Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

ASSETTO VARIABILE

E' sospeso sino a data da destinarsi.

Le puntate precedenti sono disponibili QUI


Volete collaborare ad ASSETTO VARIABILE?
Inviate una
mail
Sostieni il progetto MAHALLA
 
  
L'associazione
Home WikiMAHALLA Gli autori Il network Gli inizi Pirori La newsletter Calendario
La Tienda Il gruppo di discussione Rassegna internazionale La libreria Mediateca Documenti Mahalla EU Assetto Variabile
Inoltre: Scuola Fumetti Racconti Ristorante Ricette   Cont@tti
Siamo su:  
Non voglio dimostrare niente, voglio mostrare

Federico Fellini
-

\\ Mahalla : VAI : conflitti (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 24/11/2005 @ 03:33:41, in conflitti, visitato 2067 volte)


21.11.2005   
Negli ultimi decenni il numero di sfollati interni (IDPs) è drammaticamente in aumento. Guerre civili ed umanitarie, lotta al terrorismo, fondamentalismi religiosi o economici, costringono le popolazioni a migrare in modo forzoso. Una tesi di laurea
Di Francesca Cazzato
 
Di Fabrizio (del 06/12/2005 @ 16:05:23, in conflitti, visitato 2625 volte)
UNA FERITA APERTA
(sul caso Hadareni cfr QUI ndr)

Un sanguinoso assalto che contrappose i Rumeni alla minoranza Rom nel 1993 lasciò un villaggio diviso. Ora, i sopravvissuti, stanno cooperando per restaurare l'armonia. (rif)

By Petru Zoltan, giornalista di Bucarest e collaboratore del Jurnalul National. Nipote di Mircea Zoltan, uno dei tre Rom uccisi negli avvenimenti di Hadareni.

29/11/2005 - Nel 1993 nel villaggio di Hadareni scoppiò uno dei più sanguinosi conflitti interetnici tra Rumeni e minoranza Rom. Dopo 12 anni, la vicenda si trascina ancora nei tribunali. L'ultimo appello, il 23 novembre in un giudizio locale, riguarda la somma che dovrebbe indenizzare i parenti delle vittime Rom, che in quella notte di violenza contarono tre morti e 14 case date alle fiamme. Tra i linciati dalla folla, mio zio Mircea Zoltan. Allora avevo 10 anni, mi ricordo soltanto mio padre che prendeva il treno per Hadareni, alla notizia che suo fratello era stato ammazzato. Da allora, oltre metà della mia vita, ho visto il rincorrersi di cause locali, nazionali, internazionali. Da quella notte, 20 settembre 1993, la memoria collettiva è rimasta segnata e solo ora si sta iniziando a ricostruire ponti tra le due comunità.

I fatti
Tutto cominciò quella sera quando tre Rom di Hadareni - Aurel Lacatus, suo fratello Rapa Lacatus e Mircea Zoltan - rivolsero la parola a una giovane non-Rom, Liana Bucur. Bucur racconterà poi in tribunale: "Non mi stavano infastidendo, e io non ho reagito male". Ma quella conversazione apparentemente innocua, aveva attitrato l'attenzione di Gligor Chetan, un anziano del villaggio, che si era avvicinato ai tre uomini e li aveva spintonati. Per tutta risposta questi l'avevano colpityo in faccia, raccontano i testimoni. Erano intervenuti intervenuti diversi Rumeni del villaggio, che aspettavano il bestiamo al ritorno dal pascolo. Nella confusione che era seguita, mio zio Mircea Zoltan e Aurel Lacatus avevano tentato la fuga. Rapa Lacatus circondato dala folla inferocita, aveva accoltellato Craciun Chetan (nessuna parentela con Gligor), che sarebbe morto il giorno stesso nell'ospedale della vicina Ludus. In quel periodo il villaggio di Hadareni - 900 persone, di cui 200 Rom e 130 di etnia ungherese - non aveva mai conosciuto tensioni etniche. Ma appena si venne a conoscenza della morte di Chetan, si radunarono 50 abitanti, armati di mazze, bastoni e bottiglie di benzina, che conversero verso l'insediamento dei Rom. I tre uomini furono trovati in una casa isolata, dove avevano trovato rifugio. Il capo della polizia della vicino paese di Chetani, Ioan Mega, arrivò sulla scena ma - come ricostruito da European Roma Rights Center (QUI ndr) - nel momento che i tre stavano per consegnarsi alla sua custodia, la casa venne data alle fiamme. In pochi minuti i tre morirono: Rapa Lacatus fu tolto dalle mani del commissario Mega e linciato, Pardalian Lacatus ucciso mentre tentava di sfuggire alle fiamme e Zoltan che riuscì a scappare, fu colpito a bastonate e ributtato nel fuoco. Quella notte, altre 13 case del quartiere Rom furono incendiate, e altre 5 saccheggiate. Alle 21.00 arrivarono altre forze di polizia dalla capitale distrettuale Tirgu Mures, senza però intervenire. Testimoni raccontano che furono gli stessi poliziotti ad incitare la popolazione contro i Rom. 

