Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Per la giornata della memoria RaiNews propone la testimonianza di una
sopravvissuta al Porrajmos lo sterminio nazista dei Rom e Sinti.
Fatima, rom bosniaca, nel 1945 fu deportata insieme alla sua famiglia ad
Auschwitz, oggi vive nel piu' grande campo nomadi alla periferia di Roma. Furono
500.000 i Rom e Sinti steminati nei campi di concentramento. Dei 23mila
internati ad Auschwitz-Birkenau, solo 3mila sono sopravissuti.
Clicca sull'immagine per vedere il video
Berlino, 28 gen. - (Adnkronos) - Verranno eretti a Berlino due monumenti in
memoria degli zingari e degli omosessuali uccisi dai nazisti. Lo ha annunciato
oggi il ministro tedesco della Cultura Bernd Neumann, dopo l'approvazione
formale della commissione affari culturali. I lavori per la costruzione del
monumento in memoria dei 500mila Sinti e Roma massacrati nei campi di sterminio
nazisti, cominceranno il mese prossimo presso il parco del Tiergarten a Berlino,
vicino alla sede del Parlamento. Il governo tedesco e i leader delle comunita'
Sinti e Rom hanno concordato nel 2006 la costruzione di un monumento a forma di
fontana, ma il progetto si era arenato sul testo dell'iscrizione. Ora il
monumento sara' scolpito dallo scultore israeliano Dani Karavan con una
iscrizione del poeta rom italiano Santino Spinelli. Il monumento per gli
omosessuali uccisi verra' invece costruito in primavera presso la porta di
Brandeburgo. Sotto il regime nazista vennero arrestati 54mila omosessuali, 7mila
dei quali morirono in campo di concentramento.
(Cif/Pn/Adnkronos)
Da
Romano Them
12 Febbraio 2008 - Secondo la stampa, il Montenegro starebbe aspettando una
nuova ondata di rifugiati se il Kosovo dichiarasse l'indipendenza. Riportando il
Commissario Montenegrino per i Rifugiati, Zeljko Sofranac, i giornali dicono che
il Montenegro dovrebbe, in questa situazione, reagire come uno stato moderno
applicando i trattati e le convenzioni internazionali.
Riferendosi alla situazione del 1999, quando il Montenegro accettò di
ospitare un gran numero di rifugiati come parte di un piano internazionale per
il contenimento regionale della crisi dei rifugiati, il Commissario ha affermato
che il suo paese non sarebbe pronto ad accettare nel lungo periodo rifugiati da
altri paesi.
Ad otto anni dalla fine della guerra, il Montenegro conta ancora circa 16.000
profughi dal Kosovo, molti dei quali Rom. Diventando rifugiati dopo
l'indipendenza montenegrina dalla Serbia, fronteggiano espresse discriminazioni
e devono accettare terribili condizioni di vita nei campi rifugiati o in ripari
privati.
Da
Romano Them
19 Febbraio 2008 - Il Consiglio Nazionale Rom come legittimo
rappresentante della comunità Rom di Serbia ha condannato ieri le
dichiarazioni di John Sawers, ambasciatore britannico all'ONU, che
affermava tra l'altro che il piano Ahtisaari e la dichiarazione
unilaterale di indipendenza sarebbero state accettate dai Rom e dai
Turchi che vivono in Kosovo. L'ambasciatore britannico ha anche
menzionato come ragione per la dichiarazione d'indipendenza la pulizia
etnica contro gli Albanesi del Kosovo. Ma questo "argomento" è
stato dimenticato quando si è trattato, per esempio, dei Rom.
Durante il mandato della forza internazionale in Kosovo, oltre l'85%
dei Rom che vivevano in Kosovo hanno lasciato la loro casa, a causa
delle terrore delle bande albanesi e delle istituzioni del governo
provvisorio in Kosovo e Mehtojia. Sino ad oggi, meno del 5% ha deciso
per il ritorno. E' esattamente per queste ragioni che è possibile che il
rappresentante dei Rom nel Parlamento kosovaro, Hadji Zuljfi, ha votato
per una decisione tanto vergognosa. Hadji Zuljfi ha perso tutta la sua
credibilità politica, sociale e morale con i Rom da tanto tempo, perché
mai si è alzato contro il terrore, la violenza, gli assassini e la
persecuzione a cui per anni i suoi Rom sono stati esposti in Kosovo e
Mehtojia.
