Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 16/04/2009 @ 09:39:08, in casa, visitato 1899 volte)
Ricevo da Tommaso Vitale
23 Aprile 2009
via Ampère, 2 Milano - MM2 fermata PIOLA, tram 23
EMERGENZA ROM?
Esperienze di ricerca su alcune baraccopoli italiane ed europee
Mentre nel campo della ricerca sociale si affinano e si diffondono
esperienze e metodi per indagare i complessi fenomeni associati al disagio
abitativo delle popolazioni Rom, il dibattito sulle politiche, in Italia e in
particolar modo a Milano, segnala lo scarto tra le misure securitarie e
repressive promosse dalle istituzioni e le istanze per un intervento ispirato ai
principi dell’integrazione sostenuto insieme da studiosi, ricercatori e
operatori del sociale. A partire dalla presentazione di alcune esperienze di
ricerca, il seminario intende offrire uno spazio di riflessione su questi temi
per stimolare un approccio diverso da quello dettato dalle logiche
dell'emergenza
Prima Parte - AULA U.2 Le condizioni abitative dei Rom nella ricerca
sociale
ore 9.30 introduzione
Anna Nufrio, Politecnico di Milano
Antonio Tosi, Politecnico di Milano
ore 10.00 presentazione
Il progetto EU - ROMA Una ricerca europea sulle condizioni abitative
dei Rom in Italia, Grecia, Romania e Regno Unito
Pietro Nunziante, Istituto Superiore di Design di Napoli
Alexander Valentino, Laboratorio Architettura Nomade
ore 11.30 dibattito Fare ricerca nelle baraccopoli: esperienze e metodi
a confronto coordina: Federica Verona
Antonio Tosi, Politecnico di Milano
Paolo Cottino, Politecnico di Milano
Pietro Nunziante, Istituto Superiore di Design di Napoli
Alexander Valentino, Laboratorio Architettura Nomade
Anna Rita Calabrò, Università di Pavia
Giovanni Semi, Università degli Studi di Milano
Giovanni La Varra, Politecnico di Milano
Seconda Parte - AULA GAMMA Dalla ricerca alle politiche per gli
insediamenti Rom
ore 14.30 presentazione "Favelas di Lombardia: la seconda indagine sugli
insediamenti Rom e Sinti" Una ricerca dell’Osservatorio regionale per
l’integrazione e la multietnicità
Maurizio Ambrosini, Università degli Studi di Milano
Antonio Tosi, Politecnico di Milano
Paolo Cottino, Politecnico di Milano
ore 16.00 dibattito L’intervento nei campi a Milano: discriminazione o
politiche dell’abitare? coordina: Gloria Pessina
Livio Neri, referente Lombardia ASGI - Associazione Studi Giuridici
sull’Immigrazione
Tommaso Vitale, Università Statale Milano Bicocca
Maurizio Pagani, Opera Nomadi Milano
Massimo Mapelli, Casa della Carità, Milano
Marco Trezzi, Caritas Ambrosiana
ore 17.00 proiezione Il film: "Via San Dionigi, 93: storia di un campo
rom" (2007)
Introduzione a cura dei registi
Tonino Curagi e Anna Gorio
a cura di
Anna Nufrio
Antonio Tosi e Paolo Cottino
con la collaborazione di
Giovanni La Varra
Valentina Gurgo
coordinamento
Gloria Pessina gloria.pessina@gmail.com
DiAP
Dipartimento di Architettura e Pianificazione
Politecnico di Milano
via Bonardi 3
20133 Milano - Italia
Laboratorio di Cooperazione allo Sviluppo
Il volume "Favelas di Lombardia"
è scaricabile dal sito: www.ismu.org/orim
Di Fabrizio (del 29/04/2009 @ 09:26:27, in casa, visitato 1821 volte)
Da
reterom
a cura di Elise Melot
Savorengo Ker è una casa che è stata costruita durante l'estate 2008 al
campo rom Casilino 900. Savorengo Ker è la storia dell'incontro tra i Rom del
campo e un gruppo di architetti dell'università Roma Tre e dell'associazione
Stalker, che insieme l'hanno costruita. Questa storia è raccontata qui.