Il caso
Le indagini iniziarono già dal giorno successivo, ma i progressi furono lenti. I due poliziotti couinvolti - Ioan Mega e il sergente Alexandru Susca - seconda la legge rumena furono giudicati dalla giustizia militare nell'ottobre 1994, 13 mesi dopo quegli eventi. Nel 1995 furono prosciolti da tutte le accuse; il tribunale militarev stabilì che non avevano incitato alle violenze, non avevano preso parte agli evemnti e non erano stati in grado di contrastare la folla. Nel frattempo, nel 1997 il tribunale civile di Tirgu Mures identificò in - Nicolae Gall, Severius Ioan Precup, e tre cugiini, Pavel Bucur, Petru Bucur e Vasile Dorel Bucur (nessuno di loro parente di Liana Bucur) - come responsabili di "assassinio particolarmente violento", il massimo grado previsto dal codice criminale. Altri sei furono accusati di saccheggio e incitamento alla violenza. Nel 1998, quattro dei cinque accusati di assassinio furono condannati a pene tra i tre e i sette anni, mentre Petru Bucur vide mutata la sua condanna  in sei anni di prigione per danneggiamento di proprietà e incitamento alla violenza. Gli altri sentenziati di crimini minori furono condannati a pene tra i due e i cinque anni. Il giudice motivò la sentenza (l'omicidio di solito comporta tra i 15 e i 25 anni di pena) col fatto che le indagini avevano mostrato parecchie lacune e perciò non si potevano comminare pene più pesanti.

Gli iniziali dubbi del giudice portarono alla revisione del caso. Nel 1999 la corte suprema scagionò Nicolae Gall e commutò la pena di altri tre, cambiando il giudizio da  "assassinio particolarmente violento" ad omicidio. Nel 2000, l'allora presidente della repubblica, Emil Constantinescu, graziò due dei tre uomini ancora in carcere e ridusse la pena al terzo. Venne stanziata una somma (3 miliardi di Lei - 85.000 Euro) che il governo pagò a Gall per i tre anni passatiin prigione, a cui furono aggiunti 100 milioni di Lei (2.800 Euro) che sarebbero andati a rimborsare la vedova di Mircea Zoltan (indenizzo che tuttora è contestato). "Questa discrepanza mostra lo straordinario cinismo dei giudici, che considerano in 100 milioni di Euro le sofferenze di chi perse un familiare in maniera bestiale, e in  3 miliardi di Euro l'arresto di Gall" disse Meda Gama, avvocato che ha rappresentato i Rom dal 2003.

La situazione attuale
Nei cinque anni seguenti, i ricorsi non hanno cambiato il quadro d'insieme. "Nessun tribunale ha mai riconosciuto il pogrom o fatto niente per provare la partecipazione delle autorità [la polizia locale] agli avvenimenti", dice Gama, sottolineando i principali punti di controversia. I fatti hanno iniziato a muoversi più velocemente negli ultimi mesi. Nel 2003, un tribunale regionale di Mures ha condannato sette persone colpevoli di aver preso parte agli assalti di rifondere le proprietà date alle fiamme con 1,3 miliardi di Lei (circa 37.000 Euro) e con 580 milioni di Lei (circa 16.000 Lei) per i danni morali. Sentenza confermata a maggio 2005 dalla Cassazione. Nel 2000, 25 tra i superstiti dell'insediamento di Hadareni, hanno portato il loro caso al Tribunale Europeo dei Diritti Umani (ECHR) di Strasburgo; ritenendo colpevole lo stato rumeno di discriminazione, tolleranza di violenze e torture, non assicurare un equo processo e di non tutelare la vita degli individui e della famiglia, tutti diritti contenuti nella Convenzione Europea dei Diritti Umani. Entrambe i casi, hanno ottenuto soluzione nel 2005. A luglio, con due sedute separate, l'ECHR ha ordinato alla Romania di pagare complessivamente 500.000 Euro ai 25 superstiti. Diciotto di loro ne avevano già ricevuto 262.000 con un "accomodamento amichevole" con lo stato. Accordo rifiutato dagli altri sette, perché giudicato insufficiente, e che saranno indennizzati per un totale di 238.000 Euro. Sempre l'estate scorsa, la Corte d'Appello di Mures ha ordinato alla polizia di valutare le case dei sette giudicati condannati a pagare un compenso per il ruolo tenuto durante le violenze. La possibilità che le case siano confiscate, ha nuovamente aumentate le tensioni nel villaggio, che ora è presidiato da polizia e vigili del fuoco. Sinora, le proprietà non sono state vagliate. 

Forse galvanizzata dai recenti sviluppi e dalle critiche dell'ECHR, l'Agenzia Nazionale per i Rom (ANR), creata l'anno scorso dal governo al posto dell'ex Dipartimento degli Affari Rom, sta appoggiando progetti per migliorare le relazioni tra Rumeni, Ungheresi e i Rom rimasti nel villaggio. Uno schema ambizioso dello scorso settembre, che vuole coinvolgere le autorità, le OnG e la popolazione di Hadareni, vuole individuare come combattere la discriminazione nel villaggio. Intende formare gruppi di lavoro che intervengano nelle scuole nelle altre istanze comunitarie, e cerchi anche di affrontare i problemi dell'accesso al sistema sanitario, alla casa, alle infrastrutture e al lavoro. L'incontro fondativo è stato reso possibile grazie al Partnerariato per lo Sviluppo Locale (FPDL), una OnG indipendente. Per due giorni, Rom e non-Rom del villaggio si sono parlati e hanno progettato assieme - per la prima volta dopo 12 anni. Con la fine dell'anno, ANR e FPDL intendono presentare al governo un piano e una strategia per migliorare la situazione ad Hadareni, con soluzioni che coinvolgano tutte le comunità. "La soluzione è che non solo i Rom, ma l'intera comunità di Hadareni debba cambiare e le autorità le trattino tutte su basi paritarie" ha detto Simona Pascariu di FPDL. Sono stati stanziati 1 milione di Euro per migliorare le infrastrutture del villaggio, come pure il sistema sanitario ed educativo. "Il governo centrale deve mantenere le sue promesse e iniziare un cambio reale, non solo di facciata" dice Pascariu. FPDL e ANR ritengono che Hadareni subirà una trasformazione profonda, diventando un "Villaggio Europeo", dove i gruppi etnici convivono pacificamente. Sperano che i risultati siano tangibili nel 2008, un anno dopo l'ingresso della Romania nell'Unione Europea.