La società internazionale, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU e gli
stati membri dell'UE devono riconoscere che i Rom sono stati uno dei più
grandi danni collaterali in Kosovo e Mehtojia. I Rom mai scorderanno il
loro paese, la Serbia e mai riconosceranno un Kosovo indipendente. Per
questa ragione l'ambasciatore britannico non ha il diritto di usare i
Rom nei suoi falsi argomenti per la decisione illegale presa
dall'Assemblea kosovara, così dichiara il Consiglio Nazionale Rom. Il
Consiglio Nazionale della minoranza Rom in Serbia è pronto a fornire al
Consiglio di Sicurezza dell'ONU, tutte le rilevanti informazioni sulla
pulizia etnica ed il terrore a cui i Rom sono esposti in Kosovo e
Mehtojia.
Source: Rominterpres
Da
Baltic_Roma
I neonazisti a Riga, secondo il locale giornale in lingua russa "Telegraf"
del 4 marzo, stanno attaccando i Rom con regolarità che aumenta. Benché n
neonazista sia stato arrestato all'inizio del mese ed accusato di aver attaccato
due ragazze Rom, la maggioranza di questi atti rimane senza investigazione
perché la maggior parte dei Rom non vuole contattare la polizia.
L'assalto avvenne lo scorso ottobre nell'appartamento di due ragazze. Gli
skinheads seguirono una tredicenne da un negozio lì vicino e la picchiarono con
catene. Una delle vittime fu così traumatizzata da rifiutare per sei mesi di
uscire di casa. La polizia ha altri sospetti coinvolti in attacchi seguenti
contro due Armeni. Anatoly Berezovsky, locale Rom leader, riporta su "Telegraph"
che la comunità soffre di assalti regolari dai neonazisti e che questo in
precedenza non succedeva.
L'addetta stampa della polizia, Kristine Apse-Kruminja, ha confermato
l'articolo del giornale e caratterizzati i motivi degli skinheads come "un misto
di hooliganismo e xenofobia". I neonazisti includono tanto Russi che Lettoni, ha
aggiunto, uniti nell'odio verso i Rom, che considerano indifesi per la loro
paura della polizia. Il giornale aggiunge che i neonazisti condussero altri
raids contro case rom nella stessa area dove vivevano le due ragazze.
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Da
Romanian_Roma
La minoranza Rom in Moldavia ha protestato contro la discriminazione
razziale nel centro della capitale Chisinau. La maggioranza dei Rom non mostra
la sua vera identità per le persecuzioni e discriminazioni. Durante la II guerra
mondiale vennero deportati nei campi di concentramento in Transnistria.
CHISINAU (Tiraspol
Times) - Il giorno 8 aprile, centinaia di Rom hanno protestato nel centro di
Chisinau, contro la discriminazione razziale.
La marcia di protesta era organizzata dal Centro Nazionale Rom per far
crescere la consapevolezza della maggioranza della popolazione sui problemi
socio-economici che questa etnia affronta ogni giorno. La marcia è partita alle
11.00 dalla piazza dell'Opera - Stefan cel Mare si Sfint bd.
Afferma l'associazione Dzeno che nella comunità Rom non c'è accesso all'acqua
potabile e spesso sono disconnessi dall'uso dell'energia elettrica, sono
soggetti a trattamenti violenti da parte dei poliziotti.
Dice Nicolae Radita, presidente del Centro Nazionale Rom: "La discriminazione
è un fenomeno che si incontra nelle scuole, negli istituti medici ed in altri
posti pubblici. Gli uomini non trovano lavoro, gli anziani no ricevono alcun
aiuto o pensione ed i bambini non frequentano la scuola o l'abbandonano."