Ascolta il
reportage
Di Fabrizio (del 05/05/2009 @ 14:26:33, in casa, visitato 1642 volte)
Segnalazione di Ernesto Rossi
Popica onlus
Venerdì 1 maggio 2009, circa 60 rom romeni tra
uomini, donne e bambini, dell'insediamento romano di via di Centocelle, hanno
deciso di partecipare al corteo della MayDay con un proprio spezzone aperto da
uno striscione sul quale era scritto: "SIAMO ROM, NON SIAMO NOMADI VOGLIAMO
LA CASA. I Rom e le Romnì di via di 100celle". Durante il percorso della
manifestazione, nella quale si rivendicava casa e reddito per tutti e tutte, la
comunità ha anche diffuso un volantino nel quale veniva illustrata la propria
volontà di uscire allo scoperto e a rivendicare i propri diritti. Noi di
POPICA ONLUS, da sempre vicini alla comunità di via di Centocelle, esprimiamo il
nostro totale apprezzamento per l'iniziativa dei Rom e delle Romni, coi quali
quotidianamente collaboriamo. In particolare con questo comunicato vogliamo
segnalare all'opinione pubblica che quest'importantissima iniziativa cancella il
luogo comune dei Rom "geneticamente" predisposti a vivere in baracche senza luce
né acqua o nei cosiddetti campi nomadi. E mostra inoltre come in alcune comunità
Rom stia nascendo un genuino e fondamentale movimento per la rivendicazione dei
diritti. Noi di POPICA ONLUS continueremo ad essere al fianco di questa comunità
che sta smettendo di aver paura, cominciando un nuovo cammino sul quale ci
troveranno compagni di viaggio
Di Fabrizio (del 09/05/2009 @ 09:14:13, in casa, visitato 1972 volte)
Da
British_Roma (i link sotto riportati sono in inglese, in formato .doc.
QUI i post precedenti sulla vicenda di Dale Farm)
AdvocacyNet
Bollettino Notizie 181 - 29 aprile 2009
DALE FARM: ZONA PROTETTA DALL'ONU?
Basildon, GB: Un comitato delle Nazioni Unite chiede al Consiglio
Distrettuale di Basildon di congelare i suoi piani di spianare la più grande
comunità viaggiante di Bretagna, presso Dale Farm nell'Inghilterra sudorientale.
Yves Cabannes, Presidente del Gruppo Consultivo sugli Sgomberi Forzati, ha
visitato Dale Farm settimana scorsa (23 aprile), e ha detto ai residenti che non
dovrebbero essere obbligati a negoziare con Consiglio, fintanto che sono
minacciati di sgombero.
"Vi abbiamo sentito dire che volete restare qui dove siete," ha detto
Cabennes (sopra in foto con i residenti), che è anche professore all'University
College di Londra. "In ciò vi appoggiamo."
Circa 90 famiglie a Dale Farm stanno per perdere le loro case dopo la
decisione
di gennaio della Corte d'Appello che permette di procedere allo sgombero. La
decisione rovescia quella precedente del
maggio 2008 da parte dell'Alta Corte
che ordinava al Consiglio di trovare una terra alternativa per i Viaggianti. E'
seguito un appello finale della Camera dei Lord.
Il Progetto Consultivo (AP) ha appoggiato i Viaggianti da quando hanno
ricevuto l'ordine di sgombero a giugno 2005 ed ha spedito due Mediatori di Pace
a fare volontariato a Dale Farm.
L'intervento ONU è avvenuto a seguito della prima discussione faccia-a-faccia
tra il leader del Consiglio di Basildon, Malcom Buckley, ed i residenti di Dale
Farm. Buckley, dimessosi da allora, inizialmente era per un incontro al chiuso
con sette residenti. Ma i membri del Consiglio sull'Uguaglianza Razziale dell'Essex,
il servizio Pompieri e Soccorso dell'Essex ed il gruppo ONU, insistevano per
partecipare pure loro.
