Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 18/06/2008 @ 08:44:37, in Europa, visitato 1469 volte)
11/06/2008 - Testo completo del Gruppo Socialista della dichiarazione
sulla violenza contro i migranti in Italia.
Nell'incontro a Napoli l'11 giugno 2008, il Gruppo PSE ha firmato una
dichiarazione - concordata unitamente dalle delegazioni italiana e rumena - sui
recenti episodi di violenza e razzismo in Italia.
Celebrando il 2008 come Anno Europeo del Dialogo Interculturale, le
delegazioni italiana e rumena nel gruppo socialista al Parlamento Europeo
unitamente hanno espresso al loro condanna per i violenti attacchi ai capi rom
come pure per gli atti di razzismo con bersaglio i Rom, che sono successi in
Italia nelle ultime settimane.
Riaffermiamo fermamente la necessità di combattere ogni sorta di razzismo e
xenofobia, ogni discriminazione basata su nazionalità o origine etnica, come
dichiarato nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea.
Congiuntamente rigettiamo il principio di "responsabilità collettiva" basato
su nazionalità o origine etnica. Le autorità di governo responsabili non
dovrebbero mai avere bersaglio un gruppo nazionale o una minoranza. I media
costituiscono un'entità insostituibile riguardo i principi democratici e
dovrebbero perciò essere più attivamente responsabili riguardo le etiche
imprenditoriali e la responsabilità sociale. La distorsione della realtà come la
manipolazione della percezione possono avere conseguenze pericolose sulla
società complessivamente per mezzo di sentimenti profondi e non fondati di
insicurezza e di xenofobia, infine portando all'intolleranza, alla tendenza
razzista e ad atti di violenza.
L'immigrazione è un fattore di crescita economica, sociale e culturale,
specialmente nella UE dove molti paesi si confrontano col declino demografico e
sistemi costosi di stati sociali e di pensione così come di scarsità
settoriali delle forze di lavoro.
L'immigrazione non è una sorta di crimine; lo sono l'esclusione sociale ed
economica, la discriminazione e la segregazione.
Mentre la sicurezza è un diritto fondamentale di tutti i cittadini, questo
non può affatto nutrire l'intolleranza.
Non può essere stabilita alcuna correlazione diretta tra criminalità ed
origine etnica, delinquenza ed immigrazione. Nel contempo, la migrazione dev'essere
diretta e gli Stati Membri devono senza esitazione identificare una vera
politica europea per regolare l'ingresso legale, combattere la discriminazione e
promuovere l'integrazione nell'Unione Europea.
L'unico modo per garantire la sicurezza si basa sul processo d'integrazione.
Il processo, dato che la lotta contro la criminalità richiede una
cooperazione più forte tra le autorità incaricate di fare rispettare la legge
nazionali a livello comunitario, per arrestare, giudicare e, quando il caso,
espellere quanti commettano un crimine o rappresentino una minaccia alla
sicurezza pubblica.
L'integrazione, perché la sicurezza non può essere assicurata senza
combattere l'esclusione sociale, la marginalizzazione, la povertà. Questo
significa garantire a tutti gli individui il diritto a partecipare pienamente
nella vita economica, sociale, politica dei nostri stati Membri.
In un periodo in cui le leggi sono emanate per indirizzare le paure legate
all'immigrazione, noi crediamo sia di massima importanza affrontare
effettivamente i problemi associati all'immigrazione stessa. Come Socialisti,
abbiamo sempre favorito le soluzioni a lungo termine rispetto alle strategie a
breve termine, preferendo l'integrazione alla sorveglianza, l'inclusione sociale
ed economica alla segregazione.
Entrambe le delegazioni considerano che la sfida dell'integrazione e della
protezione della minoranza Rom debba essere diretta a livello Europeo: non è
accettabile che la minoranza Rom sia ancora vittima di abuso e discriminazione
nel territorio dell'Unione Europea. Sollecitiamo la Commissione Europea a
presentare una strategia UE integrata regolando standard comuni a tutti gli
Stati Membri per l'integrazione dei Rom, per appoggiare l'azione delle comunità
locali, autorità nazionali e società civile.