© Transitions Online http://www.tol.cz
riportato su Romanian_Roma
 
Di Fabrizio (del 07/12/2005 @ 17:18:03, in conflitti, visitato 1850 volte)

Da Kosovo_Roma_News

IN MEMORIA DELLE VITTIME ROM E IL FUTURO DEI LORO FIGLI

di: Rajko Djuric

I Roma di Serbia e , che come i Rom di molti paesi europei e no, assieme agli Ebrei furono le principali vittime di guerre e stanno seguendo con attenzione ed apprensione le "dispute diplomatiche" che ora accompagnano le trattative sul futuro delle due etnie maggioritarie del Kosovo e Metohija.

Le Nazioni Unite, il cui Segretario Generale Kofi Annan ha avuto l'opportunità di parlare con i rappresentanti dell'Unione Internazionale dei Rom, è stato informato sui fatti e sui dati inerenti la situazione generale di 12 milioni di Rom, la più grande minoranza nazionale d'Europa. E' pure noto che sino al 1999, i Rom erano anche la più grande minoranza nazionale in Kosovo e Metohija.

Karitas, la società per i popoli oppressi con sede a Gottinga, assieme ad altre OnG europee hanno mostrato grande attenzione al destino dei Rom kossovari, e dal 1999 ne informano tramite il periodico "Good Day" della chiesa cattolica di Colonia.

Con questo, tanto l'Europa che la comunità internazionale sono a conoscenza che prima la ALK e poi l'UCK hanno commesso crimini contro i Rom, e una radicale "pulizia etnica". Di circa 260.000 Rom che vi vivevano sino al 1999, ne sono rimasti solo 26.656. Di 193 insediamenti, ne restano soltanto 26.

Questo significa la distruzione totale della minoranza Rom, che in Kosovo e Metohija non era avvenuta nemmeno con la II guerra mondiale e l'intervento delle SS tedesche, dei fascisti italiani e dei loro alleati. E' la formulazione fatta da Hana Arendt “Il totalitarismo distrugge totalmente.”

Ecco un estratto dei vari rapporti.

T.T. e sua moglie, Rom di Obilic, rapiti il 5 luglio1999 affermarono di "essere stati torturati da gente di etnia albanese" dopo le uccisioni della famiglia Krasnici. Nella loro casa vennero bruciati vivi Alija, sua moglie Muljazima, i figli Djulja, Fadilj, Cherim e Nedzmedin, che aveva solo un anno."

Anche a Pristina bambini Rom vennero bruciati vivi.

La ALK, definita persino da alcuni intellettuali albanesi come "fascista", uccise un gran numero di Rom a Pristina, Pec, Obilic, Djakovica, Lipljan, Prizren, Podujevo, Urosevac e Gnjilane. A Pristina vivevano circa 22.000 Rom, secondo le ultime stime ne restano 1.300, a Pec di circa 20.000 ne rimangono 1.100, 500 su 7.000 a Obilic, 250 su 7.000 a Gnjilane, 300 su 5.000 a Gnjilane... Una lunga ed agonizzante lista di rapimenti di donne e ragazze, dispersi, alcuni rapporti parlano di fosse comuni dove sarebbero sepolte le vittime.

Il tragico destino dei Rom kossovari è stato amplificato dal premio Nobel Gunther Grass e i suoi appelli e discorsi sono stati pubblicati nel libro "Senza Voce", edito in Germania da Steidl.

L' UNMIK è a conoscenza di quanto, oggi e allora, stiano facendo gli estremisti albanesi contro i Rom che vivono tuttora in Kosovo.

Nonostante ciò, i Rom di Serbia e Montenegro, tra cui 116.000 Rom registrati come profughi rifugiati dalla provincia del Kossovo - sono fermamente convinti che la verità sarà sempre dalla parte dei più privilegiati, di chi ha maggior confidenza con la comunità internazionale, in particolare con Martti Ahtisaari, inviato speciale dell'ONU ai colloqui sullo status del Kosovo e Metohija. In precedenza Ahtisaari, come presidente della Finlandia, aveva mostrato grande comprensione per i Rom del proprio paese. L'attuale presidente Tarja Halonen ha continuato la strada intrapresa dal suo predecessore, aprendo la porta ai Rom non solo in Finlandia, ma in tutta Europa, e per questo ha ottenuto nel 2003 la più alta onoreficenza dai Rom dì Europa.

I Rom di Serbia e Montenegro sono dell'opinione che è più utile concentrarsi su quanto possa unirci, piuttosto che rimarcare le differenze con chi ci attacca fieramente.

Coinvolti sulle questioni di pace e sicurezza, i membri di questa minoranza nazionale si aspettano che la comunità internazionale nei colloqui sullo status del Kosovo assuma e difenda tutti quei punti di vista rispettosi dei principi e delle norme del diritto internazionale.