"Queste persone soffrono di differenti disagi a causa delle precarie
condizioni di vita e la mancanza di risorse materiali. Non potendo assicurare
trattamenti per tempo, spesso muoiono presto," ha aggiunto. "Dopo 17 anni di
indipendenza della Moldavia, la situazione di questo popolo non è cambiata in
meglio."
Durante la marcia, il Centro Nazionale Rom ha indirizzato una lettera di
protesta alle autorità pubbliche, chiedendo al governo di migliorare la
situazione dei Rom e la loro partecipazione nei processi decisionali.
I Rom rimangono al minoranza più perseguitata d'Europa. I governi hanno
tentato di sedentarizzarli forzatamente, spesso senza successo e con risultati
negativi.
Secondo la principale organizzazione dei Rom di Moldavia, i Rom della
repubblica ancora hanno a che fare con persecuzioni, marginalizzazione ed
esclusione sociale in tutte le sfere della vita pubblica.
I loro diritti continuano sino ad oggi ad essere infranti, le discriminazioni
istituzionali posizionano il loro livello di sviluppo al gradino più basso sulla
strada della sparizione o dell'assimilazione.
Dopo lo sradicamento e la campagna di sterminio nella II guerra mondiale, la
Moldavia conta ora 200.000 Rom che rappresentano circa il 7% della popolazione
totale (esclusa la Transnistria, che ha una differente composizione etnica e un
diverso retroterra dalla Moldavia stessa).
I leaders della comunità dicono che pochi Rom scoprono la loro origine etnica
per paura di discriminazioni.
"Davvero pochi Rom svelerebbero la loro origine etnica, e la ragione
principale è che hanno paura delle discriminazioni," dice Dumitru Danu, un
leader dei Rom moldavi.
Dumitru Danu, presidente dell'Associazione Rom Moldavi, dice che una gran
parte dei Rom si identifica come Moldavi/Rumeni oppure Russi, a causa dei
pregiudizi e dell'indifferenza verso i Rom. In realtà il numero dei Rom è
maggiore di quanto mostrino i dati ufficiali, afferma Danu.
Prima della II guerra mondiale, oltre il doppio dei Rom viveva in Moldavia,
che al tempo era parte della Romania. Durante la guerra, furono deportati nei
campi di concentramento nella "Transnistria" occupata, che era una repubblica
autonoma e non parte della Romania. Durante la collaborazione nazi/rumena nella
II guerra mndiale, oltre 500.000 Rom furono uccisi nell'olocausto Rom -
conosciuto come Porajmos - dove furono deliberatamente spostati ad est del fiume
Dniepr e così fuori dai normali confini etnico-storici della Moldavia/Romania.
NAPOLI - ''La risposta che ha dato e sta dando il quartiere Ponticelli in
queste ore non e' una risposta seria. Comprendo la rabbia di queste persone.
Sono stato il primo a provare sconforto misto a paura e rabbia quando ho saputo
che al centro di quel rapimento c'era un minore, ma tuttavia non possiamo
criminalizzare un intero popolo. Non possiamo criminalizzare un intero popolo
quando da anni il mio popolo, quello napoletano, viene linciato ed etichettato
come popolo del malaffare''.
Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale della Campania Tonino Scala
della Sinistra Democratica. ''Se non e' questa la fotografia del popolo
napoletano, non puo' neanche essere questa la fotografia del popolo romeno. Mi
viene da dire dov'era questo popolo quando la camorra ha ucciso i nostri
bambini, quando la stessa camorra arruola i nostri figli per spacciare droga, o
per vendergliela. Dov'era quando hanno ucciso l'edicolante Buglione, o il
giovane pizzaiolo Riccio, o Annalisa Durante.
Semplicemente non c'era, perche' mai nessuno ha osato incendiare le case dei
boss o mettere sottosopra un quartiere quando e' successo qualcosa'', aggiunge
l'esponente di Sd. ''Ed invece per i rom si lanciano molotov e si chiede lo
sgombero. Purtroppo noi napoletani siamo bravi a prendercela con chi sta peggio
di noi con chi sta piu' a sud di noi. La stessa analisi che oggi fanno i
cittadini di Ponticelli nei confronti dei rom e' direttamente proporzionale
all'analisi che fanno nel mondo nei confronti dei napoletani per quanto riguarda
il problema spazzatura. Il coro e' lo stesso 'arsi vivi'.
