Da
Roma_ex_Yugoslavia
IPSNews.net By Vesna Peric Zimonjic
BELGRADO, 28 ottobre (IPS) - I Balcani hanno il primo museo sui Rom, per
raccontare la storia di uno dei gruppi etnici meno privilegiati nella regione
"Questo è praticamente il primo museo sulla cultura rom in questa parte
d'Europa, volto a cancellare il pregiudizio profondamente radicato che i Rom
siano illetterati o non lascino tracce della loro esistenza" ha detto Dragoljub
Ackovic, direttore del museo, all'inaugurazione del 21 ottobre.
"L'idea di raccogliere scritti sui Rom e la loro vita risale a 50 anni fa, ma
è stata costantemente negata anche se il gruppo arrivò nei Balcani secoli
fa."
Non ci sono statistiche precise su quanti Rom vivano nella regione, ed i dati
delle nazioni dell'ex Jugoslavia: Bosnia,Croazia o Serbia sono soprattutto
stime. Per la Serbia, il numero può variare dai 105.000 del censimento 2002 alle
stime di 600.000 delle OnG Rom.
Prima della guerra 1992-95, si riteneva ci fossero in Bosnia oltre 50.000
Rom, ma dato che non vi è stato più alcun censimento dal 1991, il loro numero
rimane sconosciuto. Si stima anche che tra i 30.000 e i 40.000 Rom vivano in
Croazia, anche se il censimento 2001 indicava soltanto 9.463 membri di questa
comunità.
"Quando c'è il censimento i Rom sono esitanti a dichiarare la loro etnia," ha
detto Ackovic a IPS. Preferiscono citare la loro provenienza locale, sperando
così di mischiarsi con più successo. A parte ciò, molti di loro sono comunque
analfabeti e non hanno documenti personali adatti ad essere conteggiati in un
censimento."
La Serbia ha iniziato un anno fa a fornire ai Rom documenti personali
adeguati e assistenza sociale di base [...]
Annunci sui media elettronici pubblicizzano la registrazione gratuita negli
uffici municipali, cosicché i Rom di tutte le età, possano ottenere certificati
di nascita e documenti personali, obbligatori per i maggiori di 16 anni. I
certificati ed i documenti personali sono la base per entrare nel sistema
socio-sanitario.
"Sta procedendo lentamente," ha detto Rajko Djuric a IPS. E' un importante
attivista rom ed è l'unico membro di quest'etnia ad esser diventato membro della
prestigiosa Accademia Serbia delle Scienze e delle Arti. "Tanti Rom sono
analfabeti. Aprendo questo museo vogliamo mostrare che le cose sono differenti e
possono cambiare, può essere d'aiuto a cancellare il pregiudizio."
Il piccolo museo di Belgrado si trova al piano terra in un salone di 75 mq
che si affaccia su una strada trafficata. Ha aperto con un'esibizione intitolata
"Álava e Romengo" (Mondo dei Rom), che presentava oltre 100 documenti, inclusa
una copia del più antico testo scritto in lingua rom, pubblicato nel 1537 in
Inghilterra, ed una copia del primo libro sui Rom pubblicato in Serbia nel 1803.
Il libro intitolato "Zingari" contiene fiabe e racconti tradizionali rom.
Altri 300 libri in lingua rom possono essere letti in forma elettronica, su
dieci computer in una delle sale del museo. La lingua rom, ufficialmente "romani
chib", consiste in diversi dialetti, come il vlax romanì parlato da si stima 1,5
milioni di persone, seguito dai dialetti balcanici, carpatici e sinti, ognuno
parlato da diverse centinaia di migliaia di persone.
Analisi della romani chib hanno mostrato che è strettamente imparentata con
le lingue parlate nell'India centrale e settentrionale. Le relazioni
linguistiche indicano le origini del popolo rom.
Tra questi c'è un libro di una scrittrice rom scarsamente conosciuta, Gina
Ranicic, vissuta a metà del XIX secolo, e copie del giornale "Romano Lil" (Voce
dei Rom), stampato a Belgrado dal 1935 sino all'occupazione tedesca nel 1941.
Ci sono anche diverse copie di un singolare dizionario tedesco-serbo-rom
compilato dai Rom imprigionati nei campi attorno a Belgrado durante la II guerra
mondiale, otto copie della Bibbia tradotta in romanì decenni fa, e diversi libri
sulla grammatica della lingua rom.
Un tabellone sul muro illustra le rotte storiche dei Rom arrivati nei
Balcani. Il primo fu un gruppo da circo che arrivò in Serbia nel 1322, dalla
Grecia. Molti Rom arrivarono con l'occupazione turca dei Balcani alla fine del
XIV e nel XV secolo. Vecchie registrazioni turche in Serbia mostrano che nel XVI
secolo la maggior parte delle grandi città avevano "mahalas" (quartieri) rom, i
cui abitanti erano "fabbri, cantanti e ballerini".
"La storia è una cosa, ma la vita attuale è un'altra," ha detto Dragan Djilas,
sindaco di Belgrado, all'apertura del museo. La città di Belgrado, la più grande
OnG Rom chiamata "8 aprile" (dal giorno internazionale dei Rom, ed
organizzazioni rom internazionali hanno finanziato il museo.
"Non c'è dubbio che il contributo dei Rom alla storia e alla cultura di
Belgrado è stato grande," ha detto Djilas (42) a IPS."Ma nei decenni passati le
cose sono cambiate, ed oggi si sente spesso qualcuno dire: nessun bambino rom
con mio figlio a scuola, cosa inimmaginabile quando sono cresciuto io."
Negli ultimi due decenni, da quando sono iniziate le guerre di
disintegrazione dell'ex Jugoslavia, i nazionalismi e gli odi interetnici hanno
cambiato anche il punto di vista della gente verso i Rom.
In tutta la ex Jugoslavia, i bambini rom sono mandati in scuole per bambini
con ritardi mentali, anche se sono perfettamente sani. La ragione riportata
dalle autorità dell'istruzione di solito è che i bambini non parlano abbastanza
bene la lingua locale, ed hanno bisogno di tempo per imparare ed adattarsi ai
programmi normali.
Uno sguardo della recente ricerca sui Rom al museo fornisce un'immagine cupa,
anche se questa decade è stata internazionalmente proclamata come quella dei Rom
e del miglioramento delle loro vite.
In Bosnia, uno studio dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione
Europea (OSCE) ha trovato che il 70% della popolazione rom di 50.000, è andato
disperso durante il conflitto 1992-95, il 60% dei Rom nella Bosnia attuale è
illetterato, il 90% non ha assicurazione sanitaria, il 70% non è capace di
vivere senza l'assegno sociale (20 dollari al mese) e l'80% non è scolarizzato.
In Serbia, uno studio simile di "8 aprile" ha trovato che la maggioranza dei
Rom vive in 600 "città di cartone" attorno alle grandi città. L'aspettativa di
vita per le donne è di 45 anni, 56 per gli uomini. Oltre il 70% sono analfabeti,
e soltanto lo 0,4% ha studiato all'università.
"C'è una sola cosa peggiore di essere una donna in Serbia, ed è essere una
donna rom," ha detto a IPS Jasna Ilic, del centro donne rom Bibija. "Quasi tutte
le donne rom, che si sposano molto presto, vivono per prendersi cura del
gran numero di bambini che hanno. I genitori non vogliono investire nella
loro educazione e così andranno maritate ad un'altra famiglia, e quello che le
attende è in molti casi, violenza familiare e cura senza fine degli altri."
Una ricerca dell'Istituto per gli Studi Antropologici in Croazia mostra che
un quinto degli uomini rom e il 40% delle donne rom non è mai andata a scuola, e
quanti l'hanno fatto, ci sono rimasti soltanto cinque anni invece di otto. Le
ragazze in media si sposano a 16-17 anni ed hanno quattro figli. Soltanto un
quarto degli uomini ha un impiego - soprattutto lavori temporanei. (END/2009)