Un Kosovo indipendente, in qualsiasi forma dovesse esplicitarsi, significherebbe riconoscere e premiare quanti commisero crimini contro i Rom, un delitto che negli annali della storia europea ha il solo paragone con quello che accadde ad Auschwitz e con l'Olocausto, nello stesso anno in cui è caduto il 60° anniversario della vittoria sul fascismo. Negare giustizia ai Rom del Kosovo e privare del futuro i loro figli, significherebbe un silenzio colpevole della comunità internazionale, complice col regime che ha si è macchiato di delitti contro i diritti nazionali, civili ed umani, garantiti dall'ONU, nel cuore del continente e delle istituzioni europee.

Ci si aspetta dalla comunità internazionale che le soluzioni proposte portino pace, sicurezza, stabilità e prosperità a tutti in Kosovo. Nel contempo, si tenga conto che l'etica richiede giustizia, senza cui non potrà esserci una pace duratura. La giustizia non può in alcun modo dipendere dalla volontà di chi si è macchiato di crimini.

Dalla saggezza e dalle decisioni della comunità internazionale dipenderà se il millennio appena iniziato porterà nuova fiducia e speranza ai popoli del Kosovo, che hanno condiviso sin dai tempi dei re e dei sultani, del terrore nero e rosso, una cooperazione senza fine, mutua conoscenza e amicizia. Non sarà più così, in un Kosovo diviso, o indipendente.

Tutti questi popoli, come hanno spiegato anche eminenti storici e scrittori, non hanno sofferto per mancanza di virtù ma, soprattutto, l'assenza di condizioni che permettessero l'affermare dei propri diritti e libertà. L'esperienza storica testimonia che la malafede e l'odio velenoso crescono in modo incontrollato ai confini tra le divisioni dei popoli e delle minoranze nazionali.

Le parole di Willy Brandt, dette in un altro contesto, oggi possono servire da faro per politici e diplomatici: "Potrà crescere assieme solo chi vivrà assieme!”

L'autore è presidente della Roma Foundation e del Roma PEN Centre.

NdR A proposito della segnalazione di ieri, Daniele vi manda il link dell'articolo completo

 
Di Fabrizio (del 12/12/2005 @ 09:34:28, in conflitti, visitato 3014 volte)

Fate finta che sia un tentativo di mettere la testa fuori dal seminato.

Una scena a cui alcuni di voi hanno sicuramente assistito è lo sgombero/ il controllo in un campo rom: pistole puntate sulle donne e sui bambini, caroselli di gipponi... e per quanti non ne hanno mai visti (o si ostinano a negare che succedano cose simili), il riferimento per capire lo trovano in film come Soldato Blu o Piccolo Grande Uomo.

Per anni, i Rom hanno vissuto con un PARADIGMA: i celerini potevano agire in quella maniera (che lo facessero a ragion veduta oppure no, qui non importa), perché i Rom sono ai margini della società, tanto geograficamente che nell'agenda politica. Questo ha anche significato che le associazioni, più che i Rom stessi, avevano una ragione in più per battersi per diminuire l'isolamento geografico e politico: fare in maniera che certi atteggiamenti della polizia non passassero sotto silenzio.

Facile comportarsi come RAMBO, quando il nemico è indifeso e nessuno può testimoniare. Il Rom, italiano o straniero, in un campo abusivo o regolare, è per la legge un tipo di cittadino che se si lamenta perde il diritto a risiedere, che il comune gentilmente gli concede.

Ma ecco, si presenta nell'ultimo mese un malessere che percorre l'Europa. Nelle periferie francesi, scoppia una rivolta, le cause si perdono in quarant'anni di storia francese. La miccia è nuovamente l'isolamento geografico e politico. La risposta dello STATO è stata l'impiego della forza pubblica e la militarizzazione delle periferie. Forse i Flic sono stati + civili con i figli del Maghreb, dei loro colleghi italiani nei confronti dei Rom, rimane il fatto che anche in quel caso LA FORZA PUBBLICA E' INTERVENUTA PER SANCIRE IL DISTACCO TRA POPOLAZIONE E ISTITUZIONI. In questo mese e mezzo difatti, non è emersa nessuna strategia pubblica che affronti il tema dei rapporti tra le istituzioni (centrali o decentrate) e settori marginali in rivolta.

Un bubbone che può espandersi a macchia d'olio nel continente: a differenza dei Rom qui si tratta di cittadini riconosciuti come tali, che si ribellano e che non possono essere sgomberati. Al limite, li si può lasciare a marcire, sapendo che prima o poi la rivolta può tornare.

PARTICOLARE IMPORTANTE: dato che in Francia le violenze sono avvenute da entrambe le parti, al di là di quel che raccontano governi e giornali, chiunque può rintracciare in rete documenti, video, testimonianze di cosa è successo. Senza censure.

Mi rendo conto, che i miei ragionamenti si perdono in 100 rivoli. Un intermezzo?

3 pericolosi agitatori anarco-insurrezionalisti e uno che passava di lì per caso

Ma ecco che la cura esonda: in Val di Susa. Non sono disperati delle periferie, non sono una dimenticata minoranza etnica (non ancora, almeno). Eppure la polizia si è comportata con loro come se dovesse fare un controllo in campo rom. Un ministro, che si affretta a dichiarare che non ci sono state cariche della polizia. Una TV (grazie internet!) che mette online le riprese di cosa è successo.

