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Non tutte le targhe sono uguali
Di Fabrizio (del 25/02/2009 @ 09:43:52, in Italia, visitato 2278 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

Marian è un rom romeno che da qualche mese vive insieme a sua moglie in uno dei cosiddetti “insediamenti abusivi” della Capitale, una baraccopoli di oltre 70 persone (di cui la metà minori) invasa dai topi. Ogni mattina, Marian si alza all’alba e, insieme al cugino, percorre le strade della città a bordo del suo Fiat Iveco alla ricerca di ferraglia varia da poter rivendere al peso. Grazie a questa attività, può rientrare ogni sera al campo con qualche spicciolo nelle mani sudice e rovinate da una giornata di ricerca e fatica. Quei soldi raccolti onestamente, senza rubare niente a nessuno, apportando involontariamente un servizio di riciclaggio alla città, sono l’unica fonte di reddito per sè e per sua moglie, l’unico mezzo per mangiare alla sera.

Sabato 14 febbraio, il giorno di San Valentino, alle ore 18.00, poco prima che a qualche chilometro di distanza si consumasse una mostruosa violenza contro una coppia di ragazzini, Marian e sua moglie vengono fermati a bordo del loro camioncino da un’attenta coppia di vigili – un uomo ed una donna di cui non pubblicheremo il nome – per un normale controllo.

L’assicurazione è perfettamente in regola, la patente del conducente anche, i parametri di sicurezza del mezzo sono ok, non vi sono contraffazioni di sorta, i bolli sono tutti pagati. Eppure, il mezzo viene sequestrato.

Marian protesta e si rifiuta di firmare il verbale, ma la municipale consegna loro un foglio in cui si legge che il mezzo sarà condotto al deposito di via Artena per violazione dell’art. 100 del Codice della Strada.

La nostra Associazione (Popica Onlus), che collabora con i rom dell'insediamento di Marian, viene avvertita solo lunedì mattina. L’art. 100 del CdS reca questo titolo: “Targhe di immatricolazione degli autoveicoli, dei motoveicoli e dei rimorchi”.

Decidiamo di accompagnare Marian allo sportello della Polizia Municipale del Municipio VI per cercare di capire cosa sia successo.

La funzionaria, in modo non proprio accomodante, ci spiega che il problema sta proprio nella targa. È contraffatta? No. È illeggibile? No. È vecchia? No. E allora qual è il problema? La targa ha perso di rifrangenza.

Ci viene da ridere, ma forse dovremmo piangere. Al comma 5 del suddetto art. 100 del Codice Stradale, in effetti si dice: “Le targhe indicate ai commi 1, 2, 3, 4 devono avere caratteristiche rifrangenti”.

Ci scorrono nella mente le immagini fugaci di tutte quelle targhe vecchie e scolorite che ogni giorno ci passano davanti nel traffico capitolino: targhe scritte sul cartone, targhe completamente ricoperte di fango e adesivi, targhe su cui sono stati apposti dei cd rifrangenti sui lati per evitare il flash degli autovelox.

La situazione avrebbe una sua comicità, se non fosse tragica.

Non possiamo esimerci dal complimentarci con i funzionari della polizia municipale per l’encomiabile lavoro svolto, per l’impeccabile applicazione della legge.

Intanto Marian per riavere il mezzo dovrà passare dagli uffici della municipale alla motorizzazione più volte, mentre il Fiat Iveco arricchirà le casse del deposito. Ci vorranno centinaia di euro per riprendersi il furgoncino.

Come associazione abbiamo immediatamente contattato un avvocato per il ricorso. Il legale, nonostante sia da anni impegnato nel settore, si è detto però assolutamente nuovo ad un caso del genere.

Ci hanno detto che “la legge è uguale per tutti”: crediamo però che, in questo caso, la legge sia stata “più uguale” per questa coppia di rom, che stasera non avrà soldi per mangiare perché è stato loro sottratto il lavoro proprio in nome della legge e della loro integrazione.

di Gianluca Staderini e Michele Camaioni
POPICA ONLUS - www.popica.org 
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