In totale, 20 residenti di Dale Farm hanno espresso paure per la sicurezza
dei loro bambini, degli anziani e dei malati nel caso di uno sgombero. In
seguito, Cabannes li ha assicurati che il rapporto del suo comitato al governo
britannico si esprimerà contro lo sgombero. Ha detto che la GB ha firmato un
accordo internazionale che si oppone fortemente agli sgomberi forzati.
Cabannes ha anche lodato i residenti di Dale Farm per la loro resistenza, e
li ha elogiati come un esempio per tutti i Rom che stanno combattendo l'antiziganismo
in Europa.
I Viaggianti sono definiti come un distinto gruppo etnico dalla legge
britannica e per molto tempo sono stati oggetto di discriminazione in GB. La
crisi di Dale Farm è scoppiata nel giugno 2005, quando il Consiglio ha ordinato
ai Viaggianti di andarsene perché vivevano sul terreno della Cintura Verde che è
protetta dai regolamenti ambientali. Il Consiglio ha emesso un secondo ordine di
sgombero nel 2007.
Dopo l'ultima decisione della Corte d'Appello, il Consiglio ha promesso che
alle famiglie verranno dati 28 giorni di anticipo prima di ogni sgombero. Col
ritiro di Buckley, molto dipenderà ora dal Consigliere Tony Ball, che si prevede
succederà a Buckley entro la fine di maggio.
Gli avvocati sperano che la crisi finanziaria persuaderà il Consiglio a
considerare di dare i permessi di costruzione a tutti i Viaggianti che
possiedono un terreno a Dale Farm. Entrambe i due giudizi del tribunale
concordano che i Viaggianti non possono diventare dei senza casa, ma trovare un
nuovo alloggio a tutte le 90 famiglie potrebbe essere costoso.
In caso di sgombero, le chiese locali hanno offerto riparo ai bambini ed agli
altri Viaggianti vulnerabili. Lord Eric Avebury, membro della Camera dei Lord,
ha anche organizzato per il 14 maggio un incontro in Parlamento, per riassumere
ai potenziali osservatori dei gruppi dei diritti umani e dell'ONU il loro
ruolo in caso di uno sgombero.
Di Fabrizio (del 16/05/2009 @ 12:50:30, in casa, visitato 1515 volte)
In Italia, soltanto il 5% delle popolazioni Rom/Sinti/Caminanti
persegue ancora uno stile di vita nomade. Il resto è stanziale, e molti dei
nuovi arrivati dalla ex Jugoslavia e dalla Romania, vivevano precedentemente in
case. Nonostante ciò, continua il fraintendimento di chiamarli "nomadi", quando
il loro migrare è dovuto soprattutto ai continui sgomberi. Il termine esatto,
sarebbe "sfollati".
Ma mentre loro sarebbero contenti di trovare una casa o una
qualsiasi sistemazione stabile e sicura (e anche di pagarne i costi), c'è chi
riscopre il nomadismo:
Da
Affaritaliani.it Segnali/ Contro la crisi, diventa fulltimer:
un camper come casa, ti sposti dove vuoi e... niente bollette Sabato
16.05.2009 02:55 di David Migliori
La protagonista di un libro che leggo spesso ai miei bimbi è una zebra
insoddisfatta della propria abitazione. Va ad abitare in una casetta in mezzo
alla giungla ma non sopporta i vicini chiassosi, si trasferisce nel deserto ma
soffoca dal caldo, costruisce una casa in riva al mare ma si ritrova con l’acqua
sul pavimento. Dopo tanto penare, alla fine trova la soluzione che fa per lei:
una casa su ruote da spostare comodamente dove gli pare a seconda delle
“voglie”…
Una vita in un camper
Zingari, zigani, gitani, nomadi… chissà se a loro piacerebbe essere definiti
così. Ma, di fatto, hanno scelto uno stile di vita errante che li accomuna alle
popolazioni che della fissa dimora hanno sempre preferito fare a meno.