Il punto chiave, come all'inizio di questo post, resta la mancanza di dialogo tra decisori e cittadini (quell'altro ministro: "...si mettano il cuore in pace!"). E nel mio piccolo, proprio quel ministro che ha interessi privati nell'appalto, ricorda molto da vicino quegli assessori che sgomberano i campi, e hanno preso qualche mazzetta perché su quei terreni si costruisca il solito centro commerciale...

Diciamo che l'argomento (TAV sì, TAV no) per me ha un'importanza minima, rispetto al risultato ottenuto: la polizia che carica cittadini inermi e gli stessi cittadini che vengono fatti passare per ostaggio di chissà quale complotto sovversivo. Sulla protesta in sé, personalmente posso essere o meno d'accordo, ma ritengo che la differenza tra una democrazia e il suo contrario è la possibilità di esprimere, pacificamente ma con forza, le proprie opinioni. Quindi, d'accordo o meno, vi segnalo dove confrontarsi con l'eterogeneo comitato che si è formato in quella valle.

Quello che mi interessa, piuttosto, è che mentre sulla carta l'Italia passa ad una Costituzione "federalista", nei fatti le istanze locali vengono soffocate (e sconfessate dagli stessi "federalisti"). La mancanza di una mediazione trasforma in pericolosi agitatori anche chi tra i manifestanti avrà sempre votato moderato o leghista.

Quello che lega tra loro tre situazioni molto diverse tra loro (il campo sosta, la banlieu francese, la valle piemontese) a parte la reazione poliziesca, è che sono un puzzle di nodi locali, che presi singolarmente hanno poco valore, rischiano di essere proteste corporative, o comunque minoritarie: una difesa del proprio ghetto o del proprio cortile.

La scommessa, al di là degli schieramenti di destra o sinistra, è di uscire dai propri schemi ed orizzonti, anche per le politiche dei Rom e dei Sinti. Trovare le ragioni remote perché le rivendicazioni specifiche possano essere assunte da uno schieramento più vasto. Sapendo che più si sarà civili e democratici nel nostro argomentare, più saremo (civilmente e democraticamente) censurati.

 
Di Fabrizio (del 05/01/2006 @ 08:19:36, in conflitti, visitato 2236 volte)
Da Romano Lil edizione telematica 3 gennaio 2006

“Il Porrajmos dimenticato, le persecuzioni dei Rom e Sinti in Europa” è il titolo del libro edito dall’Opera Nomadi, con il contributo dell’Unione comunità Ebraiche Italiane. Il libro traccia la storia della persecuzione degli zingari a partire dal medioevo per arrivare all’età moderna, soffermandosi sul periodo nazi-fascista che ha porta...


 
Di Fabrizio (del 08/01/2006 @ 10:18:15, in conflitti, visitato 2842 volte)

Premessa: 6 aprile 2004, Il Washington Post riportava della completa rasa al suolo di un villaggio di zingari (Dom presumo) nell'Iraq meridionale, ad opera delle milizie sciite, dopo un intenso scontro a fuoco tra gli abitanti e la milizia stessa. Non si conosce la sorte e il numero dei superstiti. Sempre secondo l'articolo, Hamid Abed Zeid, uno dei comandanti della milizia, ha giustificato l'azione con queste parole: "Sappiamo cosa succedeva lì - attività illegali, droga, crimini, rapimenti. Queste sono attività contrarie agli insegnamenti islamici".

Foto e notizie su: Washington Post (ma il link non è più disponibile senza abbonamento) con le dovute precauzioni, visto il ruolo di occupanti degli statunitensi e i loro rapporti (allora) molto tesi con gli sciiti dell'Iraq del sud. Questa settimana Reuters e Washington Post sono ritornati su quelle storie (vedi sotto).

Qui invece un altro articolo del giugno 2005.

Per conoscere i Dom, diffusi in Medio Oriente e Africa Settentrionale

reuters

family1

By Deepa Babington

HADID, Iraq (Reuters) – Tra i tre milioni di Iracheni impoveriti, Jameel Mahmoud Hassan ha il non invidiabile titolo di essere tra il più povero di tutti.

Parte di un gruppo di Zingari iracheni che ha girato per anni nei fetidi terreni di un villaggio a nord di Baghdad, ha passato la sua vita nello squallore, e ora nella paura.

La casa non è niente di più di una tenda che a fatica si tiene con i sui bastoni, e un tappeto strappato circondato da sacchetti di plastica, barattoli arrugginiti e bottiglie rotte.

Una pila di bombole di cherosene con del fango sulla parte superiore, serve da forno improvvisato. Le mosche turbinano dappertutto - sull'immondizia, sui bambini che ridono senza motivo, su un cane legato ad un albero.

Dentro la tenda, sua moglie e cinque figli, i vestiti impastati dal fango, avvolti in una maglia e un tappeto. La lampada a cherosene è l'unica fonte di calore in questa gelida mattina invernale.

Patate, cocomeri e fagioli sono il piatto tipico a colazione, pranzo e cena. La carne è un lusso che appare forse ogni due settimane.

Recentemente, la milizia si è presentata da Hassan per obbligarlo a sgomberare.

“Non abbiamo niente” dice. “Siamo poveri. Cerchiamo solo un posto sicuro per nasconderci”

Disprezzati dai religiosi musulmani e a fatica tollerati dal resto della società, gli Zingari iracheni vivono un'esistenza precaria. Mancando di istruzione e professionalità, formano il gradino più basso del sistema sociale.

