Da
Roma_und_Sinti
Berlino, 02/11/2010 - Il premio Nobel per la letteratura Günter Grass,
martedì ha accusato la Germania di "spaventosa violazione dei diritti umani",
dicendo che i rimpatri di Rom kosovari era uno "scandalo" più grande della
deportazione francese degli zingari.
Lo scrittore ha fatto l'accusa in una lettera aperta al ministro degli
interni Thomas
de Maiziere.
La sua protesta riguarda la politica tedesca di rinviare 8.500 Rom in Kosovo,
da cui erano arrivati come rifugiati negli anni'90, ora che i loro permessi sono
scaduti.
Berlino ha negato di pianificare deportazioni di massa, ma dice che
continuerà, come in passato, a rimandarli gradualmente a casa.
Grass a sua volta accusa il governo di pianificare deportazioni che
metterebbero "in ombra" le espulsioni francesi dei Rom verso la Romania.
Scrive nella lettera: "Mentre tutta l'Europa guarda la Francia ed è furiosa
per i Rom ed i profughi espulsi verso la povertà della Romania, è in corso
un'operazione di deportazione su larga scala dalla Germania verso il Kosovo."
Grass, 83 anni, chiama i rimpatri "uno scandalo per la Germania ed una
macchia sulla pace Europea." Aggiunge che la Germania sta mandando in miseria
all'estero, bambini nati sul suo suolo che hanno vissuto nel paese per 15 anni.
"Niente alloggi, cibo, contatti sociali, niente scuole o lavoro: questa è la
realtà per la gente ricacciata in Kosovo," aggiunge.
"E' tempo ormai di agire. Questa ingiustizia cresce di giorno in giorno,"
dice. "Nel nome della fondazione, faccio appello alla Germania Federale ed ai
governi dei Länder perché modifichino questa decisione."
Grass e sua moglie Ute hanno contribuito alla nascita della Fondazione per il
Popolo Rom nel 1997. Grass, autore de Il Tamburo di Latta, ha vinto il Nobel per
la letteratura nel 1999.
Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha innescato una polemica politica a
settembre, quando ha giustificato i rastrellamenti negli accampamenti rom
dicendo che la Germania stava pianificando deportazioni simili. I Rom in
Germania generalmente vivono in appartamenti pubblici piuttosto che in
accampamenti abusivi.
© Deutsche Presse-Agentur