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Politiche miopi
Di Fabrizio (del 22/08/2010 @ 09:05:12, in media, visitato 1760 volte)

Cronaca Qui è senz'altro uno dei giornali più antizigani che abbiamo in Italia. Interessante seguire l'evolvere dei suoi "ragionamenti" a proposito della svolta politica in Francia: dall'entusiasmo del 19 agosto, è passato in soli 2 giorni al riconoscere che queste decisioni rischiano di spostare i problemi sotto casa dei suoi lettori (pubblico in calce l'articolo). Insomma, nonostante i salti di gioia (propagandistici) dei vari De Corato, cominciano ad emergere le contraddizioni e il riconoscimento delle strumentalizzazioni e piccolezze di Sarkozy, come potete leggere anche QUI, o addirittura sul Foglio. Prima e dopo la lettura, vi ricordo l'appuntamento a Parigi.

Non ce ne vogliano i sostenitori della sovranità dello Stato, ma ci sono situazioni in cui il singolo Paese non può esprimersi senza pensare alle ricadute sugli altri.

Prendiamo il caso del pugno di ferro del francese Sarkozy, che ha deciso l'espulsione e il rimpatrio di centinaia di zingari rom. La questione non riguarda solo la Francia, ovviamente, perché buona parte di costoro non aspetteranno l'espulsione per allontanarsi dalle sponde della Senna e raggiungere lidi più "ospitali". Per intenderci, quasi certamente l'Italia. Non per nulla a Torino si sta già ipotizzando un vertice in Prefettura, non appena sarà insediato il successore di Padoin, per fare fronte alla situazione. E anche coloro che torneranno in Romania, certo non impiegheranno molto a riprendere la strada per destinazioni dove sicuramente potranno trovare appoggi logistici. E alcune delle comunità più numerose si trovano sicuramente a Torino e Milano.

Dunque, la politica ferrea di Sarkozy, al di là di ogni tipo di giudizio sulla sua efficacia, rischia di divenire una sorta di spostamento della polvere sotto il tappeto, oppure - per usare una immagine più appropriata - assomiglia al gesto di chi pulisce il proprio giardino gettando le foglie secche e gli sfalci in quello del vicino.

Bisogna considerare che su certi temi, e le politiche dell'immigrazione sono tra questi, la sovranità nazionale deve accettare il proprio limite: le misure, per essere realmente efficaci, non possono trascendere da una condivisione più ampia di obiettivi e metodi, a livello europeo se possibile. Poi è vero che troppe cose separano i vari Paesi ben più di un confine, troppo diverse sono le singole politiche nazionali. E accordarsi diventa impossibile. Ma ai critici, e a coloro che temono un accanimento di tipo razzistico, ricordiamo che non solo la tolleranza, ma anche la stessa accoglienza hanno dei costi. Basti vedere quanto occorre pagare a Torino per ripulire le discariche nei pressi degli accampamenti abusivi. L'illegalità ha un costo economico oltre che sociale. E venirne a capo è interesse collettivo, di cui l'Europa, intesa come unione di governi, deve farsi carico. Anche se, per certi versi, appare più facile occuparsi delle carrette del mare che approdano o meno sulle coste, che non di coloro che nei nostri Paesi già vivono, nella legalità o meno. Non farlo è semplice dimostrazione di miopia.
andrea.monticone@cronacaqui.it