Di Fabrizio (del 23/09/2012 @ 09:17:34, in media, visitato 3505 volte)
... e voglio condividerle!
Luoghi comuni, felice intuizione di Luca Klobas che ne ha
scritto l'introduzione, può significare il "sentito dire" che domina
nell'informazione e nella divulgazione attuale, ma anche quei posti che sono
sotto l'occhio di tutti, e per qualche strana ragione nessuno osserva.
I Luoghi comuni sono però ricolmi di gente, raccontano
storie, possono stimolare la fantasia, celano amicizie e rapporti. Tra loro, un piccolo campo sosta comunale alla periferia estrema di Milano. Dove
il nostro cronista si perde, gira con attenzione tra le piazzole, prova a
vincere le diffidenze reciproche che lo dividono dagli abitanti.
Il resoconto che ne nasce è del tutto simile ad una guida turistica, con tutte le ovvie
indicazioni su come arrivarci (anche in canoa o paracadute!), su come anche
questo insediamento abbia i propri centri e le sue periferie. Non è un luogo
anonimo e miserabile, ma è possibile differenziare i vari punti, addirittura
individuare monumenti e punti di aggregazione.
Il Palaidro dei concerti, l'ex stadio sommerso dal Lambro, le attività
lavorative, la scuola, gli spettacoli per bambini, persino un cinema, un
possibile agriturismo e un caffè letterario... metteranno a dura prova i
pregiudizi di molti, anche di chi si è sempre proclamato antirazzista, ma non è
mai venuto a contatto "dal vivo" con una simile realtà.
E ancora, i file rubati da Wikileaks sui rapporti tra il campo rom ed i
vicini studi della Mediaset (una storia oscura di elicotteri e panini).
Inoltre: dati e storia dei Rom Harvati che lo popolano.
Tutto questo in una trentina di pagine che l'autore si è divertito a
scrivere, sperando di divertire, interessare e far riflettere anche i lettori.
Prezzo assolutamente abbordabile anche alle tasche provate dalla crisi: 5 euro.
Dimenticavo: tutto il ricavato della vendita (esclusi i costi di stampa)
andranno a finanziare le attività proposte dalla locale comunità rom.
LUOGHI COMUNI prima edizione
32 pagine in bianco e nero
Stampato in proprio
prezzo 5 euro
Di Fabrizio (del 17/10/2012 @ 09:17:39, in media, visitato 1328 volte)
Onde
RoadPosted on October 13, 2012
"I Rom hanno una mappa infinita nel palmo della mano. Io cercavo affannosamente
la mia, strofinando sotto un filo d'acqua le mani sporche di terra; mio padre
vedeva la sua, con più chiarezza. Avevo sei anni, e non sapevo ancora bene cosa
volesse dire partire". Una giovane Rom di nome Rebecca inizia a soli sei anni un
forzato e lungo viaggio itinerante, che dal Sud America l'ha portata in Europa e
infine in Italia. Una vita la sua, intrisa di drammi e dolori. Sgomberi forzati
delle baracche, incendi nei campi di Napoli, lunghe notti all'addiaccio nei
giardini pubblici di Milano, all'interno di vagoni abbandonati. Rebecca ha però
una capacità fuori dal comune, un dono innato: comunica con i colori. Il fascino
per la pittura la attrae fin dalla nascita e disegna usando quello che trova,
bastoncini, mattonelle colorate e addirittura sassi. Finché qualcuno non le
regala una scatola di tempere… Rebecca è venuta a trovarci a Radio Popolare e ci
racconta dei suoi viaggi e della sua passione per la pittura.
A qualche anno di
distanza dall'ultima volta torna ai nostri microfoni anche Marina, una rom del
campo milanese di via Idro. A differenza di Rebecca lei è stanziale da una vita.
Ci racconta come si vive in un campo rom e i sogni di una donna madre di cinque figli…
Di Fabrizio (del 24/10/2012 @ 09:17:05, in media, visitato 2227 volte)
Per i non genovesi sono disponibili i sottotitoli in italiano: cliccare
nell'angolo in basso a destra per attivarli.
