Rom e Sinti da tutto il mondo

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\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 09/04/2009 @ 10:35:02, in Italia, visitato 1401 volte)

Su Radio Radicale le interviste effettuate da Andrea Billau al convegno del del Coordinamento Nazionale Antidiscriminazione "Sa phrala"-Ogni persona è tuo fratello. Durata totale 24'.24". Per ascoltare necessitano del lettore multimediale RealPlayer, scaricabile gratuitamente.

 
Di Fabrizio (del 09/04/2009 @ 09:32:04, in Italia, visitato 1423 volte)

Ricevo da Agostino Rota Martir

A Pisa anche quest’anno nessuna cerimonia. Ormai sembrano lontani anni luce quei tempi quando in città la Giornata Mondiale dei Rom e Sinti era una ricorrenza attesa, vissuta anche con un po’ di fatica ma era un appuntamento atteso, soprattutto dalle comunità Rom che si sforzavano di presentarsi alla cittadinanza, per tentare di uscire allo scoperto, per mostrare e far conoscere qualcosa della propria cultura e storia, e per testimoniare la volontà di "integrarsi" nel tessuto cittadino.

Tutto spazzato via! Le cause sono molteplici ma quasi tutte riconducibili non tanto ai Rom ma alla nostra società, che in questi anni (soprattutto l’anno scorso) ha mostrato un feroce disprezzo verso i Rom, sarebbe inutile elencare i fatti, anche per non rivivere quei tragici momenti. Pisa non è per niente esente, soprattutto da quando si è insediata la nuova Amministrazione che non ha fatto mistero della sua volontà di "risolvere il problema dei Rom" in città!

Negli anni passati i Rom spesso venivano consultati, invitati a partecipare alle iniziative, anche quando faceva comodo a qualcuno... ora invece i Rom sono esclusi da tutto, sopratutto quando si prendono decisioni per i Rom stessi!

Il messaggio chiaro che i Rom hanno recepito è quello di non essere ben visti, di essere solo una minaccia, di dover vivere sotto un continuo controllo, rastrellati dentro il Progetto Città Sottili che annulla e viviseziona l’identità di un popolo su criteri discutibili e di puro opportunismo sociale e politico.

Se l’on. Maroni dichiara pubblicamente che bisogna "essere cattivi" per fermare l’arrivo di nuovi Rom, a Pisa l’Amministrazione propone di dare un’elemosina di 500 euro per togliersi dai piedi il Rom Rumeno: è la "cattiveria" camuffata da elemosina...

Celebrare quest’anno la giornata mondiale dei Rom a Pisa sarebbe stata una beffa, una solenne presa in giro..ringraziamo e prendiamo atto della coerenza per la scelta di tacere questo appuntamento da parte della cittadinanza e dell’Amministrazione. Meglio il silenzio, dopo tutto sa anche di saggezza, purché serva anche a prendere coscienza e riflettere sulle proprie contraddizioni!

"Lungo i fiumi, laggiù in Babilonia, sedevamo e piangevamo al ricordo di Sion. Ai salici lungo le rive avevamo appeso le nostre cetre. Laggiù, dopo averci deportato, ci invitavano a cantare; esigevano canti di gioia i nostri oppressori. Cantate, dicevano, un canto di Sion. Ma come cantare i canti del Signore in terra straniera?" (Sal.137)

La Passione dei Rom e Sinti continua, anche se dimenticata e accantonata frettolosamente, ma loro confidano che qualche scintilla della luce di Pasqua non esiterà a scendere sulle loro vite.

Don Agostino Rota Martir
Erizon Mahmuti


Campo nomadi di Coltano (PI) – 8 Aprile 2009 – Giornata Mondiale dei Rom e Sinti

 
Di Fabrizio (del 07/04/2009 @ 09:24:35, in Italia, visitato 1809 volte)

Dal blog del Circolo Pasolini di Pavia

[Giorgio Trigila ci ha inviato questo prezioso articolo da "Il Giornale di Voghera"]. Il Tar rinfresca tristi ricordi. Dieci anni fa, a Voghera il voto dell'intolleranza di Giorgio Silvani