Negli Usa non sono pochi quelli che, una volta lasciato il lavoro, decidono
di andare a vivere in camper e di spostarsi nelle zone più calde nei mesi più
freddi dell’anno, magari svernando in campeggi appositamente attrezzati per
loro. Il portale per tutti questi viaggiatori del nuovo millennio è
Trailer Life
Directory
In Europa la cosa è ancora poco diffusa, ma qualcuno incomincia a parlare
anche dalle nostre parti di fulltimers, persone che hanno venduto
tutti i loro beni e li hanno investiti in un camper.
In Spagna, nella zona di San Juan, una cinquantina di chilometri a sud di
Cartagena, è facile imbattersi in centinaia di Fulltimers che parcheggiano nei
pressi delle spiagge di quella località. E poi, nei mesi più freddi, si
trasferiscono un po’ più a sud e passano l’inverno in Marocco per tornare a nord
con l’arrivo del caldo. Nulla di nuovo, molti animali fanno lo stesso.
A differenza delle altre specie, l’uomo deve però fare i conti con il problema
dei soldi.
E di soldi ne servono parecchi per acquistare un camper, anche se nulla a
che vedere con i costi stratosferici di una “comune” abitazione di cemento e
mattoni. Un bel camper nuovo costa più di 30mila euro, ma se si vuole averne uno
di grandi dimensioni, di quelli, per intenderci, al cui interno è possibile
parcheggiare una piccola vettura come una Smart, bisogna prepararsi a spendere
anche 150mila euro.
Ma poi non ci saranno molti motivi per rimpiangere le comodità di casa.
Dimenticate le vecchie roulotte e le scomodità del passato, oggi tutto punta al
confort. I nuovi camper sono pensati per la comodità e per chi ormai non
è disposto a rinunciare alle tecnologie. Le case viaggianti hanno antenne
paraboliche e satellitari, sono predisposte per tv al plasma, computer e
internet; hanno cucina e bagno, doccia (ovviamente con acqua calda), frigorifero
a gas, riscaldamento, pannelli solari e l’elenco potrebbe continuare...
I nuovi nomadi più estremi sono poco stanziali e si fermano nelle piazzole
che trovano di loro gradimento, ma la maggioranza è meno estrema e si
appoggia a campeggi dove è possibile stazionare in cambio di 100 o 200 ero al
mese. Il vantaggio di questa soluzione è di poter avere comunque una base fisica
che offre una serie di servizi comuni a chi ha scelto uno stile di vita simile e
un luogo dove ricevere comunicazioni: è vero che nell’era di internet poco resta
delle vecchie comunicazioni cartacee via posta, ma non tutto è ancora
automatizzato, basta pensare alle multe… E guidando un camper una delle massime
preoccupazioni è proprio quella di prendere una multa e di vedersi pian piano
decurtare i punti dalla patente…
Se a chi ha fatto questa scelta si chiedono le ragioni della propria
soddisfazione, di solito si ottengono due generi di risposta. La prima è
economica. Basta affitto se si esclude il campeggio, basta ici, basta
un’infinità di altre tasse a cui siamo sottoposti e un grande risparmio su tutto
il resto, dall’elettricità al gas…
L’altra ragione di soddisfazione è invece filosofico-esistenziale. Chi ha scelto
uno stile di vita nomade e ne è contento, si sente finalmente libero da una
serie di cose e situazioni a cui noi persone normali e stanziali siamo costretti.
Liberi anche da tanti oggetti di uso quotidiano che in un camper, per quanto
spazioso, non ci possono stare, cose di cui prima non potevano fare a meno e di
cui oggi non sentono più la mancanza…
Di Fabrizio (del 22/05/2009 @ 09:49:13, in casa, visitato 1720 volte)
Il Messaggero.it
ROMA (21 maggio) - È stato arrestato dagli agenti della polizia municipale lo
zingaro Sinti, di origine italiana, Pietro Setrow, di 38 anni, che stamani, nel
tentativo di opporsi alla demolizione della villa abusiva in costruzione a
Fontana Candida e di proprietà della sua famiglia, ha minacciato di suicidarsi.
