Genova - Si aprono martedì 2 Novembre al Teatro Stabile di Genova le
prenotazioni e le vendite per tutte le rappresentazioni dello spettacolo "Senza
Confini - Ebrei e zingari" di e con Moni Ovadia che sarà di scena alla Corte da
giovedì 11 a domenica 14 novembre.
Prodotto da Promo Music, "Senza confini - Ebrei e zingari" è, come annota lo
stesso Ovadia che dello spettacolo è autore, regista e interprete: «Un recital
di canti, musiche, storie rom, sinti ed ebraiche che mettono in risonanza la
comune vocazione delle genti in esilio: una vocazione che proviene da tempi
remoti e che in tempi più vicini a noi si carica di un’assenza che sollecita un
ritorno, un’adesione, una passione, una responsabilità urgenti,
improcrastinabili. Senza confini è la nostra assunzione di responsabilità. La
sua forma si iscrive nella musica e nel teatro civile, arti rappresentative e
comunicative che possono e devono scardinare conformismi, meschine
ragionevolezze e convenienze nate dalla logica del privilegio per proclamare la
non negoziabilità della libertà e della dignità di ogni singolo essere umano e
di ogni gente». Ad accompagnare Moni Ovadia sulla scena c’è un gruppo di
musicisti composto da Ivanta Baltenau (voce), Paolo Rocca (clarinetto), Massimo
Marcer (tromba), Albert Florian Mihai (fisarmonica), Ennio D'Alessandro
(clarinetto), Marian Serban (cymbalon), Marin Tanasache (contrabbasso) e Virgil
Tanasache (violino). Suono di Mauro Pagiaro.
Gli ebrei e gli zingari (il popolo degli "uomini") hanno parallelamente
condiviso per secoli lo stesso destino di emarginati, di tollerati e di
perseguitati. Per ragioni simili o specifiche, hanno vissuto nel corso degli
anni la condizione di radicale "alterità" alle culture dominanti dell’occidente
cristiano. Gli ebrei per avere rifiutato la verità assoluta del Cristo che i
poteri ecclesiastici volevano imporre, gli zingari perché, pur avendo accolto il
Cristo, non vollero omologarsi a modelli di vita estranei al loro spirito di
libertà. Il comune nomadismo non fu storicamente una vocazione originaria, ma
solo una risposta di dignità e di indipendenza alle persecuzioni. I due popoli
chiedevano di vivere secondo la loro identità senza recare nocumento a nessuno.
Non fu loro concesso, se non in brevi periodi, ad arbitrio dei poteri
espressione delle maggioranze. Perché?
Commenta ancora Moni Ovadia: «Uniti dalla persecuzione dei sistemi tirannici che
mal sopportarono la loro cultura e le loro tradizioni improntate a un mondo
"senza confini", senza burocrazie, senza eserciti, senza retorica patriottarda,
gli ebrei e gli zingari hanno avuto per secoli storie simili, anche se
parallele. Poi, dopo il tentativo di sterminio nazista, gli ebrei hanno cambiato
la loro storia, hanno conquistato una terra, una nazione; il loro immenso
calvario ha avuto pieno riconoscimento e, anche se la condizione ebraica è
talora difficile, ancora sottoposta a pericolo, gli ebrei sono entrati nel
salotto buono del potere». Non così gli zingari. Anche per questo, pertanto -
aggiunge Ovadia per spiegare la genesi del suo spettacolo - «noi ebrei abbiamo
il dovere di alzare la voce contro la persecuzione di rom e di sinti, dobbiamo
denunciare come malvagia e perversa l’esibizione dell’amicizia verso gli ebrei
quando viene usata per legittimare la mano libera contro i nostri fratelli
"uomini" e contro ogni minoranza o alterità».
Per "Senza confini - Ebrei e zingari" – in scena alla Corte da giovedì 11 a
domenica 14 Novembre 2010 – sono validi tutti gli abbonamenti (Fisso, Libero e
Giovani), oltre che le consuete agevolazioni per studenti e gruppi organizzati
in collaborazione con l’Ufficio Rapporti con il Pubblico.
Info: 010/5342300 www.teatrostabilegenova.it
info@teatrostabilegenova.it orari:
feriali ore 20,30 - domenica ore 16 prezzi: 23,50 euro (1° settore), 16,00 euro
(2° settore). Prenotazioni a partire da martedì 2 novembre.