Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
MERCOLEDI 16 GENNAIO ORE 21
CENTRO CIVICO GIORGIELLA P:zza Giovanni XXIII Corsico (Milano)
"PORRAJAMOS-LA DEPORTAZIONE DELLA COMUNITA' ROM IN ITALIA NEI CAMPI DI
STERMINIO"
Accompagnamento musicale di Iovic Iovica , Rom Khanjarja.
Presentazione filmato con la partecipazione di Maurizio Pagani OPERA NOMADI
MILANO.
ANPI CORSICO
La Comunità rom di via Candoni, il Municipio Roma XV e Arci Solidarietà
Lazio, in occasione della giornata della memoria ed in concomitanza con la
giornata globale di azione del Forum Sociale Mondiale, promuovono
l’iniziativa:
UN GIORNO DI ORDINARIA MEMORIA
PAROLE, TRADIZIONI E MUSICA
26 gennaio 2008
Presso il Campo rom di via L. Candoni
Programma (provvisorio)
16.00 – 18.30 Parole e memoria
Benvenuto della Comunità rom
Introduce: Gianni Paris – Presidente Municipio Roma XV
Coordina : Sergio Giovagnoli – Presidente Arci Solidarietà Lazio
Sono invitati ad intervenire:
- Salvatore Buonadonna - Senatore
- Paolo Ciani – Comunità di Sant’Egidio
- Maria Coscia – Ass. Politiche educative e scolastiche del Comune di Roma
- Franca Eckert Coen – Ass. alla Multietnicità del Comune di Roma
- Erri De Luca – Scrittore
- Paolo Ferrero – Ministro della Solidarietà Sociale
- Donatella Linguiti – Sottosegretaria di Stato per i Diritti e le Pari Opport.
- Giovanni Maria Flick - Giurista
- Victor Majar – Scrittore
- Fabrizio Marrazzo – Presidente Arcigay Roma
- Raffaela Milano – Ass. Politiche sociali del Comune di Roma
- Bruno Morelli – Artista rom
- Carlo Mosca – Prefetto di Roma
- Giovanni Palombarini – Giudice
- Annamaria Rivera – Docente di etnologia all’Università di Bari
- Marisa Rodano – Partigiana
19.00 – 20.30 Tradizioni e memoria
Aperitivo-cena con degustazione di piatti tipici della cucina rom
20.30 - 22.30 Musica e memoria
Esibizione del gruppo musicale del campo rom di via L. Candoni
Concerto dei Tętes de Bois
Presso il campo rom di via L. Candoni verrà allestita la mostra fotografica
Immagini per aiutare la verità e l’amore a vincere - ricordare la Risiera di S.
Sabba di Trieste. Percorso fotografico di Walter Slatich
Segreteria organizzativa evento: 06.41793112 fax 06.4515875 – Mariangela De
Blasi 3481314342 – Valentina Roversi 3481523222
Ricevo e porto a conoscenza
La Società Cooperativa "La Bazzarra", desidera richiamare la Vostra
attenzione su un evento interamente dedicato al popolo Rom che si aprirà
prossimamente a Napoli.
"La Bazzarra", nata dall’esigenza di creare sul territorio vesuviano un centro
polivalente attraverso cui i giovani e i meno giovani potessero avvicinarsi al
mondo dell’arte, della musica e del teatro in modo diretto ed attivo, promuove
da anni un’opera di sensibilizzazione culturale attraverso una serie di
iniziative atte a favorire il dialogo e l’incontro fra le culture, nonché
l’avvicinamento al sociale, creando eventi non convenzionali e soprattutto
originali ed innovativi.
Tra questi il "Festival Ethnos" che, giunto ormai alla tredicesima
edizione, è tra i festival di musica etnica più importanti d’Italia ed ha
portato sul territorio vesuviano, grandi artisti internazionali; il DiVino
Jazz Festival, inserito tra i nove festival jazz della provincia di Napoli;
i numerosi concerti che figurano nelle Notti Bianche napoletane; il Capodanno
2007 a Piazza del Plebiscito a Napoli e molto altro ancora.