Per bloccare l'uomo dal portare a termine gesti estremi, uno degli agenti
diretti dal comandante Antonio Di Maggio, è rimasto ferito. L'uomo dovrà
rispondere di aggressione e lesioni a pubblico ufficiale.
«Hanno colpito noi perché siamo zingari. Qui tutti hanno costruito in modo
abusivo, tutti hanno pagato qualcuno, anche chi oggi è qui ad abbattere la
nostra casa, anche i vigili urbani, perché non vedesse. Non abbiamo più pagato e
ci hanno colpiti». È lo sfogo di uno dei componenti la numerosa famiglia di
sinti italiani. La villa abbattuta avrebbe dovuto «ospitare una trentina di
persone del clan». Gli zingari hanno spiegato di avere comprato il terreno in
quella zona «perchè ci avevano detto che si poteva costruire abusivamente e,
infatti, tutti sono abusivi».
La villa di circa 300 metri quadrati e del valore di circa 900 mila euro, era
già stata sequestrata tre volte. L'edificio era stato poi dissequestrato per
l'abbattimento alcuni giorni fa dal pm Assunta Cocomello della procura di Roma.
Di Fabrizio (del 28/05/2009 @ 09:18:38, in casa, visitato 2703 volte)
Da
Roma_Francais (delle demolizioni in Russia se ne è scritto
QUI,
QUI,
QUI,
QUI,
QUI e
QUI)
Il reporter di FRANCE 24 è andato in Russia per incontrare gli zingari.
Considerati cittadini di seconda classe, sono vittime di numerose
discriminazioni.
Il rapporto è stato filmato a Chudovo, a sud di San Pietroburgo.
venerdì 22 maggio 2009, By FRANCE 24 (text) / Ilhame TAOUFIQI (video)
LINK
FRANCE 24 si è incontrata con gli zingari di Chudovo, una città situata circa
100 km. a sud di San Pietroburgo. La comunità di 2.000 individui si è
insidiata là nel 1986, subito dopo il disastro di Chernobyl, ma senza permessi
scritti.
Per 20 anni, le autorità locali non si sono preoccupate della loro presenza,
ma col collasso dell'Unione Sovietica ogni cosa è cambiata. Ora il terreno dev'essere
registrato e occorre pagare. Nella primavera del 2007, poliziotti e soldati
hanno agito per demolire le case degli zingari. Oggi, sembrano nuovamente sotto
minaccia.
Dal 2005, l'amministrazione ha irrigidito le leggi sull'occupazione delle
terre. Per esempio, ha ordinato la demolizione di uno dei campi zingari
installato a pochi metri da una fabbrica d'asfalto chiusa cinque anni fa, per
ragioni di salute pubblica. Ma le case dei Russi situate 50 metri più in là non
sono minacciate [di demolizione].
La prossima primavera, gli Zingari dovranno spostarsi. Pagando 4.000
rubli per registrare il terreno, avranno il permesso di installarsi in un
terreno paludoso schiacciato tra l'autostrada e la ferrovia, con nessuna scuola
vicina. Qui, la gente è piuttosto ostile. "Conosciamo molto bene cosa fanno.
Rubano la legna per il fuoco, causano problemi dappertutto," dichiara la decana
del villaggio, che intende inviare una petizione a Mosca contro gli zingari e
dice che farà tutto il possibile per fermare il trasferimento.
La comunità zingara non è trattata meglio dalle autorità locali.
L'amministrazione rurale si rifiuta di registrarli. Così perdono l'accesso
all'assistenza sanitaria, tutti gli aiuti familiari e quindi ogni esistenza
legale.
