Su
Rom Sinti @ Politica è apparso un post sulla presentazione alla Mostra di
Venezia del film PA-RA-DA di Marco Pontecorvo, ambientato a Bucarest sulla
storia (vera) di Milud e dei ragazzi di strada.
Ho ritrovato questa vecchia intervista (22 marzo 2004) ai
ragazzi di Miloud, che penso possa interessare:
Premessa tratta dalla presentazione in italiano del progetto (a cura di
COOPI)
A seguito della grave crisi economica e sociale attraversata dalla Romania
all’inizio degli anni Novanta dopo la caduta del regime di Ceasescu, migliaia di
bambini e di ragazzi sono scappati dalle loro famiglie o dagli orfanotrofi
finendo sulle strade di Bucarest e del resto del paese, esposti alla solitudine,
alla violenza e alla povertà assoluta. Nel 1992 il clown francese Miloud Oukili
li ha incontrati nei canali sotterranei della capitale dove si rifugiavano la
notte per sfuggire al freddo e alla pioggia.
Da allora Miloud non li ha più lasciati: li ha conquistati con arti del circo
e attraverso la creazione della Fondazione Parada ha offerto loro
assistenza medica, sostegno psicologico e un tetto…
Il centro diurno accoglie regolarmente centinaia di bambini e di giovani
provenienti da diversi paesi della Romania ed è diventato un punto di
riferimento importante per la città. Al suo interno si svolgono laboratori
teatrali, atelier di clownerie, giocoleria e acrobazia.
Gli educatori inoltre forniscono ai ragazzi supporto psicologico e propongono
corsi di formazione scolastica e professionale.
Due équipe di educatori incontrano quotidianamente i ragazzi che ancora
vivono sulla strada offrendo loro ascolto, assistenza e un’opportunità
educativa.
Negli appartamenti sociali i ragazzi che hanno scelto di abbandonare la
strada possono organizzare la propria vita con regolarità, mantenendo la propria
autonomia e seguendo progetti personalizzati concordati con gli educatori.
Interviste di Marta Rabbiosi e Fabrizio Casavola al termine dello
spettacolo di sabato 20 marzo a
ASSOCIAZIONE COLORE
via Moncucco 29, MILANO
Zamfir Mia
Da quanto conosci Parada?
Da 12 anni sono col gruppo Parada. Allora vivevo per strada e ci siamo
conosciuti lì. C’era una casa, era di Terres des Hommes, che ospitava bambini
che vivevano in strada. Andavamo lì la mattina per fare teatro e disegno. Più
tardi, ho conosciuto Miloud, che stava con noi tutto il giorno, ma con noi
allora non faceva il pagliaccio – questo l’ho capito solo quando abbiamo
cominciato a fare spettacoli. Adesso quella casa è stata chiusa dalla polizia,
c’erano problemi con i vicini che vedevano tutti quei ragazzi che andavano
avanti e indietro.
Io adesso lavoro con Parada e con un gruppo di francesi ho fatto un giornalino.
Sembra una rivista per ragazzi
No, nessun ragazzo comprerebbe un giornalino fatto e venduto da ragazzi di
strada! Viene venduto agli adulti in abbonamento. Ci sono alcune cose che
sembrano per bambini: qui si parla di Mowgli e del libro della giungla, perché
anche lui era stato abbandonato e ha vissuto come un animale. Qui invece uno di
noi parla di religione, lui si chiama Costantin, ve lo traduco: “Se non c’era
Dio, non c’ero neanch’io… se Adamo ed Eva non avessero fatto peccato, non ci
sarebbe stato nessuno di noi…” E poi c’è un mio articolo, dove su un foglio
quello che faccio adesso e sull’altro ci sono le foto di com’ero prima.
Se volete riceverlo, richiedetelo a:
Echipa “Strada
Strada Jului, nr. 37
sect. 1 Bucuresti
0742 330392 stradaziar@poste.net
In questi 12 anni la situazione a Bucarest è cambiata?
Credo che i ragazzi per strada stiano aumentando, ma la polizia li va a prendere
e li riporta alle famiglie o li rinchiude in carcere molto più di prima.
Probabilmente è perché la Romania sta per entrare nella NATO. I canali di
Bucarest sono stati sigillati, perché erano il rifugio preferito dei ragazzi di
strada e di chi li usava per nascondere la refurtiva.
Qualcosa di importante è cambiato con Miloud. Vedete, io adesso sto facendo
questa intervista, ma anche quando vivevo per la strada mi ricordo che si
parlava molto di noi, tutti facevano solo parole! C’erano i giornalisti che ci
cercavano e ci facevano parlare, ma poi tutto rimaneva come prima. Miloud
invece, lui diceva una cosa e la faceva. Così ci ha dato da mangiare!
