Da
Roma_Francais
14/07/2008 - Non c'è mai stata una politica ufficiale della Repubblica di
Slovacchia per la
sterilizzazione delle donne rom, ha fermamente insistito oggi Dianna
Strofova, Segretario di Stato al Ministero degli affari esteri della Slovacchia,
davanti al Comitato per l'eliminazione della discriminazione femminile (CEDAW).
Il Comitato esaminava il secondo, terzo e quarto rapporto periodico della
Slovacchia nel quadro della sua 41a sessione. La Slovacchia è diventata parte
della Convenzione nel 1993 in quanto Stato successore della Cecoslovacchia ed ha
ratificato il suo protocollo facoltativo nel novembre 2000.
La questione dei Rom in generale e le accuse di sterilizzazione forzata
contro le donne di questa comunità hanno impregnato l'insieme delle discussioni.
La Capo delegazione ed il rappresentante del Ministro dell' interno in seno alla
delegazione hanno lungamente spiegato le circostanze dell'affare e spiegato che
i perseguiti ed inquisiti a seguito di queste accuse, compreso il capo di
genocidio, non sono stati riconosciuti. Sono state tuttavia rilevate lacune
amministrative e sono state prese misure per garantire il chiaro consenso della
donna in caso di proposta di sterilizzazione. Inoltre, è stato introdotto nel
Codice penale slovacco il delitto di sterilizzazione forzata.
Tra i 10 membri della delegazione figurava anche la Rappresentante
plenipotenziaria del Governo slovacco per le comunità rom, che ha affermato che
le autorità cercano oggi di fare in modo che i Rom siano considerati come membri
effettivi della società, tutto nel rispetto delle loro specificità e tradizioni.
Ha in particolare insistito sugli sforzi intrapresi per la sanità e l'istruzione
di questa comunità. Esperti tuttavia hanno ricordato alla Slovacchia i suoi
obblighi positivi per impedire che siano commesse discriminazioni. E' stato
ricordato in particolare che il tasso d' occupazione delle donne rom non è che
del 4,5%. La delegazione l'ha attribuito in parte al debole livello di
qualificazione di questo gruppo, dovuto ad uno spiacevole disinteresse della
comunità rom per l'istruzione, contro il quale il Governo cerca di lottare
promuovendo l'istruzione dei bambini rom, in particolare delle figlie.
Gli esperti del Comitato si sono anche molto inquietati della violenza
domestica contro le donne, che ha provocato almeno 20 decessi nel 2007. Il
Governo, si è aggiunto, ha già preso misure perché le forze di polizia possano
meglio identificare e circoscrivere le realtà della violenza domestica, affinché
tutte le strutture coinvolte possano meglio fare fronte e che le vittime di
queste violenze possano avere accesso ad un aiuto ed a servizi professionali. Un
piano d'azione per lottare contro la violenza verso le giovani è in corso
d'elaborazione.
La delegazione ha riconosciuto che permane nel paese una forte segregazione
fondata sul sesso nel mercato del lavoro, che forti stereotipi nell'istruzione e
l'orientamento professionale contribuiscono a perpetuare. Ha ugualmente
attribuito ad un'assenza della domanda sociale il fatto che le elette politiche
restino poco numerose tanto a livello locale che nazionale, e così alcuni
partiti hanno adottato nella loro organizzazione interna delle quote
rappresentative per le donne. Le proposte in favore dell'imposizione di quote
nelle assemblee elettive si è scontrate con una forte opposizione, compreso a
volte delle donne stesse, che non si sentono a loro agio all'idea di dovere la
loro posizione alle quote, ha risposto la delegazione.
Gli esperti hanno rilevato forti scarti di salario in fatto di sesso, poiché
il salario delle donne rappresenta in media soltanto il 72,9% di quello degli
uomini, ed ancora di meno nel privato e che lo scarto tende ad aumentare. La
delegazione ha attribuito la tendenza a scarti di redditi più importanti tra i
due sessi al fatto che le donne sono più numerose nel settore pubblico (45%
degli impiegati nella funzione pubblica e 95% nei servizi dell'istruzione e
medicali), quando della crescita economica degli ultimi anni hanno approfittato
sopratutto i salari privati, dove le donne non occupano che un quarto dei posti.
Gli esperti si sono interrogati sull'efficacia dei programmi di sanità
genetica, in particolare a favore dei giovani, a causa dell'opposizione di
settori conservatori della società, tra cui la Chiesa.
Gli esperti si sono ugualmente preoccupati del finanziamento del futuro piano
d'azione per l'uguaglianza tra i sessi, nella misura in cui la delegazione
stessa aveva ricordato le difficoltà di finanziamento del precedente Piano
d'azione completato nel 2008. L'assenza di risorse specifiche per questo piano
aveva impedito la messa in atto di alcune misure, in particolare per la
protezione delle donne vittime di violenze. La delegazione ha spiegato che il
piano d'azione nazionale per il 2009-2013 è ancora in corso di preparazione e
riconosciuto che non si è ancora dotato di risorse finanziarie sufficientemente
precise.
La repubblica slovacca era l'ultimo paese i cui rapporti periodici nella
presente sessione il Comitato CEDAW doveva esaminare. Il Comitato si riunirà di
nuovo in sessione plenaria, venerdì 18 luglio, per chiudere la sessione.
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