Occorre mettere in campo, se si vuol realmente risolvere il problema, parlare di
sicurezza. Ma sicurezza che sia per tutti: italiani, rom, immigrati. Ma la
sicurezza e la presenza dello stato da sole non bastano occorre in piu'
assoldare, come diceva Bufalino, maestri. Non possono, infatti, i singoli
cittadini pensare con delle ronde o con atti di violenza, come il lancio delle
molotov, pensare di risolvere da soli il problema. Il problema, invece, va
affrontato nella sua complessita'. Allo Stato il compito di dare risposte.
Risposte serie nei confronti dell'illegalita' che sia italiana o romena'',
conclude Scala.
Da
Czech_Roma
By CTK - 25 giugno 2008
I Rom locali hanno paura tanto delle bande Romani che della Guardia
Nazionale
Praga - I Rom di Karlovy Vary, Boemia occidentale, formeranno proprie
pattuglie fuori dalla scuola locale in risposta alle pattuglie create dai
movimenti estremisti Guardia Nazionale (GN), ha scritto martedì Lidove noviny
(LN). Le ronde GN stanno iniziando a controllare la scuola contro quelli che
chiamano gli attacchi dei locali bambini Romani contro gli altri studenti,
martedì scorso. I bambini Romani vengono da un ostello abitato principalmente da
Rom.
Settimana scorsa, i membri della GN sono andati all'ostello "per spiegare la
loro posizione" ai Rom.
"Non abbiamo bisogno di nessuna pattuglia qui" ha detto al giornale un Rom
del posto.
Stanislav Sivak, attivista della locale Associazione Civica Romani, ha detto
che qualche settimana fa c'è stato un diverbio su cui la polizia sta
investigando.
"Di certo non c'è nessuna banda romani che minaccerebbe l'area," ha detto
Sivak.
"Le autorità hanno abbastanza misure con cui punire i genitori che non badano
ai loro figli. Forse potrebbero tagliare alcuni benefici sociali," ha detto
Sivak.
Sivak ha detto che anche i Rom hanno paura per i loro figli e vorrebbero
proteggerli fuori da scuola.
Attualmente, la scuola è controllata dalla polizia.
Rappresentanti del Partito Nazionale (NS), che hanno formato la para-militare
GN, sono dell'opinione che il problema è stato causato dai bambini Romani
dell'ostello per chi non paga l'affitto.
"Denunceremo i ripetuti attacchi agli scolari," ha detto a CTK Pavel Sedlacek,
dell'ufficio stampa del NS.
I membri della GN vogliono anche organizzare corsi gratuiti di autodifesa per
i bambini locali.
C'è tensione tra i genitori degli alunni, scrive LN.
LN riporta la testimonianza di un padre: "Se qualcuno toccasse i miei figli.
sarei molto duro. Ho una pistola e non esiterei ad usarla."
Tre bambini del quarto grado hanno raccontato al giornale che sono stati
recentemente vittime di attacco da parte di bambini Romani.
"E' successo circa tre settimane fa. Improvvisamente siamo stati attaccati
dagli Zingari," ha detto un bambino, di 10 anni.
"Uno di loro aveva un coltello e ci ha chiesto se volevamo che ci tagliassero
le mani. Un altro ha colpito alla testa un mio amico. Siamo scappati," ha
aggiunto.
Gli assalitori avevano dai sei ai sette anni.
Ha detto un altro bambino: "Erano più giovani, ma non è stato piacevole. Ora
tutti e due ci stiamo allenando per la lotta col bastone."
Czech News Agency (CTK)
Da
Czech_Roma
25-06-2008 di Dominik Jun - Diversi genitori Rom hanno preso una
drastica decisione nella città di
Karlovy Vary. Piuttosto che mandare i loro bambini in una scuola
"controllata" da un gruppo paramilitare di estrema destra, preferiscono tenerli
a casa.
