(IBO Italia), Ferrara, 7/04/2009. Domani, 8 aprile, è il Romano Dives,
la Giornata Internazionale delle popolazioni rom, sinte, kalé ("gitani" della
penisola iberica), manouche (sinti francesi) e Romanichals (inglesi). L'8 aprile
1971 a Londra si riunì il primo Congresso dell'International Romani Union,
riconosciuta dall'ONU nel 1979 come associazione mondiale non governativa. Nel
2002, l'8 aprile è diventato Romano Dives, dove Rom, Sinti, Kalò, Manouche e
Romanichals portano fiori e candele (lumini) lungo le rive dei fiumi del mondo.
IBO Italia che da anni collabora con l'associazione Rom Pentru Rom di Panciu, in
Romania, dedica la copertina e l'approfondimento del suo notiziario annuale,
Notizie IBO, in uscita nei prossimi giorni, al centro “Pinochio” e al progetto
“L'educazione fa la differenza” con un articolo di uno dei volontari in servizio
civile.
Un punto di vista diverso dal solito, un giorno con i bambini del centro, caso
decisamente unico in una piccola realtà di circa 9000 abitanti. Qui i ragazzi
trovano uno spazio per imparare attraverso attività di ricreazione manuale,
sport, teatro, giocoleria, ballo, ma anche insegnamenti di educazione
all’igiene, stradale, alimentare, oltre ad alcuni momenti di alfabetizzazione.
Il progetto "L'educazione fa la differenza", finanziato dal Consiliul Judetean
della Vrancea, attuato in partenariato con alcune istituzioni locali di Panciu e
di Focsani (comune, scuole, Direzione per la Protezione dei Minori) si propone
di sviluppare le "abilità di vita" di bambini di età compresa tra i sei e i
quindici anni, rivolgendo particolare attenzione ai bimbi rom e coinvolgendo le
loro famiglie e l'intera comunità locale. Lo scopo è quello di sviluppare
qualità comunicative e comportamentali che permettano ai bambini di acquisire
maggiori capacità in materia di alfabetizzazione, creatività e motricità. Una
seconda fase del progetto coinvolge le famiglie della comunità rom, attraverso
una campagna di sensibilizzazione sull'importanza dell'educazione formale e non
formale.
La non formalità è l'idea chiave su cui è basato progetto: non formalità
nell'educazione, che diventa quindi più libera e destrutturata, integrando
tecniche ludiche e creative, non formalità nella comunicazione durante la
campagna di sensibilizzazione rivolta agli adulti. Tutto questo portato avanti
da un'associazione rom rumena.
Seguendo due dei ragazzi, Cristi e Cosmin in una delle loro giornate tipo
riusciamo ad immergerci nel profondo di questa realtà, che assomiglia da vicino
a molte delle nostre periferie. Il centro offre però una possibilità di riscatto
e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il prossimo 2 maggio durante una
due giorni di incontri e scoperte per chi non è mai uscito da Panciu e non ha
mia preso un treno, i ragazzi si esibiranno all'ambasciata Italiana di Bucarest
davanti ad istituzioni ed autorità.
Un centro che vuole proporre un modello, ma che cerca continuamente nuove
iniziative, collaborazioni e confronti. A luglio e ad agosto per esempio, con i
campi di lavoro e solidarietà, c'è spazio per animatori con esperienza in
giocoleria, tetaro e musica, per trasformare l'estate rumena in qualcosa di
speciale.
IBO Italia - Giacomo Locci
Ufficio Comunicazione
Via Montebello 46/a 44100 Ferrara
tel. +39.0532.243279 - 247396
fax +39.0532.245689
Cell.+39.347/8851793
skype contact: giacolocci
e-mail: promozione@iboitalia.org
www.iboitalia.org
PS: mi viene segnalato anche il sito di
Rom Pentru Rom.
l'associazione con cui collaborano. Il sito è in italiano, rumeno e inglese.
L'EDUCAZIONE FA LA DIFFERENZA
Un giornata insieme ai bambini del centro “Pinochio” di Panciu
di Sergio Dalla Ca' di Dio, volontario in servizio civile con IBO Italia
Cosmin arriva in cortile roteando un diablo. Suo fratello Cristi, uno dei
dipendenti dell’associazione Rom pentru Rom, lo guarda con occhio affettuoso: i
suoi 19 anni si sentono spesso quando parliamo, con le sue risate ingenue e
spesso ancora adolescenziali, eppure quando si tratta di curare suo fratello
diventa incredibilmente serio e maturo, sfoderando un occhio attento che a prima
vista non si direbbe avere.