Nei giorni scorsi, a dieci anni di distanza, il TAR della Lombardia ha  inviato una comunicazione abbastanza grottesca ai promotori del ricorso  presentato nel marzo 1999 (il giornalista Antonio Airò e l'Associazione Insieme  di Voghera) con il quale si chiedeva di sospendere l'effettuazione dei due  tristemente noti referendum cittadini su campo nomadi e centro di accoglienza. Nella comunicazione il Tribunale Amministrativo chiede ai "ricorrenti" se  esista ancora la volontà di proseguire in quel tentativo, allora vanificato da una prima sentenza negativa, o se si possa procedere all'archiviazione.  Anche se si tratta di un atto dovuto, la verifica di certi tempi assurdi  della giustizia lascia un po' "senza parole", come nella settimana enigmistica. La notizia però è una buona occasione per non "archiviare" quel che accadde  nella nostra città proprio in questi giorni, dieci anni fa. E' infatti utile  ricordare che allora Voghera conquistò clamorosi spazi  nelle cronache nazionali, grazie (sic!) proprio a quei due referendum locali  promossi dai consiglieri comunali allora all'opposizione: Daniele Salerno, esponente dell'UDR e oggi assessore al bilancio in quota Forza Italia, e  Giuseppe Aneomanti di Alleanza Nazionale. La consultazione venne resa possibile  da una rilevante raccolta di firme e sostenuti da una campagna di allarmismo al  limite della xenofobia dalle forze del centro destra (e forse non solo ).  Nonostante le forti resistenze di molti cittadini, le proteste, i clamori  riportati da articoli sui principali quotidiani italiani e addirittura alcune  vibrate interrogazioni parlamentari, le due consultazioni vennero ammesse dall' amministrazione cittadina di allora e accorpate al referendum nazionale sull' abolizione della quota proporzionale. Così accadde che il 18 aprile 1999, il 59% dei vogheresi ammessi alle urne  (circa 20 mila su 36 mila iscritti alle liste elettorali) andò a votare e al  primo quesito, che chiedeva 2se si era favorevoli alla realizzazione di un  campo di sosta per le popolazioni di etnia tradizionalmente nomade o seminomade", l'81,36% (16.200 voti) rispose no contro il 18,64% di "sì" (3.700  voti). Al secondo quesito, che domandava "se si era favorevoli alla  realizzazione di un centro di prima accoglienza destinato ad ospitare cittadini  extracomunitari" rispose negativamente il 72,55% (circa 14.500 voti) contro il  27,45% di "sì" (5.500 voti).  Poco importa che alla fine più della metà dei cittadini non si pronunciò o  non sostenne l'iniziativa. L'esito del referendum colpì nel segno. I due  progetti, a lungo trascinati in estenuanti dibattiti, furono affossati e a  nulla valsero le reazioni indignate di alcune forze politiche e sociali, di  semplici cittadini, del volontariato, della comunità religiosa (quest'ultima  peraltro piuttosto "tiepidina") che, fino all'ultimo, avevano denunciato il  carattere discriminatorio e la gravissima dimostrazione di intolleranza. "Considerando che i due referendum erano comunque solo consultivi e che è  tutta da provare la validità di una consultazione direttamente mirata su  persone e gruppi etnici, e quindi in contrasto con i principi costituzionali,  chiediamo all'Amministrazione Comunale e al Sindaco Scotti (Ulivo) di procedere  comunque per fronteggiare le emergenze e le necessità più volte sottolineate e  non più rinviabili così come chiediamo alla città di recuperare i valori della  solidarietà e dell'attenzione verso i deboli che sono prerogativa  irrinunciabile del vivere civile di una comunità". Così si leggeva nel commento  post-voto sottoscritto da chi aveva sempre sostenuto la necessità di dare una  sistemazione ai cittadini sinti, da anni miseramente segregati nel cortile  della ex caserma e di dotare la città di un riferimento per le numerose  emergenze sociali, sottolineate anche da inquietanti dati dell'Osservatorio  Voghera " Cantiere di Solidarietà 1999".  Per un attimo la Giunta di centrosinistra sembrò davvero non voler sottostare  e, dopo l'esito del voto, ribadì che la consultazione era da considerarsi  "equivoca e comunque non vincolante", aggiungendo che "si sentiva comunque in  dovere di intervenire con misure idonee volte a rimuovere le gravi condizioni  di emarginazione sociale esistenti". Un inutile colpo di coda che finì nel  nulla, visto che appena un anno dopo iniziò "l'era Torriani" e,  paradossalmente, due anni fa il governo di centro destra decise di realizzare  il campo per i Sinti cittadini, facendosene pubblico vanto tanto da rinnegare  la "minaccia" di allora e sbandierarlo come  "fiore all'occhiello"  pubblicizzato in tutto il Paese.   Per tornare alla richiesta a dir poco "tardiva" del TAR, con cui abbiamo  aperto questo articolo, gli interessati hanno naturalmente risposto di non aver  alcuna intenzione di proseguire. Non potevano fare diversamente visto che la  frittata è stata fatta da tempo e che Voghera ha già versato allora una bella  quota di intolleranza e di scarso civismo. Per carità, le occasioni per  rinnovare atteggiamenti di intolleranza e disattenzione non sono mancate in  questi dieci anni. In più di un frangente il governo cittadino ha dimostrato  scarsissima disponibilità verso i problemi delle emergenze sociali cittadine,  verso i più deboli, gli emarginati del nostro territorio, con provvedimenti  talvolta sconcertanti (come le multe a chi chiede l'elemosina davanti alle  chiese, certi sgomberi messi in atto alla periferia della città…  fino a  sfiorare il ridicolo con quel divieto di sedersi sulle panchine nelle ore  serali che ha fatto il giro d'Italia…). Magari al peggio non c'è limite, ma è  anche vero che dieci anni fa Voghera raggiunse comunque un livello  difficilmente superabile. 