I Rom dovrebbero avere gli stessi diritti e doveri di cittadinanza come
qualsiasi altro individuo dell'Unione Europea e questi diritti devono essere
sostenuti e rispettati. Le tendenze attuali che ritengono i gruppi vulnerabili e
marginalizzati responsabili del peggioramento delle condizioni economiche,
sociali e securitarie devono essere rigettate. L'intervento dell'Alto
Commissario ONU per i Diritti Umani, in aggiunta a numerosi rapporti e
raccomandazioni del Consiglio d'Europa, aggiungono ulteriore preoccupazione ad
una situazione già allarmante.
Questo è il perché vorremmo riaffermare il nostro forte credo in un'Europa
allargata, nei valori dell'Unione Europea e nell'area di Schengen come uno
spazio di libertà, sicurezza e giustizia.
La libertà di tutti i cittadini UE di muoversi attraverso le frontiere è un
diritto fondamentale ed un pilastro della cittadinanza Europea. L'espulsione di
cittadini UE dovrebbe essere valutata caso per caso e con le necessarie
garanzie, in linea con i trattati UE.
Le delegazioni italiana e rumena intendono riaffermare e salvaguardare il
valore e l'importanza di solide relazioni d'amicizia e di cooperazione
economica, sociale e culturale come pure l'associazione strategica che per tanto
tempo ha unito Italia e Romania. Grazie a questi legami, migliaia di cittadini -
e imprese - vivono e lavorano assieme ogni giorno in pace e armonia.
Gianni Pittella: Presidente della delegazione italiana
Adrian Severin: Presidente della delegazione rumena
Di Fabrizio (del 19/06/2008 @ 08:54:30, in Europa, visitato 1404 volte)
CS78-2008: 18/06/2008 Amnesty International si è detta profondamente amareggiata per l'esito della votazione al Parlamento europeo sulla direttiva sui rimpatri. L'organizzazione per i diritti umani ritiene che il testo approvato oggi non garantisca il rimpatrio dei migranti irregolari in condizioni di sicurezza e dignità. Al contrario, un periodo eccessivo di detenzione fino a un anno e mezzo e il divieto di reingresso, valido per tutto il territorio dell'Unione europea, per le persone rimpatriate forzatamente, rischiano di abbassare gli standard vigenti negli Stati membri e costituiscono un esempio estremamente negativo per altre regioni del mondo. Il testo della direttiva, inoltre, non include garanzie sufficienti per i minori non accompagnati e contiene deboli previsioni in materia di controllo giudiziario sulla detenzione amministrativa; infine, prevede deroghe specifiche alle condizioni di detenzione in quegli Stati membri che si trovino ad affrontare cosiddette "situazioni di emergenza". È dunque difficile capire quale sia il valore aggiunto di questa direttiva, che rischia invece di promuovere pratiche detentive di lungo periodo negli Stati membri e di avere un impatto negativo sull'accesso al territorio dell'Unione europea. Amnesty International sollecita gli Stati membri che applicano standard più elevati a non usare questa direttiva come pretesto per abbassarli. FINE DEL COMUNICATO Brussels/Roma, 18 giugno 2008 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it
Di Fabrizio (del 20/06/2008 @ 09:35:04, in Europa, visitato 1659 volte)
Da
British_Roma
Quando Shay Clipson, unica Magistrata Rom del Regno Unito, tentò di fermare
il bullismo contro sua figlia, trovò la polizia locale riluttante ad
intervenire, anche quando Shay ha puntualizzato di essere un Magistrato e come
tale di sapere come la legge dovesse proteggere sua figlia.
La figlia della signora Clipson è stata gettata in mezzo al traffico da
compagni razzisti, le sono state spente delle sigarette tra i capelli,
l'hanno coperta di sputi ed è stata picchiata sino all'incoscienza sul campo di
giochi della scuola, mentre altri registravano tutto questo sui loro telefoni
mobili e postavano l'assalto su YOUTUBE.
Quando Shay Clipson ha criticato la polizia per la loro riluttanza
nell'aiutarla, e ha chiesto ragione di ciò, ha trovato che la sua carriera come
magistrato era finita. È stato detto che perché aveva sollevato la sua
partecipazione alla magistratura e criticato la polizia "la signora Clipson non
era credibile nello svolgere il suo lavoro".
Shay Clipson è uno dei pochi modelli positivi per la comunità Zingara e così
si crea una cattiva impressione, se qualcuno della comunità Zingara intraprende
un ruolo come quello di Magistrato, viene rifiutato alla prima occasione.
Chiediamo a Gordon Brown, ed all'Ufficio dei Reclami Giudiziari di
riconsiderare in favore di Shay Clipson.
Posted by The Gypsy Council Ltd.
Firma la
petizione
Di Fabrizio (del 22/06/2008 @ 09:40:33, in Europa, visitato 1373 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
20.06.2008
Spettabili,
Signore e Signori, istituzioni, politici, attivisti...
Il 20 giugno è [stato] il Giorno internazionale del Rifugiato, ma per molti
anni la popolazione Rom è stata fuori dalle loro case, forzata a migrare e sono
rifugiati. La nostra reazione è simile a quella degli anni scorsi perché non
abbiamo visto cambi positivi. In questo giorno è meglio il dolore della
celebrazione. Questa è una chiamata per una nostra maggiore responsabilità ed
uno stimolo più effettivo nel risolvere le tematiche dei Rom rifugiati.
Il Congresso Nazionale Rom (RNC) come Federazione di movimenti Romani dei
diritti civili ed umani, organizzazione rivolta a combattere il razzismo
anti-Romani e gli abusi dei diritti umani sui Rom, continua a premere per un
miglioramento dei diritti dei Rom. RNC come organizzazione internazionale
con lo scopo di rappresentare e stimolare la partecipazione attiva e
l'integrazione del popolo Romani sui principi della moderna società europea è
tuttora preoccupata per i Rom rifugiati dal Kosovo. RNC sta scrivendo per
esprimere la propria grave preoccupazione sulla situazione irrisolta di molti
rifugiati della regione balcanica.
Oggi stiamo testimoniando contro la moderna deportazione dei rifugiati dai
paesi europei, con vecchi strumenti non democratici. Il maggior esempio non
umano è la situazione dei Rom rumeni in Italia. A questo aggiungiamo i
suggerimenti dei politici europei che dicono che ognuno è benvenuto eccetto
Rom. Se andiamo indietro di diversi anni, 8 anni dopo che la guerra in Kosovo è
finita, e i Rom sono ancora rifugiati senza nessun visibile meccanismo di
sviluppo. I Rom non sono stati inclusi nei negoziati per definire il futuro
status del Kosovo, anche se RNC ha fatto pressione in tutti questi anni per
migliorare la loro situazione.
La tragedia dei rifugiati Rom non è stata tenuta in conto seriamente da molti
soggetti, i rifugiati Rom non sono un "piccolo errore" ed un danno collaterale
delle guerre dei Balcani, specialmente se sono una minoranza senza stato, questo
è un momento urgente in cui la UE e gli altri soggetti internazionali devono
avere un serio approccio verso questa situazione che dura da 8 anni. I Rom
tuttora hanno di fronte violazioni della dignità e dei diritti umani basici in
Kosovo, quando volontariamente decidono di farvi ritorno, ma d'altra parte molti
Rom richiedenti asilo in paesi terzi europei, hanno di fronte gli sgomberi
forzati e le deportazioni.
In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, RNC chiede nuovamente con
urgenza il miglioramento dei Rom rifugiati nella regione balcanica e la
definizione del loro status, tentando di focalizzare l'attenzione verso i Rom
rifugiati in seguito alla guerra del Kosovo e delle precedenti guerre
balcaniche. RNC intende fare pressione alle autorità internazionali per
implementare compiutamente tutti gli standard relativi ai rifugiati. Il 20
giugno, come Giorno Internazionale del Rifugiato, sembra ora un giorno comune,
abbiamo misure dichiarative visibili, ma non abbiamo misure visibili ed
effettive per tutto l'anno, forse soltanto i nomi degli alti rappresentanti sono
cambiati, ma la tragedia dei rifugiati Rom rimane soggetto di immensa
preoccupazione per tutti noi. Diritti dei rifugiati senza status legale sono
soltanto un'illusione.
In fede,
Devlesa
Asmet Elezovski
Spokesman of Roma National Congress (RNC), ERTF delegate
asmetelezovski@yahoo.com
Di Fabrizio (del 25/06/2008 @ 09:07:19, in Europa, visitato 1717 volte)
Segnalazione di
Marco Brazzoduro
(adottata il 20 giugno 2008 durante il 46° incontro plenario dell'ECRI)
La Commissione Europea contro il Razzismo e l'Intolleranza (ECRI) intende
esprimere la sua profonda preoccupazione sui recenti eventi riguardanti i Rom e
molti immigrati in Italia.
Rom ed immigrati sono stati soggetto di violenti attacchi razzisti ed intere
comunità sono state ritenute responsabili di atti criminali commessi, o presunti
di essere stati commessi, da individui di queste comunità. In questo contesto,
ECRI rifiuta particolarmente i discorsi persistentemente razzisti e xenofobi di
alcuni politici italiani, anche ai livelli più alti, e dei media. E' anche
preoccupata perché, in questa situazione critica, le autorità italiane stanno
prendendo misure la cui conformità agli standard dei diritti umani nazionali
ed internazionali è opinabile. ECRI nota che questi eventi hanno riguardato
persone di origine Rom dalla Romania ed altri paesi, ma anche cittadini italiani
di origine Rom, cittadini rumeni in generale, ed immigrati, con o senza status
legale in Italia.
In armonia con le raccomandazioni contenute nel suo terzo rapporto
sull'Italia pubblicato il 16 maggio 2006, ECRI enfatizza l'urgente bisogno per
le autorità italiane di prendere una ferma posizione contro tutte le forme di
razzismo e xenofobia, inclusi i discorsi incitanti all'odio, in modo da porre
freno e prevenire lo sviluppo di questi fenomeni nella società italiana. Le
autorità italiane devono assicurare che il rafforzamento della legge protegga
ogni individuo, inclusi i Rom e gli immigrati. ECRI chiede alle autorità
italiane di assicurare che rispetto ai Rom ed agli immigrati sia mantenuta la
regola della legge ed il principio della non-discriminazione come incorporato
negli standard del Consiglio d'Europa sia strettamente osservata.
___
La Commissione Europea contro il Razzismo e l'Intolleranza (ECRI) è un corpo
indipendente del Consiglio d'Europa di monitoraggio dei diritti umani per
combattere razzismo, xenofobia, antisemitismo ed intolleranza. Le azioni di ECRI
coprono tutte le misure necessarie per combattere la violenza, la
discriminazione e il pregiudizio contro persone o gruppi di persone sulla base
di razza, colore, linguaggio, religione, nazionalità od origine etnica. Il
programma di attività di ECRI comprende tre aspetti: (1) monitoraggio
nazione-per-nazione; (2) lavoro su temi generali; e (3) attività in
relazione con la società civile.
Di Fabrizio (del 25/06/2008 @ 15:48:04, in Europa, visitato 1458 volte)
Da
La
voix des Rroms
Aspettiamo.
Dopo la campagna politico-mediatica apertamente antizigana in Italia, che ha
dato luogo a veri pogroms, la peste sembra avere toccato anche la Francia. A
Marsiglia circolano SMS, che accusano i Rroms di rapimento di bambini magrebini
per fare traffico d'organi. È bastata questa voce perché tre Rroms siano stati
vittima di un tentativo di linciaggio da una folla isterica d'un centinaio di
persone. Perché "gli zingari rubano i bambini".
Fortunatamente, a differenza dell'Italia, il direttore dipartimentale della
sicurezza pubblica di Marsiglia s'è espresso nei mass media ed ha detto che i
Rroms sono vittime di una voce. Una voce che può essere disastrosa, se non si fa
attenzione. Consultate il servizio
premendo qui (in francese ndr).
Di Fabrizio (del 27/06/2008 @ 09:20:09, in Europa, visitato 2177 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
2008-06-20 - BBC Monitoring European - Text of report in English by
Croatian state news agency HINA
BLACKENTERPRISE.com
BRIJUNI, June 19 (Hina) - La cooperazione interconfini tra le minoranze
etniche è stato il soggetto di una conferenza internazionale di tre giorni che
si è aperta giovedì nell'isola di Brijuni nell'Adriatico settentrionale.
La conferenza, organizzata dall'Ufficio Governativo Croato per le Minoranze
Nazionali e dal Consiglio per le Minoranze Nazionali, ha visto la partecipazione
delle minoranze etniche di Austria, Bosnia-Herzegovina, Croazia, Repubblica
Ceca, Ungheria, Italia, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Romania, Serbia,
Slovacchia, e Slovenia.
Scopo dell'incontro è di riunire rappresentanti dei governi e delle
minoranze etniche nella regione e in altri paesi europei per ascendere la
cooperazione interconfini tra le minoranze, perché è importante per esercitare i
propri diritti, ha detto nella sua introduzione Milena Klajner, capo
dell'Ufficio Governativo Croato per le Minoranze Nazionali.
Klajner ha detto che sono stati fatti sforzi per migliorare la cooperazione
tra le comunità etniche nelle aree della cultura, dell'istruzione e dei media,
citando esempi della minoranza croata in Ungheria e Romania, e delle minoranze
ungheresi e rumene in Croazia.
Il Presidente del Comitato Parlamentare Croato sui Diritti Umani delle
Minoranze, Furio Radin, ha detto che la protezione delle minoranze nazionali in
Croazia è stata relativamente soddisfacente, aggiungendo che "non c'è mai
abbastanza discriminazione positiva."
Radin ha detto che le minoranze etniche sono state ponti tra i paesi ed un
fattore connettivo che potrebbe migliorare le relazioni tra paesi differenti. Ha
detto che i confini esistenti diventerebbero irrilevanti una volta che tutti i
paesi raggiungessero l'Unione Europea.
Il Presidente del Consiglio per le Minoranze Nazionali, Aleksandar Tolnauer,
ha detto che le minoranze etniche potrebbero giocare un ruolo decisivo nel
promuovere la cooperazione ed il dialogo tra i paesi, sottolineando che la
legislazione croata ha assicurato i più alti standard nel proteggere i loro
diritti.
Mabera Kamberi del Comitato del Consiglio d'Europa su Rom e Viaggianti, ha
detto che la Croazia ha fatto evidenti progressi nel proteggere i diritti delle
minoranze nazionali, anche se alcuni governi UE stanno trattando le minoranze in
maniera discriminatoria, come si può vedere nel caso dei Rom.
Originally published by HINA news agency, Zagreb, in English 19 Jun 08.
(c) 2008 BBC Monitoring European.
Di Fabrizio (del 01/07/2008 @ 09:08:17, in Europa, visitato 1402 volte)
Da
Roma_Francais
A partire dal 1 luglio 2008, la Francia assumerà la presidenza dell'Unione
europea.
Il Consiglio dei Capi di Stato e dei Governi del dicembre 2007 ha incaricato
la commissione di stabilire per giugno 2008 un rapporto sulla situazione dei Rom
e della Gens du voyage in ciascuno dei 27 paesi europei.
Il Parlamento europeo, nella continuità della sua risoluzione del 28 aprile
2005, ne ha adottata una nuova il 31 gennaio. Domanda con insistenza la messa in
opera di una strategia globale d'inserimento di queste popolazioni e la loro
protezione contro le persecuzioni di cui sono vittime dappertutto.
In Francia a gennaio, l'Alta autorità di lotta contro le discriminazioni e
per la legalità e la Commissione nazionale consultiva dei diritti dell'Uomo
hanno attirato l'attenzione dei poteri pubblici sulla situazione preoccupante
della Gens du voyage e dei Rom migranti nel nostro paese ed hanno
indirizzato al Governo francese diverse raccomandazioni concrete per
rispondervi.
Le nostre associazioni hanno ugualmente interpellato il Governo francese e
chiedono che questa congiuntura convergente offra l'opportunità alla Francia di
prendere iniziative forti su questo argomento, da una parte che il Presidente
dell'Unione operi in favore di una direttiva quadro europea d'inclusione dei Rom
e della Gens du voyage e ricordi agli Stati membri il loro impegno in
materia d'uguaglianza dei diritti, d'altra parte, di impegnare la Francia ad una
condotta esemplare nel prendere rapidamente misure positive riguardo la Gens
du voyage.
[...] Vi proponiamo di sostenere questo passo e, se necessario, esprimerci il
vostro parere.
Michel Mombrun - Président
Fnasat - Gens du Voyage
59 rue de l'Ourcq
75 019 PARIS
Tel :+33 1 40 35 00 04
Fax : +33 1 40 35 12 40
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Associazioni firmatarie:
ANGVC
ASAV
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Fondation Abbé Pierre
Ligue des droits de l’Homme
Médecins du Monde
Romeurope
Secours catholique
Col sostegno di:
ATD Quart Monde
Regards
La Vie du voyage
France Liberté Voyage
Di Fabrizio (del 03/07/2008 @ 09:39:37, in Europa, visitato 1647 volte)
Da
Roma_Daily_News
Secondo il rapporto annuale dell'Agenzia EU sui Diritti Fondamentali, la
Romania sta compiendo progressi nel combattere la discriminazione, ma ci sono
ancora problemi nel raccogliere dati sulla situazione dei gruppi etnici, come
anche sull'integrazione dei Rom.
***
Una ricerca condotta dall'agenzia Europea sui diritti umani, indica che la
Romania è tra i nove paesi EU che combattono attivamente contro razzismo e
xenofobia.
Secondo il rapporto, la Romania, assieme a Gran Bretagna, Irlanda, Francia,
Italia, Belgio e Bulgaria, è tra i paesi che applicano misure per la
discriminazione etnica o razziale. Dal lato opposto, ci sono paesi criticati per
non applicare sanzioni in quest'area - la Repubblica Ceca, Cipro, Danimarca,
Lituania, Germania, Polonia, Portogallo e Spagna.
La decisione dell'Associazione Rumena Football (RFA) di sanzionare
"ogni giocatore, dirigente o spettatore che discriminano in pubblico qualsiasi
altro individuo su criteri di razza, colore, lingua, religione od origine
etnica" è menzionata come una delle misure positive adottate dalla Romania.
D'altra parte, il rapporto critica Bucarest per non fornire dati statistici
sugli "abusi delle autorità contro i diritti umani" nel 2006. L'Agenzia ha
riportato che alcuni paesi incoraggiano la raccolta di dati sull'origine etnica,
ma altri paesi sono riluttanti nel farlo. Rispetto a ciò, Romania, Repubblica
Ceca e Finlandia sono criticati per non raccogliere dati sufficienti sulla
situazione delle minoranze etniche.
Inoltre, la Romania, assieme a Finlandia, Ungheria, Danimarca e Paesi Bassi,
è criticata anche per discriminazione sul posto di lavoro. E' citato uno
studio a tale riguardo, che mostra che il 60% dei Rumeni se avessero un'attività
propria non assumerebbero gente di etnia Rom.
D'altra parte, viene lodata l'iniziativa del Ministro Rumeno degli Interni e
delle Riforme Amministrative di stabilire posti speciali per l'etnia Rom
ed i membri di altre minoranze nazionali.
"I Rom di Romania e Bulgaria potrebbero essere esclusi dal sistema di
assicurazione sanitaria statale se risultassero disoccupati per lunghi periodi
di tempo o se fossero sprovvisti di documenti personali (in Romania e Slovenia)",
evidenzia il documento.
Viene anche presentata la situazione dei Rom Rumeni in Italia. Il
rapporto specifica che il 14 agosto 2007, tre OnG hanno spedito lettere ai primi
ministri di Italia e Romania, chiedendo loro di prendere misure per fermare gli
allontanamenti forzati dei Rom Rumeni dall'Italia, così come il loro bando da
questo paese.
DIVERS – www.divers.ro
Di Fabrizio (del 04/07/2008 @ 09:34:47, in Europa, visitato 2143 volte)
Da
Hungarian_Roma
Scritto da Robert Hodgson - 01/07/08 - Alcuni leader Rom ed una parlamentare
Rom dopo un incontro tenutosi martedì scorso, dicono che un recente "festival di
villaggio" (falunap in ungherese) era in realtà una provocazione razzista tesa
ad intimidire la locale comunità zingara.
Durante l'evento in questione, le autorità del villaggio hanno invitato i
membri del gruppo di estrema destra Magyar Gárda (una branca in uniforme del
partito nazionalista Jobbik) ed una banda di motociclisti razzisti a quello che
normalmente è un giorno rustico tradizionale di musica, cibo e bevute.
Sabato 21 giugno, circa 150 membri della Magyar Gárda ed alcune dozzine
di motociclisti hanno sfilato, sotto scorta della polizia, attraverso l'area del
villaggio popolata dai Rom. La parlamentare Viktória Mohácsi, una delle
parlamentari europee Rom ungheresi,ha descritto l'evento come atto evidente di
intimidazione.
Minacce
Mohácsi ha denunciato di essere stata minacciata dal consigliere locale
András Bényi del villaggio di Fadd nell'Ungheria meridionale. Dopo aver citato
l'evento di Fadd come evidenza del crescere del sentimento antizigano in
Ungheria, durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo lunedì scorso, ha
ricevuto una telefonata da Bényi. Il consigliere ha tentato di minacciare
Mohácsi, dicendo"non dovresti difendere gli Zingari criminali" e "noi siamo più
di voi".
Rispondendo alle domande dell'agenzia MTI, Bényi ha riconosciuto di aver
chiamato Mohácsi ma nega di aver fatto minacce. Riguardo le parole di Mohácsi a
Strasburgo, ha detto "non si dovrebbero usare i soldi di chi paga le tasse per
denunciare il proprio paese, e nemmeno dire che gli Zingari sono stati attaccati
a Fadd".
La parlamentare ha chiesto dove si trova l'autorità per impedire simili
oltraggi, perché il lato razzista di tali riunioni è sottaciuto nei rapporti, e
perché sia stato permesso ai paramilitari di Magyar Gárda di marciare per le
strade.
Giorni numerati
In coincidenza, lunedì il Tribunale Cittadino di Budapest si ricostruirà per
la terza volta per decidere il futuro della Gárda. Durante la scorsa audizione
preliminare del 19 maggio, la corte venne recintata per prevenire interruzioni
di dimostranti.
Il caso è stato portato dall'Ufficio del Procuratore Capo di Budapest, che
vuole vedere abolita la Gárda perché svolgerebbe attività non contemplate
nell'atto di fondazione dell'organizzazione. Cita anche una parata del gruppo
nel villaggio di Tatárszentgyörgy, che l'ufficio del procuratore lamenta violare
i diritti umani degli abitanti Rom.
Il gruppo in uniforme è registrato ufficialmente come organizzazione
culturale, ed i suoi fondatori - tra i quali Gábor Vona, il capo di Jobbik -
reclamano di esistere per proteggere l'eredità culturale ungherese e fornire
assistenza in tempo di emergenza nazionale.
Vona ha detto che se la Gárda verrà smantellata come risultato di un giudizio
del tribunale, si riformerà sotto un altro nome.
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