alle donne incinte, agli anziani, ai malati e agli esseri umani intrappolati nelle baracche della Miralanza e nella nostra indifferenza.

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