"Il Giornale di Voghera", 3 Aprile 2009

 
Di Fabrizio (del 06/04/2009 @ 21:27:19, in Italia, visitato 1552 volte)

Giornata Mondiale dei Rom e Sinti. I leader del Gruppo EveryOne non saranno al Campidoglio, ma "sul campo", per evitare una tragedia umanitaria ad alcune famiglie Rom

Roma, 6 aprile 2009 - All'attenzione dei Presidenti delle Associazioni che converranno a Roma per la Giornata Mondiale dei Rom e Sinti, delle personalità della politica e della cultura, dei giornalisti e degli antirazzisti accorsi da tutta l'Italia

Il Gruppo EveryOne si è preparato da tempo per la celebrazione della Giornata Mondiale dei Rom e Sinti, che finalmente assume rilievo anche in Italia e che non prevede feste e concerti - vista la condizione di persecuzione in cui si trovano i Rom nel nostro Paese -, ma un'assemblea pubblica, dalle 9 alle 13, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio. Abbiamo stampato comunicati e previsto di divulgare all'opinione pubblica e ai media i dati di un vero e proprio "apartheid" che a poco a poco è divenuto realtà in Italia e di un genocidio di immane portata, come attestano numeri e statistiche e come da domani stesso divulgheremo in sintesi nel portale www.everyonegroup.com

I nostri interventi, fra i quali avrebbe dovuto spiccare quello di Ionut Ciuraru, avrebbero toccato anche temi "scomodi" come gli abusi da parte delle forze dell'ordine e la repressione dei nostri attivisti Rom romeni, costretti a riparare all'estero (Come Nico Grancea e Mariana Danila), dove vivono in condizioni di povertà, esclusione e abbandono oppure a nascondersi, in maniera del tutto simile a quella cui furono costretti gli ebrei durante l'Olocausto (come Rebecca Covaciu, battezzata dalla stampa "la piccola Anna Frank del popolo Rom" e Danciu Caldarar).

Domani, però, non ci saremo e ci dispiace di avvertirvi all'ultimo minuto. Alcuni deputati, alcuni giornalisti, tanti attivisti verranno apposta per conoscerci di persona e per ascoltare la testimonianza di Ionut. Non siederemo al "tavolo dei Presidenti" e non prenderemo la parola. Non distribuiremo neanche il volantino dedicato alla memoria di Virgil Caldarar, un bambino Rom mai nato, a causa dello sgombero del 25 febbraio 2009 a Pesaro, evento-simbolo della disumanità e dell'orrore in cui è precipitata l'Italia.