Rassegna stampa schizofrenica
Ad inizio settimana leggevo l'ennesima puntata del
processo Ruby (poi, perché Ruby? credevo che il maggior imputato avesse un
altro nome). Ennesima, appunto... mi fa strano che TUTTI, a destra e sinistra
con i vari casini (quelli REALI, cosa avete capito?) che hanno,
si possano appassionare ad una storia boccaccesca. Son tutto fuorché un puritano
(almeno, riguardo al sesso), e se l'ex PresdelCons abbia copulato con una
minorenne consenziente, lo considero sì un reato, ma meno grave di sicuro di tante altre cose
di cui è stato (a torto o ragione) accusato.
E' gente che non frequento (diciamo che con ogni probabilità non mi
inviterebbero comunque), ma un'idea su di loro me la sono fatta:
a meno che non recitino in un film di Buñuel (ma non era
morto?), un'orgia collettiva di vecchi porci straricchi è una
nostra proiezione;
parere personale: se proprio dovessi fare del su e giù con
una bomba del sesso così giovane, probabilmente cercherei un
luogo appartato, anche a scanso di probabili brutte figure.
Però (però) non mi vengano a dire che incontri simili erano un'occasione per
lodare il creatore, col sottofondo di musiche napoletane e di vecchie
barzellette. Cioè: tu mi raduni tutta quella gente, e vuoi che non scappi parola
su un certo appalto, una nomina televisiva, una giunta scricchiolante...?
Legittimamente, s'intende, ma se avessi la disgrazia di lavorare per qualche
testata, credo che sapere di quali affari si discutesse sarebbe una notizia più
importante, per le pecore lettrici, del fatto che Ruby fosse minorenne o no, o
che l'abbia data o meno.
Su peccati veniali e diverse scale di valori, vale la frase finale riportata
nell'articolo (pronunciata da Mariarosaria Rossi, deputata del Pdl e "assistente
personale di Silvio Berlusconi"), la divido in due parti:
Quanto agli scandali che hanno coinvolto esponenti del
partito, come Franco Fiorito, ''e' nella natura umana - dice -
rubare. Certi rubano con dolo altri con superficialita'.
La verita' e' che non bisognerebbe generalizzare. Anche
perche' non e' che se a me entra in casa uno zingaro e ruba, io
poi vado in giro a dire che tutti gli zingari rubano...''.
Comunque, in base a quello che che ho letto, giudico questo piano
sicurezza molto debole, non risolutivo, perché gli interventi sono lunghi,
mirati all'integrazione dei rom, che a mio avviso non hanno mai dimostrato
nessuna intenzione di integrarsi e rispettare le regole, perché amano
vivere nella libertà più assoluta e calpestare le leggi vigenti del nostro
Paese. (il grassetto è mio, ndr.)
Il ché, permettete, mi manda in cortocircuito anche senza Ruby che mi alita
sul collo (o altrove). Perché sembra che questi comportamenti d'improvviso non
siano più "nella natura umana" se per caso non hai la ventura di
chiamarti Fiorito. Non solo, ritorna l'assunto per cui se uno delinque, tutti
siano delinquenti.
Conclusioni a parte, è giusto che sappiate di cosa parla il resto della
dichiarazione di Domenico Gangemi: apprendo dalle sue stesse parole che si
tratta della presentazione del PIANO ROM (vedi questo altro articolo su
VareseNews) da parte della giunta comunale di
Legnano (non lo dice, ma lo si intuisce che è di un altro colore politico); in
parole povere: del tentativo di normare appunto quei comportamenti contrari alle
"leggi vigenti del nostro Paese".
Cos'è che non garba a Domenico Gangemi? Che la commissione comunale abbia
chiesto un'opinione a tutti quanti quotidianamente si occupano di queste
situazioni, ma non a lui! Che, in quanto democraticamente eletto, voleva prima
far sapere al sindaco come la pensava, per poterlo poi ripetere in seduta
consigliare e anche sul sito LegnanoNews. Questa per lui dovrebbe essere una REALE "giunta del
dialogo" e, parole sue, sarebbe lui a cui non vogliono dare spazio.
Titolo acchiappa-gonzi quando mischia sesso con matrimonio (o convivenza)...
Per il resto è vero che tra i Rom sposarsi e convivere prima dei 16 anni era
normale, e resiste tra alcuni gruppi anche se meno che in passato. Personalmente
è una pratica che non condivido e ritengo che nel 2012 andrebbe ripensata, ma lo
scoglio è quel mio "personalmente"... Non sono io a sposarmi e non ho strumenti
per imporre il mio metro di giudizio a chi vive in situazione diversa dalla mia.