Quest’anno, con la collaborazione della Dott.ssa Isadora D’Aimmo, Assessore alla
Pace e all’Immigrazione della Provincia di Napoli, organizziamo la prima
edizione de "Lo Sguardo degli altri": una rassegna tematica dedicata ogni anno
ad una etnia diversa. Attraverso film, documentari, concerti, conferenze e
mostre vogliamo raccontare la sofferenza umana di popoli vittime del razzismo,
delle guerre e delle violenze culturali, fisiche e psicologiche.
Questa prima edizione che si terrà nell’ultima settimana di Febbraio 2008 (dal
25 Febbraio al 2 Marzo) a Napoli, è dedicata al popolo Rom, un popolo che nel
suo viaggio dall’India del nord all’Europa dell’est, ha lasciato tracce
culturali di grande importanza, ma purtroppo, altrettante tracce negative sono
presenti nei preconcetti e nei pregiudizi dei cittadini italiani. Con questa
iniziativa vogliamo ribaltare il punto d’osservazione, portare al centro la loro
cultura, la bellezza degli sguardi, la loro profondità, i loro occhi, le
meravigliose musiche e danze balcaniche: creare dunque, un virtuale centro di
cultura in cui per una settimana, ai margini siano gli altri.
Il programma, non ancora definitivo, prevederà la partecipazione di gruppi
musicali quali Romano Drom, Kocani Orkestar, Alexian Group e Acquaragia Drom;
una rassegna cinematografica dedicata ai film di Toni Gatlif e di Emir Kusturica,
incontri e dibattiti a cui sarà probabilmente presente proprio lo stesso
Kusturica, una mostra (pannelli, foto ed installazioni), dedicata all’arte e
alla cultura dei Rom; un progetto fotografico che abbraccerà la realtà a noi più
vicina: i Rom di Napoli.
A tal fine, nell’ottica di una collaborazione con strutture e associazioni che
operano con e per i Rom, si chiede una partecipazione alla nostra iniziativa con
eventuali proposte di collaborazione; le proposte possono riguardare, sia
aspetti artistici da inserire nel programma, come la tematica del teatro, delle
favole e delle leggende collegate alla cultura Rom, nonché dell’artigianato,
magari con il coinvolgimento diretto di artisti e artigiani Rom, mostre di foto
e altro, che tematiche sociali e culturali, da trattare con esperti che possono
intervenire in conferenze ed incontri con le altre realtà presenti sul
territorio italiano.
In attesa, dunque di un Vostro gentile riscontro, porgo i più cordiali saluti.
Ilaria Borriello
Cooperativa La Bazzarra
Via Cimaglia 60, Torre del Greco (Na)
Tel/fax 0818823978
info@labazzarra.com
Casa della Cultura via
Borgogna 3,
domenica 10 febbraio 2008
ore 16.00
PER LA MEMORIA
Shoah e Porrajmos: due
volti dello sterminio razziale
ore 16.00: proiezione
estratto dal dvd a forza di essere vento (lo sterminio nazista degli
Zingari), autori vari, edito dalla rivista “A”
ore 16.15: testimonianze
di MIRKO BEZZECCHI e NEDO FIANO
ore 17.00: dialogo
teatrale Due voci, lo stesso orrore: Barbara–zingara, Sara–ebrea
tratto dalle testimonianze di una ragazza Ebrea e una ragazza Rom con Dijana
Pavlovic nel ruolo di Barbara e con Tatiana Olear nel ruolo di Sara
con accompagnamento
musicale di Marta Pistocchi–violino e Jovica Jovic-fisarmonica
saranno presenti DARIO
FO e MONI OVADIA.
