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Ignoranza, pregiudizi, paura. E i bambini diventano "invisibili"
Di Fabrizio (del 19/10/2008 @ 09:25:04, in musica e parole, visitato 2002 volte)

Da La Repubblica.it

SPETTACOLI & CULTURA
PASSAPAROLA/Parla Pina Varriale, autrice di un romanzo su una bambina Rom, tema scomodo e di grande attualità
di SILVANA MAZZOCCHI

Pina Varriale

Sevla, bambina rom alle soglie dell'adolescenza si sente invisibile. Ignorata dai suoi coetanei, attira su di sé la diffidenza e il sospetto che circonda gli zingari, e sono l'unica forma di attenzione che conosce. Un giorno incontra Vanda, una donna rude e solitaria che finalmente la fa sentire una ragazzina come tutte le altre. Ma una notte alcuni uomini circondano il campo dove vive e a Sevla toccherà fare i conti con la sopraffazione e con la violenza imposte da chi non riconosce dignità ai diversi e non sa guardare al di là dei pregiudizi...

I bambini invisibili, di Pina Varriale, dal 21 ottobre in libreria per Piemme, racconta una storia inventata che è un pezzo di cronaca contemporanea e che apre una finestra su una realtà che pochi conoscono e che tutti giudicano con gli occhi della paura, spesso generata dall'ignoranza. Napoletana, Pina Varriale ha al suo attivo vari libri con protagonisti adolescenti, tutti molto letti dagli adulti ed è già autrice di Ragazzi di camorra, scritto sulla base di un'esperienza sul campo. Con I bambini invisibili affronta ancora una volta un tema scomodo e di grande attualità, con un linguaggio diretto e frugale che coinvolge e appassiona.

Sevla è rom e non viene accettata dai suoi compagni perché percepita come diversa?
Inizialmente Sevla non è accettata dai suoi compagni perché è percepita come "diversa", in quanto appartenente a una cultura di cui sia i ragazzi che gli adulti sanno ben poco. Basta fare qualche domanda per accorgersi di quanta confusione e ambiguità ci sia sul termine "Rom" che i più ritengono una abbreviazione di "romeno". Sono davvero pochi quelli che sanno che la parola "Rom" significa in realtà "Uomo", nel senso di essere appartenente alla specie umana. I Rom sono arrivati nel nostro Paese da moltissimo tempo, sono stati a lungo artigiani e fabbri, giostrai e allevatori di cavalli. L'industrializzazione e la rapida evoluzione della nostra società li ha portati inevitabilmente a essere degli esclusi, anche dal punto di vista lavorativo, non avendo più ragione d'essere il tipo di attività da loro praticato per vivere. Un destino, quello dei Rom, originari della lontana India e non della Romania, comune a tutte le culture "chiuse", che difendono la propria identità come unico fattore di appartenenza al proprio popolo. Sevla è orgogliosa di essere una Rom, lei per prima, in classe tende a isolarsi dai "gagé" perché, come le hanno insegnato i genitori e i parenti, gli "altri", in questo caso noi, sono sciocchi, superstiziosi e irascibili. La diffidenza e il "razzismo" non si trova su un unico fronte e se è vero che i compagni di classe non accettano Sevla e anche vero che Sevla fa altrettanto. Le cose cambiano soltanto con la conoscenza reciproca ed è esattamente questo che sperimenteranno Sevla e gli altri ragazzi.

I pregiudizi sono degli adulti prima che dei ragazzini, dei genitori prima che dei figli. A chi è rivolto il tuo libro?
Innanzitutto ai ragazzi e utilizza di proposito un linguaggio semplice e scorrevole che vuole essere accattivante e, al tempo stesso, di stimolo alla lettura. I bambini invisibili tuttavia, così come è accaduto per altri testi che ho scritto, si rivolge anche agli adulti e, in particolar modo ai genitori e agli educatori. Non si può infatti pensare di chiarire, spiegare, facilitare i rapporti con le culture "altre" se, noi per primi, ignoriamo la storia e le tradizioni di popoli diversi dal nostro e, in questo caso, dei Rom che al pari dei Sinti, sono presenti sul nostro territorio da almeno due secoli. L'intolleranza, la xenofobia, il razzismo affondano le loro radici proprio nell'ignoranza e, se il sostrato su cui devono contare i nostri figli è costituito dal pregiudizio e dalla paura del confronto con esperienze e culture differenti, è ovvio che i ragazzi manifesteranno diffidenza e timore nei confronti di coloro che sono stati indicati non solo come diversi ma potenzialmente pericolosi. Sevla, nel libro, non si fida dei gagé, i non Rom, li considera degli esseri strani e cattivi, scopre presto che sono anche dei bugiardi e che non bisogna fidarsi delle loro promesse. Sarà invece un problema comune sia ai Rom che ai gagé ad accomunare i compagni di classe di Sevla, ma non c'è da meravigliarsi perché i ragazzi, a differenza degli adulti, quasi sempre sanno mettere da parte i preconcetti e ragionare con la propria testa.

Ragazzi di camorra conteneva tracce di storie vere, e I bambini invisibili?
In tutte le storie che racconto c'è sempre una traccia di vero. In Ragazzi di camorra sono partita da un'esperienza personale vissuta con dei ragazzini a rischio per i quali, insieme a pochi volontari, mettemmo su un laboratorio che, in realtà, era solo un pretesto per strapparli alla strada proponendo qualcosa a cui non erano abituati: uno spazio e un tempo solo per... essere dei ragazzi. Nel caso di quest'ultimo romanzo I bambini invisibili non sarà difficile, anche al lettore più distratto, ravvisare episodi di cui, purtroppo, la cronaca di questi ultimi mesi ci ha messo a conoscenza. I roghi nei campi Rom, soprattutto nella zona del napoletano, hanno riempito le pagine dei quotidiani nazionali e gli episodi di intolleranza e di xenofobia hanno segnato una pagina non solo triste, ma senz'altro vergognosa della nostra cosiddetta "civiltà".

Il romanzo, non a caso, è dedicato a Cristina e a Violetta, due piccole Rom annegate questa estate nel mare di Torregaveta, tra l'indifferenza e l'evidente fastidio dei bagnanti "costretti" a prendere il sole coi due corpicini abbandonati sulla sabbia. Le foto di quell'episodio, per il quale non trovo parole adeguate per descrivere lo sdegno e l'orrore, hanno fatto il giro del mondo, ma di certo non hanno restituito alle famiglie le loro due bambine. Questo libro non è dedicato soltanto a loro, ma a tutte quelle migliaia di bambini "invisibili" che piangono, soffrono e muoiono, ogni giorno, tra l'indifferenza di un mondo che sembra non dare più alcun valore alla vita umana.

Pina Varriale, I bambini invisibili
Piemme - Pag 192, euro 12,50.