Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Il 24 luglio 2006 è stato pubblicato dal quotidiano Abitare a Roma un articolo per presentare lo sportello lavoro aperto a Roma dall'Amministrazione Comunale, in collaborazione con l'Opera Nomadi del Lazio.
Il progetto, come sanno molti di voi, è attivo da diverso tempo ma abbiamo colto questa occasione per intervistare Aleramo Virgili, operatore e referente di questa importante iniziativa.
Quando nasce il progetto? Il servizio è nato a gennaio 2005, sostenuto dall'Opera Nomadi Sezione del Lazio e dal Comune di Roma (Dipartimento 14, Assessorato alle Periferie, per lo Sviluppo Locale e per il Lavoro).
Quante persone si sono rivolte al servizio? Il servizio è rivolto ai Sinti, ai Rom e ai Camminanti della Capitale: sia italiani sia europei. Nel 2005 abbiamo avuto 830 primi contatti. Inoltre, abbiamo svolto un servizio di segretariato sociale e di accompagnamento per i Rom Europei appena arrivati in Italia e per quelli con il tesserino di temporaneamente presenti.
Quali sono le tipologie lavorative che hanno avuto più successo? Il servizio si è molto impegnato nel sostenere il progetto dei mercatini, dove le famiglie vendono i propri manufatti artigianali e/o i materiali recuperati durante la settimana, ad esempio con gli sgomberi delle cantine. Abbiamo anche conosciuto tantissimi rom e romnì che lavorano come panettieri, badanti, muratori, elettricisti,... Naturalmente per lavorare non possono dichiarare di essere Rom perchè altrimenti perderebbero subito il lavoro. Abbiamo scoperto ed sostenuto tante e diverse realtà.
Quante richieste avete avuto da Rom e Sinti? Nell'ultimo anno abbiamo ricevuto 965 richieste di lavoro, di cui 430 per nuove occupazioni. Abbiamo anche accompagnato 850 persone per la richiesta del permesso di soggiorno e 530 per il rinnovo del permesso.
Come giudichi il lavoro che state svolgendo? Siamo molto soddisfatti perchè siamo riusciti a colpire i pregiudizi che esitevano nei confronti delle Minoranze Rom e Sinte. Siamo felici anche perchè stiamo riuscendo ad offrire speranza a tante persone che svolgono ancora alcune attività tradizionali, come lo spettacolo viaggiante o l'attività musicale. Siamo riusciti in tanti casi a valorizzare le diverse attività lavorative che già svolgevano le persone in una logica di sussistenza e così abbiamo anche contrastato alcuni fenomeni di devianza ma dobbiamo fare ancora tanto e gli ostacoli sono a volte insuperabili.
Qualche esperienza? Molti dicono che bisogna lavorare sui bambini, attraverso la scuola perché con gli adulti non è possibile costruire molto ma ti faccio l’esempio di una donna rom rumena che, grazie al nostro servizio, ha iniziato a lavorare come sarta e oggi sua figlia frequenta il liceo classico.
Quali sono gli ostacoli che dovete affrontare? Sicuramente sarebbe tutto molto più semplice se ai Sinti e ai Rom fosse riconosciuto lo status di Minoranze Nazionali, questo è un punto fondamentale. Inoltre, ogni giorno ci scontriamo con tanta burocrazia e tante regole assurde, ad esempio sulle regolarizzazioni dei Rom Europei: il Comune di Roma ritiene il container un alloggio idoneo e lo installa quale abitazione per molte famiglie, la Questura al contrario nega l’idoneità del container. Questo mette in difficoltà tante famiglie costrette a vivere nei cosiddetti “campi nomadi”.
