Il video (col racconto) della domenica è offerto da Ernesto Rossi
L’episodio è parte del bellissimo film musicale di Tony Gatlif (regista
francese di origine rom algerina) “Lacio drom” (buona strada, buon
viaggio-1993), l’unico episodio del film-documentario sul viaggio musicale dei
rom dall’India all’Europa, in cui compare una vera (famosa) attrice ungherese di
cinema, la madre del bambino (chiedo scusa, ma al momento non ne ricordo il
nome), che gratuitamente si è prestata all’interpretazione (guardate come
cambia la sua espressione nello sviluppo dell’episodio).
Un gruppo di rom arriva alla stazione di un paesello della grande pianura
ungherese (“puszta”, leggi: pusta), accendono un fuoco, fa un freddo boia
(notare le nuvolette del fiato); sull’altro lato della massicciata, una madre
aspetta il treno con il suo bambino, sonnecchiano nell’attesa e si stringono per
il freddo. Il bambino attraversa i binari e, come diciamo noi, ma probabilmente
anche loro, tira la giacchetta ad un rom, offrendogli alcune monetine. Tutti
ridono della modesta offerta infantile, ma i rom suonano lo stesso, per lui e
per se stessi, come sempre, finché non giunge il treno atteso.
Pochi minuti di poesia intensa e naturale: così sono e devono essere i rapporti
tra gli esseri umani. Come vorremmo che fossero con gli esseri umani rom, uguali
a tutti gli altri. I bambini sono messaggeri di pace.
E se lo inviassimo allo sceriffo de corato (iniziali volutamente minuscole)?
Ciao, Ernesto
P.S. Notare lo strumento musicale costituito da una brocca d’alluminio per il
latte, percosso all’imboccatura col palmo della mano: funziona come un basso (lo
utilizzano anche famosi complessi musicali rom); e i due cucchiai battuti, uno
sull’altro dalla parte convessa: funzionano come una batteria;
per chi mi legge su Facebook e non visualizza il video,
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