Ancora, gli Zingari del villaggio di Hadid, vicino a Baquba (65 km, a nordest di Baghdad), possono essere tra i più fortunati in Iraq. Le altre tribù sono state cacciate e attaccate dalle rampanti milizie islamiche, che li vedono come una macchia sulla società.

Sotto Saddam Hussein, gli Zingari erano al sicuro dalle persecuzioni – favore che ricambiavano occupandosi di danza, alcool e prostituzione, dicono gli Iracheni. La loro sicurezza scomparve con la destituzione di Hussein, lasciando aperta la porta alle milizie religiose.

family2

ZINGARI IRACHENI — Una famiglia condivide un modesto pasto nella tenda che serve loro da casa nella città di Diwaniya, nell'Iraq Meridionale [...]

To match feature IRAQ-GYPSIES. REUTERS/Imad Al-Khozai/Files (SIN25D)

Photo shot: 1/04/2006 5:10 AM
Photo arrived: 1/04/2006 12:13 AM

immagine dal Washington Post



VILLAGGI ATTACCATI

Una tribù di circa 250 famiglie zingare che viveva in un villaggio vicino alla meridionale città di Diwaniya fu tra quanti scoprirono sulla propria pelle la furia dei gruppi religiosi.

Il capodanno dell'anno scorso colpi di mortaio caddero sulle capanne di fango e canne, uccidendo una donna e ferendone altre tre.

Convinti di essere stati attaccati dal potente esercito di Moqtada al-Sadr, abbandonarono il villaggio, senza chiedere aiuto ai leaders religiosi. In seguito la più alta autorità sciita in Iraq, il Grande Ayatollah Ali al-Sistani, promise loro che non sarebbero più stati molestati. Fecero ritorno al villaggio, che nel frattempo era stato saccheggiato.

La scuola elementare e la clinica costruite dal governo di Saddam erano state rese inagibili, le loro case danneggiate. La povertà che credevano di essersi lasciati alle spalle era tornata.

“[Gli esponenti dei] partiti religiosi ci hanno torturato,” racconta Bizai al- Baroodi, lo sceicco della tribù. “Avevamo raggiunto un livello decente di vita, ma dopo gli ultimi attacchi, ci siamo ritrovati al punto di partenza.”

La paura di quella notte attanaglia ancora Maiyada al-Tamimi, una Zingara di 20 anni. Un colpo di mortaio colpì la sua casa, uccidendole la madre e fratturandole il braccio, che dice dev'essere ancora curato. Dice: “Se avessi un lavoro pulito e onesto, non esiterei a lasciare questa tomba e vivere come qualsiasi altra ragazza della mia età”.

Come molti Zingari iracheni, molti della sua tribù sono arrabbiati per essere costretti a vivere come fuggiaschi nella loro stessa terra. Dicono che le loro radici si trovano in Spagna e fecero dell'Iraq la loro patria oltre 150 anni fa. Molti sono originari dell'India, altri arrivano da altri paesi del Medio Oriente.

Anche se parlano arabo e si professano islamici, le loro facce più scure ed affilate le tradiscono e ne fanno oggetto di persecuzione razziale:

“Siamo musulmani ed esseri umani, cittadini iracheni,” dice al-Baroodi. “Vogliamo soltanto vivere in pace”.
© Reuters 2006. All Rights Reserved.

 
Di Daniele (del 11/01/2006 @ 16:25:34, in conflitti, visitato 2105 volte)
9 gennaio 2006

Aggiornamenti sulla vicenda del campo Rom contaminato in Kosovo-Metohija (Serbia e Montenegro), arrivano da Reuters AlertNet e dal Times di Londra.
Le circa 125 famiglie Rom rifiutano di lasciare il campo contaminato da piombo dove vivono da sei anni. Secondo Skender Gushani, un rappresentante della comunità, il sito dove dovrebbero collocarsi temporaneamente, prima della ricostruzione delle loro case, è a soli trenta metri da dove vivono. Bensì , loro vorrebbero tornare nelle loro case a Pristina e a Kosovska Mitrovica, dove vivevano sei anni fa, quando i terroristi albanesi kosovari hanno raso al suolo le loro case.
I rappresentanti delle comunità Rom dicono che accettando un'altra soluzione temporanea, significherebbe solo altri ulteriori ritardi per il ritorno alle loro case originarie."Ci siamo mossi abbastanza da un campo all'altro", dice Elizabeta Bajrami, "le Nazioni Unite dicono che rimarremo lì solo per sei mesi, ma noi non ci crediamo".
Nel Kosovo-Metohija, dall'entrata delle Nazioni Unite (giugno 1999), i terroristi albanesi kosovari hanno distrutto più di 7000 abitazioni di famiglie Rom, additandoli come collaboratori dei Serbi.La burocrazia e la generale inerzia delle Nazioni Unite e dell' O.N.U. nel Kosovo, hanno rallentato il piano di ricostruzione, ora appena iniziato.
Purtroppo le trattative rimangono sospese.
 
Di Fabrizio (del 22/01/2006 @ 01:38:24, in conflitti, visitato 1975 volte)

The Associated Press - Martedì 17 gennaio 2006

WASHINGTON (AP) – Martedì la Corte Suprema ha rifiutato di bloccare le cause intentate a nome di migliaia di zingari, serbi e ed ebrei, che esigono dalla Banca Vaticana i soldi che i fiancheggiatori del nazismo avrebbero rubato loro durante la II guerra mondiali.