Esistono dei settori economici dove può essere più utile insistere? In tutto il settore del riciclaggio già operano moltissime famiglie: raccolgono i materiali ferrosi, gli ingombranti,… Sono bravissimi e già molto capaci nella divisione dei materiali, ad esempio in un attimo se hai un vecchio banco di scuola ti dividono la plastica, il ferro e il legno. In una società del consumo come la nostra che ha un estremo bisogno di riciclare, i Sinti e i Rom dovrebbero essere sostenuti con strumenti ad hoc, ad esempio facilitando l’acquisizione delle licenze. Ritieni replicabile l’esperienza? Si, sarebbe importante l’istituzione di uno sportello nazionale che sappia offrire a tutte le amministrazioni locali gli strumenti per sostenere le attività lavorative dei Sinti, dei Rom e dei Camminanti. Anche per promuovere la figura professionale del mediatore culturale perchè solo i Sinti e i Rom sono capaci di offrire strumenti di lettura e comprensione delle loro società e delle loro culture.
Ringraziamo Aleramo Virgili e l'Opera Nomadi del Lazio Rif:. pijats romanò Per contatti diretti ROM LAVORO, Sportello di Segretariato Sociale per l’avviamento al lavoro delle Comunità Rom e Sinte telefono 06 72671701, e-mail romlavoro@tiscali.it Nella foto scattata a Brescia nel "campo nomadi" per Sinti Italiani uno dei tanti automezzi utilizzati per la raccolta dei materiali ferrosi.
Di Fabrizio (del 21/07/2006 @ 12:13:16, in lavoro, visitato 1706 volte)
Da Bulgarian_Roma:
14.07.2006 da Lili Makaveeva: Lo scorso 30 giugno è terminata l'implementazione del progetto "Sviluppo locale delle comunità Rom nelle aree rurali in Bulgaria", condotto da Integro Association con la partecipazione dell'olandese SPOLU International Foundation, col finanziamento del programma MATRA del Ministero degli Affari Esteri olandese.
Integro Association è lieta di cooperare e scambiare le reciproche esperienze con chi opera sul tema delle comunità Rom nelle aree rurali.
La nostra associazione ha raggiunto i seguenti risultati:
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Migliorata l'auto-organizzazione di 14 comunità Rom, cosa che ha permesso loro di interloquire direttamente con le autorità locali.
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Il formarsi di una rete di comunicazione tra le comunità coinvolte: RIUN (Roma Initiative United Network), che si estende dal nord-est al sud-ovest della Bulgaria.
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I giovani Rom di queste comunità, hanno a loro volta creato un network informale, per ottenere la maggior visibilità a livello regionale.
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Abbiamo stabilito strategie per portare a pareggio le attività e aiutare la nascita di attività produttive in 9 comunità.
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In 12 insediamenti abbiamo creato organizzazioni e centri comunitari.
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Coadiuvato lo sviluppo di piccole attività a livello locale in 16 insediamenti, assieme alla riorganizzazione dei quartieri stessi e al fermare l'abusivismo edilizio, ripulito le discariche, previsti spazi comuni per i giochi dei bambini, costruiti gli impianti di canalizzazione e le linee elettriche, equipaggiato le comunità di computer per l'accesso ad Internet, ecc.
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Contribuito a instaurare gruppi d'iniziativa, OnG locali, centri femminili, per i giovani e i bambini.
A seguito del lavoro svolto, continueremo l'attività tramite la European Roma Grassroots Organization Network (ERGO).
Nel quadro delle attività sin qui svolte, continueremo a monitorare lo sviluppo delle comunità Rom, non solo nelle aree rurali, ma allargandoci alle medie città e ai villaggi. Lo scopo è creare e rafforzare le strutture auto-rappresentative dei Rom, perché possano partecipare a tutti i livelli delle decisioni che li riguardano, preservando la loro lingua, identità e cultura.
Integro Association 7200 Razgrad 4 Osam Str.,
room 220 Youth hostel Phone/fax: (+ 359 84) 66 14 93 (+ 359 84) 66 10 26
Di Fabrizio (del 19/07/2006 @ 10:14:40, in lavoro, visitato 1503 volte)
BUCAREST - Il giornale Romania Libera riporta che tra il 2002 e il 2005, sono
2.442 i Rom che hanno trovato impiego tramite le Agenzie Municipali per il
Lavoro (AMOFM).