Ma, qual è il significato di queste pratiche tra popoli una volta nomadi? Che
siano "matrimoni combinati" o tra minorenni, da un lato fa parte di una politica
familistica di alleanze in terre ostile, dall'altro è un antico costume per
proteggere le ragazze più belle da pratiche ancora più odiose, come la schiavitù
dei secoli passati o il traffico attuale di persone.
La legge italiana è chiara in proposito, ma anche con tutte le buone intenzioni
non vedo come possa influenzare un costume così secolare. Anche perché la
percezione che avrebbe un Rom, sarebbe di una legge che si ricorda di loro solo
quando sono in torto, e mai quando hanno ragione.
Resta da capire, se si tratti di un tentativo della Nuova Sardegna di rincorrere
a destra la concorrente Unione Sarda o, per tornare alle righe iniziali, sia il
risultato di un matrimonio tra moralismo ex-comunista e bigottismo ex-cattolico.
Di Fabrizio (del 28/10/2012 @ 09:13:49, in media, visitato 1737 volte)
Diceee: Ma quanto sono belli, buoni e bravi i mendicanti!
Risponde una bambina che fruga nel cassonetto: Proprio a me vuoi prendere in giro?
Fatte le dovute eccezioni, siamo il prodotto dell'ambiente che ci circonda.
Noi vogliamo recuperare con loro i violini, forse una cultura persa, ma cosa
starà cercando quella bambina? Una fisarmonica o un panino avanzato di McDonald?
Brutta gente, che ci guarda affamata. Avanguardia di un esercito che da ogni
angolo del mondo assedia i nostri portafogli. Amiamo gli "estranei" perché prima di tutto
siamo scontenti ed incerti del nostro stile di vita, ma nel pratico li isoliamo
lontani dalle nostre case e proprietà, prima che il NOSTRO si tramuti in LORO. E
loro, se ne fregano dei nostri muri, visto che sanno scavalcarli.
Però quella commedia,
UNA
POLTRONA PER DUE, insegna alcune cosucce interessanti:
prendiamo un perfetto ed integrato esemplare del nostro
sistema di vita, catapultatelo nell'inferno, e diventerà in
tutto simile a chi odiava il giorno prima;
è una commedia, per cui anche il nostro diavolo
principiante, nella sua cattiveria, mantiene tratti di umanità.
Insomma, c'è una sceneggiatura che agisce nel scoprire questo
lato diciamo "umano". Nella vita reale, siamo noi gli
"sceneggiatori";
tanto per identificare i veri diavoli, di chi è l'idea
iniziale dello
scherzo al co-protagonista Louis Winthorpe III? Un mendicante, o
i due suoi vecchi compari di vita? Occhio a dove arriveranno le
vere fregature!
Di Fabrizio (del 29/10/2012 @ 09:19:36, in media, visitato 1583 volte)
La voix des Rroms mette in guardia i mediapar voxrromorum
le 16 octobre 2012
Questo è un messaggio che inviamo a tutti i media francesi:
Signore e signori, questo avvertimento non riguarda tutti i media, ma un buon
numero e il vostro può essere tra quelli. Vi chiediamo quindi di prestare
attenzione a questo messaggio.
Da qualche mese, la politica dello "smantellamento dei campi illegali",
associati (a torto) sistematicamente ai Rom, si accompagna ad una campagna di
demonizzane dei Rom, di cui vi state facendo complici. L'ultimo atto è stato il
reportage di France 2 di ieri sera, chiaramente di parte quando si domanda ad
una madre di famiglia "cosa pensate degli abitanti di Marsiglia che hanno
CHIESTO ai Rom di partire?" (il campo rom dato alle fiamme il mese scorso, ndr.) E di seguitoil
gestore di un bar, che dice di non aver mai avuto problemi, ma che impugna una
mazza da baseball per difendersi! Per non parlare di una signora anziana,
neanche lei ha mai avuto problemi, ma che ha paura di "essere aggredita". Da
parte rom [si è dato ascolto ad] una ragazza che afferma di mangiare nella
spazzatura. Vi ricordiamo che succede dappertutto, non solo ai Rom. Alcuni
hanno persino fatto una scelta consapevole e militante contro la società dei
consumi.
