Di Fabrizio (del 06/07/2009 @ 09:25:25, in media, visitato 2321 volte)
Una segnalazione di Betti
Sulla provincia pavese di oggi (ieri ndr) c'era la seguente intervista
ad un assessore. In questo momento non ho tempo di andare a verificare quali
sono le sue deleghe, ci provo domani. le trovate comunque sul sito del comune di
Pavia, www.comune.pv.it
Nota. Quando ho ricevuto la notizia, ho cercato su Facebook il gruppo
indicato: non esiste più (speriamo).
IL CASO/2 Trivi: "Ma io non ho nulla contro i Sinti"
PAVIA.
"Via i nomadi da Pavia": si chiama così il gruppo di Facebook, che, tra le
altre, ha guadagnato l’adesione dell’assessore al Commercio Pietro Trivi.
Gruppo nel quale un altro "ospite" è andato oltre, prospettando un gesto
eclatante: bruciare i campi nomadi.
Trivi, perchè ha aderito a questo gruppo? "Non ho nulla contro gli zingari, la mia iscrizione è stata una goliardata".
In che senso? "Non ero stato l’unico ad aderirvi. Era una cosa fatta per cortesia, per
spirito di amicizia nei confronti di chi aveva avuto l’idea. Guardi, glielo
assicuro, io non sono assolutamente intollerante".
Ma ora è assessore... "Lo ripeto, non sono razzista. Anzi, le dirò di più: li ho anche difesi
gratuitamente gli zingari quando si sono rivolti a me. Semmai anche in campagna
elettorale ho ribadito la necessità di spostarli da piazzale Europa e via
Bramante. Da tempo e da più parti si auspica una collocazione più consona".
Ma qualcuno nello stesso suo gruppo di Facebook parla di bruciare i campi
nomadi... "Mi dissocio assolutamente da una simile affermazione. Le assicuro che al
più presto mi cancellerò da quel gruppo".
Di Fabrizio (del 08/07/2009 @ 09:33:57, in media, visitato 2034 volte)
Una segnalazione di Orietta Fossati a proposito di una nuova
rivista in pubblicazione a Trieste
Nel quadro del controverso dibattito nazionale ed internazionale, da una
parte, sulla possibilità/impossibilità d'integrazione dei migranti e delle sue
eventuali modalità e, dall'altra, in presenza della complessità del processo
d'integrazione, la maggior parte degli studi scientifici si focalizza sugli
aspetti legali in un'ottica o marcatamente giuridica o marcatamente economica o
sul tema dell'integrazione delle popolazioni migranti più "svantaggiate" in
un'ottica di salvaguardia dei diritti umani. Questo approccio che caratterizza
buona parte degli studi scientifici in materia rivela un paternalismo
miserabilista-caritatevole, atteggiamento largamente diffuso non solo in
ambito accademico ma anche tra coloro che si professano anti-razzisti.
"Temperanter", la rivista trimestrale di approfondimento edita dal "Centro
Internazionale per le Ricerche e gli Studi Interculturali" (C.I.R.S.I.), si pone
l'obiettivo di approfondire argomenti sociali e culturali di interesse nazionale
ed internazionale nell'intento di mettere in discussione i luoghi comuni, gli
stereotipi ed i pregiudizi che persistono nelle nostre società. Sul paternalismo
miserabilista-caritatevole si fonda una visione stereotipata latente che relega
il migrante ad un ruolo subordinato e sottomesso nella società d'accoglienza.
Nell'arena politica come nell'immaginario collettivo, l'immigrato di sesso
maschile è diventato il "vu' cumprà" per antonomasia, mentre la donna immigrata
fa la "badante" o la "colf".
