Quale immigrazione
Di Fabrizio (del 14/09/2005 @ 11:49:04, in Europa, visitato 1732 volte)
Il tema delle politiche immigratorie è diventato un "calderone" dove ogni tesi/antitesi cede alla contrapposizione ideologica, confondendo politiche del lavoro con religione, libertà religiosa, pubblica sicurezza... E il rischio è che nei mesi che mancano alle elezioni, la confusione continuerà a crescere, perché parlare contro l'immigrazione PORTA VOTI.
Prima che finiscano nel dimenticatoio, segnalo un trittico di articoli che da un punto di vista moderato, provano a fornire un quadro europeo di riferimento e di controllo
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Vogliamo anche noi una politica selettiva dell'immigrazione? Le politiche dell'immigrazione degli stati dell'Unione Europea stanno diventando sempre più restrittive per i lavoratori poco qualificati, mentre i diversi paesi competono tra di loro nel cercare di attrarre dall'estero lavoratori più istruiti. Da noi, invece, prevale un atteggiamento restrittivo su tutti i fronti. E nel dibattito pre-elettorale si continua a pensare che si possa gestire la politica dell'immigrazione a livello nazionale, ignorando ciò che avviene altrove.
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Un indice di rigidità delle politiche di immigrazione Un indice di rigidità delle politiche dell’immigrazione permette di determinare il grado di chiusura di ciascuna legislazione e la sua evoluzione nel tempo. La tendenza prevalente nei paesi europei è quella di irrigidire le restrizioni verso la manodopera poco qualificata, favorendo l’immigrazione di persone con più alto livello di istruzione. Fa eccezione l'Italia.
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La via inglese all'immigrazione L'ingresso di lavoratori extracomunitari nel mercato del lavoro italiano è guidato dal criterio della priorità cronologica delle domande presentate dai potenziali datori di lavoro. La legge è sostanzialmente indifferente alle competenze degli immigrati. Non richiede requisiti di alfabetizzazione né riconosce priorità legate al possesso di specifici titoli di studio o professionali. Nel Regno Unito, invece, la legge prevede un sistema di valutazione a punti delle competenze e introduce un meccanismo privilegiato di ingresso per gli "highly skilled
migrant".
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