Cominciano i rientri dalle ferie. Come augurio di "bentornato"
a chi dopo il mare o la montagna leggerà ancora queste pagine, ho rispolverato
un post di
Pirori del gennaio 2005. Il mese prima c'era stato lo tsunami in estremo
oriente, e le ricche società occidentali si preparavano ad affrontare
fattivamente la situazione. Noterete come l'argomento possa essere discusso in
diverse maniere e punti di vista, a seconda del vostro umore al rientro.
Dimenticavo: auguri anche a chi le ferie non le ha fatte o se le è già
dimenticate!
La carità è un concetto difficile ed antipatico. Ma l'antipatia ha le sue
eccezioni: non ho nessuna voglia di ammollare un Euro a quel giovane
accovacciato davanti alla chiesa, ma se me lo chiede la Vodafone, lo faccio +
volentieri, con un SMS a qualcuno che mai ho conosciuto e mai vedrò. A chi andrà
il mio contributo? Da quelle parti, la metà della popolazione vive di elemosine,
mica sono come i nostri antenati del Polesine!
Apperò! In questi casi si scopre che le popolazioni (lontane) che vivono di
elemosina, hanno una loro dignità, che non riconosciamo ai mendicanti nostrani.
Manghel = [dal verbo Manghe = chiedere] Per i Rom, significa tanto carità, che
fare la carità, che andare in giro a chiedere oboli agli angoli delle strade...
Durante queste vacanze (stranamente) avevo qualche soldo in tasca. Il bello
dell'elemosina sarebbe farlo perché uno ne ha voglia, non perché si senta
obbligato. Così, per mettermi la coscienza in pace, TOT alle vittime dello
Tsunami, e un paio di euro alla Romnì entrata nel negozio del mio amico. In
realtà volevo scambiare con lei due chiacchiere nella sua lingua e vederne la
reazione (alcuni amici mi avevano raccontato di reazioni impensabili). Sono
rimasto deluso: indifferente, la Romnì ha mantenuto il suo occhio spento,
rispondendo solo con un "Grazie" in italiano stentato.
Preciso: neanche a me piace fare la carità: credo che serva solo a radicare la
dipendenza dagli altri. Qualche volta è dannosa (l'alcolizzato che va a spendere
il soldo per un altro bicchiere, il bambino che consegna il ricavato al
capomafia…)
Donando cose è + facile evitare equivoci. Però, anche in questi casi mi è
capitato di girare per campi nomadi e vedere tra i rifiuti (di solito, il campo
è un rifiuto unico) i pacchi di vestiti donati dalla Caritas.
Qualcosa sul donare l'ho imparato parlando con i Rom. Ancora oggi capita che la
famiglia lavori e chieda lo stesso il "manghel". Chiedere la carità è un
retaggio che si portano dietro da quando erano un popolo nomade, e faceva parte
di uno scambio rituale con la popolazione stanziale. Deridono chi gli mette in
mano 20 centesimi e scappa. Apprezzano chi torna a scambiare due chiacchiere o
un caffè, e se capita, saranno loro a prestarti qualcosa.
A questo punto (come un buon padrone di casa), vi presento due ospiti:
- Davo: di lontane origini Sinti. Vive nello stato di Washington (estremo NW
degli USA) in mezzo alle foreste. Incrocia poche persone, più frequentemente
orsi e leoni di montagna. Ha simpatie politiche per i Repubblicani. Nonostante
il suo aspetto (una via di mezzo tra il marine in pensione e il boscaiolo
agiato) e la diceria che ai Rom e ai Sinti non piaccia leggere, ha una conoscenza libresca
fenomenale.
- Günther: arriva dalla Germania, non è Rom ma li ha sempre frequentati. Da
tempo vive in California e continua a frequentarli anche lì. Politicamente è un
progressista, è appassionato di discipline e religioni orientali.
Discutono della situazione in una città di provincia in Australia: seduti
davanti al supermarket, un gran numero di Aborigeni, che chiedono la carità e si
ubriacano col ricavato della giornata. Per non sembrare razzista, il consiglio
comunale permette loro di bere alcolici per strada, cosa proibita nel resto
della contea.
Davo:
…[ho notato che] le capre selvatiche hanno perso il loro istinto… D'inverno,
stazionano nei pressi dei recinti o dei campi da golf, e finché non gli viene
dato il cibo, non migrano.
Da noi si dice: "Un orso ammaestrato è un orso morto". Anche loro si sono
abituati ad infilare il muso nei bidoni dell'immondizia e se per caso non
trovano niente, rimediano devastando gli impianti di condizionamento o
introducendosi nei campeggi (da cui li cacciamo a fucilate…)
Se il clima è favorevole, si possono "raccogliere" diversi $ in una giornata…
Abbastanza da essere tramutati in vino e da permettere di vivere con i rifiuti,
senza alcuna necessità di migliorare.
Mi viene in mente il caso di padre Morebeck e i mendicanti locali o di
passaggio.
Queste prete ha sempre dedicato sforzi e risorse a quello che chiamava "amore
pratico", indirizzato a persone in situazioni particolari…
Li avrebbe aiutati a trovare lavoro, ma giunto a quasi 80 anni di età ha
scoperto che i $ non possono risolvere i problemi…
E' più facile e anche più "popolare" offrire denaro che finirà nelle tasche
degli spacciatori di crack o di mercanti di vino a buon mercato. E ho conosciuto
cristiani praticanti che letteralmente lavavano i piedi e donavano i propri
stivali ai "viandanti" nelle nostre terre (anche se io non sono quel tipo di
persona).
…
Non pretendo di avere "risposte per tutti"… Ma so quale sarebbe la mia risposta.
Baxt!
Davo
——
Günther:
Davo,
Secondo te, è bene se ci sono prospettive diverse nella stessa situazione?
Ogni forma di vita è interdipendente con le altre. Esiste l'adattabilità. Per
fare un esempio tratto dagli animali: tempo fa in famiglia abbiamo allevato un
visone per 5 anni. Mio figlio più piccolo (che allora aveva un anno) stava
mangiando dell'uva dalla nostra vigna, e gli si è avvicinato festante questo
cucciolo di visone. Quando hanno finito di dividersi i grappoli, ho riportato
mio figlio in casa, e il visone l'ha seguito. Non abbiamo mai avuto problemi con
le sue ghiandole odorifere, che adoperava soltanto contro i cani e gli estranei.
Arrivato all'età di 5 anni, ha deciso di tornare nel suo mondo, tornando ogni
tanto a farci visita e incrementando di parecchio la popolazione dei visoni nei
nostri dintorni.
Penso che ci debba essere adattabilità, sulla base dei bisogni o delle
circostanze. Non si deve generalizzare, perché ognuno di noi è differente
dall'altro, persino "due piselli nello stesso baccello" lo sono.
"Uccidere l'orso" appartiene a una prospettiva limitata e fascista…
"Se vedi un ubriaco abbandonato sul marciapiede, imitalo, cosicché la tua
arroganza non ti porti a condannarlo, per quanto ti possa sembrare la cosa più
facile da fare."
(L'immagine è tratta da http://www.pewterkingdom.com)