La città di Chudovo non è un caso isolato. Dal 2006, mezzo milione di zingari
russi sono stati vittime di espulsioni forzate. Nonostante la condanna dei
gruppi dei Diritti Umani e un ammonimento dell'ONU, la Federazione Russa sinora
non ha fatto niente per risolvere il problema.
Di Fabrizio (del 08/06/2009 @ 09:18:13, in casa, visitato 1655 volte)
Da
L'espresso LOCAL
Favaro. Il villaggio di via Vallenari sarà concluso entro luglio. Già
costruiti 33 moduli su 38. Niente gas per ragioni di sicurezza
FAVARO. Il nuovo villaggio sinti di via Vallenari a Favaro diventa realtà.
Nonostante il terrapieno che corre lungo l'area di cantiere realizzato per
proteggere dalla strada i nuovi inquilini, è impossibile non scorgere le casette
allestite all'interno e oramai ultimate. I moduli abitativi sono in tutto 38, ne
sono stati completati 33. La direzione lavori ha già dovuto vedersela con una
donna senza casa con tre bimbi, che aveva deciso di «occupare» un'abitazione del
villaggio. Le casette che accoglieranno i sinti definitivamente entro
settembre sono state dipinte di un colore di un rosa-arancio tenue.
Ieri mattina l'assessore ai Lavori pubblici Laura Fincato si è recata in
sopralluogo al cantiere accompagnata dal direttore Vincenzo Tallon e dai
responsabili della Cmc Prefabbricati. L'entrata è in via Vallenari, si percorre
una strada ampia con tanto di marciapiede che sarà asfaltata a giorni.
Allacciamenti. Si arriva alla zona dove sono state sistemate due cabine
con tanto di contatori, tutti e 38, quelli dell'acqua e dell'Enel. I futuri
inquilini per avere l'acqua dovranno fare richiesta di apertura, come qualsiasi
altro cittadino. Altra questione è quella del gas, che per una scelta
progettuale e di sicurezza non è previsto. Per cucinare i sinti utilizzeranno i
fornelli elettrici e pagheranno per quanto spendono. Attualmente il Comune ha
affittato un depuratore per due anni. I pozzetti sono predisposti, gli
allacciamenti fognari sono invece legati ai lavori di Veneto Strade all'incrocio
con via Martiri e sono attesi al massimo entro un anno. Poco distante in linea
d'aria c'è l'elettrodotto, ma anche in questo caso sono state effettuate le
rilevazioni per assicurarsi che non ci sia pericolo per la salute. Sopra ogni
modulo abitativo verrà installato un pannello solare dimensionato per fornire
acqua calda sufficiente per l'uso sanitario: stoviglie e igiene personale. Altra
cosa il riscaldamento: non essendoci gas, anche in questo caso gli abitanti
dovranno ingegnarsi con una stufa elettrica.
Casa tipo. Ogni modulo è composto di due abitazioni, ciascuna di 42 metri
quadri con entrata propria. Entrando ci si trova direttamente nel
soggiorno-angolo cottura, poi si raggiunge il disimpegno e sulla sinistra il
bagno con doccia, tazza e bidè: le piastrelle sono color beige. In fondo c'è la
camera da letto, sufficientemente ampia con una finestra. Il solaio - precisano
i tecnici - è fatto a sandwich: laterizio, pannello isolante e di nuovo cemento
in proporzioni eguali (in tutto 18 centimetri). Non c'è pericolo pertanto di
morire dal caldo d'estate o surgelarsi in inverno. L'altezza è di 2,70 metri.
Lunedì 15 inizierà la costruzione delle ultime 4 casette, il 22 giugno si
asfalterà tutto. Per ultimi saranno installati i pannelli solari. A fianco ad
ogni abitazione c'è lo spazio per la roulotte. C'è pure un bacino di espansione
(che può contenere 622 metri cubi di acqua) per rispettare l'invarianza
idraulica. Opere aggiuntive. «Non è il villaggio del Bengodi - spiega la Fincato
- ma è molto più che dignitoso. Noi diamo ai cittadini sinti i mezzi e
un'opportunità di miglioramento della qualità della vita, poi si tratta di
regolamentarne la convivenza». Entro luglio, il villaggio sarà completato.