E' questa visione del mondo che il primo numero di "Temperanter", che sarà
curato dalla Dr. Ingrid Stratti (PhD), esperta in gender equality policies,
vuole mettere in discussione proponendo una riflessione sul tema "Donne migranti
e pari opportunità: una sfida per tutti". A tal fine, i meccanismi di
integrazione dei migranti qualificati, in generale, e della popolazione migrante
femminile qualificata, in particolare, saranno analizzati per evidenziare quali
siano le politiche d'ingresso che favoriscono o meno l'afflusso di "cervelli
rosa", quali siano le politiche e le "buone prassi" in materia d'immigrazione e
pari opportunità che facilitano o ostacolano la piena integrazione delle
migranti nella società d'accoglienza, quali siano le strategie adottate dalle
donne migranti qualificate per raggiungere un alto livello di integrazione,
quale sia il ruolo dell'esperienza migratoria e della società d'accoglienza nel
processo di affermazione professionale delle donne migranti qualificate, ecc.
Sono ammessi tutti gli approcci scientifici (sociologico, letterario,
psicologico, giuridico, storico, transdisciplinare, comparativo, ecc.) senza
limitazioni geografiche, per quanto riguarda il Paese di provenienza e di
destinazione dei migranti, né temporali per quanto riguarda l'epoca storica
approfondita. Gli abstract di massimo 1.500 caratteri accompagnati da una breve
nota biografica saranno accettati fino al 15 luglio 2009. La redazione
comunicherà entro il 20 luglio 2009 quali abstract sono stati accettati. Gli
articoli e saggi brevi di lunghezza non superiore a 20.000 caratteri in lingua
italiana, inglese o francese dovranno pervenire entro il 5 agosto 2009
all'indirizzo: temperanter@cirsi.net.
"Temperanter" - Rivista di approfondimento
Direttore responsabile: Lorenzo Dugulin
C.I.R.S.I. Editore
C.F. 90118200329
V.le R. Sanzio 17
I - 34100 Trieste
Tel. +39 334 3994638, e.mail:
temperanter@cirsi.net , cirsi@cirsi.net
Website: www.cirsi.net
Iscr. n. 1092 al Registro Generale delle Organizzazioni di Volontariato della
Regione Autonoma F.V.G. – settori: culturale, dei diritti civili e delle
attività innovative, solidarietà internazionale
Di Fabrizio (del 12/07/2009 @ 09:28:36, in media, visitato 1561 volte)
C'è maretta sul prossimo
Meeting Antirazzista. Riprendo comunque una segnalazione di Nico Che dal
sito
Romadecade.org (se lo linkate vedete il trailer). Di Laura Halilovic se ne era parlato
QUI
Domenica 12 luglio, la diciannovenne regista romanì Laura Halilovic riceverà
il premio "Cinema Contro il Razzismo" durante il XV Meeting Internazionale
Antirazzista di Livorno, sostenuto dalla Regione Toscana assieme a diverse
amministrazioni locali ed associazioni. Halilovic ha ricevuto il riconoscimento
per il suo documentario "Io la Mia Famiglia Zingara e Woody Allen", che ha
giugno ha vinto il Premio UCCA 2009 al Film Festival di Bellaria. Il film ha
anche ricevuto una menzione speciale dalla giuria "per l'abilità di descrivere
in maniera leggera, a volte ironica, ma sempre in maniera diretta, la propria
storia, quella della sua famiglia e tramite ciò le difficili condizioni degli
Zingari in Italia". Il Premio UCCA viene riconosciuto ai primi due documentari
del Film Festival di Bellaria, ed i film premiati ricevono l'opportunità di
essere proiettati in almeno 20 città italiane.
Dopo aver ottenuto il Premio UCCA, l'ufficio regionale dell'Istruzione in
Piemonte ha fatto in modo di promuovere la proiezione di "Io la Mia Famiglia
Zingara e Woody Allen" in oltre 200 scuole superiori. Il film verrà presentato
agli insegnanti in ottobre, e dal 2010 il documentario sarà disponibile nel
catalogo di risorse per gli insegnanti. Le scuole avranno anche la possibilità
di organizzare proiezioni seguite da dibattiti tra Halilovic e gli studenti.
