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Francia
Di Fabrizio (del 16/12/2010 @ 08:57:22, in Europa, visitato 1637 volte)

Da Roma_Francais

Textes: Hervé de Chalendar

REPORT - Rom: ritorno, sotto la neve, nelle bidonvilles di Strasburgo

Alcuni sono rialloggiati in ostello, altri negli appartamenti. Altri infine dormono sempre in rifugi indegni: da una settimana è stato lanciato il piano "grande freddo" e siamo tornato a vedere i Rom di Strasburgo.

Tre mesi fa (L'Alsace del 4 settembre), non c'erano che tende. Ed il sibilo delle auto era attenuato, filtrato attraverso le foglie delle siepi selvatiche. Il campo è sempre là, a Strasburgo-Koenigshoffen, inserito tra la bretella autostradale e lo stadio del calcio. Ma le tende non sono più occupate, sono state rimpiazzate da tre baracche costruite con materiali di recupero.

"Le abbiamo costruite noi, per i bambini," racconta Samir, 20 anni. Dentro, i pannelli di legno sono ricoperti da pezzi di tessuto. Una stufa sta bruciando tutto il legno a disposizione.

Cinque persone vivono dormendo in questa baracca: "I miei genitori, io e le due piccole," enumera Samir. Questa famiglia è arrivata in Francia nel 2001. Vive di elemosina ed assegni familiari. Sono le 13.30. Vasil e Simana, 9 e 7 anni, ripartono verso la scuola.

Due giorni prima della nostra visita, le prefetture alsaziane avevano attivato il piano "grande freddo". Quel giorno, la temperatura era di poco sopra lo zero. La neve si attacca ai vestiti stesi sulle corde.

"E gli altri?"

Una dozzina di Rom vivono in questo campo, senza elettricità e con un solo idrante, poco più lontano, per il rifornimento dell'acqua. Samir, annuncia una grande novità: "Una signora del comune verrà a parlare con noi..." Se proponesse un ostello? "Sarà complicato: non si può fare da mangiare, i bambini vanno a scuola qui..." La "signora" in effetti arriva, accompagnata da un'altra. Tutti si ritirano nella baracca. Poi Samir esce tutto contento: "Francamente, va bene!" Ha proposto un appartamento sino al 31 marzo, in una struttura associativa, verso Lingolsheim. La famiglia metterà un lucchetto alla baracca e stasera la lascerà. "E gli altri?" Risposta: "Oggi a voi..."

Appartamento proposto a questa famiglia di cinque, ma anche a Gaby, 17 anni, e suo figlio di cinque mesi. Eccola, appunto, col suo bambino in braccio. Quando viene a conoscenza che il padre del bambino non ha diritto all'appartamento, rifiuta l'aiuto offerto dal sindaco... E ritorna nel campo dove "alloggia", dall'altro lato dello stadio. Allatta mentre cammina, in un paesaggio innevato. Cinque roulotte con i vetri di plastica rattoppati col nastro adesivo sono radunate attorno a degli alberi rachitici. Qui sopravvivono una ventina di persone (di cui la metà sono minori). "Qui ho il riscaldamento, la legna, tutto...", assicura timidamente la madre. La situazione si sistemerà poco dopo: con l'aiuto di una associazione, la coppia e il bambino verranno rialloggiati in un monolocale.

"La Romania, è morta!

"E io?" si interroga Nicola, suo vicino, padre anche lui di due bambini piccoli. "Io, sono qui da vent'anni e non mi offrono niente?" Se gli si parla del suo paese d'origine, si infuria: "Mai! La Romania, è morta!"

Passaggio in un terzo campo, sempre a Koenigshoffen. E' quasi deserto. Ci sono solo tre roulotte. Dentro una di queste, Ramona, 22 anni, è solo di passaggio: è da due mesi in un ostello, con suo marito, suo figlio (sette mesi) e sua figlia (4 anni). Viene qui solo per preparare i pasti. Ma oggi, non c'è più gas... "La bombola costa 27 €, non posso!" Ogni mattina, Ramona fa l'elemosina sullo stesso pezzo di marciapiede di Strasburgo. "Tutti sono abbastanza gentili con me..."

In Francia da due anni, segue corsi di francese e si scusa per il disordine... Racconta di aver fatto domanda per l'auto impresa e di vivere di piccoli commerci. Sorride, con fiducia...