Casa della Cultura,
Comunità Ebraica di Milano, Comitato Rom e Sinti insieme
Da
www.romaworld. ro
Damian Draghici è nato in una famiglia Rom di musicisti da cinque
generazioni. Lasciò la Romania prima dell'89, e la sua carriera musicale conta
due decadi. Una laurea cum laude al prestigioso Berklee Music College negli
Stati Uniti, ha suonato, negli anni, con grandi musicisti mondiali come pure
alla London Symphonic Orchestra. Ha vinto il Grammy award e rilasciato 17 albums.
Tornato in Romania, ha fondato la band "Damian & Brothers. Filarmonika Romanes",
applaudita dal pubblico in Italia, Irlanda, Gran Bretagna, Belgio e Austria,
nel quadro di un progetto del Ministero degli Esteri dedicato alla diversità
culturale. Ambasciatore dei pari diritti, Damian Draghici tenta di capire le
ragioni dell'ondata di razzismo che ha preso di bersaglio il popolo Rom, ma
anche quello che ognuno di noi può fare per accettare la diversità.
[img]
"Molta gente ama la cultura Rom, ma non ama i Rom"
European Rom: Cosa intendi raggiungere, come ambasciatore per i pari
diritti?
Damian Draghici: Faccio quello che ho sempre fatto, cioè tentare di cambiare
la percezione della gente attraverso la musica. Ma penso che non sia
sufficiente, perché c'è un paradosso. Ho capito che la gente ama molto la
cultura Rom. Ci sono due soap opere rumene, centrate sui Rom, che hanno un
pubblico molto vasto. La musica zingara è molto popolare. Ma come può succedere,
che anche se molta gente ama questa cultura, disprezzano i Rom? Questo non lo
capisco. Molta gente nel nostro paese, inclusi i politici, non vogliono
riconoscere i Rom, vederli come uguali e, prima di tutto, come Rumeni. Non c'è
un passaporto che riporta "zingaro/Rom", ma Rumeno. Di conseguenza, dovunque,
nella Commissione Europea, nel Parlamento, nella Corte Europea dei Diritti
Umani, saranno rappresentati o difesi come Rumeni. Non sono rappresentati come
una categoria separata. Così come si può essere orgogliosi di essere musicisti
Rom in Romania - come Fanica Luca, Grigoras Dinicu, Ion Voicu e molti, molti
altri, così devono ammettere di essere pari cittadini di Romania.
European Rom: Come spiegheresti la situazione degli ultimi giorni, sia in
Italia che in Romania, dove i Rom sembrano essere gli unici da colpevolizzare?
Damian Draghici: Io penso che il razzismo non dovrebbe esistere. Se un
individuo commette un reato, questo non ha niente a che fare con l'etnia.
Stereotipiamo quando incolpiamo di un atto sull'etnia o la classe sociale della
rispettiva persona. E' un chiaro atto di discriminazione che non ha senso nel
2007, in un'Europa di cui adesso d'altronde siamo parte. Questo modo di pensare
non aveva senso cinquant'anni fa, figuriamoci ora.
European Rom: Perché il primo impulso è di dare la colpa all'etnia?
Damian Draghici: E' perché la gente usa molto gli stereotipi. Si può passare
facilmente dalla discriminazione all'odio razziale, sono lo stesso tipo di
attitudine. Si può educare qualcuno quando la conoscenza storica è interessata,
puoi insegnare qualcosa di nuovo. Ma per cambiare il sentimento, bisogna
comprendere che siamo tutti gli stessi. I rom non sono differenti dagli altri.
Siamo tutti gli stessi. Negli Stati Uniti, la gente è istruita a rispettare il
prossimo, sono istruiti alle differenze, ed a mostrare simpatia verso le altre
persone. Perché è solo l'istruzione che guida alla comprensione tra i popoli. Io
non enso che la situazione nel nostro paese potrà cambiare facilmente. Non penso
che un anno sarà sufficiente a risolvere questo problema. Si tratta di educare
una nazione intera.
European Rom: Cosa pensi di dovrebbe fare per fermare il razzismo?