Altri 177 Rom hanno trovato lavoro nella prima metà del 2006. Molti di loro
non avevano terminato gli studi, e hanno trovato lavoro nelle costruzioni, nel
campo dell'idraulica di sanità, o lavori senza qualifica, dice Dumitru Pelican,
direttore esecutivo di AMOFM.
AMOFM, su suggerimento dell'Agenzia Nazionale per l'Etnia Rom e altre OnG, ha
organizzato "borse lavoro" già dal 2003. Sono in 543 quanti se ne sono
avvantaggiati.
L'Agenzia Regionale per l'Impiego (AJOFM), ha impiegato 150 Rom nella regione
di Teleorman, durante la prima metà dell'anno in corso, oltre il 40% in più
dell'anno precedente; questo ha dichiarato a Rompres, Mihai Sorin Murar,
direttore esecutivo di AJOFM. Tenendo conto dei complessi problemi delle
comunità Rom nella regione, si è fatta una divisione tra i gruppi interessati,
tenendo conto anche della componente femminile, che ha trovato parimenti
impiego.
Da
Romanian Roma
Di Fabrizio (del 29/04/2006 @ 10:41:15, in lavoro, visitato 2739 volte)
Due articoli sulla mobilità lavorativa in Romania, e sulle ricadute dell'ingresso del paese nell'Unione Europea. Il primo:
Romania: paese d'immigrazione
26.04.2006 scrive Mihaela Iordache
Un cambio di paradigma. Non è più esclusivamente un paese che esporta manodopera. Ora in Romania alcuni imprenditori richiedono lavoratori stranieri. Un'imprenditore tessile dell'est del Paese ha recentemente richiesto 1500 lavoratrici cinesi
L'altro, su
Previsti 56 mila lavoratori da Romania e Bulgaria nel 2007
Circa 56 mila lavoratori romeni e bulgari sbarcheranno in Gran Bretagna dopo l’adesione dei loro Paesi all’Unione europea, probabilmente a gennaio 2007. La previsione è dell’Institute for Public policy research, think tank progressista vicino al “New Labour” di Tony Blair, che in un rapporto pubblicato ieri a Londra argomenta i dati in chiave positiva, esortando le autorità a mantenere aperto il mercato del lavoro per i cittadini dei nuovi aderenti, come fatto con le matricole nuovo-europee nel 2004.
Di Fabrizio (del 20/04/2006 @ 10:41:56, in lavoro, visitato 1926 volte)
desde
Madrid Digital
Uno studio della Fundación Secretariado Gitano sottolinea le
potenzialità nascoste di questa minoranza nel mercato del lavoro, quando si
superassero le difficoltà della poca formazione e della discriminazione
sociale. Más información:Fundación
Secretariado Gitano. "Población Gitana y Empleo" (Informe completo)
Spagna, 10/04/06 - La creazione di posti di lavoro e lo sviluppo economico,
non significano la riduzione della povertà se il processo non si accompagna a
misure sociali adattate alle persone più svantaggiate. Questa è l'idea che
permea lo studio "Población gitana y empleo", presentato ieri alla sede del
Ministero del Lavoro, proponendo dati obiettivi e confrontabili con l'insieme
della popolazione spagnola.
Lo studio constata importanti progressi della comunità gitana, riguardo le
barriere lavorali e sociali a cui sono sottomessi, e afferma che esiste un'alta
predisposizione di questa popolazione al lavoro, nonostante la sua precarietà e
la bassa qualificazione che pesano sullo sviluppo.
"I dati avvallano un'importante e manifesta motivazione verso la formazione e
l'inserimento professionale, inoltre 8 su 10 gitani sono dell'opinione che se
potessero seguire un corso di formazione, per loro sarebbe più facile trovare un
lavoro qualsiasi", sempre dallo studio realizzato con l'ausilio di
interviste a 1.500 gitani di età superiore a 15 anni.
