Da
Nordic_Roma
EDITORIAL in Newspaper Information. Written by: Anna von Sperling .
09/07/2010
Al giorno d'oggi è difficile vendere una notizia senza immagini. Pertanto il
giornale Ekstra Bladet ha presentato nella sua edizione online un piccolo
videoclip di un frigorifero con avanzi di cibo all'interno.
Le immagini tutt'altro che eccitanti di quegli scaffali erano allegate alla
storia di 23 Rom che sono stati deportati dalla Danimarca con divieto di
ingresso per due anni. Il loro unico crimine è stato di accamparsi dove non
potevano farlo. Quello che saltò agli occhi era il titolo del giornale:
"Guardate in che schifo vivono gli Zingari ad Amager".
Può andar bene all'Ekstra Bladet per provocare. Probabilmente è quello lo
scopo del giornale. Ma non è bene farlo a spese del popolo più perseguitato
d'Europa - che dall'Ungheria all'Italia viene percosso, escluso e deportato. Il
mito dello zingaro sporco e criminale ha avuto terribili conseguenze nella
storia d'Europa. Anche l'Ekstra Bladet dovrebbe esserne consapevole.
Ma questo non cambia il fatto che la città di Copenhagen quest'estate ha dei
problemi, ed uno di questi è difficile da risolvere. Negli ultimi giorni i media
si sono focalizzati sul numero crescente di furti in aree particolari di Amager,
ed il dito è puntato verso i 300-400 Rom, soprattutto rumeni, che secondo le
valutazioni della polizia campeggiano d'estate sull'isola.
Ieri, su Newspaper Information, si poteva leggere di un'associazione di case
vacanze ad Amager, che ha subito un numero record di furti. Soprattutto, sono
stati rubati cavi elettrici e materiale metallico - cosa che suggerisce che i
ladri li rivendano come rottame. Ai residenti, crea insicurezza, frustrazione
con la polizia e sfiducia nel progetto europeo di libera circolazione delle
persone attraverso le frontiere, con la gente comune che non si rende conto di
quanto ci sarebbe da guadagnarne.
Ieri, l'Ufficio Immigrazione ha deportato dalla Danimarca i primi 12 Rumeni,
che abitavano in uno stabile abbandonato e parzialmente demolito, ed in seguito
altri 11 Rumeni che erano accampati sulla spiaggia di Amager. A tutti e 23 è
stato negato l'ingresso per due anni, in quanto disturbavano l'ordine e la pace
pubblica. Gli esperti stimano che vi siano i fondamenti di legge per le
espulsioni.
Ma questo non cambia il fatto che sia un caso spiacevole che dimostra ancora
che i Rom in Europa sono sempre persone non gradite. Mostra anche che in
apparenza ci sia un movimento molto particolare che dice a Rom: Andate via da
dove siamo noi altri.
Ole Hoff-Lund, portavoce di Amnesty International in Danimarca, ha detto ieri
a Information:
"I Rom non hanno pace in nessuna parte d'Europa. Sono nel gruppo di
popolazione più vulnerabile, perseguitato e discriminato nella UE. Non hanno
accesso al lavoro, alla casa, all'istruzione o alla sanità. Questo tipo di
discriminazione, i Rom ora la incontrano anche in Danimarca, persino dai più
alti livelli, come il Ministro della Giustizia."
Non si deve rubare. Farlo diventa un caso di polizia. Ma la frustrazione
nelle associazioni abitative è che la polizia non risponde alle denunce, perché
riguardano quasi sempre piccoli furti. Una risposta rapida richiede risorse, ma
se i Rom ad Amager sono considerati un peso, il tema dev'essere affrontato. Ma,
come sottolinea l'avvocato Bjørn Elmquist, il vero problema in questo caso è la
differenza di dare protezione ai cittadini danesi e a quelli di altri paesi.
Non vediamo l'ora di ascoltare le spiegazioni dei politici quando torneranno
dai loro cottage estivi. Perché, come abbiamo visto in precedenza, in estate
esplodono queste cose e sotto gli effetti della calura i politici reagiscono
risolutamente inviando la polizia per azioni spettacolari. Ma non è il caso di
ignorare tutti la decenza e la certezza della legge per un singolo gruppo perché
ad Amager sono mancati dei cavi elettrici e degli Iphone.
Ma ricordiamoci che, anche se Copenhagen sembra lontano da Bruxelles ed i
benefici del progetto europeo lo sembrano ancora di più, i fatti rimangono che
non si può approfittare dei benefici economici dell'apertura delle frontiere,
senza anche avere a che fare con chi viaggia in Europa, verso cui abbiamo
sentimenti meno caldi.
Come ha detto Maj Kastanje, operatore di strada del Progetto Outside, a
Information: "Non possiamo dire A al muratore polacco a buon mercato, senza dire
B a tutti quanti ai nostri occhi sembrano inutili".
Forse non c'è lavoro per tutti e forse, non tutti si preoccupano di lavorare
se è possibile fare soldi facili. Forse non c'è un ombrello sociale per tutti e
forse c'è chi preferisce un campo nascosto in posti squallidi.
Ma ciò non cambia il fatto che per tutti in Europa ci dev'essere la tutela
del diritto.