Damian Draghici: L'unica cosa che possiamo fare, secondo me, è promuovere i
valori culturali e determinare la gente a a vedere che gli altri sono, infatti,
come loro. E far sì che la gente capisca i propri problemi reali.
European Rom: Tu quale ruolo, come persona istruita, dovresti prendere? La
cultura può superare le barriere della discriminazione?
Damian Draghici: Sto cercando di fare quel che posso. Ciò che sto facendo
attraverso la mia attività professionale, come ambasciatore per i pari diritti e
come uomo, un essere umano,è far comprendere gli altri che anche noi siamo
esseri umani, come loro, ed abbiamo gli stessi problemi del resto dei Rumeni. E
che siamo soltanto un popolo che vive assieme, vive accanto. Spero che così io,
ma anche altri Rom, saremo in grado di cambiare la percezione negativa dei Rom e
fare che la gente ci accetti.
European Rom: Quanto ci vorrà?
Damian Draghici: Non posso saperlo. Se tutto va come spero e se riuscirò a
girare un film sulla cultura Rom, spero che questo avrà un significativo effetto
internazionalmente, e penso che cambierà qualcosa della percezione negativa.
Scritto da Ana Dinescu - 03 febbraio 2008
Visioni, musiche, parole dal mondo rom
(che è anche il nostro mondo)
proiezione delle foto realizzate dai bambini AUTOBIOGRAFIA DEL CAMPO e del
cortometraggio CHI E' CAPPUCCETTO ROSSO? di Eva Ciuk
testimonianza di EVA RIZZIN membro comunità italiana dei sinti
musica dei UF DE UR
martedì 26 febbraio 2008, ore 20.30
TRIESTE - Teatro Miela
replica della serata con la proiezione del cortometraggio
KDO JE RDEČA KAPICA? di Eva Ciuk doppiato in sloveno
Con la musica del duo di ALESSANDRO SIMONETTO e ROBERTO DARIS e altri
ospiti
Martedì 18 marzo 2008, ore 20.30
GORIZIA - Kinemax
ingresso libero
Organizza OSSERVAZIONE - centro di ricerca azione contro la discriminazione di
rom e sinti, associazione di promozione sociale (onlus) con sede a Firenze
impegnata nella lotta contro l'anti-ziganismo e le violazioni dei diritti umani
e per la promozione dei diritti di rom e sinti in Italia (www.osservazione.org).
in collaborazione con Cooperativa BONAWENTURA - TEATRO MIELA, KINEMAX -
TRANSMEDIA srl, Comitato provinciale per l'UNICEF di TRIESTE, MEDITERRANEO FOLK
CLUB - Laboratorio di studio e di ricerca sulle culture popolari, Associazione
culturale IL NODO, ZSKD, Zveza slovenskih kulturnih društev - Unione dei Circoli
Culturali Sloveni, SLOVENSKI DIJAŠKI DOM SREČKO KOSOVEL, TRST - Casa dello
studente sloveno - Trieste
con il contributo di REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA - Assessorato alla
cultura, CENTRO DI DOCUMENTAZIONE CINEMATOGRAFICA "Pietro Pintus" - BELLA,
ZADRUZNA KRAŠKA BANKA Opčine-CREDITO COOPERATIVO DEL CARSO Opicina, SKGZ,
Slovenska kulturno gospodarska zveza - Unione Economico-Culturale Slovena
"Chi ha paura di Cappuccetto Rosso?" è la domanda che si sono posti gli
operatori coinvolti nell'omonimo progetto di educazione alla multiculturalità
che con la collaborazione del Comiato provinciale per l'UNICEF d Trieste e
l'appoggio dell'Ufficio scolastico regionale per il Friuli Venezia Giulia verrà
proposto alle scuole primarie per promuovere la conoscenza delle differenze ed
una cultura della solidarietà e del rispetto dei diritti dei bambini. Alla luce
di attuali fatti di cronaca, di numerosi fatti di discriminazione continua dei
rom e dei sinti e di negazione dei diritti umani fondamentali diventa
importantissimo stimolare i bambini e cioè la generazione che forgerà il mondo
di domani, a valutare eticamente le conseguenze del proprio agire sul piano
personale e sociale nei confronti delle comunità rom e sinti. Ed è di
altrettanta importanza creare un'occasione di sensibilizzazione anche per un
pubblico di adulti. Per una cultura di solidarietà e convivenza è importante che
anche i genitori, gli insegnanti, gli educatori e in generale i cittadini
riflettano sulle condizioni materiali, sulla cultura e sui luoghi comuni nei
confronti delle comunità rom e sinte soprattutto in relazione alla situazione
attuale.
