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Albania
Di Fabrizio (del 20/08/2007 @ 09:12:14, in Europa, visitato 3397 volte)

08/12/07 - By Nicole Itano WeNews correspondent

I Rom in Albania hanno sempre affrontato la povertà e la discriminazione, ma dopo la caduta del comunismo nel 1991, la situazione delle donne Rom è peggiorata. Si è abbassata l'età dei matrimoni e un numero crescente di ragazze non ha mai frequentato la scuola.

TIRANA, Albania (WOMENSENEWS) I caffé trendy di questa città colorata e risorgente sono lontani da Breju Lumi, una baraccopoli di fango, strade distrutte e baracche di metallo, dove vive Nexhmije Daljani.

Una volta il paese più povero ed isolato d'Europa, oggi l'economia dell'Albania sta crescendo rapidamente e il paese sta compiendo la transizione dal comunismo alla democrazia e al capitalismo del libero mercato.

Ma a Breju Lumi - il cui nome significa "sponda del fiume" anche se l'unica acqua è il letto asciutto riempito di immondizie - la maggior parte delle case non ha acqua corrente, fognature od elettricità, ed i bambini corrono per le strade a mezzogiorno mentre dovrebbero essere a scuola.

Qui le famiglie più povere, come quella di Daljani, appartengono ai Rom, termine che i membri della comunità preferiscono al derogatorio "Zingari".

"Io e i due figli più piccoli andiamo a mendicare," dice Daljani, che ha 22 anni e tre figli piccoli, senza marito o lavoro. "E' l'unico modo per mangiare."

Daljani ebbe il suo primo figlio a 17 anni. A 21, suo marito lo lasciò con tre figli. Ora vive in una baracca di metallo e come per molti Rom, la sua unica fonte di reddito è l'accattonaggio.

Il figlio più grande, disabile mentale, va in un centro diurno guidato da una OnG chiamata Children of the World.

La vita è più dura

Per molti Rom, soprattutto donne, la vita si è fatta più dura con la fine del comunismo. Le ragazze si sposano ed hanno figli prima, povertà e disoccupazioni sono rampanti, mentre l'accesso ai servizi sanitari e scolastici è declinato drammaticamente.

Al tempo del comunismo, ai Rom - come a tutti i cittadini - venivano dati lavoro e casa e obbligati ad andare a scuola. A quei tempi, tutti gli Albanesi erano poveri, ma i Rom non erano più poveri di ogni altro gruppo.

Con il collasso dei servizi sociali, le disparità tra Rom ed altri Albanesi sono cresciute nella sanità e negli standards di vita. Un recente studio del Fondo Sviluppo delle Nazioni Unite ha trovato che le entrate medie dei Rom sono meno della metà dei non-Rom che vivono nelle medesime comunità.

"La qualità dei servizi è diminuita," dice Arlinda Ymeraj, incaricato delle politiche sociali dell'UNICEF, nel Fondo per l'Infanzia delle Nazioni Unite in Albania. "Rispetto al passato c'è più disparità nell'accesso ai servizi e determinati gruppi ne soffrono."

Oggi il 57% delle donne Rom - paragonato al 48% degli uomini - non è mai andata a scuola, un declino rispetto all'era comunista, secondo i dati della Banca Mondiale.

Da allora la media dell'età matrimoniale è scesa a livelli che preoccupano gli esperti dello sviluppo.

Età del matrimonio, tassi di nascita

In Albania la media dei matrimoni tra le Romnià è di circa 15 anni, comparata alla media nazionale (23) e quella dei Rom maschi (18). Anche l'età della prima gravidanza è scesa: prima del 1990 era di circa 19 anni, oggi è di 17. Per gli uomini Rom è di 21.

La giovane età dei matrimoni e delle gravidanze tra i Rom li mette ad alto rischio dall'abuso e dal traffico di persone, limita l'accesso alla scolarizzazione e può portare ad alti tassi di mortalità per le donne ed infantile, dicono le Nazioni Unite.

Nell'Europa Centrale ed Orientale vivono tra i 7 e i 9 milioni di Rom, in Albania sarebbero circa 95.000. Come gruppo, rimangono tra i più poveri e discriminati nel continente e spesso vivono ai margini della società. Oltre il 70% delle famiglie Rom nel paese sono considerate molto povere e molte, come quella di Daljani, vivono in condizioni estreme.

Le cause di questa esclusione sociale sono dibattute. Molti Rom lamentano discriminazioni, ma altri dicono che rifiutano di integrarsi nella società maggioritaria. I Rom - tradizionalmente nomadici, ma ora largamente stanziali o semi-nomadici - sono un gruppo etnico distinto con la loro propria lingua e sistema di credenze.

"Le famiglie Rom hanno una cultura molto differente," dice Marinela Cani, assistente sociale che lavora con le famiglie di Breju Lumi. "Non pensano al domani."

Jalldyz Ymeri, nonna di 42 anni che vive in due stanze con otto familiari e mendica per vivere, dice che la vita è diventata molto più dura dalla caduta del comunismo.

Meno anni a scuola

Lei è andata alle superiori, sua figlia no. Secondo la Banca Mondiale, prima della fine del comunismo le donne Rom avevano una media di 6,2 anni di scolarità. Oggi la media è meno di 4.

Le donne Rom in Albania dicono che anche l'accesso ai servizi sanitari è deteriorata. Dicono che molti bambini nascono in casa e che molte donne non hanno educazione prenatale. L'Albania non ha statistiche attendibili su mortalità infantile e delle puerpere, ma molti esperti ritengono che i tassi tra i Rom siano più alti della media nazionale.

La sanità pubblica in Albania dovrebbe essere gratuita, ma molti dottori chiedono soldi.

"Ci trattano così perché siamo Rom. Se non possiamo pagare, ci mandano via," dice Ymeri, il cui nipotino di 3 anni è morto perché lei non aveva abbastanza denaro.

Le condizioni sono talmente cattive che molti Rom hanno lasciato il paese per andare nella confinante Grecia, che è parte dell'Unione Europea. Benché siano discriminati - con in più il rischio di deportazione - molti dicono che la vita lì è migliore perché è più facile trovare lavoro, o fare soldi mendicando o suonando per i turisti. Ymeri e la sua famiglia hanno passato diversi anni in Grecia e dice che le è dispiaciuto dover tornare in Albania.

Ma anche in Grecia - una terra promessa per i Rom albanesi - la vita è dura.

In un insediamento rom chiamato Grthaios, in un'area industriale di Atene, le famiglie vivono in baracche di legno circondate da pile di immondizia. La casa di una stanza di Elena Zerollari, 39 anni e madre di 5 figli, è pulita e ordinata. [...] Zerollari, che è originaria dell'Albania, dice che molte cose sono migliori in Grecia: i dottori li trattano meglio ed è più facile trovare lavoro. I bambini che ha avito da quando è arrivata in Grecia sono nati tutti in ospedale.

Ma Zerollari dice che le piacerebbe una casa con acqua corrente e che i suoi figli andassero a scuola. La scuola accetta i bambini rom, dice, ma molti abbandonano perché sono molestati per i loro vestiti o perché senza scarpe.

"I Rom non dovrebbero vivere così per sempre," aggiunge. "Vogliamo essere come voi."

Nicole Itano is a freelance reporter based in Athens, Greece. Before moving to Greece in 2006, she spent five years reporting from across the African continent. Her book, "No Place Left to Bury the Dead," about AIDS in Africa will be published in November by Atria Books.