Inoltre, gitani e gitane si affacciano al lavoro in età più giovane,
conseguendo una vita lavorativa più lunga del resto della popolazione, per cui
il tasso di attività supera ampliamente il resto della popolazione (69%
confronto 56%).
Necessità di politiche di inclusione
L'esclusione della popolazione gitana dal mercato del lavoro è un aspetto
chiave della situazione di discriminazione descritta nel rapporto. Il 45,4%
degli intervistati ammettono di sentirsi discriminati in vari momenti.
Applicando la medesima proporzione, sarebbero 215.000 i gitani che soffrirebbero
la discriminazione nella ricerca di impiego e sul posto di lavoro.
L'indagine assicura che gli svantaggi per le gitane sono simili a quelle
degli uomini spagnoli in generale. Nonostante la scarsa partecipazione degli
uomini ai lavori domestici, anche loro sono interessate a formazione
professionale o cicli formativi.
A fronte di questo panorama e tra le raccomandazioni che concludono lo
studio, si constata la necessità di politiche inclusive, essendo "obbligo dei
poteri pubblici rimuovere gli ostacoli che tuttora impediscono il pieno
esercizio della cittadinanza ad alcune persone gitane".
Secondo i responsabili dello studio, i risultati che emergono dimostrano che
la crescita economica e la creazione di impiego da soli non garantiscono la
riduzione della povertà, quando non siano accompagnate da misure che vadano
incontro ai gruppi più esclusi.
Precarietà e formazione di base
La relazione tra scarsa qualificazione, sotto-impiego e disoccupazione è
molto forte. Gli alti tassi di analfabetismo e la mancanza di formazione
all'impiego sono due elementi chiave nell'analisi del collettivo gitano di
fronte al mondo del lavoro.
Tra la popolazione gitana occupata, lo studio ha rilevato un alto tasso di
sotto-impiego, precarietà e temporalità, inclusa la disoccupazione mascherata di
chi è occupato "nell'attività economica familiare".
Per terminare, i gitani non scolarizzati hanno un tasso di disoccupazione
superiore dei 4,6 volte alla percentuale degli spagnoli non-scolarizzati. Bassi
livelli di studio e in particolare l'analfabetismo, sono strettamente collegati
e crescono nel caso delle donne, delle persone anziane e, conseguentemente, tra
le persone con il peggior stato di salute.
(immagine Madrid Digital)
Di Fabrizio (del 26/03/2006 @ 10:02:08, in lavoro, visitato 1839 volte)
Segnalo un lungo e preciso articolo di Roma Press Association, su Rom e lavoro nella repubblica slovacca. E' in inglese, non ce la faccio a tradurlo bene per tempo.
Come ogni anno l'Istituto di Cultura Sinta, in collaborazione con l'Ente Morale Opera Nomadi Sezione di Mantova e l'Associazione Sucar Drom, organizza il corso base (livello 1) rivolto ai volontari e agli operatori.
Il corso, sostenuto finanziariamente dall'Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Mantova, è il primo livello di formazione proposto dall'Istituto e offre un iniziale approfondimento sulle Minoranze Etniche Linguistiche Sinte e Rom e sui rapporti che intercorrono tra la società maggioritaria (in senso numerico) e le diverse società sinte e rom, focalizzando l'attenzione sulla società e sulla cultura dei Sinti Lombardi.
Il corso, coordinato dalla dottoressa Barbara Nardi, è strutturato i cinque incontri.
martedì 14 marzo 2006, ore 21.00 Una storia scritta da altri. L'arrivo delle popolazioni sinte e rom in Europa; la formazione della società capitalistica e dello stato moderno; le politiche subite in seicento anni dalle Minoranze Etniche Linguistiche Sinte e Rom; il Porrajmos; le culture e i rapporti tra società nei paradigmi evoluzionisti. Relatore: Carlo Berini.
martedì 21 marzo 2006, ore 21.00 Mengur velto (la nostra cultura). La società e la cultura dei Sinti Lombardi; i tre valori fondanti: famiglia, lingua e rispetto per i defunti; i cambiamenti culturali. Relatori: Davide Gabrieli, Yuri Del Bar, Denis Gabrieli.
