Da
Roma_Francais
PARIGI (AFP) - La morte di un ragazzino sabato in occasione dell'incendio di
un deposito abbandonato a Bobigny (Seine-saint-Denis), dove s'erano installati
un centinaio di membri della comunità della gens du voyage, illustra le
difficoltà di alloggio e di vita quotidiana di questa comunità in Francia.
"Questo dramma spaventoso era prevedibile, è un incendio della precarietà e
dell'indifferenza", ha dichiarato domenica ad AFP Malik Salemkour, vice
presidente della Lega dei Diritti dell'Uomo ed uno degli animatori del
collettivo Rom-Europe.
Ha ricordato che un incendio sempre a Seine-saint-Denis, nel settembre 2008,
aveva fatto due feriti leggeri tra gli 80 occupanti di un campo rom situato
sotto l'autostrada A86 a Saint-Denis.
Il corpo del piccolo Diego, 7 anni, è stato ritrovato sabato tra i resti del
deposito dai pompieri, che si erano mobilitati in un centinaio per venire a capo
del sinistro.
Ci sono da 2.000 a 2.500 Rom rumeni e bulgari a Seine-saint-Denis, dove le
espulsioni dalle occupazioni abusive si moltiplicano, ha precisato Salemkour.
"Abbiamo domandato, con altre associazioni, che il problema dell'alloggio dei
Rom sia trattato a livello regionale", ha detto il vice presidente della LDH che
auspica d'altra parte che siano regolate le condizioni d'accesso al lavoro di
questi Rom rumeni e bulgari perché "si sa che vogliono lavorare".
Sabato, il sindaco (PCF) di Bobigny, Catherine Peyge, aveva espresso la sua
"collera" di fronte ad una situazione che "non poteva che finir male".
"Sono stati respinti da una città all'altra per terminare in questo hangar, a
volte soltanto per guadagnare soltanto qualche centinaio di metri su non si sa
che", aveva poi aggiunto.
"Ho scritto mercoledì al prefetto per allertarlo sulla situazione e chiedere
una tavola rotonda per mettere in atto tutte le soluzioni umani e materiali,
sono sempre in attesa di una risposta", aveva affermato.
Dall'inizio di aprile, l'Alta Autorità di Lotta contro le Discriminazioni e
per l'Eguaglianza (HALDE) aveva lamentato che le sue raccomandazioni sulle
discriminazioni, come l'alloggio, riguardando le circa 400.000 persone recensite
come "gens du voyage e rom" in Francia "non hanno ancora avuto effetto".
A febbraio, la Difensora dell'Infanzia, Dominique Versini, aveva denunciato
le condizioni di habitat e di scolarizzazione dei rom e della gens du voyage, in
un rapporto di valutazione dell'applicazione della Convenzione Internazionale
dei Diritti dell'Infanzia (CIDE). Versini aveva allora rilevato che "come le
carovane non sono assimilate ad un alloggio, i loro genitori non accedono agli
aiuti per l'alloggio".
Questi migranti vengono da Romania e Bulgaria, paesi membri dell'Unione
Europea, per fuggire dalla miseria. In Francia, sei ore di accattonaggio
fruttano 15 euro, quattro volte di più di quanto possano sperare di guadagnare
in una giornata in Romania.
I Rom sarebbero circa 10 milioni in Europa, ossia la più grande minoranza. La
comunità conterebbe più di 2 milioni di persone in Romania, 800.000 in Bulgaria
ed altrettanti in Spagna, secondo le cifre più recenti.
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