Così, a riflettere sulla risposta alla domanda "Chi ha paura di Cappuccetto
Rosso?" abbiamo invitato anche "i grandi": martedì 26 febbraio al Teatro Miela
di Trieste e martedì 18 marzo al Kinemax di Gorizia verrà presentato il progetto
pensato per i bambini, ma proposto anche ai grandi. Si inizierà con un po' di
musica dal vivo proposta dai UF DE UR che introdurranno la proiezione delle
fotografie dal ciclo "Autobiografia dal campo". Si tratta di foto scattate dai
bambini dei campi del Friuli Venezia Giulia sotto la supervisione di CLAUDIO
DOMINI, docente di storia di fotografia al DAMS di Gorizia - Università degli
Studi di Udine e fondatore e membro dell'Istituto Studi Scientifici di
Fotogiornalismo di Roma. "L'obiettivo è stato quello di fornire una
documentazione dal mondo rom e sinti prodotta dal proprio interno, - racconta
Domini - dunque "ripulita" da estetizzazioni e folklorismi tipici della
fotografia professionale, anche quando realizzata con i migliori intenti
umanitari. Uno sguardo autobiografico sul quotidiano dei bambini rom e sinti,
fatto, come quello dei loro analoghi "gagi" (in romanès significa non rom e non
sinto), di curiosità, giochi, studio, affetti famigliari."
Si proseguirà poi con la proiezione del cortometraggio "Chi è Cappuccetto
Rosso?" di EVA CIUK, che oltre ad aver firmato la regia del corto è stata anche
l'ideatrice del progetto, su cui ha iniziato a lavorare circa due anni fa.
"Quando nel 2005 sono stata in Kosovo per le riprese del documentario "RealitieS
KosovA/O - voci di minoranze dimenticate" - produzione della KAIROS, Centro
produzione video di Gorizia - mi ha colpito la serenità e l'allegria dei bambini
e delle bambine del campo sfollati interni di Plementina/e, vicino a Pristina -
racconta Eva Ciuk -. Abbiamo stretto amicizia con i rappresentanti del campo ed
abbiamo deciso di portare la testimonianza dei bambini del campo nelle scuole
della nostra regione. Così abbiamo posizionato la nostra telecamera e sullo
sfondo che era tutto altro che da fiaba i bambini ci hanno raccontato
Cappuccetto Rosso." Così è nato il cortometraggio raccontato nella versione
italiana da Pino Petruzzelli, attore genovese impegnato nel teatro sociale di
denuncia, e nella versione in lingua slovena, che verrà presentata il 18 marzo a
Gorizia, dall'attore Danijel Malalan. A contrastare la voce narrante del
racconto della fiaba è invece Cappuccetto Rosso, un cartone animato inventato
dall'illustratrice iva Pahor, animato dalla società MoviMenti di Saronno (VA) e
interpretato nelle due lingue dalla attrice Nikla Petruška Panizon. Il
conttributo degli attori al progetto è stato volontario.