martedì 28 marzo 2006, ore 21.00 La mediazione culturale. Società a confronto; i processi di acculturazione; le tre funzioni della mediazione culturale; i rischi nella mediazione culturale. Relatore: Carlo Berini. Con il contributo di Yuri Del Bar e Davide Gabrieli.
martedì 4 aprile 2006, ore 21.00 La scuola e i Sinti. Lo strumento sociale scuola nella società maggioritaria (in senso numerico) e nelle società sinte; la pedagogia interculturale; il progetto scuola nella Provincia di Mantova. Relatori: Luca Dotti, Davide Gabrieli. Con il contributo di Scilla Alberini, Tania Righi.
martedì 11 aprile 2006, ore 21.00 Sinti e Rom un'habitat possibile I "campi nomadi"; le micro aree e i terreni privati; la casa. Relatore: Yuri Del Bar
Il corso si tiene a Mantova nella sede di Viale Learco Guerra n. 23
Per informazioni Istituto di Cultura Sinta via don Enrico Tazzoli n.14 46100 Mantova telefono 0376 360643 fax 0376 318839 e-mail, ics@sucardrom.191.it
Di Fabrizio (del 08/03/2006 @ 00:42:59, in lavoro, visitato 1739 volte)
una segnalazione al volo di Marta Rabbiosi:
venerdì 10 marzo alle 19.00 al Teatro Edi - via Barona angolo via Boffalora, Milano - all'interno della rassegna di cortometraggi "Sguardialtrove": "Kimeta. diverse come noi" - in un campo rom di Firenze da un laboratorio si sviluppa una cooperativa di donne
Di Fabrizio (del 06/03/2006 @ 13:05:24, in lavoro, visitato 1863 volte)
Ecco un articolo (penso a Storie italiane) che si ride per non piangere...A parte tutto, è da tanto tempo che non citavo più LA VOCE, è il momento di rimediare:
01-03-2006 La grande gara del permesso di soggiorno |
Pier Luigi Parcu |
In tempo di presunte guerre di civiltà, con la prevista concessione annuale contingentata di permessi di soggiorno ai lavoratori stranieri, l’Italia sta conducendo una sua piccola ma emblematica battaglia di inciviltà.
I flussi annuali
Nel nostro paese, i flussi annuali di nuovi permessi di soggiorno per motivi di lavoro sono stabiliti sulla base di un qualche incomprensibile calcolo che ben poco ha a che vedere con le esigenze del mercato del lavoro italiano e molto di più con le pulsioni xenofobe di settori della maggioranza politica e di parte della popolazione. In teoria, comunque, pochi o tanti che siano, i permessi di soggiorno per motivi di lavoro dovrebbero riguardare cittadini extracomunitari residenti all’estero, ai quali futuri datori di lavoro italiani, o legalmente stabiliti in Italia, propongono l’assunzione e quindi il trasferimento nel nostro paese. Naturalmente, tutti sanno che si tratta di una ridicola ipocrisia. Sabato 18 febbraio, il giorno in cui gli oltre seimila uffici postali preposti hanno iniziato a consegnare i kit per la richiesta del permesso di soggiorno ai presunti "futuri datori di lavoro", centinaia di migliaia di extracomunitari, che già vivono e lavorano, più o meno irregolarmente, nel nostro paese, si sono precipitati a fare la fila per ritirarli. Come hanno scritto i giornali, di futuri datori di lavoro, nelle lunghe code, non c’era neanche l’ombra. Sempre a quanto riferiscono le cronache, sono valse a ben poco le esortazioni delle forze dell’ordine a non precipitarsi tutti insieme agli uffici postali il primo giorno di consegna, in quanto i kit sarebbero rimasti in distribuzione per almeno un paio di settimane. In tutte le città, gli extracomunitari hanno comunque sopportato lunghe attese, fino a che i documenti disponibili, pare fossero un milione e cinquecentomila, non sono finiti. Il fatto che, nei giorni successivi, molti uffici postali non fossero stati riforniti di nuovi kit porta all’amara considerazione che, in fondo, conoscendo la burocrazia italiana, per "i futuri datori di lavoro" fare la fila il primo giorno di distribuzione non era poi una scelta così irrazionale. Anzi, si è poi scoperto che la scelta poteva addirittura rivelarsi ultra razionale, e economicamente vantaggiosa, se, riuscendo a procurarsi qualche modulo in più, si fosse poi avviata una proficua attività di bagarinaggio. Si vedano al proposito le cronache sul Corriere della Sera del 26 febbraio: il prezzo di bagarinaggio dei kit nei giorni successivi si è incredibilmente attestato su svariate centinaia di euro.