Europe 1 quando ha titolato "I Rom potranno diventare ortofonisti", con
un'ironia di cattivo gusto, persino disgustosa, in un articolo che menziona
soltanto l'allargamento dei mestieri autorizzati per Rumeni e Bulgari,
senza dire l'essenziale: che questi ultimi devono comunque avere la residenza
con la carta di soggiorno, per lavorare ed accedere anche a questi mestieri.
Non può mancare L'Express, con un servizio del 10 ottobre intitolato "Essere
vicini dei rom", dove si piange sulle sfortune che devono subire i "residenti
esasperati".
Per non parlare dell'enorme operazione poliziesca che ha preceduto di qualche
giorno il pogrom di Marsiglia: 11 Rom arrestati, consegnati all'odio della
folla, presentandoli all'unisono come trafficanti e schiavisti di bambini,
perché i LORO figli avrebbero potuto essere arrestati per piccoli furti. E dopo
questa frenesia mediatica, il pogrom di Marsiglia, la caccia generalizzata al
Rom da parte della polizia, il blackout totale su questo affare. Perché? Perché
l'obiettivo è stato raggiunto? E' questo che volevate, signori giornalisti? Ci
sono ebrei tra di voi? Chiedete ai vostri genitori di raccontarvi gli articoli
contro gli ebrei negli anni '30.
Ad ogni espulsione [...], ripetete come pappagalli: "lo sgombero è avvenuto
senza problemi". E' così da 20 anni, senza problemi. Per utilizzare il vostro
gergo NON E' UNA NOTIZIA! I Rom non sono violenti. Aspettate disordini con la
polizia per mettere del sangue sui vostri fogli? Ne sarete responsabili. Già lo
siete con l'invocazione all'odio tramite i "residenti esasperati". Mentre vi
stiamo scrivendo, la polizia caccia i Rom, con neonati in braccio, dai
marciapiedi di Marsiglia, di Noisy le Grand ed ancora altrove. Siete complici di
questa politica. Avete deciso di farvi eco della disumanizzazione dei Rom,
preambolo necessario a qualsiasi genocidio! Tra di voi sono rari quanti
rispettano la loro professione ed il dovere di informare in maniera equilibrata.
Non dimenticate, in un contesto in cui l'informazione è veloce, anche la storia
passa più veloce di prima. Sarà quella a condannarvi come complici di una
politica mortifera. Tenetene conto e reagite di conseguenza!
Di Fabrizio (del 02/11/2012 @ 09:06:00, in media, visitato 1405 volte)
Raccontavo
ieri che di questi tempi, in mancanza di determinate
certezze è più facile prendersela con chi, Rom e Sinti, certezze non le
ha mai avute. Alla stessa maniera, nella vulgata popolare è lo zingaro che
rimane il ladro per eccellenza, mentre la realtà quotidiana ci restituisce
esempi a non finire di furti commessi da colletti bianchi.
Fateci caso: quand'è che un giornale parla di un furto? Ormai, non è più
possibile nascondere il SISTEMA di ladrocinio che regola la pubblica
amministrazione; a parte ciò la cronaca accenna ai furti quando:
siano coinvolti Rom o Sinti (o si presume lo siano);
la vittima è un personaggio famoso.
Il ministro
Elisa Fornero rientra nel secondo caso. Non solo, come personaggio pubblico,
visti i tempi che corrono, è anche uno dei più impopolari in circolazione.
Difatti, la notizia del furto nel caso del ministro (DISCLAIMER: il furto
rimane un reato, non vorrei essere accusato di induzione al crimine!) ha
sollevato soddisfazione repressa soprattutto tra precari, gente che ha perso
il potere d'acquisto negli ultimi anni ecc. Insomma, tra quelle fasce di
popolazione dove maggiormente alberga l'antiziganismo.
Ho notato anche che nelle cronache giornalistiche stavolta mancava quella
frasetta, che spesso compare quando non si sa cosa scrivere:
si sospetta che il furto sia stato commesso da un gruppo
di zingari...
Frase che dice tutto e niente, ma contribuisce comunque a creare un
sentimento negativo verso gli "zingari". Costava tanto metterla ANCHE a chiusura
dell'articolo sulla Fornero?