La serata non è un evento che vuole raccontare in modo folklorico "la bellezza
della cultura rom e sinta". Č un momento d'incontro che vuole farci riflettere
sulla situazione di grave disagio e di contraddizione sociale in cui vivono oggi
i rom e i sinti. Ma che vuole farlo con linguaggi diversi: la musica, le
immagini fotografiche, l'esperienza filmica. Porterà la sua testimonianza la
dott.ssa EVA RIZZIN, appartenente alla comunità italiana dei sinti, nata e
cresciuta a Udine e da tempo impegnata nella lotta all'antiziganismo con le
organizzazioni OsservAzione (organizzatrice dell'evento triestino) e Sukar Drom
di Mantova. "I rom e i sinti sono la cartina di tornasole con cui misurare il
nostro pregiudizio, le nostre paure, l'allargamento dello stato d'eccezione a
discapito della giustizia - spiega Lorenzo Monasta, membro di Osservazione - . A
guardare bene, siamo tutti rom e sinti, perché tutti diventiamo vittime delle
categorie che costruiamo per poi caderci dentro. Ma siamo incapaci di
considerare rom e sinti come realmente sono, tanto sono coperti dalla proiezione
delle nostre insicurezze."
E per finire: i UF DE UR, gruppo musicale del goriziano che ha realizzato le
musiche per il cortometraggio "Chi è Cappuccetto Rosso?", proporranno una
riflessione musicale che trae ispirazione da musiche e canzoni rom, istriane,
friulane e slovene, passando dai timbri sonori balcanici. Il loro progetto
musicale si rifà alla cultura mitteleuropea e il loro intento è di fondere ed
esprimere al meglio la plurietnicità di chi vive in queste terre tentando di
coinvolgere l'ascoltatore nel superamento di pregiudizi e chiusure.
La serata verrà riproposta martedì 18 marzo al Kinemax di Gorizia e prenderà il
titolo "KDO SE BOJI RDEČE KAPICE?". Durante l'evento presentato in italiano e in
sloveno verrà proiettato il cortometraggio di Eva Ciuk "Kdo je Rdeča Kapica?"
doppiato in lingua slovena dagli attori Danijel Malalan e Nikla Petruška Panizon.
La versione slovena del cortometraggio, resa possibile grazie all'appoggio delle
SKGZ - Slovenska kulturno gospodarska zveza-Unione Economico-Culturale Slovena e
ZSKD - Zveza slovenskih kulturnih društev - Unione dei Circoli Culturali
Sloveni, da la possibilità di proporre il progetto anche nelle scuole primarie
con insegnamento di lingua slovena.
Durante la serata verranno riproposte le fotografie dal ciclo "Autobiografia dal
campo" scattate dai bambini dei campi nomadi del Friuli Venezia Giulia e
proiettate con una cornice musicale del duo formato da ALESSANDRO SIMONETTO
(violino) e ROBERTO DARIS (fisarmonica). Lo straordinario e apprezzatissimo duo
è impegnato nell'esecuzione delle più famose czarde, gitanerie e musiche
dell'Europa Centro orientale e propone questo genere partendo dalla tradizione e
dalla tecnica musicale originale, con pregevoli originalità negli arrangiamenti
e nell'esecuzione.
Sono stati invitati anche l'Assessore alla cultura della Regione Autonoma Friuli
Venezia Giulia Roberto Antonaz e Joek Horvat Muc presidente della Romanì Union
della Slovenia che hanno già confermato la loro presenza
Ufficio stampa Chi ha paura di Cappuccetto Rosso?/Kdo se boji Rdeče Kapice?
osservazione@gmail.it - cell. 333
7448623
per saperne di più:
sulla situazione rom e sinti contattare LORENZO MONASTA (cell. 339 4993639) o
EVA RIZZIN (cell. 393 7878880), membri di OsservAzione;
EVA CIUK (cell. 333 7448623) coordinatrice del progetto "Chi ha paura di
Cappuccetto Rosso?" e regista del cortometraggio "Chi è Cappuccetto Rosso?"
CLAUDIO DOMINI (cell. 349 0701495) coordinatore del progetto di fotografia
"Autobiografia del campo"
Ricevo da Tommaso Vitale
Mercoledì 2 aprile ore 18.30
Teatro Franco Parenti - Via Pier Lombardo 14, Milano
Racconto Italiano
Gli immigrati nelle periferie: percorsi di un cammino rom
Incontro con MILENA MAGNANI
autrice di IL CIRCO CAPOVOLTO
Giangiacomo Feltrinelli Editore
Legge
Andrea Lupo
con accompagnamento musicale di
David Sarnelli
Qui di seguito il link alla scheda del libro
http://www.feltrinellieditore.it/giornalisti/SchedaLibro?id_volume=5000950
Da
Hungarian_Roma
Roby Lakatos, virtuoso ungherese del violino, può tracciare le sue radici
sino alla Budapest del XVIII secolo, dove il suo antenato János Bihari anticipava
la tendenza odierna della musica fusion attraverso un mix di melodie rom e
contrappunti contemporanei. Con i suoi lunghi capelli pettinati all'indietro ed
i baffi incerati, Lakatos possiede il senso di un'eleganza antica ed è facile
immaginarselo in compagnia di Franz Liszt e Johannes Brahms, le cui opere furono
direttamente inspirate dalle melodie rese famose da Bihari.
Sotto gli ornamenti del Vecchio Mondo, d'altra parte, Lakatos è un musicista
completamente moderno. Anche se rispettoso della tradizione familiare - "La
famiglia Lakatos era molto importante" dice dalla sua casa di Bruxelles -
spiegando come Bihari innovasse l'antica musica del popolo Rom.
"Sono il terzo in questa grande famiglia a proporre un nuovo stile," spiega
in un inglese corretto con un forte accento, dopo aver notato come anche suo zio
Sándor Lakatos fosse un innovatore negli anni seguenti la II guerra mondiale.
"Quindici anni fa ebbi problemi con la musica zigana, perché sentivo che tutti i
tipi di musica nel mondo - come il jazz o la musica classica o quella pop -
stavano evolvendo in qualcosa di nuovo. Sai? Era importante progredire. Ma non
succedeva niente con la musica zigana. Per questo ho fatti molti cambi,
soprattutto nella banda. La mia non è un'orchestra tradizionale zigana, perché
ho il piano e la chitarra, ma manca il violoncello e non ci sono clarinetti, per
esempio. Ma con questa concezione, possiamo suonare tutti gli stili.
"Il mio stile ha tre elementi," continua. "La base è la musica zigana,
naturalmente, ma include anche la musica classica ed il jazz di Django Reinhardt,
assieme al bebop."
Finora, Lakatos ha avuto successo nel mondo classico: Ha firmato con
l'etichetta Deutsche Grammophon; l'ultimo Yehudi Menuhin era un fan; ed il suo
debutto al Chan Centre for the Performing Arts di Vancouver di sabato 29 marzo è
stato sponsorizzato dalla Vancouver Recital Society. Ma il suo ultimo lavoro,
Klezmer Karma del 2006, indica che continua ad esplorare nuove combinazioni
musicali.
"E' musica klezmer ed yiddish, mischiata con musica zigana," spiega il
violinista, notando che in questo particolare crossover è stato assistito da
un'altra residente a Bruxelles, la suonatrice klezmer Myriam Fuks. "Si è
aggiunta a noi, nel concerto suona come ospite speciale."
[...] "Gli arrangiamenti sono molto classici - ma abbiamo anche molta
improvvisazione, perché la musica zigana è come il jazz," spiega. "Ed
ovviamente, non facciamo mai due volte lo stesso concerto."
Source URL:
http://www.straight.com/article-138266/fusion-feeds-roma-roots
Ricevo e porto a conoscenza:
Salve mi chiamo Cosimo e scrivo per segnalarvi un romanzo "Il circo capovolto"
di Milena Magnani ed. Feltrinelli che ho visto presentato in forma di reading
spettacolo con attore e fisarmonica ( più autrice)
due sere fa al teatro Parenti di Milano, nella rassegna racconto italiano.
