Da
Slovak_Roma
L'inclusione dei Rom nella società potrebbe aumentare il PIL dell'11%
Bratislava, 27 ottobre (TASR) - Secondo lo studio "Perdite per l'esclusione
dei Rom", l'integrazione sociale dei Rom arricchirebbe la Slovacchia di oltre
l'11% del PIL nazionale, dicono gli autori Anton
Marcincin e Lubica Marcininova.
Secondo gli autori, non sarebbe il risultato del risparmio dei benefici
sociali, quanto un impiego della forza lavoro impiegata, che incrementerebbe il
PIL. Lo studio ipotizza che nel 2030 il10% della popolazione slovacca sarà
Rom, col 16% della popolazione in età lavorativa o scolastica.
"Se continuiamo ad ignorare i Rom - i loro problemi e sottosviluppo - e non
capiremo che tutte le nostre regioni sono del tutto dipendenti dalla forza
lavoro locale e dal suo impiego, lavoro, consumo - in molti casi anche dei Rom,
un giorno ne sconteremo le conseguenze," ha detto Marcinin.
Ha spiegato che la curva demografica dei Rom è differente da quella della
popolazione non-Rom, puntualizzando che se non useremo il loro talento e
capacità lavorative, la Slovacchia potrebbe risvegliarsi nel 2020 scoprendo che
in alcune regioni della Slovacchia orientale la maggioranza dei Rom è ancora
disoccupata. "E non c'è nessun modo di investire lì, perché non c'è niente o
nessuno su cui investire," ha aggiunto.
Secondo le stime attuali, almeno 430.000 Rom vivono oggi in Slovacchia
(popolazione 5,4 milioni), di cui i due terzi sono in età produttiva. Tra i
bambini in età scolare, un settimo appartiene alla minoranza rom. "Gran parte
della popolazione rom dipende dal sistema sociale. La cattiva istruzione e il
colore differente della pelle sono tra le ragione dei tassi bassissimi di
impiego tra i Rom (secondo le stime soltanto il 10% in età produttiva sta
lavorando)," elenca lo studio, aggiungendo che la povertà viene trasferita di
generazione in generazione.