"Io la Mia Famiglia Zingara e Woody Allen" è stato prodotto da Zenit Arti Audiovisive
col supporto tra gli altri, del Fondo OSI di Corrispondenza del Decennio Rom, di
RAI 3, del Ministero per le Pari Opportunità e del Fondo Film Documentari del
Piemonte.
Di Fabrizio (del 16/07/2009 @ 09:06:21, in media, visitato 1889 volte)
Segnalazione di Tommaso Vitale
STRANIERI OVUNQUE. KALÈ, MANOUCHES, ROM, ROMANICHELS, SINTI...
E' uscito il diciannovesimo numero di "Zapruder. Storie in Movimento".
maggio-agosto 2009
Lo puoi trovare in libreria o abbonarti per un anno (3 numeri, 30 €).
EDITORIALE Andrea Brazzoduro e Gino Candreva Stranieri ovunque. Su una corda tesa
STRANIERI OVUNQUE. KALÈ, MANOUCHES, ROM, ROMANICHELS, SINTI... Mauro Turrini, Tra stigma e riappropriazione. La questione dell’origine
degli “zingari” e dei “rom”
Benedetto Fassanelli, Un’ostinata autonomia. I rom nell’Europa moderna
Tommaso Vitale, Da sempre perseguitati? Effetti di irreversibilità della
credenza nella continuità storica dell’antiziganismo
LE IMMAGINI Stefano Montesi, Casilino 900
SCHEGGE Luca Bravi, Colpirne cento e rieducarne uno. Internamento e sterminio dei
rom nelle politiche del fascismo e del nazismo
Domenica Ghidei Biidu e Serena Marchetti, Abbecedario coloniale. Memorie di
donne eritree nelle scuole italiane di Asmara
Stefano Agnoletto, Criticare la crisi. A proposito di una categoria fondamentale
della storia economica e del suo uso pubblico
LUOGHI Gino Candreva, Sulukulè, La prima casa. Un insediamento millenario a
Istanbul
ALTRE NARRAZIONI Daniele Biacchessi, Le bombe nelle piazze, le bombe sui vagoni...
Dall’inchiesta al teatro (a cura di Lidia Martin)
STORIE DI CLASSE Marco Brazzoduro, Rom e sinti a scuola. Luci e ombre della scolarizzazione
INTERVENTI Mathieu Rigouste, Meta-manuale di meccaniche securitarie. Introduzione alla
funzione capro espiatorio nel dispositivo di dominio francese
RECENSIONI Tommaso Baris (Mirco Dondi, a cura di, I neri e i rossi), Liliana Ellena (Poropora
Marcasciano, AntoloGaia), Stefano Galieni (Antonio Moresco, Zingari di merda),
Diego Giachetti (Antonio Benci e Maurizio Lampronti, a cura di, Spoon River
1968), Maria Miseo (Timea Junghaus e Katalin Szekely, a cura di, Paradise lost),
Andrea Tappi (Michele Colucci, Lavoro in movimento).
20/07/2009 - Dopo tre anni di tentativi, è stata fondata l'Associazione
dei Giornalisti Rom (AJRr). Secondo il comunicato stampa, è un progetto
ideato e finanziato dal Centro per il Giornalismo Indipendente (CJI) ed
appoggiato da Amare Romentza.
AJRr ha cinque fondatori: George Lacatus, giornalista investigativo al
Cotidianul – presidente; Ciprian Mailat – capo del dipartimento economico
dall'Evenimentul Zilei – direttore esecutivo; Zoltan Petru – giornalista
al Jurnalul National; Boby Neacsu – giornalista al Financairul; ed
Antoaneta Etves, giornalista all'Evenimentul Zilei.