Sono andato a leggermi di cosa scriva quel blog. Prima dei contenuti,
un'occhiata alla grafica: pagina scura ma con diverse sfumature di colore,
caratteri semplici e leggibili. Insomma, niente che ad uno primo sguardo possa
ricondurre ad un sito di estrema destra o razzialmente caratterizzato. La stessa
impronta viene mantenuta nell'introduzione,
dove una storia commovente caratterizza meglio l'intento del blog. La riporto
integralmente:
Questo sito nasce nel 2007 quando un gruppo di zingari rom massacrò mio
padre per derubarlo di soli 30 € contanti, un cellulare dal valore di 20 € ed un
braccialetto d'oro. Ancora ricordo quel giorno come se fosse oggi. Chiamò
l'ospedale a casa avvertendo mia madre di ciò che era accaduto e delle gravi
condizioni in cui versava mio padre. Ci precipitammo immediatamente al
nosocomio. Quando arrivammo vidi quel corpo tumefatto, il viso irriconoscibile,
lo zigomo rotto, un occhio rientrato e tanto sangue. Ore di agonia, di
sofferenza, di dolore. Mio padre non ce la fece. Morì e quei delinquenti non
furono mai presi. Intanto la mia famiglia era distrutta. Dovetti crescere senza
un padre, senza il suo affetto, senza il suo conforto, senza il suo dialogo,
senza il suo sorriso, senza i suoi consigli, senza niente. Quei delinquenti
oltre che uccidere materialmente mio padre, uccisero dentro anche me, la mia
anima, il mio spirito, il mio io. Il sito nasce inizialmente per sfogare la mia
rabbia, il mio dolore, la sofferenza alimentata ulteriormente dal fatto che a
quel brutale gesto non era seguita quella che si definisce “giustizia”. Vedevo e
vedo troppe cose che in Italia non vanno. Porgere l'altra guancia si, ma non
fino a farsi prendere per scemi.
Ricordatevi: questa è l'introduzione, cioè il ponte che
dall'anonimato di un sito porta al suo svilupparsi. Storia commovente, dicevo,
che occupa con vari particolari, tra il lacrimevole e lo splatter, quasi tutta
l'esposizione. Storia di un bravo ragazzo toccato non tanto nel portafoglio ma
negli affetti più cari, così che possiamo empaticamente identificarci in lui, il
suo dolore, la sua rabbia. Identificazione necessaria, perché non troveremo da
nessuna parte altri indizi sull'autore del blog, sul nome della vittima, su chi
materialmente la uccise. Riguardo agli assassini, sappiamo solo che fu "un
gruppo di zingari rom". Quindi, a rigor di logica, se l'assassinio fosse
stato compiuto, ad esempio, da "il cartello di Medellin", il nostro
avrebbe chiesto di cacciare dall'Italia tutti i Colombiani! Non pensiate che si
tratti di un errore di logica; secondo me è il passo successivo alla storia
lacrimevole: una parola d'ordine SEMPLICE e CHE DIA UN COLPEVOLE, così da
terminare con un occhiolino ai sentimenti anti-sistema che oggi vanno per la
maggiore, "Vedevo e vedo troppe cose che in Italia non vanno. Porgere
l'altra guancia si, ma non fino a farsi prendere per scemi." A questo punto
dopo l'introduzione allo svolgimento vero e proprio.
Chiameremo questa fase la vendetta, cioè il mix di "cose
che non vanno" e come rimediare, cioè "non farsi prendere per scemi",
che si sviluppano su due binari diversi. I temi affrontati riguardano singoli
episodi di cronaca nera, quasi tutti senza commento da parte dell'autore, ed i
colpevoli non sono più solo i Rom, ma anche Filippini, Rumeni... che, se
vogliamo dare una logica al tutto, dovrebbero essere TUTTI INDISTINTAMENTE
CACCIATI. Ma questo non viene affermato da nessuna parte, stranamente questo
elenco REALE di cronaca nera non riguarda nessun fatto in cui gli Italiani siano
anche lontanamente ritenuti colpevoli. Penso, perché sarebbe abbastanza
complicato, per lo stesso ragionamento di base, cacciare gli Italiani
dall'Italia, tanto, le "cose che non vanno" continuerebbero a non
andare... Ma intanto, da un singolo fatto iniziale, la colpa è stata estesa ad
un numero ragguardevole di COLPEVOLI: tanti, stranieri, violenti, ecc.
