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Latcho Drom (Un treno ferma in Ungheria)
Di Fabrizio (del 12/07/2009 @ 09:35:44, in musica e parole, visitato 2987 volte)

Il video (col racconto) della domenica è offerto da Ernesto Rossi

L’episodio è parte del bellissimo film musicale di Tony Gatlif (regista francese di origine rom algerina) “Lacio drom” (buona strada, buon viaggio-1993), l’unico episodio del film-documentario sul viaggio musicale dei rom dall’India all’Europa, in cui compare una vera (famosa) attrice ungherese di cinema, la madre del bambino (chiedo scusa, ma al momento non ne ricordo il nome), che gratuitamente si è prestata all’interpretazione (guardate come cambia la sua espressione nello sviluppo dell’episodio).

Un gruppo di rom arriva alla stazione di un paesello della grande pianura ungherese (“puszta”, leggi: pusta), accendono un fuoco, fa un freddo boia (notare le nuvolette del fiato); sull’altro lato della massicciata, una madre aspetta il treno con il suo bambino, sonnecchiano nell’attesa e si stringono per il freddo. Il bambino attraversa i binari e, come diciamo noi, ma probabilmente anche loro, tira la giacchetta ad un rom, offrendogli alcune monetine. Tutti ridono della modesta offerta infantile, ma i rom suonano lo stesso, per lui e per se stessi, come sempre, finché non giunge il treno atteso.

Pochi minuti di poesia intensa e naturale: così sono e devono essere i rapporti tra gli esseri umani. Come vorremmo che fossero con gli esseri umani rom, uguali a tutti gli altri. I bambini sono messaggeri di pace.

E se lo inviassimo allo sceriffo de corato (iniziali volutamente minuscole)?

Ciao, Ernesto

P.S. Notare lo strumento musicale costituito da una brocca d’alluminio per il latte, percosso all’imboccatura col palmo della mano: funziona come un basso (lo utilizzano anche famosi complessi musicali rom); e i due cucchiai battuti, uno sull’altro dalla parte convessa: funzionano come una batteria;

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