Lo scopo principale di AJRr è di promuovere standard di qualità nei media in
relazione ai Rom - media di massa. Riguardo a ciò, i fondatori intendono
organizzare formazione per giornalisti sui Rom nei media centrali, per eliminare
dai loro articoli stereotipi e pregiudizi.
Nel contempo, AJRr intende organizzare formazione per i giornalisti rom,
simili ai programmi organizzati da CJI, che saranno seguiti anche dai fondatori.
AJRr intende anche monitorare come i media di massa relazionano sui Rom e
porterà attenzione sul materiale che non rispetta i principi dell'obiettività
riguardo ai Rom.
L'Associazione, che ha appena iniziato la sua attività, sarebbe grata di
collaborare con qualsiasi associazione rom che abbia obiettivi comuni e sia
interessata nell'ottenere esperienza nella formazione di attività delle OnG.
I recenti esempi cechi ed ungheresi dimostrano differenti modi di trattare
gli annunci politici infiammatori.
PRAGA - Gli attivisti per i diritti umani a fatica potevano credere a quel
che stavano vedendo quando un partito anti-Rom di estrema destra parlava di
"soluzione finale" sulle onde della Televisione Ceca (CT), proprio prima delle
elezioni di giugno del Parlamento Europeo.
Le reazioni pubbliche allo spot e susseguente decisione di rimuoverlo sono
state relativamente smorzate, ma gli scoraggiati gruppi della società civile
vedono l'incidente come una dimostrazione di quanto molto più radicato e
tollerato il razzismo sia diventato nella Repubblica Ceca negli anni recenti.
Stanno chiedendo che la CT dichiari apertamente di rendere più severe le proprie
procedure contro i cosiddetti discorsi razzisti nelle pubblicità e nelle
trasmissioni politiche.
Il vituperato spot del Narodni strana (Partito Nazionale) si riferiva ai Rom
come "parassiti". Il Direttore Generale di CT Jiri Janecek ha spiegato che
l'annuncio era stato permesso perché negli scorsi 18 anni la rete aveva
sottoscritto un impegno per permettere la libertà di espressione e di non
interferire coi contenuti degli spot delle campagne elettorali. "La Televisione
Ceca non controlla preventivamente lo spot in senso editoriale, come è solito
per altri contenuti. Così c'è stato [soltanto] un controllo elementare tecnico e
di identificazione," ha detto.
CONTRAPPOSTO AI CECHI, L'APPROCCIO UNGHERESE
L'approccio di CT contrasta con quello della Televisione Ungherese (MTV), una
rete che sta contrastando la crescita del partito di estrema destra Jobbik
(Movimento per un'Ungheria Migliore), che ha ottenuto 427.000 voti e tre seggi
nel Parlamento Europeo. Il
messaggio elettorale di Jobbik si è limitato ad un attacco "tra le righe",
nonostante il fatto che i suoi componenti nella Magyar Garda marciassero
apertamente, in pantaloni neri e stivaloni, contro gli "zingari criminali".
"Anche se la Televisione Ungherese non è responsabile del contenuto degli
annunci politici [secondo la legge sulle trasmissioni del 1996], MTV presta
sempre attenzione al controllo preventivo dei suoi contenuti," dice Gina Pronay-Zakar,
portavoce di MTV. "Se MTV considerasse offensivo o razzista un contenuto, la
compagnia è legalmente istruita a dipendere dal giudizio ufficiale dell'Ufficio
Nazionale Elezione [OVB]. OVB può decidere che un annuncio non vada in onda a
causa del contenuto offensivo. Sino al giudizio, MTV può rifiutarsi di
trasmettere l'annuncio," ha detto.
Zsolt Varkonyi, portavoce per il comitato affari stranieri di Jobbik, non ha
risposto alla questione se Jobbik sia contento dell'accesso alla trasmissione
garantito da MTV, ma ha accusato la stampa ungherese ed i media online di aver
tenuto un incontro segreto su come agire riguardo la copertura di Jobbik, in
seguito al suo exploit elettorale.
