Da
Czech_Roma (alcuni link sono in lingua ceca)
The Advocacy Project - Tereza Bottman
01/07/2010 - "Sono molto arrabbiato," dice Milan Kováč, in visita agli uffici
dell'associazione Dženo.
"Devi impegnarti di più," lo prende sarcasticamente in giro una mia collega
d'ufficio e ridiamo tutti, ma la risata si tinge di un senso di delusione.
Kováč, con una laurea in economia, conosce cinque lingue e ha molti anni di
esperienza professionale in contesti che vanno dal non-profit al governo al
settore privato. Per esempio, ha lavorato come project manager sia al Ministero
della Gioventù e dello Sport sia nella non-profit Athinganoi, organizzazione
specializzata nel sostenere gli studenti romanì ad ottenere istruzione
secondaria e post-secondaria.
Da quando ha perso il lavoro otto mesi fa, sta cercando un'occupazione. Ha
fatto oltre sessanta domande ed è passato per una media di sette colloqui di
lavoro a settimana, senza alcun risultato.
Recentemente, ha fatto domanda per la posizione di Coordinatore Locale all'Agenzia
governativa per l'Inclusione Sociale nelle Località Rom, che su 25
dipendenti impiega un solo Rom. Col suo curriculum e Rom lui stesso, era
convinto che le sue possibilità fossero alte, specialmente considerando il fatto
che il ruolo dell'agenzia, tra l'altro, è di promuovere l'integrazione dei Rom
nelle regioni socialmente escluse dal mercato del lavoro.
Dopo avere completato con successo la prima fase delle interviste, Kováč
fu verbalmente invitato di nuovo. Ma venne presto a conoscenza di non essere
stato selezionato per il secondo turno di interviste.
L'esperienza di Kováč non è la sola. Uno
studio su
diversi paesi dell'European Roma
Rights Center, condotto in parte nella Repubblica Ceca, ha scoperto che questo
era il caso:
La maggiore incidenza della discriminazione nell'impiego contro i Rom è
nella fase della ricerca lavoro e nelle pratiche di assunzione applicate
dalle aziende. In pratica,una discriminazione diretta impedisce ai candidati
di raggiungere già la fase del colloquio. Molte compagnie hanno una politica
di esclusione totale riguardo l'impiego dei Rom e di distinzione assoluta
generale di pratica contro i candidati romanì. Come risultato, i Rom in
cerca di lavoro sono eliminati ed esclusi sin dall'inizio dal processo di
applicazione, a prescindere dall'istruzione, dalle qualifiche e dalle
competenze nel lavoro.
Nella sua lettera-appello, inviata nell'agenzia che l'ha rifiutato dopo il
primo turno di interviste, Kováč si chiede se le organizzazioni incaricate
di eliminare le barriere alla pari partecipazione nella società ceca affrontate
dai Rom, siano davvero [organizzazioni] "pro-Rom". Scrive:
L'Agenzia per l'Inclusione Sociale nelle Località Rom è stata fondata per
sostenere l'inclusione sociale dei Rom... Uno dei suoi ruoli è promuovere
l'inclusione dei Rom dalle comunità socialmente escluse nel mercato
lavorale. Ci sono anche tutta una serie di OnG ed organizzazioni non-profit
che si presentano come "pro-Rom". Si presentano con un atteggiamento aperto
da parte dei suoi operatori verso i Rom, con il generoso supporto del Fondo
Sociale Europeo. Queste stesse organizzazioni sono realmente aperte ad
impiegare Rom e stanno praticando nella realtà quanto predicano?
Quando venne criticato il fatto che non un solo Rom arrivò al secondo turno
delle interviste, Michael Kocáb, commissario ai diritti umani, che presiede il
Comitato di Controllo dell'Agenzia per l'Inclusione Sociale nelle Località Rom,
ha risposto di non essere a conoscenza che c'erano dei richiedenti rom tra gli
intervistati. Kocáb in passato aveva detto di essersi impegnato ad aumentare il
numero dei Rom impiegati nelle agenzie governative. Inoltre, a Kováč fu
promesso un appuntamento dove avrebbe potuto presentare il suo caso, ma questo
incontro non ha mai avuto luogo. Invece in passato, gli fu detto nella sala
dell'Ufficio del Governo gli fu detto dal direttore dell'agenzia che lui non era
stato scelto perché mancava delle qualificazioni necessarie, anche se prima era
stato chiaramente selezionato in quanto candidato promettente.
Molti studi, inclusa una
relazione del 2008 preparata congiuntamente dal Governo e dalla Banca
Mondiale, concludono che per i Rom le barriere nel mercato del lavoro sono
largamente dovute alla mancanza di capacità e qualificazione. Ma che dire dei
Rom che possiedono esperienze e competenze corrispondenti alla posizione
ricercata?
Il summenzionato
studio ERRC
del 2006, "Esclusione Sistematica dei Rom dall'Impiego", recita così:
La disoccupazione di massa dei Rom in età da lavoro è spesso percepita
come una questione riferita al mercato del lavoro, e l'alto livello di
disoccupazione è attribuito all'incapacità dei Rom a trovare un impiego, a
causa del loro basso livello di istruzione; capacità lavorative non
aggiornate e distacco dal mercato lavorale. Anche perché vasti segmenti
della comunità sono rimasti indietro durante la ristrutturazione economica
ed industriale avvenuta durante la transizione dal comunismo. Senza dubbio,
questi fattori creano barriere reali che riducono la possibilità di
occupazione ed escludono molti Rom dal lavoro, ma c'è un'altra dimensione -
la discriminazione - che aggrava significativamente la situazione e le cause
di esclusione sistematica dall'impiego per un gran numero di Rom in età da
lavoro.
Nella sua lettera, Kováč tocca la reale questione della discriminazione
anti-Rom:
Voglio che la società sappia che i Rom stanno continuando la loro
istruzione, crescendo le loro qualifiche, chiedendo un lavoro di qualità, ma
che esistono ancora barriere, fattori ed influenze che rendono impossibile
raggiungere il successo.
Disgraziatamente, tanto il clientelismo che il razzismo giocano ancora un
ruolo determinante nel processo decisionale in questo paese. Quelli con cui ho
parlato, che sono stati attivi per anni nella difesa dei diritti dei Rom,
confermano questa realtà, enumerata nello studio ERRC e illustrata da Kováč.
Un modo per combattere la discriminazione nella ricerca del lavoro e nella
fase di reclutamento, suggerisce l'ERRC, è dare mandato per la raccolta dei dati
disaggregati per etnia e di monitorare e rispondere, in maniera strutturale,
alle iniquità alla base di questi dati, per migliorare l'accesso al lavoro per i
richiedenti Rom qualificati. Questo ora non accade. Dichiara
ERRC:
Risulta evidente, dall'esperienza di paesi con le misure più efficaci nel
combattere la discriminazione razziale nell'impiego, che il monitoraggio
della forza lavoro, inclusa la raccolta di dati sull'etnia, è uno strumento
chiave per ottenere prove statistiche a sostenere le azioni positive per
affrontare la sotto-rappresentazione di gruppi etnici nei posti di lavoro e
più in generale, in professioni e settori specifici del mercato del lavoro.
Il monitoraggio, la registrazione, la notifica e la risposta alla
composizione etnica sul posto di lavoro sono fattori chiave che garantiscono
l'efficacia e l'efficienza delle politiche sulle pari opportunità. [...]