Gli avvocati della Banca Vaticana, braccio finanziario della Chiesa Cattolica, hanno sostenuto che i tribunali americani non dovrebbero occuparsi dei reclami.

“La risoluzione giudiziaria della querela causerebbe un potenziale imbarazzo, perché in contraddizione con la precedente politica dell'esecutivo, che ha sempre affrontato le richieste relative alla II guerra mondiale con la diplomazia invece che con la controversia” hanno detto ai giudici.

La nona Corte d'Appello degli Stati Uniti, nel 1999 ha consentito che il caso fosse portato avanti. La giudice Margaret McKeown, ha scritto per la corte d'appello che i sopravvissuti “affrontano una strada in salita nel continuare i loro reclami” perché i documenti sono vecchi di decenni e potrebbero “essere invalidati per cause procedurali e giurisdizionali”.

The cases are Order of Friars Minor v. Alperin, 05-326, and Istituto Per Le Opere Di Religione v. Alperin, 05-539.

 
Di Fabrizio (del 14/02/2006 @ 09:41:26, in conflitti, visitato 3112 volte)

Premessa: una delle mie difficoltà ricorrenti, è l'immagine associata alla parola “Zingari”. Nelle discussioni, nei ragionamenti, si passa dall'estremo del “ladro, rapitore di bambini” a quello della “povera vittima, un po' tonta” ... alla fine, anche le persone di mentalità più aperta, quelli che “vorrei tanto aiutarli, ma devono collaborare” mi fanno cadere i ...sentimenti con le loro lodi a dei poveracci che sanno suonare magnificamente il violino.

Premesso che conosco tra Rom e Sinti, sia gente povera (ma povera sul serio!) che fior di musicisti; quanti pensate che siano? Cosa sapete degli altri che sono la maggioranza, se non il sentito dire?

Leggevo di recente un commento su ImmagineAfrica: ad un convegno di un oratore africano si diceva: “Che tipo, che simpatico! Però è intelligente!!”... come se l'intelligenza non fosse un dato scontato (sto parlando dell'oratore africano e non di Calderoli, se non si fosse capito). Tra gente di origine nomade e no, i rapporti sono ancora più primitivi: si vive a fianco a fianco da secoli, ci si incrocia, si vede l'altro, ma neanche ci si parla o tantomeno si da ascolto all'altro. Insomma, non si è neanche sfiorati dal dubbio che l'altro possa avere qualcosa da dire o condividere.

Questi i ragionamenti che facevo mentre leggevo lo scambio di opinioni su Allgypsies tra Zafar, un gajo del Pakistan, e Mengro, capocantiere della Florida di origine romanì. L'argomento è di quelli trattati in un mare di blog, e trovo affascinate come Mengro usi tutti gli stereotipi che ci fanno paura della sua origine (sentirsi emigrati a vita, non appartenere ad una patria, la diffidenza verso l'autorità, un diverso codice linguistico e morale) per dare un senso compiuto e positivo al suo discorso. Facendo patrimonio della propria differenza.

Ciao Zafar,

Anche se non sei Rom, viene dalla stessa parte del mondo da dove arrivarono i nostri antenati: il Pakistan. Parli una lingua che è vicina al romanès. Abbiamo un DNA e tratti genetici simili.

Citavi un articolo sulla guerra in Iran (QUI, in inglese ndr), che non è un tema specifico del nostro gruppo, e che però da una descrizione accurata di dove tutti siamo diretti.

Probabilmente si arriverà ad una guerra con l'Iran ed inoltre, visto che sei Americano di discendenza pakistana, entrambi perderemo nel contempo la “libertà” della nostra nazione. I fascisti sembra che abbiano quasi completato il cambio di gestione. Hanno “tarato” le macchine elettorali (Dibold) così non avrà più importanza come potremo esprimerci col voto. Hanno il possesso del Congresso, perché gli stessi banchieri internazionali che muovono Bush, controllano virtualmente anche il Congresso. La Corte Suprema è ormai complice. I media sono proprietà degli stessi banchieri. Sono tutti quelli che investono in “fondi elettorali”, non come noi che ci restano i “fondi comuni”.

Poi ci sono quelli non possono o non vogliono votare, e il loro voto finisce appannaggio di quei “fondi elettorali”, perché la cosiddetta democrazia US si è ridotta a comperare e pagare i voti.

Cosa potrà fare uno dei nostri ragazzi zingari? Nascondersi, suppongo, mischiarsi agli altri e sperare per il meglio. Cos'altro fare? Lo sapevi che un gran numero di persone dell'amministrazione US ha simpatie per i nazisti? Prescot, il padre di Bush, durante la guerra riciclò i fondi di Hitler, soltanto che poi quei fondi vennero congelati per altri 10 anni. Se l'avessimo fatto tu o io, ci avrebbero sparato. Il padre di Karl Rove (ndr.) era un nazista e suo nonno, che di nome allora faceva Roverer, costruì Buchenwald. Suo padre fabbricava lo Zyklon B che gassò i nostri antenati. E quanto altro si potrebbe scoprire!

Dopo la guerra, molti nazisti riparono qui e offritrono i loro servigi in cambio di una nuova identità e documenti personali. C'è da sorprendersi: i nazisti stanno terminando ora il loro lavoro, dopo essersi tramutati in American neo-cons/Republicans. Tempi spaventosi, amico mio.

