Capodarco: la prima ragazza rom in un liceo romano
Di Fabrizio (del 26/09/2007 @ 10:14:30, in scuola, visitato 2757 volte)

Merito di sé stessa, della sua famiglia e di Capodarco
E’ la prima volta che succede nei licei romani. Quest’anno al Virgilio, liceo
classico storico della capitale, si è iscritta una ragazza Rom. Ha una grande
determinazione, voglia di fare e soprattutto un gruppo familiare alle spalle che
la spinge e la incoraggia. Ma la studentessa Rom ha avuto anche un’altra
piccola-grande fortuna, quella di incontrare sulla sua strada, qualche anno fa,
un gruppo di persone che si dedicano quasi esclusivamente all’inserimento
scolastico dei ragazzi e delle ragazze Rom e Sinti. Stiamo parlando della
cooperativa Ermes, nata dall’esperienza diretta della Comunità di Capodarco
di Roma che in sedici anni ha visto raddoppiare il numero dei ragazzi inseriti
nelle scuole di ogni ordine e grado.
“Nell’anno scolastico 1991-92 – racconta Salvo Di Maggio, fondatore della
cooperativa Ermes che fa parte del consorzio Bastiani – erano iscritti alle
scuole di Roma non più di 180 ragazzi Rom e Sinti. Con l’anno scolastico che è
appena cominciato abbiamo superato abbondantemente i 2000. Credo che si arriverà
complessivamente a 2200 ragazzi e ragazzi”. Di questi una buona parte, anzi
circa la metà è iscritta alle scuole elementari. La cooperativa Ermes opera in
15 insediamenti della capitale che sono collocati in sette municipi. Quando si
parla di insediamenti non si intende solo il campo, ma anche i villaggi
attrezzati o gli insediamenti abitativi normali come quelli che a Roma si
trovano nella zona della Romanina e di Porta Furba. I Rom e i Sinti sono infatti
inseriti sempre più spesso nel contesto urbano e a differenza di quello che si
pensa normalmente sono sempre più spesso stanziali e vivono in abitazioni
normali (quest’anno partiranno anche i nuovi progetti per l’inserimento
abitativo dei Rom finanziati dal ministero della Solidarietà Sociale).
Finora l’inserimento scolastico dei minori Rom e dei Sinti è avvenuto in 110
scuole di Roma. “All’inizio è stata dura convincere le madri e le famiglie, -
racconta ancora Salvo Di Maggio - poi piano piano si è fatta strada la
convinzione dell’importanza della scuola e dell’educazione. I problemi maggiori
si incontrano alle medie, quando i programmi di studio si fanno più complessi e
quando le difficoltà linguistiche dei ragazzi diventano maggiori. Spesso questi
ragazzi Rom non parlano l’italiano nei loro gruppi di riferimento. La loro
lingua è il romanè e l’italiano, anche se sono nati in Italia, non può che
essere la seconda lingua. Il gap maggiore tra loro e i ragazzi e le ragazze
italiane si registra quindi proprio alle medie. Per questo la notizia
dell’iscrizione della ragazza Rom al Virgilio è un segnale molto importante. E’
la prova cioè che i percorsi di inserimento scolastico che sono stati avviati
negli anni passati stanno funzionando.
Per quanto riguarda il razzismo o comunque in generale i fenomeni di
intolleranza, il giudizio di chi ha condotto i progetti di inserimento
scolastico è positivo. Ci sono casi di chiusura, come succede per esempio in
alcune scuole che rifiutano di iscrivere ragazzi Rom. Ma in generale c’è una
grande disponibilità da parte delle famiglie italiane. La cosa più importante
che nelle esperienze di inserimento si sta sviluppando è quella dei laboratori
educativi. Non basta infatti inserire nelle scuole i ragazzi Rom. Servono anche
percorsi educativi e culturali che coinvolgano tutti gli altri ragazzi italiani.
Fonte: Comunità di
Capodarco
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