I cechi in generale hanno mostrato una distinta mancanza di preoccupazione
riguardo gli annunci del Partito Nazionale, ha detto Zdenek Rysavy, direttore
esecutivo del gruppo rom di appoggio Romea. "Secondo me, la maggior parte della
società concorda con vedute simili. Sono le organizzazioni non profit hanno
protestato. Sembra che parecchia gente veramente non se ne interessi," ha detto.
Romea ha combattuto con successo per fermare i maggiori server di notizie ceche
dal mostrare la trasmissione, ha aggiunto Rysavy.
Lo spot si apriva con uno schermo che mostrava le parole, "La soluzione
finale alla questione Zingara portata avanti dal Partito Nazionale è una guida
per tutti gli stati europei". Ancora foto di uomini dalla pelle scura che
brandiscono una scure e case decrepite alternate a slogan come "No al razzismo
nero" e "No ai favoritismi per gli Zingari".
Non c'era bisogno di introdurre cambi legislativi per fermare le trasmissioni
politiche razziste nella Repubblica Ceca, dice Rysavy, perché esistevano già le
leggi richieste. Questo punto di vista era condivisa da Karolina Ryvolova, una
giornalista ceca freelance e laureata in studi rom, che per circa 10 anni si è
specializzata nel coprire le questioni delle minoranze per pubblicazioni come il
settimanale ceco Respekt. "La decisione di CT di non visionare preventivamente
quel contenuto mostra negligenza ed incompetenza," dice. "Qualcosa così
apertamente ostile e razzista non ha posto nella televisione pubblica. E' stato
totalmente scioccante. La legge è lì; CT deve soltanto regolarsi in accordo con
essa."
Ha aggiunto che l'attitudine ceca verso i Rom "si è drasticamente
deteriorata" negli anni scorsi, in parte perché sono capri espiatori duranti i
tempi economici difficili ed in parte perché alcuni politici ben noti hanno
"dato l'OK" al razzismo apertamente mostrato. Ryvolova, che è anche insegnante
di inglese alle superiori, continua: "Posso accorgermene anche soltanto seguendo
i discorsi su Facebook. Non posso credere alle cose che escono dalle bocche di
alcune delle dolci persone a cui insegno... Come è tipico di questo paese
riguardo alle questioni rom, questa storia di CT, come il rogo della bambina rom
di 2 anni [in un attacco incendiario alla sua casa in Moravia ad aprile] ha
causato chiasso tra i media per un paio di giorni ma poi tutto è andato nel
dimenticatoio."
I rappresentanti del Partito Nazionale non sono stati potuti essere
raggiunti per commentare. Ma il partito ha dichiarato che citerà CT per
interferire nel suo diritto di parola, a seguito della decisione di Janecek di
ritirare lo spot dopo un'iniziale programmazione.
Janecek, che è stato riconfermato direttore generale di CT il 15 luglio, ha
rifiutato una richiesta del Partito dei Verdi che ne chiedevano le dimissioni.
Negando ogni addebito di negligenza o incompetenza per aver permesso la messa in
onda, ha detto, "Un simile sistema ha funzionato per 18 anni senza problemi
seri. E' tempo di modificarlo riflettendo sulla crescita del radicalismo in
alcuni partiti registrati ufficialmente.. Ho deciso di non trasmettere
[nuovamente] lo spot dopo averlo visto [alla prima proiezione]."
Il direttore generale ha detto che CT si è trovata di fronte a due leggi in
conflitto; una insisteva che non ci fosse il diritto di interferire con la
trasmissione di un partito politico, mentre l'alta dichiarava che non dovevano
essere permesse la trasmissioni con contenuto razzista. "Il conflitto legale
pubblico su questo mostra che c'è qualcosa di sbagliato nella legislazione," ha
aggiunto.