Ci sono anche due mini-dossier, dove i Rom tornano
protagonisti della cronaca:
Alba
Adriatica (a Pescara) e
i
Casamonica (a Roma), ma se il primo è soprattutto la testimonianza di una
convivenza mancata, il secondo è il racconto di un'integrazione riuscita al
contrario, dove un gruppo di Rom arrivato dall'Abruzzo si è talmente integrato
da aver sostituito i romani nei loro traffici tradizionali, compreso il
complesso meccanismo che mischia attività economiche, malavita e coperture
politiche. Per terminare con le sezioni del sito, una scarna raccolta di
video.
La seconda fase della vendetta spetta ai commenti, cioè come rimediare allo stato attuale delle cose. Se
l'autore del blog non si spinge oltre l'incerto confine del razzismo, i
commentatori non sembrano porsi questo limite, nel far quadrare un iniziale
storia commovente con soluzioni da III Reich. Eccone alcuni:
Hai proprio ragione antonella via dall'italia questi
zingari che insudiaciano, moralmente e fisicamente le nostre
strade, fanno la bella vita alle spalle dei poveri italiani che
lavorano per mantenere la propria famiglia e per finire non
hanno un benemerito ca**o di lavoro.
Però penso anche che difficilmente da uno zingaro rom, data
la sua scarsa propensione ad adattarsi e a rispettare le più
elementari regole di buon senso vigenti in una nazione, si possa
ottenere insegnamenti di come migliorarci. Le cronache
giornaliere parlano chiaro: stupri, spaccio di stupefacenti,
rapimento e sfruttamento di bambini, aggressioni mortali, furti
ecc.
CONCORDO PIENAMENTE CON TE, ANCHE SE NON CI CONOSCIAMO
ABBIAMO LE STESSE IDEE, SE FOSSE X ME RIAPRIREI I LAGER E LA
BRUCEREI TUTTA STA GENTE DI MERDA. PURTROPPO DI GENTE COME NOI
CE N\'E\'
Concordo! Salviamo la Patria da questa gente!!
CI HANNO ROTTO IL CAZZO STI ZINGARI DI MERDA!!!!! PREDIAMOLI
A CALCI IN CULO!!!!!!!!!!
Devono essere bruciati vivi nei forni crematori,hanno rotto
il cazzo le nostre città sono piene di questi esseri su-umani
che vivono di rapine e furti.
A CHE CAZZO SERVONO I ROM???? VIVONO SOLO PER DELINQUERE E
ROMPERE I COGLIONI A CHI LAVORA, FANNO TANTI FIGLI PERCHE\' PER
OGNI FIGLIO LO STATO DA LORO UN CONTRIBUTO GIORNALIERO TALE CHE
A FINE MESE DIVENTA UNO STIPENDIO D\'ORO
bravissimi, fuori dalle palle questa feccia pezzente rom. I
paesi seri la merda nomade la cacciano giustamente a calci, noi
fessi li raccattiamo tutti
Non ho riportato i nomi dei commentatori, ma al solito tanto più un commento è
forcaiolo, quanto il commentatore si difenderà tramite l'anonimato. Anonimi i
commenti, anonimo l'autore e pure la vittima iniziale. Il tutto suggellato dal
fatto di essere un blog e non un sito, per cui si può solo risalire alla
piattaforma che ospita il blog, ma a nessuno di quanti ha trasformato una storia
personale in voce di popolo. O meglio, gli unici che possono risalire a questi
dati sono Wordpress (the
Content is not pornographic, does not contain threats or incite violence towards
individuals or entities, and does not violate the privacy or publicity rights of
any third party;) da una parte, l'autorità
giudiziaria dall'altra.
Verrebbe da dire, è il mondo virtuale, bellezza! dove
chiunque può montare o smontare un frammento di vita e farne una piattaforma
politica.
Ma ragionando su quello che è il mondo virtuale, avrei un'ultima osservazione
da fare. Da molto tempo i giornali "tradizionali" stanno assumendo modalità
comunicative proprie delle rete telematiche per sollevarsi dalla loro crisi. In
questo caso mi sembra che avvenga il contrario: si utilizza uno strumento aperto
come il blog, per adottare strategie comunicative proprie dei mezzi di
comunicazione che perseguono un obiettivo politico.
Vittimismo, vuoti di memoria, nemici necessari, commenti forcaioli che si
vogliono mascherare da opinione della massa, fanno parte del piatto che
ogni giorno ci viene servito dai mezzi d'informazione eterodiretti. Vale la
legge della concorrenza, i meccanismi valgono purtroppo tanto a destra che a
sinistra.
