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Cinque bambini morsi dai topi al campo rom
Di Fabrizio (del 15/06/2009 @ 09:10:12, in Italia, visitato 1487 volte)

Emergenza rifiuti nel campo nomadi della Favorita. I ratti hanno invaso l'area, dove viene raccolta solo l'immondizia accatastata all'ingresso. Il resto viene bruciato
È ancora alta l'emergenza rifiuti al campo nomadi della Favorita, dove i topi che razzolano tra l'immondizia hanno morso cinque bambini. Così i rom l'altro ieri notte hanno deciso di agire da soli e dare alle fiamme i cumuli di immondizia accatastata all'interno del campo, ormai da settimane. Non soltanto sacchetti, ma anche materiali ingombranti che al campo si sono accumulati in continuazione e non sono mai stati smaltiti.

Da quando il personale dell'Amia ha ripreso lentamente la raccolta, gli unici rifiuti a scomparire sono stati quelli appena all'ingresso nel campo o deposti sulla strada. Ma in fondo al campo, nella parte kosovara, dove la comunità è più numerosa e ci sono molti bambini, la montagna è sempre più alta. «I topi sono enormi - dice Hassan, uno dei responsabili del campo - Sono più grandi dei gatti. Non tolgono l'immondizia dove noi viviamo, allora ci aiutiamo da soli. Lo facciamo per i nostri figli che sono in grande pericolo. Qui dentro non arriva nessuno, è da molto tempo che non ritirano i rifiuti, ogni giorno speriamo che la situazione migliori».

Negli ultimi giorni, infatti, cinque bambini del campo sono stati morsi dai topi che si aggiravano fra la spazzatura mentre giocavano. La notte poi il pericolo di essere aggrediti aumenta: i ratti entrano anche nelle baracche e la gente ha paura. «Appena fa buio - dice Alì - si scatenano. Abbiamo terrore, entrano nelle case, ce li ritroviamo sul letto. E non dormiamo più. Con mia moglie stiamo sempre attenti, ma non si sa mai cosa può succedere. Non sappiamo come difenderci».

Se la situazione non tornerà presto alla normalità, il pericolo di nuovi incendi è dietro l'angolo: «I nostri figli - continua Hassan - non hanno altri spazi in cui giocare. Stanno tutto il giorno a correre nel campo, e ormai giocano fra i rifiuti. Adesso inizia il vero caldo, e qui diventa un forno. Abbiamo bisogno di una mano, altrimenti continueremo a bruciare i rifiuti a nostro rischio e pericolo».
(14 giugno 2009)