Guardando come il problema potrebbe essere corretto, Janecek ha detto che
alcuni critici a torto presumono si tratti di una questione legale facile. "Ma
non lo è," ha detto. "Le persone intelligenti possono intendere che non è
l'ideale per una rete indipendente che copre notizie di politica, essere arbitro
di una campagna elettorale. Devono intendere che un tribunale o una speciale
commissione elettorale sarebbero migliori per decidere se proibire o meno uno
spot da trasmettere."
QUANDO I PRINCIPI COLLIDONO
Formatasi da 2 anni, l'Agenzia dell'Unione Europea per i Diritti
Fondamentali sta trattando nel dettaglio la questione della trasmissione
politica di partiti potenzialmente razzisti, dice il suo rappresentante
Cristopher Coxon. Le valutazioni su queste trasmissioni chiaramente riguardano
la questione di bilanciare libertà di parola con dichiarazioni razziste,
aggiunge Coxon. La legislazione UE nell'applicare la legge criminale a
determinate forme di razzismo e xenofobia è stata adottata a novembre, ma il
testo dev'essere ancora trasportato nelle legislazioni nazionali dei membri UE,
dice.
Sejal Parmar, avvocato anziano di Article 19, un gruppo di consulenza
legale, con base a Londra, per la libera espressione e l'accesso
all'informazione, ha detto che c'è stato "un evidente valore nel principio di
non-interferenza con le trasmissioni dei partiti politici, anche se il loro
contenuto può apparire spregevole alle orecchie dei legali dei diritti umani e a
parte del pubblico. Così, fintanto che un partito sta operando legalmente nel
quadro delle leggi elettorali, ad un partito dovrebbe essere permesso di
svolgere le sue trasmissioni." Nondimeno, ha detto Parmar, la legge ha un ruolo
importante nel limitare i discorsi quando questi costituiscano incitamento alla
discriminazione.
Un disaccordo su principi simili all'incidente del Partito Nazionale è
accaduto anche in Gran Bretagna durante la campagna per le elezioni europee,
quando la BBC ha mandato in onda uno spot del
Partito Nazionale Britannico di estrema destra, che come lo Jobbik ha
ottenuto per la prima volta due seggi. Quando sono arrivati i dissensi, la BBC
ha pubblicato una
giustificazione dicendo che la trasmissione aderiva ai criteri concordati
tra media e partiti politici.
Come sottolineato da Ric Bailey, consigliere politico capo della BBC che è
anche presidente del Gruppo di Collegamento dei Media in GB, ognuno "sicuramente
ha il diritto di vedere preventivamente le trasmissioni politiche sottoposte" e
"abbia la responsabilità legale di che cosa esce sul suo canale". D'altra parte,
qualsiasi cosa che si ritenga possa causare danno o offesa può essere riferito
al gruppo di collegamento. Questo, dice Bailey, da "le linee guida nel trovare
un metodo che accontenti tutti".
Una fonte membro del gruppo ha detto di "non poter ricordare un periodo in
cui i cambiamenti o alcune omissioni non fossero gradite ad entrambe le parti
della disputa, ma ciò che succede spesso è che il Partito Nazionale Britannico
concordi felicemente con la rimozione dei suoi pezzi decisa dal gruppo di
collegamento, ma che lo spot riappaia nel formato originale sul loro sito web
infischiandosene di essere stato censurato". Le dispute più calde, ha aggiunto,
hanno riguardato le campagne anti-aborto che contenevano immagini potenzialmente
disturbanti.
Ha detto Janecek che l'approccio mostrato dalla BBC può essere di "buona
ispirazione" per un cambiamento.
GRENOBLE, "Mi sento come un passatore tra due mondi": bambino, Teddy
Lussi-Modeste si è allontanato dei suoi per dedicarsi agli studi. A 31 anni,
questo cineasta di Grenoble testimonia la sua ricerca identitaria tra il mondo
della gens du voyage, da cui proviene, e la società francese.