Un'altra cosa che accomuna fascisti ed estremisti di destra è di cercare capri espiatori per giustificare le loro azioni. Durante la II guerra mondiale identificarono i pubblici colpevoli negli Ebrei, continuando poi con gli Avventisti del 7° giorno, gli omosessuali, Zingari, Massoni e tanti altri. Hitler ha rappresentato quello che la mitologia di Thule e il compositore Wagner intendevano per eroe. Ed è vivo tuttora.

Adesso l'America fondamentalista e neo-con/Republicans ha fatto dei musulmani nel loro complesso il nuovo terrore ovvero, i capri espiatori di oggi. E chi sarà il prossimo? Le pulizie etniche hanno un grande fascino sulle masse. Così mi chiedo, i prossimi saranno quelli con la pelle scura? Gli Asiatici? Gli Zingari? I Nativi Americani? Non lo so, ma so che questo può succedere ancora e che... non c'è niente di nuovo sotto il sole.

La solita vecchia storia con un nome diverso.

Abbi cura di te,

Mengro, the Road Scholar

 
Di Fabrizio (del 21/02/2006 @ 09:06:08, in conflitti, visitato 1974 volte)

da: Karin Waringo

Secondo un articolo dell'Utrinski Vesnik del 15 febbraio, la Macedonia si starebbe accordando con le autorità in Kosovo per “facilitare il ritorno di 2.000 rifugiati”. Il giornale cita il ministro macedone per il Lavoro e le Politiche Sociali, che avrebbe concordato l'iniziativa durante la precedente visita di una delegazione dal Kosovo in Macedonia.

Statistche UNHCR indicherebbero in 2.144 i rifugiati, la maggior parte Rom, Askhali ed Egizi dal Kosovo. La Macedonia è stata recentemente criticata dalla Commissione EU per il disinteresse mostrato verso questo tema e perché è stato garantito asilo solo a un piccolissimo numero di rifugiati.

La maggior parte di loro è “sotto protezione temporanea”, una condizione soggetta a regolare rinnovo. Dall'estate scorsa la Corte Suprema nega il rinnovo di quanti ne facciano domanda.

Secondo il Ministro per il Lavoro e le Politiche Sociali, la decisione negativa riguarda 477 persone, e il Ministro degli Interni ha dato assicurazione all'UNHCR che i rimpatri forzati non avverranno “finché non ci sarà un miglioramento della situazione”.

Le attuali pressioni per un ritorno in Kosovo, sembrano collegate alla fine del mandato UNHCR in Macedonia, che così sposterebbe al governo la responsabilità per i rifugiati. “Il governo deve affrontare questo tema nel contesto dell'integrazione europea” dice a Utrinski Vesnik Catherine Walker, capo dell'UNHCR a Skopje. Aggiunge che la sua organizzazione è convinta che la situazione dei rifugiati sia da risolvere congiuntamente alla questione dello status della regione. “Speriamo che i rifugiati possano fare ritorno, in quanto la volontà del governo del Kosovo è anche parte del negoziato”.

Rif: Ipocrisie europee, carri armati e altre storie in Macedonia 2005

 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23

Titolo
Quest'anno ci saranno le elezioni europee. Ti senti coinvolto:

 Per niente
 Poco
 Normalmente
 Abbastanza
 Molto

 

Titolo
La Newsletter della Mahalla
Indica per favore nome ed email:
Nome:
Email:
Subscribe Unsubscribe

 

********************

WIKI

Le produzioni di Mahalla:

Dicono di noi:

Bollettino dei naviganti:

********************


Disclaimer - agg. 17/8/04
Potete riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo il link:
www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione.
Ulteriori informazioni sono disponibili QUI

La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net

Filo diretto
sivola59
per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype


Outsourcing
Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare.
Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti:

Il gruppo di discussione

Area approfondimenti e documenti da scaricare.

Appuntamenti segnalati da voi (e anche da me)

La Tienda con i vostri annunci

Il baule con i libri Support independent publishing: Buy this e-book on Lulu.


Informazioni e agenzie:

MAHALLA international

Romea.cz

European Roma Information Office

Union Romani'

European Roma Rights Center

Naga Rom

Osservazione


Titolo
blog (2)
Europa (7)
Italia (6)
Kumpanija (2)
media (2)
musica e parole (4)

Le fotografie più cliccate


23/11/2024 @ 10:49:16
script eseguito in 62 ms

 

Immagine
 La comunità virtuale di Rom e Sinti nel mondo... di Fabrizio



Cerca per parola chiave
 

 
 

Circa 5216 persone collegate


InChat: per non essere solo un numero scrivete /n  e poi il vostro nome/nick

< novembre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
 
             
Titolo
blog (506)
casa (438)
conflitti (226)
Europa (986)
Italia (1410)
Kumpanija (377)
lavoro (204)
media (491)
musica e parole (445)
Regole (348)
scuola (335)
sport (97)

Catalogati per mese:
Maggio 2005
Giugno 2005
Luglio 2005
Agosto 2005
Settembre 2005
Ottobre 2005
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024
Novembre 2024

Gli interventi più cliccati

Ultimi commenti:
BuongiornoE-mail: giovannidinatale1954@gmail.comOf...
28/12/2021 @ 11:20:35
Di giovannidinatale
Hi we are all time best when it come to Binary Opt...
27/11/2021 @ 12:21:23
Di Clear Hinton
 

Locations of visitors to this page

Contatore precedente 160.457 visite eliminato il 16/08/08 per i dialer di Specialstat

 Home page © Copyright 2003 - 2024 Tutti i diritti riservati.

powered by dBlog CMS ® Open Source