Vediamo come si coniuga questo sistema con notizie differenti. Useremo il
Giornale e la recente morte di Pino Rauti come controprova. Nell'articolo di
Stenio Solinas (occorre dire che in altri articoli il Giornale ha
corretto il tiro) un protagonista delle pagine nascoste e violente
della nostra storia, viene ricordato come se fosse stato solamente un
intellettuale che non ha capito come fosse cambiata la politica. Fascista sì, ma
galantuomo.
Stragi, strategia della tensione, pestaggi... su questo un silenzio di tomba.
Io, che da ragazzo ho vissuto quegli anni, penso che molti testimoni delle
nostre storie oscure sono spariti in cause poco chiare, probabilmente per paura
che potessero squarciare questo silenzio tombale. Pino Rauti è morto ad 85 anni,
come si dice "tranquillo e con l'affetto dei suoi cari". E questa
morte, così incongruente con la sua storia, mi da l'idea di segreti così al
sicuro, che non c'è stato bisogno di ammazzarlo.
Di Fabrizio (del 20/11/2012 @ 09:09:16, in media, visitato 1553 volte)
La testata si chiama
ILNORD.com, e se fossi prevenuto già il nome sarebbe una garanzia. Ma non lo
sono, e allora via con la lettura. Bell'articolo, dal titolo
Incredibile in Toscana: 13 milioni di euro per gli Zingari di etnia rom/sinti.
Che in Toscana ci siano Zingari (con la Z maiuscola) che non siano "di etnia
rom/sinti" sinora mi era sfuggito, mi sfugge se la cosa sia un
maldestro tentativo di politically correct o sia il primo di una serie
di corti circuiti mentali. Diciamo (per non far polemiche inutili)... un titolo
alla Wertmuller.
Il pezzo forte del titolo comunque è l'Incredibile iniziale.
Fatta una rapida ricerca, trovo un documento della Fondazione Michelucci (QUI
il .pdf del
2007) che conta circa 3/4000 presenze di Rom e Sinti nella regione. Quindi,
fatti due calcoli, la spesa (o meglio: l'investimento) sarebbe tra i 3.000 e i
4.000 euro a cranio; ovviamente in questa cifra c'è di tutto: scuola,
casa, lavoro, ed esigenze diversissime tra loro. Però come somma, tutto mi
sembra tranne che una cifra Incredibile.
Un qualsiasi paziente lettore gradirebbe quindi sapere a cosa serviranno quei
soldi ma (provate a leggere il pezzullo), non ci si capisce niente. Questa nella
prima metà dell'articolo.
La seconda metà si divide quasi esattamente in due:
un lungo (e burocratico) intervento di un consigliere del
PdL. Intervento che, per quanto corretto, non aggiunge e non
toglie niente alla confusione che ormai regna sovrana;
un pippotto finale, ed è l'unica parte che risulta
comprensibile al vostro paziente lettore, e che quindi riporto
interamente.
Tagliateli tutto, ma non i fondi ai loro protetti. Zingari e immigrati.
In una regione colpita, come e più di altre in Italia, da una profonda crisi
occupazionale, spendere 13milioni di euro delle tasse dei cittadini per
costruire delle nuove casette per gli Zingari, è scandaloso. Quando, il
governatore Rossi penserà agli Italiani residenti in Toscana, nessuna casetta
per loro? E’ deprimente pensare che, nei prossimo giorni, file di pecore
telecomandate si recheranno ai seggi delle primarie del Pd, per votare degli
esseri inutili in cerca di poltrone. Membri di un partito il cui unico scopo, è
dissolvere la nostra società e il nostro tessuto economico. Non siate pecore.
Andate alle primarie del Pd, in Toscana, e scrivete sulla scheda "13 milioni di
euro".
Sostituite la parole "in una regione colpita [...] da una profonda crisi
occupazionale" con qualsiasi altra emergenza, che può andare dal
terremoto
alle recenti alluvioni, e vedrete che un motivo per non spendere quei soldi lo
si troverà sempre. Nel senso che si risparmieranno 13 milioni, e ne spenderemo
altrettanti, se non di più, per rimediare POI ai ritardi di investimenti
strutturali su una situazione altrettanto emergenziale (la botte piena e la
moglie ubriaca in politica non funziona).