«Manuel, Manuel» mi chiama, in oltre 5 mesi non ha ancora fissato nella sua
mente che io sono Sergio, alla romena Sergiu, e non Emmanuele / Manuel, e
viceversa: vuole farmi vedere come usa bene il diablo, come lo fa saltare in
aria.
Il diablo, lo suggerisce il nome stesso, è un oggetto diabolico: una clessidra
di plastica pesante, di dimensioni medio grandi, che viene tenuta in equilibrio
e spostata lungo un sottile cordino attaccato a due bacchette. Una persona
manualmente negata come il sottoscritto non è nemmeno capace di farlo partire,
uno scricciolo tutto nervi come Cosmin lo fa girare e saltare ovunque, con
rapidità e sicurezza. Troppa per i miei gusti, visto che la sensazione è sempre
quella che mi cada sulla testa da un momento all’ altro, soprattutto quando
sordo a ogni divieto inizia a lanciarlo in aria all’interno dell’ ufficio.
Cosmin rappresenta un’ anomalia al centro “Pinochio” di Panciu, il centro di
aggregazione giovanile che da due anni accoglie ragazzi romeni, sia di etnia rom
che non, in barba a qualsiasi discriminazione di moda negli ultimi tempi: i suoi
10 anni lo mettono di diritto nel gruppo dei ragazzi più grandi, che da qualche
tempo oltre alle consuete sfide di pallone e ping pong, svolgono attività di
teatro con Dan, un animatore teatrante di Bucarest che, oltre a frequentare
parecchie compagnie teatrali, ha prestato volontariato per più di un anno con
Parada, l’ associazione fondata dal clown Miloud che da anni aiuta i ragazzi
delle fogne della capitale. Con Dan, i ragazzi stanno provando uno spettacolo
teatrale che porteranno “in scena” il 2 maggio all’Ambasciata d’Italia in
presenza delle istituzioni del nostro paese: vederli concentrati e attenti
nell’ora e mezza settimanale di prove lascia un miscuglio di soddisfazione e
stupore sui volti di chi, come Ale e Rita, da parecchio tempo lavora con loro e
conosce le enormi difficoltà di concentrazione.
“L’ anomalia Cosmin” arriva all’ora e mezza settimanale di prove (rigorosamente
con diablo al seguito) già abbastanza provato dalle due ore precedenti: il suo
metro e mezzo scarso di altezza, infatti, gli consente di partecipare,
risultando comunque tra i più bassi, anche alle attività del gruppo dei bambini,
dove Daniela e Ionelia, rispettivamente maestra e psicologa della scuola di
Panciu, volontarie dell’ associazione, aiutano Stefania, volontaria in servizio
civile, e Rita, nelle attività di animazione ed educazione non formale.
Il centro Pinochio è un caso decisamente unico in questa piccola realtà di circa
9000 abitanti. Qui i ragazzi trovano uno spazio per imparare attraverso attività
di ricreazione manuale, gioco, teatro, giocoleria, ballo, ma anche insegnamenti
di educazione all’igiene, stradale, alimentare, oltre ad alcuni momenti di
alfabetizzazione. Viorel, Sara, Fernando, Cassandra frequentando il centro
evitano di finire in strada a mendicare, o peggio ancora di rimanere a casa in
compagnia dei padri, spesso imbottiti di alcool. Il centro è una realtà che
ormai accoglie una media di 30 – 45 tra bambini e ragazzi (dai 3 ai 16 anni)
ogni giorno, unica realtà ricreativa giovanile in tutta Panciu, ed è destinato a
vedere questo numero crescere entro la fine dell’ anno, quando verrà aperta una
mensa, che fornirà un pasto caldo che si affiancherà alla merenda che
giornalmente i volontari in Servizio Civile con IBO Italia preparano e servono
per i ragazzi.
Oggi la merenda ha previsto pane, burro, marmellata e the caldo. Ormai sono le
sei e i ragazzi possono avviarsi a casa, le urla di Daniela si sentono fin dall’
ufficio: «Acasa copii!» (“A casa bambini!”), ma convincere tutti questi piccoli
diavoletti è un’ impresa titanica anche per lei, splendido esempio di maestra
“vecchio stampo”, di quelle che sanno sempre come comportarsi coi bambini e
sanno farsi rispettare anche davanti a gruppi di 40 – 50 piccoli esagitati. Da
un anno circa collabora col centro come volontaria, due giorni alla settimana,
che diventano 4 tra le riunioni e i sempre più frequenti viaggi di
rappresentanza a Focsani, città a 20 km da Panciu capoluogo della Vrancea, la
contea dove operiamo. É bello vedere come sia lei che Ionelia si lascino
travolgere sempre di più dai progetti dell’ associazione, sempre più consapevoli
che la presenza italiana deve ridursi e col tempo andare a scomparire mentre la
Rom pentru Rom deve continuare ad esistere basata solo su dipendenti e volontari
romeni, rom e non rom. Daniela lo ha capito anche grazie alla visita in Italia
effettuata a dicembre, che le ha dato un’occasione importante per crescere e
capire meglio il disegno che è alla base del nostro lavoro giornaliero.