Un fatidico timbro
Ma è la totale insensatezza tecnica del passo successivo e decisivo della procedura, la modalità di definizione della graduatoria per l’assegnazione dei permessi, a dover ora preoccupare. Infatti, con i documenti debitamente compilati, i "futuri datori di lavoro" devono aspettare che un decreto del Governo fissi la data di partenza della prossima "Grande gara di resistenza alle file per immigrati extracomunitari", con la quale l’Italia si propone di entrare nel Guinness dei primati…delle file. Sembra che i permessi di soggiorno verranno assegnati a coloro i cui "futuri datori di lavoro" consegneranno per primi la domanda in forma di assicurata accettata, alla data stabilita nel decreto, in uno degli uffici postali abilitati. All’americana, che suona più efficiente, il metodo per compilare la graduatoria di preferenza sarebbe quindi first come first serve. Gli uffici postali italiani sono stati opportunamente dotati, all’uopo pare, di una straordinaria innovazione tecnica, ci informa sempre la stampa: un timbro minutario, con il quale sarà possibile allineare, al minuto, l’arrivo allo sportello dei partecipanti. Il rischio del metodo prescelto è piuttosto chiaro. È facile prevedere che il giorno in cui sarà resa nota la data di consegna dei documenti alla posta, avrà inizio il bivacco davanti agli uffici postali dei "futuri datori di lavoro" o, più probabilmente, delle centinaia di migliaia di immigrati con la speranza del permesso di soggiorno. Potrebbe non essere un bel vedere. È davvero necessario questo epilogo comico, e speriamo non tragico, di una vicenda economicamente e umanamente comunque deplorevole? Si può almeno evitare il bivacco e la gara per la consegna? Effettivamente, basterebbe dare disposizioni agli uffici postali di raccogliere tutte le domande e semplicemente numerarle. Poi un computer, innovazione del secolo scorso, crediamo successiva al timbro minutario, potrebbe estrarre a sorte i vincitori del permesso di soggiorno. In fondo, anche gli americani, sorteggiano i permessi. Fanno quella che chiamano una lottery. Non diventeremmo un paese molto più civile solo grazie a un ultimo, meno irrazionale, passaggio: l’ipocrisia e l’insensatezza economica di tutta la questione resterebbe intatta, ma almeno eviteremmo molte sofferenze ai "futuri datori di lavoro". Non siamo specialisti della materia, e rileggendo quanto scritto ci viene quindi un dubbio: ma è possibile che le cose stiano davvero così? Speriamo che qualcuno ci smentisca...
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Di Fabrizio (del 06/03/2006 @ 10:00:06, in lavoro, visitato 2944 volte)
Un'altra galleria fotografica, offerta dalla cooperativa LACI BUTI 2, impegnata nella potatura degli alberi.
(grazie a Filippo Podestà per la collaborazione)
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L'avviso in via Brembo
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Per il lavoro si è affittato un camion munito di piattaforma
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la raccolta e la pulizia
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Il quadro comando
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la squadra
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fatto il carico si raggiunge il nuovo cantiere
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pausa
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il ritorno
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intervento dei vigili in via Noto per spostare le macchine in divieto di sosta
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servizio effettuato lunedì 27 febbraio in via Brembo e via Noto a Milano
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