Da
Slovak_Roma
Famiglia rom sterminata a Bratislava da un vicino, scioccati gli
altri residenti nel palazzo
Bratislava, 1.9.2010 10:17, (ROMEA)
Quanti si sono trovati nei pressi della sparatoria di lunedì nel quartiere Devínska
Nová Ves di Bratislava sono ancora scossi, ma vogliono parlare della loro
esperienza. Sei dei morti facevano parte della famiglia Putík. Come si è saputo
che la famiglia era rom, sono iniziate a circolare notizie di come fossero
"problematici". Però, i vicini degli uccisi hanno iniziato ad esprimersi contro
queste voci.
Una donna che vive sullo stesso piano sia dell'assassino che della famiglia
uccisa ha detto oggi all'Agenzia Stampa Ceca di aver aperto la porta del suo
appartamento per la curiosità, vedendo l'uccisore in piedi in una nuvola di
fumo nel corridoio. "Si è voltato verso di me e ha detto -Chiudi la porta o ti
sparo in testa,- così ho richiuso;" dice l'anziana signora.
La vicina non sapeva molto sull'uccisore, che non era molto amichevole."Era
terribilmente strano, non parlava con nessuno, un lupo solitario, un tipo
strano," spiega, aggiungendo che non sa cosa l'ha portato a sterminare l'intera
famiglia. "Non so se gli davano sui nervi perché andavano sempre avanti e
indietro," dice. Secondo lei i Rom non facevano rumore e si prendevano cura di
loro figlio, 12 anni, anche lui vittima anche lui vittima della follia
dell'assassino disoccupato.
"Erano nostri vicini - la nonna, sua figlia e il nipote che viveva con loro.
Davvero non creavano problemi," dice un altro vicino che viveva proprio la porta
accanto alla famiglia rom. Questi vicini smentiscono anche le voci che la
famiglia vendesse droga. Quando i giornalisti gliel'hanno chiesto, entrambi
hanno dato la stessa riposta: "Fuori di qui! Pennivendoli! Quale droga? E'
immondizia."
Secondo informazioni pubblicate dal giornale MF DNES, nessuno dei residenti
nell'appartamento che sono stati intervistati potrebbe confermare che
l'assassino fosse in qualsiasi maniera in conflitto con la famiglia dei suoi
vicini. Anche altri vicini rifiutano le speculazioni per cui la famiglia avrebbe
dovuto dei soldi all'assassino. "E' del tutto grossolano suggerire che la
famiglia avrebbe preso in prestito del denaro da lui. Ne avevano paura - non
avevano il coraggio di suonare il suo campanello. Non hanno mai causato problemi
- non ho mai sentito nessun tipo di confusione dal loro appartamento. Per quel
che ne sappiamo erano persone decenti. Povere, ma decenti," ha detto a MF DNES
una vicina di nome Silvie, aggiungendo che la famiglia chiedeva solo a lei
denaro in prestito. "Se lo facevano prestare solo da me - ogni 15 del mese la
nonna mi suonava al campanello perché non avevano soldi. Glieli prestavo sempre
o davo loro del pane vecchio, e loro mi restituivano sempre immediatamente il
19" ha detto a MF DNES. Anche altri residenti dell'edificio dicono che gli
occupanti stabili dell'appartamento dei Putík, la nonna e i suoi parenti, erano
persone perbene, ma gli altri parenti che a volte visitavano la famiglia,
talvolta bevevano o facevano rumore all'ingresso dello stabile.
Marta, una pensionata che vive accanto agli assassinati, ha detto a MF DNES,
"Durante l'estate la figlia della nonna iniziò a venire qui più spesso. Due o
tre anni dopo, quando già viveva qui, a volte urlava o imprecava contro
qualcuno. Poi seppi che andò a farsi curare da qualche parte e che viveva in un
ostello. In questi giorni visitava solo per un caffè." Altri residenti
dell'edificio citati da MF DNES concordano nel dire che la famiglia Putík non
era particolarmente problematica. Altri vicini mettono in dubbio che tutte le
vittime fossero Rom, come riportato da molti media. " Talvolta qualcuno si
sedeva qui e beveva di fronte all'edificio, ma erano soprattutto una famiglia
bianca, non erano i Rom. E' una sciocchezza dire che è stato un attacco
razzista. Solo la figlia che viveva nell'edificio aveva sangue rom. Le vittime
avevano a che fare con loro, ma non erano Rom," ha detto un residente a MF DNES.
I capi della polizia ed il ministro degli Interni stanno parlando molto
dell'"eroico" intervento della polizia contro il pazzo assassino. Anche se molti
residenti del quartiere lamentano che la polizia non sia intervenuta abbastanza
in forze e rapidamente.
Alla fine l'aggressore si è sparato alla testa , a pochi metri da un salone
cosmetico. Come ha detto una dipendente all'Agenzia di Notizie Ceca, "Quell'uomo
stava appoggiato contro la porta del salone, e se non avesse avuto le cuffie, mi
avrebbe sentito chiudere la porta e avrebbe girato la sua arma verso di me. Ho
chiamato la polizia per dire che ero intrappolato appena a pochi metri da lui,
ma mi hanno risposto che sapevano già di lui."
La giovane donna ha aggiunto che l'uomo è stato libero di muoversi, senza
alcuna minaccia per circa 20 minuti, prima di iniziare a sparare a qualsiasi
cosa si movesse. Dice che la polizia non si è avvicinata alla scena se non dopo
diversi minuti dopo che l'uomo si era sparato.
La polizia dice che la prima pattuglia è arrivata due minuti dopo che era
stato avvertito il primo sparo, cioè appena dopo le 9:45 del mattino, riuscendo
a disarmarlo dopo circa mezz'ora. Il ministro degli Interni Daniel Lipšic ha
annunciato che l'aggressore non ha commesso suicidio se non dopo essere stato
ferito fatalmente da un proiettile della polizia.
Durante il massacro sono morte otto persone, l'aggressore e le sue sette
vittime. Altre 15 persone sono state ferite, tre delle quali, incluso un
cittadino ceco, sono anche in gravi condizioni.
ryz, Czech Press Agency, MF Dnes, translated by Gwendolyn Albert