Anche Elena, presidente dell’ associazione, e Vasile, il responsabile delle
strutture e della logistica, hanno avuto in questi anni la possibilità di
conoscere la realtà italiana e di IBO Italia in particolare, mentre Mariana, la
giovane e sveglissima segretaria dell’ associazione, si trova in questo momento
a Lodi, ospite delle ACLI, sempre in prima fila a sostenere il progetto del
centro Pinochio.
Animatori ed educatori della Rom pentru Rom sono da due anni agevolati dal
progetto "L'educazione fa la differenza", finanziato dal Consiliul Judetean
della Vrancea, attuato in partenariato con alcune istituzioni locali di Panciu e
di Focsani (comune, scuole, Direzione per la Protezione dei Minori).
Il progetto si propone di sviluppare le "abilità di vita" di bambini di età
compresa tra i sei e i quindici anni, rivolgendo particolare attenzione ai bimbi
rom e coinvolgendo le loro famiglie e l'intera comunità locale. Lo scopo è
quello di sviluppare qualità comunicative e comportamentali che permettano ai
bambini di acquisire maggiori capacità in materia di alfabetizzazione,
creatività e motricità. Una seconda fase del progetto coinvolge le famiglie
della comunità rom, attraverso una campagna di sensibilizzazione sull'importanza
dell'educazione formale e non formale. Infine ci si propone di risvegliare
l'interesse dell'intera comunità locale di Panciu verso le attività che
l'associazione Rom pentru Rom svolge per incoraggiare lo sviluppo delle abilità
e delle qualità presenti nei bambini e nei giovani che frequentano il centro
ricreativo. La non formalità è l'idea chiave su cui è basato progetto: non
formalità nell'educazione, che diventa quindi più libera e destrutturata,
integrando tecniche ludiche e creative, non formalità nella comunicazione
durante la campagna di sensibilizzazione rivolta agli adulti.
I bambini si sono avviati a casa e i ragazzi sono in sala in attesa di iniziare
le prove: Dan oggi non c’è, arriverà domani mattina da Bucarest e si tratterrà
tutto il giorno: oggi quindi le prove prevedono l’altra parte dello spettacolo
che verrà portato in Ambasciata. É il momento della breakdance, Ionuz salta come
un matto sulle note di una canzone hip hop, Sandu si alza pesantemente sulle
braccia, Loredana danza dolcemente, George e Adi si muovono in maniera goffa,
come Cristi. Il gruppo di ballo è decisamente improvvisato e deve visibilmente
migliorare in grazia e sintonia, l’ attenzione però è calamitata dal solito
Cosmin che, abbandonato il diablo in un angolo, schizza a destra e sinistra come
una pulce e continua ad appoggiarsi a testa in giù sulle mani come un cartone
animato giapponese, in barba a qualsiasi tentativo di farlo desistere. Ci si
gela il sangue ogni volta che lo vediamo nelle sue spericolate evoluzioni,
nonostante sia al tempo stesso decisamente divertente seguire i suoi movimenti
da trottola. Chiederemo a Dan di vietargli i volteggi più pericolosi, con la
minaccia di togliergli il diablo per una settimana!
Le sette e mezza arrivano rapidamente, le stufe da accendere ci chiamano e i
ragazzi abbandonano il centro alla rinfusa. Cristi e Cosmin salutano e si
avviano verso casa, il primo col suo fare ciondolante e l’ immancabile caciula,
il berretto di lana, calato sulla testa, il secondo con le bacchette del diablo
che roteano vorticosamente. Se non fossimo in una delle realtà più complicate
della nuova Europa allargata sembrerebbero un duo comico in cerca di successo,
nella realtà sono soltanto due ragazzi che cercano di sopravvivere
dignitosamente alle difficoltà che la vita gli ha riservato: la Rom pentru Rom,
con l’ aiuto di IBO Italia e dei suoi amici e sostenitori, fa il tifo per loro e
per tutti i ragazzi del Centro Pinochio.