Ricevo e porto a conoscenza:
Salve mi chiamo Cosimo e scrivo per segnalarvi un romanzo "Il circo capovolto"
di Milena Magnani ed. Feltrinelli che ho visto presentato in forma di reading
spettacolo con attore e fisarmonica ( più autrice)
due sere fa al teatro Parenti di Milano, nella rassegna racconto italiano.
Finalmente un romanzo che parla in maniera decisa dell'olocausto rom e che
al tempo stesso pone il lettore in collegamento con il mondo interculturale di
oggi, dove le lingue della nuova immigrazione hanno un ruolo di rilievo.
Essendo ambientato in una baraccopoli, racconta il convivere di persone di
diverse etnie che si devono confrontare e misurare su ciò che li unisce e non su
ciò che li divide.
Bellissimo è il fatto che l'autrice, oltre alla narrazione in lingua italiana,
abbia lasciato idiomi riferibili a cinque diversi ceppi linguistici (non solo
albanese, ma anche rumeno, ungherese, ceko, romanes) e che non abbia sentito il
bisogno di metterne la traduzione in italiano a fondo pagina. Su questo punto ho
avuto modo di ascoltare le sue motivazioni durante la presentazione che ha fatto
in mezzo alle straordinarie letture di Andrea Lupo e alla fisarmonica gitana di
Sanelli e mi è piaciuto sentirle dire che il senso della storia, e quindi di una
trama comune, si afferra e procede al di là che dei personaggi e delle loro
culture non si capisca tutto tutto fino in fondo.
E su questo devo concordare che l'intento è pienamente riuscito. Le differenze
non sono ostacolo qui ma solo elementi normali della vita intorno a cui si
adatta una volontà di comunanza. La storia poi, la trama che il romanzo
sviluppa, ruota intorno a un ungherese Branko Hrabal che arriva in questa
baraccopoli portando con se i vecchi materiali appartenuti al circo di suo
nonno, un circense deportato a Birkenau. Raccontando ai bambini delle baracche
la storia di questo magico circo e affidando loro i materiali che ha recuperato,
riesce a restituire lai bambini oro un senso e una dignità del loro stare nel
mondo e nella storia.
Quasi certamente voi conoscete già questo libro, io sono stato molto colpito dal
tipo di presentazione che è stata fatta in forma di spettacolo perchè è stato
come fare un'immersione dentro il libro.
Un romanzo così meriterebbe risonanza in luoghi dove si fa cultura di pace.
Se per caso poi non lo conoscevate, spero di avervi fatto segnalazione gradita.
Cosimo
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