Dove sei stata con Parada?
In Francia a Bordeaux e poi a Milano. Ogni tour dura un mese. L’Italia l’ho
vista molto, ma non mi ricordo tutti i paesi.
Da 12 anni fai teatro e ce l’hai nel sangue. Vorresti continuare o fare
qualcos’altro?
Devo dire che in questi 12 anni, ogni tanto ho lasciato Parada e magari sono
tornata alla vita di prima. Io sono così. Adesso vorrei lavorare anche con altre
compagnie. Miloud lo sa. Ormai sono grande e se potessi lascerei lo spazio agli
altri. Magari, iniziare io a lavorare coi bambini.
Cosa studiate a Bucarest?
Studiamo circo e teatro. Parliamo di com’era la nostra vita. I bambini imparano
anche a leggere e a scrivere.
Ad aprile, ci sarà un nuovo centro con gli spazi per i laboratori teatrali e la
scuola, ed ufficio per l’assistenza legale e per fare i documenti.
Daniel Porcescu
Tu nello spettacolo facevi anche il fachiro. Ci spieghi come si fa?
Mah… E’ una questione di concentrazione. Bisogna stare attenti…
Sei anche uno dei più vecchi di questo gruppo
Ho 28 anni. Io, Corinne e Rafael siamo tra i più vecchi. Sono con Parada da 4
anni, ma ho conosciuto Miloud quasi 12 anni fa.
Ho conosciuto solo mio padre, ma in quel periodo lo frequentavo poco ed ero
sempre per la strada, non mi drogavo – non l’ho mai fatto, ma avevo bisogno di
aiuto e così mi hanno trovato.
Dodici anni fa c’era un'altra organizzazione, Terres des Hommes e Miloud vi
lavorava come volontario.
Cosa ti ha attirato di ciò che ti proponevano?
Ci sono diversi tipi di studio: giocoleria, acrobazia, clownerie, piramide,
andare sul motociclo.
Comunque, noi andavamo al centro perché si stava tranquilli e sicuri, poi
abbiamo iniziato per divertimento e mi ricordo che mi è piaciuto molto.
Ho iniziato con Parada che ero già grande, e da noi chi lavora col circo viene
pagato pochissimo, a meno che non si sia dei veri professionisti di un grande
circo.
Adesso lavoro come animatore.
Com’è il lavoro dell’animatore?
Da un anno c’è una squadra di tre/quattro persone con una ragazza francese e
lavoriamo sulla strada e negli orfanotrofi. Facciamo circo, sport, disegno, ogni
tanto andiamo al cinema.
Lo scorso dicembre c’è stata un’iniziativa chiamata “Decembre magique” e siamo
andati a fare uno spettacolo negli orfanotrofi.
Ogni giorno usciamo a cercare ragazzi, di solito 2 o 3 ogni giorno.
In questo gruppo che è qua a Milano, ci sono due ragazzi piccoli, di 14 e 16
anni, è da un anno e mezzo che sto lavorando con loro e solo da tre mesi sono
usciti dalla strada.
Voglio continuare a fare l’animatore.
Quanti siete in tutto?
Siamo 4 animatori oltre all’animatore francese. Per i ragazzi che frequentano le
attività, non saprei essere preciso: non esistono gruppi stabili di ragazzi
coinvolti, il loro numero cambia continuamente. Per esempio: un giorno ne
troviamo 2 in una piazza, e il giorno dopo magari si sono spostati in un’altra
zona, oppure hanno altro da fare e magari riagganciamo qualcuno che avevamo
conosciuto un’altra volta.
C’è qualche viaggio che ti ricordi?
Neanch’io ricordo tutti i posti dove siamo stati: le tournee sono molto piene e
difficilmente troviamo il tempo di fare qualche visita.
Ho fatto 10 tourneé: 7 in Italia, 2 in Francia e una a Mostar, in Bosnia
Herzegovina. Sono stato molto contento di essere andato a Mostar, perché per noi
è stato il segno che la guerra fosse veramente finita. Quello di Mostar era un
progetto veramente grande, si chiamava “Carovana dell’acqua”, c’erano tante
organizzazioni francesi con Miloud, gruppi italiani da Novara, Varese, Torino e
circhi professionisti. L’ultimo spettacolo che abbiamo fatto a Mostar, al solito
la platea era divisa con i cattolici da una parte e i musulmani dall’altra, ma
alla fine applaudivano mischiati tutti assieme.
Emil … - assistente sociale del gruppo
Parlate tutti molto bene l’italiano
Sì, la lingua è simile e poi la perfezioniamo nelle tourneé. Inoltre, a Bucarest
abbiamo rapporti non solo con i francesi, ma anche con molte organizzazioni
italiane, COOPI ad esempio collabora col nostro progetto
Tu sei arrivato a Parada in un’altra maniera…
Non vengo dalla strada, me lo si legge in faccia! Ho studiato a Bucarest e come
tutti cercavo qualcosa da fare, però volevo anche occuparmi degli altri in
maniera seria.
Ho sentito parlare di Parada, questo gruppo di matti, e sono andato a vedere
cosa c’era da fare. E’ stato 5 anni fa e da allora sto con Parada.
Il primo che ho conosciuto è stato Rafael, che oggi faceva il presentatore. Con
lui e con gli altri nel tempo quella che all’inizio è un’amicizia spontanea e
istintiva, diviene un rapporto vero e profondo, al di là dei ruoli reciproci.
Come si crea il rapporto con i ragazzi?
In realtà, il mio lavoro non ha molto a che fare con l’assistente sociale. Seguo
i ragazzi nelle materie scolastiche e nelle uscite, principalmente il mio lavoro
è parlare e farli parlare, metterli a confronto in ogni momento del giorno sui
problemi che hanno avuto e che vogliono affrontare.
Verso le 7, le 8, raggiungo il centro e c’è da fare sino a mezzanotte, insomma è
un lavoro serio e impegnativo.
Adesso disponiamo anche di un caravan, che gira per le strade per dare vestiti e
assistenza sociale ai ragazzi abbandonati. La mattina lo adoperiamo per andare a
cercare i ragazzi e qualche volta per portarli con noi al centro.
Anche per strada non mi presento come “assistente sociale”, ma chiedo: “chi sei,
cosa fai?” e a loro volta mi chiedono chi sono io e cosa voglio da loro. Io gli
dico che sono di Parada e non ho bisogno di dire altro, questo nome è conosciuto
da tutti i ragazzi di strada. Loro sanno chi siamo e cosa facciamo, quindi se
vogliono cominceranno a frequentare il centro. Anche al centro le regole e il
lavoro sono chiari: succede anche che qualcuno appena arrivato mi chiede di
partire in tournee, e gli dico: prima studia e poi vedremo…
Anche dopo lo spettacolo vi siete ritrovati a discutere
E’ un confronto diverso da quello che dicevo prima. In quel caso parliamo
espressamente dello spettacolo che è appena terminato, cosa è andato bene e cosa
si può migliorare. Questo pomeriggio è stata una riunione molto lunga.
I ragazzi di strada ci sono solo a Bucarest o anche nelle altre città?
Principalmente a Bucarest. Nelle altre città non è un fenomeno rilevante: di
solito i ragazzi abbandonati vivono per un po’ di tempo nei pressi delle
stazioni e appena possono raggiungono Bucarest, che vedono come una specie di La
Mecca.
Ho sentito che gli altri dicevano che i ragazzi che vivono in strada stanno
aumentando: io ho visto alcune statistiche (ma non so quanto siano veritiere) e
sembra che invece stiano diminuendo. Anche la situazione sulla chiusura dei
canali non è definita: la polizia li chiude per ragioni di sicurezza, ma spesso
i ragazzi riescono a riaprire dei passaggi e tornano a rifugiarsi lì. Quello che
può essere cambiato negli anni, è che prima i ragazzi di strada sopravvivevano
per una specie di spirito di clan, che li univa e in parte serviva a proteggerli
da loro stessi e dagli altri, mentre adesso ognuno è abbandonato a se stesso.
C’è qualche ragazzo che ha lasciato Parada per fare altro?
In 8 anni saranno stati una ventina. Manteniamo comunque i rapporti. Tutti hanno
scelto un’attività in proprio. La maggior parte lavora nelle costruzioni o nel
piccolo commercio, in regola con la legge e i suoi permessi.
Che altro dire? E’ dura, anche se una durezza differente dal vivere per strada.
Dopo intervista
· Con 10 euro al mese finanzi i laboratori di clownerie e giocoleria del
centro diurno
· Con 25 euro al mese finanzi le attività del caravan notturno
· Con 50 euro al mese contribuisci allo stipendio di un educatore
· Con 100 euro al mese finanzi una borsa di studio per un ragazzo
NUMERO VERDE 800.11.77.55 – c.c. postale 142273 intestato a COOPI – Ragazzi di
Bucarest
Tel./Fax 0376 73.00.77
ragazzi.Bucarest@coopi.org