Di Fabrizio (del 11/06/2009 @ 08:59:01, in casa, visitato 1573 volte)
Ricevo da Tommaso Vitale
Il Tavolo Rom
invita quanti sono interessati a un seminario sulle politiche che alcune
Amministrazioni hanno messo in atto per i gruppi Rom presenti nel loro
territorio
Martedì 16 Giugno ore 17,30 - 20,30
c/o Camera del Lavoro - cso di Porta Vittoria 43
Dal campo alla casa: l’esperienza di Bergamo
Ne parleremo con
Giuseppe Traina – U.O. Servizio Migrazioni del Comune di Bergamo
Il seminario è una tappa del percorso di costruzione della giornata di studio
del 26 settembre di confronto sulle politiche locali di superamento dei campi
nomadi in Italia e del Convegno Europeo sulle politiche locali per gruppi zigani
che si terrà il 28 novembre (entrambi a cura del Tavolo Rom)
Di Fabrizio (del 19/06/2009 @ 09:18:02, in casa, visitato 2412 volte)
L'espresso LOCAL di Luca Rojch
Ultimi ritocchi per il villaggio di 18 appartamenti con vista sul
depuratore
OLBIA. Nomadi stanziali, sulla carta un ossimoro, un alchimia impossibile, un
concetto non mescolabile. Ma la realtà è più forte della logica, così il Comune
ha quasi completato il nuovo villaggio per chi ha scelto una vita on the road.
Più o meno. Il luogo sulla carta non è dei più affascinanti. A Sa Corroncedda,
accanto al depuratore. Viene difficile chiamarle villette, ma hanno tutti i
comfort. Acqua potabile, luce, pavimenti, rete delle acque nere. Sono 18 mini
padiglioni quasi completati in queste settimane.
Anche questa opera è figlia del quasi G8 della Maddalena, verrà completata,
anche se con qualche ritardo, tra qualche settimana. Gli oltre 200 rom ora
vivono accanto al canile, in una strana commistione, nella zona di Colcò. Sul
loro accampamento deve passare la nuova strada che porterà all'aeroporto. Per
questo nel pacchetto dei lavori dell'aeroporto c'è finito il campo dei nomadi.
Il nuovo campo a Sa Corroncedda è costato oltre un milione e mezzo di euro.
«Soldi che arrivano dai finanziamenti legati all'aeroporto - spiega l'assessore
alle Politiche sociali, Tiziano Pinna -.
Abbiamo lavorato per sollevare di due metri il piazzale e costruire il campo. Le
casette sono dotate di tutti i comfort. Non è stato semplice mettere d'accordo
tutti. Spero di esserci riuscito. Per ora abbiamo pensato ai 200 nomadi che sono
residenti a Olbia. L'integrazione, anche se con qualche difficoltà, la portiamo
avanti. Cerchiamo altri fondi per riuscire a far arrivare tutti nel nuovo campo.
Molti di loro sono cittadini di Olbia, piaccia o no. Sono residenti. In futuro
cercheremo di spostare anche il canile là vicino. In questo caso abbiamo
maggiori difficoltà. Dobbiamo ancora trovare i fondi, anche se confidiamo in un
aiuto della Regione». Un altra difficoltà è legata alla bonifica dell'attuale
campo nomadi, a Colcò. «Il compito è stato affidato a un'impresa che ha già
cominciato a smaltire una parte dei detriti - continua Pinna -. Continuiamo a
cercare di favorire l'integrazione almeno dei più giovani». Il sindaco Gianni
Giovannelli sembra ottimista. «Lavoriamo per portare a termine in tempi rapidi
un'opera importante - spiega -. A parte l'opportunità data da questi lavori,
credo non si potesse più vedere un'area tanto degradata come quella che ospitava
il campo nomadi in città».
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