"Mi sembra che ci sia uno iato tra il fatto di essere un voyageur"
il nome che si danno la gens du voyage in Francia, "ed il fatto di
sentirsi francese", osserva il realizzatore, che gira quest'estate a Grenoble il
suo primo lungometraggio.
"E' molto più difficile sopportare il rifiuto di cui può essere vittima"
questa comunità "perché si sentono francesi", sottolinea. Il suo film "Jimmy
Rivière", nel quale recitano Béatrice Dalle ed Hafsia Herzi ("la Graine et le
Mulet"), racconta la storia di un giovane nomade (Guillaume Gouix), che
abbandona la boxe e la sua piccola amica per convertirsi all'evangelismo.
Da qualche anno, questo movimento religioso incontra infatti un grande
successo nella gens du voyage, valutata a 450.000 in Francia, di cui più
della metà si è convertita. "C'è una parte di me in questo personaggio, che è in
una ricerca spirituale", spiega il cineasta all'AFP.
Uscito da una famiglia di "voyageur" di Grenoble, Lussi-Modeste sono
passato la sua infanzia sballottato tra carovane, case mobili o case, a fianco
dei suoi genitori, che migravano in base ai lavori stagionali. Suo nonno paterno
ed un prete l'incoraggiano a studiare e Teddy Lussi-Modeste diventa appassionato
di letteratura: "era come una specie di divieto. Andavo verso i libri che erano
la rappresentazione molto concreta della cultura francese gadjé",
scritta, in opposizione a quella della gens du voyage.
Il cineasta è segnato dai romanzi di Jean Genet, nei quali l'autore esplora
il tema del tradimento. "Mi sentivo un po' traditore rispetto alla mia Comunità
perché avevo desideri che non erano quelli dei miei genitori. Mio padre avrebbe
certamente preferito che fossi un boxeur come lui e che girassi i mercati",
racconta.
Per i suoi studi, il giovane frequenta la Fémis, la celebre scuola di cinema
parigina, e diventa professore di lettere in istituti universitari e collegi,
prima di dedicarsi interamente al cinema. Si concepisce come un "passatore" di
storie che trasmettono "informazioni da un campo all'altro" e situa il suo posto
"all'interno delle due comunità", sentendosi "culturalmente attraversato da un
meticciato".
Per il suo film, Teddy Lussi-Modeste ha fatto appello ad attori non
professionisti, gens du voyage di cui ha avuto "voglia di filmare i
corpi, i visi, il loro modo di muoversi". Ha accordato una cura particolare allo
scenario per riprodurre l'accento, le tenere derisioni o i pudori del linguaggio della gens
du voyage, come il ricorso frequente all'antifrase "le vilain garçon"
(il ragazzo sgradevole ndr) per dire che è bello.
Teddy Lussi-Modeste spera che "Jimmy Rivière", che uscirà nel 2010, trasmetta un
messaggio di tolleranza, essendo la differenza di cultura secondo lui allo
stesso tempo "una dannazione ed una possibilità morale".
Combattere i pregiudizi per arrivare a conseguire una convivenza tra culture
basata nel rispetto e l'equità, è uno degli obiettivi dell'educazione
interculturali. In questa occasione ci proponiamo un'unione per lavorare sopra i
pregiudizi relazionati con la popolazione gitana. Il corto che linchiamo è stato
presentato al
4º festival de cine gitano Tikinó dove è stato premiato.
(il
video è in spagnolo, ma con pochissimo parlato ed è facilmente comprensibile.
Vale la pena di essere visto 2 o 3 volte per non lasciarsi sfuggire qualche
particolare. Per i lettori di Facebook, il link è
QUESTO
ndr)
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
il link: www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione. Ulteriori informazioni sono disponibili QUI
La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto
pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico
dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla
pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net
Filo diretto sivola59 per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype
Outsourcing Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare. Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti: