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I nomadi al Comune "Dateci un nuovo campo"
Di Fabrizio (del 08/09/2009 @ 09:14:23, in Italia, visitato 1627 volte)

Segnalazione di Mauro Sabbadini:
Ti segnalo questo articolo uscito lunedì 7 settembre, sull'edizione cartacea del giornale c'è molto di più (compresa la dichiarazione della polizia municipale:"non possiamo farci nulla: hanno la residenza"...)
forse può interessare. come Arci non siamo mai riusciti a entrare veramente in contatto con i sinti di via Friuli, e i virgolettati anonimi del servizio mi fanno pensare che anche il giornale non sia andato oltre
buon lavoro

7 settembre 2009 - di Valentina Fumagalli

VARESE I «dimenticati di via Friuli», così i sinti che abitano il campo di Valle Olona si definiscono. Dimenticati dall’amministrazione e dall’assistenza sociale. Ma ora non ci stanno più. Alzano la voce e chiedono al Comune di trovare loro un’altra sistemazione. Un posto più adatto per vivere e crescere i loro figli. In via Friuli non ci vogliono più stare. Per capirne le ragioni bisogna fare un passo indietro. Bisogna tornare alle origini dell’insediamento nella città giardino, vent’anni fa. Inizialmente i nomadi si stabilirono in via Crispi, sede tradizionale del luna park varesino prima dello spostamento alla Schiranna.

Erano sinti, e non rom come erroneamente vengono definiti, etnia tipica delle famiglie dei giostrai provenienti da Mantova. Dopo qualche tempo ci fu il primo fallimentare tentativo dell’amministrazione di residenzializzazione. Attaccati alle loro tradizioni e insofferenti all’idea di trasferirsi in un appartamento, vennero ulteriormente spostati in via 25 Aprile. Nel 1999 poi, a seguito della riqualificazione della palestra comunale, fu proposta la soluzione, temporanea, di via Friuli. Dieci anni fa tre nuclei familiari composti da otto persone traslocarono armi e bagagli a Valle Olona per non spostarsi più. «Una campo in mezzo al nulla – lo ricordano i più anziani - Ci spostarono qui a pochi metri dal depuratore maleodorante, di fianco al canile e a una fattoria da cui arrivano ratti e insetti, senza acqua e corrente. ». Si può facilmente immaginare che il posto non fosse dei più accoglienti ma negli anni l’amministrazione ha provveduto a rendere abitabile il campo.

«Pian piano ci hanno attaccato l’acqua e la corrente ma i topi sono rimasti». Oggi le roulotte sono una decina per nove famiglie e almeno una trentina di persone tra cui 13 bambini. «E solo un bagno – protestano - Abbiamo un solo servizio igenico che dobbiamo usare tutti e non capiamo come l’Asl abbia rilasciato le autorizzazioni sanitarie. L’igiene non c’è. Non abbiamo l’allacciamento fognario per cui gli scarichi li dobbiamo riversare nella campagna a ridosso del campo. Fanno cattivo odore e attirano i topi». Le condizioni igenico sanitarie non sono, secondo loro, sufficienti e i bambini sono sempre malati.

«Hanno le croste, sono perennemente raffreddati, non è l’ambiente giusto in cui farli crescere». La richiesta all’amministrazione è quindi quella di trovare una sistemazione più decorosa e con alcune garanzie. Ovvero: «Non vogliamo abitare in appartamento – spiegano - Non siamo abituati agli spazi chiusi, non è nella nostra cultura. A meno che non si tratti di una soluzione al pian terreno con giardino. Vorremmo avere la possibilità di stare fuori, in casa ci manca l’aria. Non possiamo neanche vivere in condominio perché la convivenza con le altre persone non è facile. Non riusciamo a integrarci e i bambini vengono discriminati». Insomma, urge una nuova collocazione per le loro roulotte. Un altro campo sarebbe perfetto. «Sono anni che chiediamo di essere trasferiti ma nessuno ci ascolta. Ci hanno abbandonati qui. Nessuno viene mai a vedere come stiamo o se abbiamo bisogno di qualcosa. I servizi sociali latitano e anche se andiamo noi in Comune non ci ascoltano». Insomma la situazione è diventata insostenibile e da via Friuli se ne vogliono andare al più presto. «È ora che l’amministrazione ci ascolti».