Domani celebreremo la vigilia della Giornata Mondiale dei Rom e Sinti "sul campo", perché una piccola comunità di Rom romeni ha subito nel centro Italia tutta l'ingiustizia, la violenza, l'annichilimento e l'umiliazione di uno sgombero - l'ennesimo - e si trova all'addiaccio, senza alcun mezzo di sostentamento, in una profonda e totale disperazione. Domani, 7 aprile, raggiungeremo queste famiglie in grave difficoltà e cercheremo di sostenerle, per quanto possibile.

Sarà presente al Campidoglio la nostra Glenys Robinson, che porterà a tutti il nostro messaggio di solidarietà e incoraggiamento. Invitiamo le organizzazioni e gli attivisti a rimanere uniti sulle istanze che riguardano la tutela dei diritti dei Rom e Sinti, evitando di mettere in primo piano valori diversi. Crediamo senza riserve all'iniziativa che, primo fra tutti, ha fortemente voluto Santino Spinelli, l'uomo giusto, a nostro avviso, per rappresentare la voce di un popolo troppo a lungo perseguitato. Il Gruppo EveryOne sarà sempre al suo fianco, nel Coordinamento Sa Phrala e nei progetti mirati a divulgare la cultura, la Storia, le tradizioni secolari di un grande popolo. Un abbraccio a tutti gli amici dei Rom e Sinti.

Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau, Ionut Ciuraru

EveryOne Group
info@everyonegroup.com
http://www.everyonegroup.com

 
Di Fabrizio (del 06/04/2009 @ 13:56:38, in Italia, visitato 1593 volte)

Sempre da Tom Welschen, un'altra segnalazione sulla situazione a Palermo

se il video non si vedesse bene, http://c6.tv/archivio?task=view&id=3649

Palermo. Secoli interi di integrazione, di fusione tra etnie e culture diverse e poi... una mattina Palermo si sveglia razzista e xenofaba. A farlo credere quei volantini stampati da un gruppo di estrema destra che aveva tappezzato la parte della città, prospiciente l'insediamento Rom che da 20 anni esiste a Palermo, alle porte della Favorita. Su alcuni dei muri, nel tratto tra piazza Alcide de Gasperi e viale del Fante, fogli a 4 riportanti il segnale stradale di pericolo inneggiavano all'odio razziale contro i Nomadi. Poco dopo la segnalazione alla Questura di Palermo i manifesti faidaté sono stati rimossi, sul selciato rimanevano solo tracce di quella violenza verbale (soltanto?) La città anti-razzista, due giorni dopo, è scesa in piazza a manifestare contro questo episodio e ogni atteggiamento inneggiante l'odio e la non integrazione.

 
Di Fabrizio (del 06/04/2009 @ 09:12:43, in Italia, visitato 1798 volte)

L'8 aprile si celebra in tutto il mondo il "Romano Dives"
la Giornata internazionale della nazione Rom, in ricordo di quell' 8 aprile del 1971 quando a Londra si riunì il primo Congresso internazionale del popolo Rom e si costituì la Romani Union, la prima organizzazione mondiale dei Rom riconosciuta dal’ ONU nel 1979.

Vogliamo ricordare quest'anniversario con un'iniziativa di pace aperta a tutti.

RITROVO: MERCOLEDI' 18 APRILE
ORE 16,30 IN PIAZZA PALAZZO DI CITTA' (DAVANTI AL MUNICIPIO) LA MANIFESTAZIONE SI CONCLUDERA' IN PIAZZA CASTELLO

Le culture rom e sinti sono patrimonio dell'umanità; le premesse indispensabili per superare pregiudizi e stereotipi sono la conoscenza/le iniziative interculturali, una comunicazione che non alimenti sentimenti xenofobi, così come richiesto anche dal Parlamento europeo e dalle istituzioni internazionali.
Il popolo Rom non ha mai dichiarato guerra a nessuno. Desideriamo perciò che l'occasione dell'8 aprile si trasformi in una dimostrazione di pace e nonviolenza per tutti, perché tutti ne hanno diritto.
Facciamo un appello affinché le persone, associazioni, sindacati, chiese, realtà politiche intervengano in prima persona all'iniziativa.