Per terminare, un accenno alle "pecore telecomandate": dopo tutto
quello spazio dedicato al PdL, perché il vostro lettore non dovrebbe pensare che
a questo punto prendersela col le primarie del PD, non è proprio un segnale di
testata indipendente?
Questi Rom! Se non ci fossero, dovrebbero inventarli.
Di Fabrizio (del 22/11/2012 @ 09:06:17, in media, visitato 1580 volte)
Vola
Alto Bando di Concorso 2012
Realizza un cortometraggio sul tema dello ius soli, che ne
affronti uno o più aspetti con un reportage o una storia di fantasia utilizzando
liberamente qualsiasi linguaggio espressivo.
L'Associazione Marco Formigoni ritiene che questo sia oggi uno dei temi cruciali
per la democrazia, la convivenza, il rispetto dei diritti della persona umana,
la lotta alle ingiustizie e alle sperequazioni, e che quindi vada incoraggiata
la capacità di coglierne e raccontarne aspetti, contraddizioni, prospettive.
In Italia non vige lo ius soli, cioè il diritto di avere la cittadinanza del
suolo, del luogo in cui si è nati. Vige lo ius sanguinis, cioè conta la
discendenza, il sangue dei genitori. In pochi casi chi nasce in Italia da
genitori stranieri può ottenere la cittadinanza ma a prezzo di lente e complesse
procedure. In altri Paesi come USA, Brasile, Argentina, Francia si è cittadini
se si è nati sul posto, si ottiene la cittadinanza direttamente o con alcuni
procedimenti abbastanza semplici.
Nei Paesi in cui vige lo ius sanguinis, come l'Italia, cresce una popolazione di
senza diritti, popolazione di serie B al servizio di chi ha pieni diritti. Ne
derivano disuguaglianze, ingiustizie, persecuzioni, si alimenta una cultura
razzista. Molti immigrati non hanno più neppure legami con i Paesi d'origine da
cui sono fuggiti per motivi politici o economici, e vivono da apolidi di fatto
senza alcun tipo di tutela.
Ci sono molte proposte e pressioni per modificare la legislazione italiana in
materia e sanare una fonte di tragedie e iniquità che se non affrontate
determineranno crescenti squilibri. Ma le resistenze sono forti e trovano
consensi nel timore dello straniero e nelle contraddizioni che crea la crisi
economica.
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Di Fabrizio (del 26/11/2012 @ 09:09:24, in media, visitato 2645 volte)
Lunedì 3 dicembre, ore 18 - Libreria Popolare di via Tadino 18, Milano
Fabrizio Casavola (autore di Vicini Distanti) con alcuni abitanti del campo rom
comunale di via Idro, tutti nei panni degli imputati, risponderanno alle vostre
domande su perché gli zingari siano colpevoli di ogni malefatta. Se avanza
tempo, si racconterà anche come si vive e cosa si fa in un campo rom, e sul
rapporto che si è creato col mondo intorno.
Introduce e modera: Paolo Melissi (associazione Pluriversi)
Vicini Distanti (edizioni Ligera
- 2012) è la cronaca di 20 anni di vita di una comunità rom da sempre presente a
Milano. Attraverso interventi di mediatrici culturali, insegnati, giornalisti, dei
Rom stessi, scorrono i vari aspetti della loro vita: infanzia, scuola, lavoro...
con gli innumerevoli tentativi, alcuni riusciti e altri meno, di instaurare un
dialogo e un modo di convivere con la città attorno.
Dello stesso autore:
Luoghi comuni, guida turistica semiseria ai segreti, le
bellezze, i monumenti del campo rom comunale di via Idro.
PluriVersi è una associazione di promozione sociale che dedica le sue attività
al benessere psicofisico delle persone, e alla qualità dell'abitare e del
fruire di un luogo. Si occupa di promozione della culture e di valorizzazione
del patrimonio, ma anche di servizi per il benessere della persona, organizzando
servizi di supporto. L'associazione opera utilizzando un approccio
pluridisciplinare e pluriculturale.
Libreria Popolare di via Tadino
Via Alessandro Tadino, 18, 20124 Milano - Tel. 02-29.51.3268
info@libreriapopolare.it Dal 1974 un luogo di incontri, discussioni, confronti, iniziative...
Orari:
lunedì 15.30-19.30
mar-sab 9.30-19.30
dom 10-13
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
il link: www.sivola.net/dblog.
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