Finalmente un romanzo che parla in maniera decisa dell'olocausto rom e che
al tempo stesso pone il lettore in collegamento con il mondo interculturale di
oggi, dove le lingue della nuova immigrazione hanno un ruolo di rilievo.
Essendo ambientato in una baraccopoli, racconta il convivere di persone di
diverse etnie che si devono confrontare e misurare su ciò che li unisce e non su
ciò che li divide.
Bellissimo è il fatto che l'autrice, oltre alla narrazione in lingua italiana,
abbia lasciato idiomi riferibili a cinque diversi ceppi linguistici (non solo
albanese, ma anche rumeno, ungherese, ceko, romanes) e che non abbia sentito il
bisogno di metterne la traduzione in italiano a fondo pagina. Su questo punto ho
avuto modo di ascoltare le sue motivazioni durante la presentazione che ha fatto
in mezzo alle straordinarie letture di Andrea Lupo e alla fisarmonica gitana di
Sanelli e mi è piaciuto sentirle dire che il senso della storia, e quindi di una
trama comune, si afferra e procede al di là che dei personaggi e delle loro
culture non si capisca tutto tutto fino in fondo.
E su questo devo concordare che l'intento è pienamente riuscito. Le differenze
non sono ostacolo qui ma solo elementi normali della vita intorno a cui si
adatta una volontà di comunanza. La storia poi, la trama che il romanzo
sviluppa, ruota intorno a un ungherese Branko Hrabal che arriva in questa
baraccopoli portando con se i vecchi materiali appartenuti al circo di suo
nonno, un circense deportato a Birkenau. Raccontando ai bambini delle baracche
la storia di questo magico circo e affidando loro i materiali che ha recuperato,
riesce a restituire lai bambini oro un senso e una dignità del loro stare nel
mondo e nella storia.
Quasi certamente voi conoscete già questo libro, io sono stato molto colpito dal
tipo di presentazione che è stata fatta in forma di spettacolo perchè è stato
come fare un'immersione dentro il libro.
Un romanzo così meriterebbe risonanza in luoghi dove si fa cultura di pace.
Se per caso poi non lo conoscevate, spero di avervi fatto segnalazione gradita.
Cosimo
Avevo da leggere per giorni. Ma io non sono un sociologo, non mi basta
leggere, soppesare, schematizzare, trarre conclusioni. Io sono uno scrittore, ho
bisogno di respirare l'aria che racconto, di vedere le cose, di ascoltare le
storie, di farmi incidere la retina dalla realtà come fosse un chiodo
arrugginito. Non so cosa voglio, non so cosa cerco. So che voglio averne
esperienza.
Metropoli per principianti è una riflessione su come siamo arrivati
alle città di oggi. C'è Milano, soprattutto, ma anche Roma, Torino, e poi la
metropoli la ritrovi anche a Sassuolo o nell'inurbamento meridionale.
Si parla anche di periferie, degli spazi e della gente che li abita. Di come
potrebbero essere. In queste periferie, ecco i rom. A dire il vero, ci sono da
tempo, ricorda l'autore Gianni Biondillo. Sono i nemici necessari, come
un tempo erano i terroni e poi gli extracomunitari. Ma terroni ed
extracomunitari sono quelli che hanno costruito e ripopolato la metropoli... con
i rom a che punto siamo?
Soprattutto di questi tempi discutiamo di marginalità, di sicurezza, per
sentito dire, mai in presa diretta, e Biondillo vuole averne
esperienza. Fa parlare i diretti interessati, all'inizio scontrandosi con le
loro diffidenze e poi venendo quasi travolto dalle loro testimonianze. A volte
sorprendenti, altre volte banali. Mai neutre, perché nella sua ricerca quanto
viene detto è intercalato dai suoi pensieri e dai suoi ricordi, da uno sguardo
attento a tutto ciò che c'è attorno. Interagendo, cercando un dialogo che non è
facile.
Gianni Biondillo
Metropoli per principianti
Guanda
pagg. 207 - € 12.00
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