Ad oggi hanno aderito:
Opera Nomadi, Romano ilo, Cantieri di Pace, Comitato Promotore della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, Pastorale Migranti, Coordinamento antidiscriminazione Sa Phrafa, AlZO, Terra del Fuoco, Ass. I Rom per il futuro (Romanò pala tetehara); La Federazione dei Sinti e Rom;

Il comitato promotore 8 aprile Per informazioni:
Tel. 339.1360447 - 338.6152297 sportellodellapace@virgilio.it

 
Di Fabrizio (del 05/04/2009 @ 09:21:45, in Italia, visitato 2043 volte)

Giovedì 9 aprile 2009, ore 18.00
Salone della caccia, Prefettura di Pavia, Piazza Guicciardi

Zingari: storia di un’emergenza annunciata
Presentazione del volume di Anna Rita Calabrò

Ne discutono con l’autrice:

  • Ferdinando Buffoni, Prefetto di Pavia
  • Franco Rositi, Università di Pavia
  • Alessandro Cavalli, Università di Pavia

Partecipano:

  • Andrea Membretti, Laboratorio di Sviluppo Locale Partecipativo - Università di Pavia;
  • Giorgio Bezzecchi, V.Pres.Naz. Opera Nomadi;
  • Don Dario Crotti, Caritas;
  • Paola Bonvecchio, Uff. Scolastico Provinciale;
  • Erasmo S. Formica, Ass. Sinti Italiani di Pavia;
  • Franco Vanzati,CGIL;
  • Mariangela Landro, ARCI;
  • Carla Galessi, Comune di Pavia;
  • Antonio Floriano, CISL/ANOLF;
  • Francesca Vaccina, Comitato Fuori Luogo;
  • Claudia Lucrezio, Ass. Per Fare un Albero;
  • Marcella Barbieri, Ass. Insieme.

Comune di Pavia Settore Servizi Sociali; Università di Pavia  Facoltà di Ingegneria e Facoltà di Scienze Politiche, Prefettura di Pavia Ufficio Territoriale del Governo

 
Di Fabrizio (del 03/04/2009 @ 09:17:01, in Italia, visitato 1618 volte)

Da reterom

A tutti i cittadini

"Vieni, entra…"
5 Aprile 2009 - h 15,00
Porte aperte al Casilino 900

per una giornata di condivisione tra i residenti del campo e gli abitanti dei vicini quartieri.

Forse non tutti siete a conoscenza che la storia del campo Casilino 900 inizia negli anni 60, quando le popolazioni rom hanno preso il posto degli immigrati italiani che occupavano questo lembo di terra, all’angolo tra la via Casilina e la Palmiro Togliatti. Avendo ottenuto gli alloggi popolari, appunto, gli italiani lasciarono lo spazio alla comunità nomade che si insediò nel campo, attraversando non poche difficoltà fino ai nostri giorni.

Il Casilino 900 non è attrezzato con moduli abitativi prefabbricati, come altri campi, ma realizzato in autocostruzione e senza un sistema di infrastrutture: strade non asfaltate, nessuna rete fognaria, nessuna rete idrica (una sola fontanella), wc chimici, generatori a benzina e stufe a legna. Viviamo in più abitazioni di diversa fattura, in baracche (alcune fatiscenti) e in roulottes.

Negli ultimi anni sono stati fatti considerevoli passi avanti, come la crescita del tasso di scolarizzazione dei bambini e dei minori del campo che è salito all’80 % nell’anno scolastico 2008/2009, dal 40% che era nel 2003, grazie a una mediazione e ad un intervento che ha coinvolto, oltre che i portavoce delle 4 etnie del campo, anche i giovani e le famiglie del Casilino 900.
Abbiamo ottenuto uno spazio domenicale per l’avvio di un “Mercatino Rom”, che consente una piccola entrata a circa 60/70 famiglie per garantire la sopravvivenza quotidiana. Numerose sono le associazioni, i movimenti ed anche i singoli cittadini che in vari modi ci offrono il loro sostegno e il loro aiuto, riuscendo a cogliere e valorizzare, nonostante tutto, quella parte di noi rom che vuole riscattarsi, integrarsi e che cerca di vivere con onestà nella grande metropoli romana.

Sono presenti nel campo tanti volontari che promuovono iniziative a vari livelli: attività ricreative, di sostegno scolastico, e anche di formazione sanitaria per prevenire le malattie. Inoltre c’è un progetto per la creazione di una “cooperativa” dove le donne rom potranno essere impiegate in lavori di sartoria, gli anziani nell’artigianato tradizionale, i giovani aiutati per l’inserimento nel mondo del lavoro e i capifamiglia inseriti nelle società di giardinaggio e nello smaltimento di rifiuti ingombranti.

Il campo, in molte occasioni, si è dimostrato disponibile al dialogo con le autorità pubbliche, con i comitati di quartiere, anche attraverso tavole rotonde per un serio confronto sulle problematiche che man mano si presentavano. Nei mesi scorsi è stato firmato, in Campidoglio, un accordo tra i rappresentanti del campo e il Sindaco di Roma. In questo accordo, storico per il popolo rom, il Comune di Roma, in attesa del trasferimento in una nuova area attrezzata, si è impegnato al ripristino nel campo dell’acqua e della luce: i residenti del campo hanno organizzato un “comitato di sicurezza” al fine di far rispettare le regole e allontanare chi delinque; in collaborazione con l’AMA i residenti hanno lavorato per lo smaltimento della grande quantità di rifiuti che si era accumulata nel tempo.

Proprio per significare la disponibilità da parte nostra al dialogo, rivolgiamo alla cittadinanza le scuse e il rammarico per i fatti che possono aver accresciuto la diffidenza, favorito la chiusura verso la cultura rom e contribuito a creare quello stereotipo per cui: “rom uguale delinquenza”. Rammarico che nasce proprio dalla certezza che la nostra cultura, la nostra storia ha molto più da offrire di quanto comunemente si è a conoscenza. Noi con voi condanniamo con forza ogni evento illegale, contro la dignità umana, cosa che non è propria della nostra cultura, così come della vostra.

In questi ultimi mesi si sono verificati numerosi avvenimenti che hanno visto coinvolti sia gli abitanti del campo che quelli del quartiere. Non sono certo mancati momenti di tensione e duro confronto.

Il 5 aprile 2009 vuole essere una data importante e significativa di crescita, dialogo, apertura, attraverso la condivisone di momenti, proprio qui nel campo!

Apriamo le porte per mostrarvi che c’è una parte buona del Casilino 900 che pochi conoscono, che troppe volte è invisibile: fatta di uomini, donne e bambini rom che cercano di sopravvivere tra mille difficoltà e che vogliono integrarsi, dialogare, lavorare e contribuire alla società nella quale si trovano; sono gli stessi rom che allontanano i malfattori e i delinquenti all’interno del campo.
Sarà una gioia per noi, comunità rom del Casilino 900, condividere con voi le iniziative, i traguardi, le ansie e i progetti, le nostre tradizioni e culture; vedere con voi a che punto del cammino ci troviamo, individuare insieme i punti in comune, elaborare con voi un’idea di dialogo capace di far crescere entrambi, capace di aprire davvero le porte, per arrivare insieme a capire che siamo davvero tutti… FIGLI DI UNO STESSO PADRE!

Vi aspettiamo il 5 Aprile, domenica delle palme, alle ore 15, sul piazzale davanti al campo, per una celebrazione con la benedizione degli ulivi a cui seguirà un dibattito-tavola rotonda su alcuni temi importanti della nostra vita. Pianteremo un albero di ulivo simbolo di vita e di pace. Concluderemo con feste e danze proprie della nostra cultura.

Gli abitanti del Casilino 900.

 
Di Fabrizio (del 03/04/2009 @ 09:07:23, in Italia, visitato 1587 volte)

Sugli organi di stampa gira la notizia che questa volta lo sgombero del campo ROM di via Bacula di lunedì 30 marzo (vedi QUI ndr) è stato effettuato offrendo a tutti delle alternative abitative.

