Marian Badeanu è un "milanese" singolare: non è nato in città
(e questo a Milano è la norma) e i suoi occhi ridono anche quando è arrabbiato o sommerso dai problemi. Arrivato in queste terre qualche anno fa, si è conquistato il titolo di "mio" concittadino nella bolgia dei campi sosta sgomberati nella periferia e giocando a guardie e ladri coi controllori ATM quando suonava nella metropolitana. Non è soltanto un musicista di talento (tutti lo conoscono col soprannome di
"Director"), ma una persona colta, attenta e partecipe. All'inizio del decennio è tra i fondatori del gruppo musicale
"Unza" di cui è il primo direttore musicale.
UNZA poi cresce, diventa una scuola cittadina di musica ed anche un'associazione di consulenza per immigrati.
Questo, negli anni in cui il comune non riesce a risolvere la questione Scala e la storica banda dei Martinitt va chiudendo - sugli immigrati, meglio stendere un pietoso velo... Come nella storia di quasi ogni gruppo musicale, ad un certo punto le strade di UNZA e di Badeanu si dividono. Può capitare di incontarlo per bere un caffè al bar della metropolitana, o di sentirlo su Radio Popolare, in diretta dalla sua Craiova per un servizio sull'emigrazione dalla Romania.
Crescono anch gli UNZA: hannno già girato tutta la provincia per feste e concerti, e due estati fa hanno suonato in Grecia ad un festival internazionale, quando incidono un disco con
Roberto Durkovic, artista già affermato e amante come loro di metropolitane e musica sincera. Come suggerisce il cognome, anche lui dell'estrema periferia est della mia città.
Grazie a Tommaso Vitale leggo di un nuovo film di Claudio Bernieri, dal bel titolo "Zingari in carrozza" (domanda ai redattori: cosa c'entra la foto degli Acquaragia Drom???)
Una storia che vede tra i protagonisti, Director, Loredana e Ciprian (i suoi figli) e tutti quei complessini che ancora incontriamo ogni santo giorno. Cito:
"Un gruppo di nomadi risolleva le sorti economiche dell'Atm, suonando gratis nei metrò. Il sindaco Gabriele Albertini li premia e destina parte dei profitti per la costruzione di case popolari destinate ai rom. Questa la surreale trama [...] cortometraggio, girato a Milano da Claudio Bernieri. 40 minuti per raccontare una storia metropolitana che sarà presentata sabato prossimo al Festival Massimo Troisi di Pieve Emanuele (Milano)" L'articolo azzarda persino un paragone con
"Miracolo a Milano"...
Lo spero, sul serio. Ma spero anche che Bernieri sia stato intelligente da non lasciare a
Director & groups il semplice ruolo di attori, ma che siano stati anche co-sceneggiatori.
Si parla tanto di crisi del cinema italiano. Secondo me, non è un problema di scarsità di mezzi o di professionalità. La crisi è l'attuale incapacità di scrivere (o di promuovere) storie simili, che possono benissimo fare a meno dei soliti volti noti, per tenere lo spettatore attaccato allo schermo e portando le telecamere tra i veri cittadini di oggi, senza facili "piacionerie". Una Milano come potrebbe raccontarla il cantastorie
Franco Trincale (milanesissimo anche lui...vero?) o forse i
Godard e i
Nanni Moretti ai loro esordi, quando armati di superotto riprendevano le piazze.