Questo era quello che il Tavolo Rom, composto da tutte le realtà associative che si occupano di Rom e Sinti a Milano si auspicava, tanto è vero che nelle ultime settimane, con diverse modalità, si era chiesto a Comune e Prefetto di non procedere allo sgombero se non dopo aver trovato delle alternative umanamente accettabili

Quello che è successo invece è il solito sgombero senza soluzioni.

Sì, perché va detto che le soluzioni offerte dal Comune, che le famiglie hanno rifiutato, erano le soluzioni solite, quelle che prevedono lo smembramento delle famiglie, tanto è vero che le quattro famiglie a cui è stata proposta una soluzione diversa, che tenesse insieme le famiglie e non separasse donne, uomini e bambini, l’ hanno accettata.

Quello che ci chiediamo è: perché solo quattro famiglie e non tutte?

Come si è potuto accettare che le altre famiglie fossero condannate a girare per la città sotto la pioggia, senza riparo e senza cibo? Con quale criterio i “meritevoli” sono stati accolti, e gli altri cacciati?

L’aggravante dello sgombero di via Bacula è proprio l’inganno,

Era stato detto che le soluzioni c’erano per tutti, e cosi non è stato.

Il risultato è che ancora una volta non si è affrontato il problema della situazione disastrosa in cui vivono i Rom nella città di Milano, accampati in campi di fortuna, senza un vero alloggio, senza acqua, senza servizi.

Dopo lo sgombero di Bacula ci sono solo ancora più famiglie con bambini piccoli in giro per la città, sotto la pioggia e senza prospettiva se non quella di finire in un altro luogo abusivo, da cui verranno di nuovo sgomberati, anche perché le elezioni si avvicinano, e bisogna dimostrare fermezza contro i deboli.

Il Tavolo Rom non si stancherà di ribadire che questa politica è fallimentare, umilia i diritti delle persone, metti donne, uomini e bambini in situazioni inacettabili, e continuerà ad agire con tutti gli strumenti possibili, sia politici che del diritto, affinché anche a Milano venga ristabilito il diritto di tutti a condizioni di vita dignitose.

Tavolo Rom Milano

 
Di Fabrizio (del 02/04/2009 @ 08:53:29, in Italia, visitato 1556 volte)

Da Roma_Italia

QUI il testo originale in inglese ed un minivideo in italiano. QUI invece l'appello di Amnesty International di due settimane fa

31 marzo 2009 - I Rom che vivevano sotto il cavalcavia Bacula nel nord di Milano [...] martedì sono stati sgomberati a forza dalle autorità locali. Secondo la stampa locale, 70 dei circa 150 Rom che vivevano lì sono stati dispersi senza una sistemazione alternativa.

Alcune famiglie sono già state rialloggiate in strutture private. Una famiglia ha accettato riparo temporaneo nel dormitorio cittadino.

Non risulta ci sia stata una consultazione con la comunità sullo sgombero proposto, ne tentativi consistenti di identificare con loro una qualsiasi alternativa fattibile allo sgombero. Appare che le autorità non hanno preparato nessun piano per un'adeguata sistemazione alternativa o discusso di questo con gli interessati.

La pratica del comune nelle precedenti occasioni è stata di offrire alcune forme di rifugio a breve termine (settimane o pochi mesi), e soltanto alle donne e ai bambini piccoli, nei dormitori cittadini per senza tetto. In alcuni casi, in questa occasione, sembra che non sia stata fatta nemmeno questa offerta.

Prima di essere sgomberata, la comunità viveva in tende e baracche sotto il cavalcavia Bacula, senza acqua corrente, fognature o elettricità. Senza sistemazione alternativa, le famiglie si sposteranno in un altro campo improvvisato o rischiano di essere completamente senza riparo.

La maggior parte dei Rom che vivevano nel campo di Bacula hanno alle spalle almeno uno sgombero forzato. Circa 110 di loro si ritiene siano stati sgomberati a forza, nell'aprile 2008, da un altro campo non autorizzato della città, in via Bovisasca.

Di questi 110, almeno 100 sono stati probabilmente sgomberati a forza, nell'ottobre 2007, dallo stesso campo di Bacula dove vivevano ora. Diversi dei precedenti sgomberi forzati hanno comportato la distruzione di proprietà, incluse baracche, vestiti, materassi ed in qualche caso, medicine e documenti.

© Amnesty International

 

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