Una scuola elementare di Karlovy Vary è diventata scena di un dramma
insolito. Diversi attacchi ai bambini bianchi da parte dei Rom che vivono in un
vicino ostello, hanno portato un partito di estrema destra, il Partito
Nazionale, a formare una "Guardia Nazionale" per proteggere la scuola. Anche la
polizia sta controllando la scuola, anche se a distanza. Adesso, i Rom della
comunità hanno dichiarato che pure loro formeranno una pattuglia sociale per
controllare l'auto nominata "Guardia Nazionale".
Nel frattempo, diversi genitori Romani hanno ritirato i loro bambini da
scuola per paura di esacerbare le attuali tensioni. Milan Kovác è vice
presidente del Gruppo Civico Rom di Karlovy Vary. Gli ho chiesto di spiegarmi
cosa c'è dietro questa situazione:
"Nessun reclamo è stato presentato al consiglio cittadino su gente di questo
insediamento che stia nocendo a qualcuno o distruggendo la proprietà. E anche la
polizia ceca non ha osservato niente di particolarmente spiacevole - ciò
significa che là non sta succedendo niente - qualcuno lo ha composto. La
"Guardia Nazionale" è andata tra le case e distribuito volantini, così il punto
è che si stavano agitando."
E cos'è realmente la cosiddetta Guardia Nazionale?
"Questa Guardia Nazionale è una creazione del Partito Nazionale, che è un
partito che ha ricevuto appena lo 0,17% alle ultime elezioni. Facendo così,
stanno solo tentando di rendersi più visibili. I media sono balzati su questa
storia e per tutta la settimana ci hanno attaccato con falsità, disinformazione
e hanno messo in bocca ai leader della nostra organizzazione parole mai dette.
Tutto ciò sta dando pubblicità alla Guardia Nazionale."
"Sia che sia vero o no, ci sono stati alcuni genitori bianchi che hanno
espresso gratitudine per la controversa ronda. Il crimine è un problema
particolare tra le comunità Rom povere e molti Cechi bianchi si sentono
spaventati. Tuttavia critiche di questo genere ai vigilantes fanno sì che la
cosiddetta "Guardia Nazionale" sfrutti i pregiudizi razziali per rendere
peggiore la situazione. Ma sinora, non hanno infranto nessuna legge - non hanno
attaccato nessuno e dicono si essere disarmati. Ma in effetti lo sono, perché
portano dei coltelli. Tuttavia, se non infrangi la legge, allora la polizia non
può fare niente, ma hanno messo lo stesso dei poliziotti in incognito per
controllare la situazione."
Chiaramente, misure estreme sembrano quasi normali in tempi di paura
intensificata. Ma è da vedere se le comunità locali, i gruppi civici ed anche i
media agiranno responsabilmente per promuovere l'integrazione a Karlovy Vary
piuttosto che la segregazione.
Da
Ticinonews
Petardi lanciati contro il campo nomadi di Gudo, che ospita circa 200
persone. Sconosciuti gli autori. Il commento di Mauro Tettamanti
Esplosione al campo nomadi di Gudo. La carovana è stata bruscamente svegliata
alle 2.00 di notte dall’esplosione di un fascio di petardi lanciato nel campo
con un biglietto minatorio. Lo scrive oggi il Corriere del Ticino. Il campo
ospita circa 200 persone. Secondo il portavoce del gruppo i petardi erano tenuti
insieme da nastro adesivo. Sono stati accesi e quindi lanciati tra le roulottes
verso le due della notte tra sabato e ieri. Per il momento restano sconosciuti
gli autori.
"Purtroppo - commenta il municipale bellinzonese e membro della commissione
cantonale nomadi Mauro Tettamanti - queste carovane fanno notizia solo
quando si presume che abbiamo compiuto dei reati o quando sono vittime di questi
episodi di intolleranza. Mi risulta che queste circa 200 persone sono presenti
da diverse settimane in Ticino, prima a Galbisio e poi a Gudo, e che non abbiamo
mai creato o avuto problemi”.
“Quella dei nomadi - conclude Tettamanti - è una storia che si ripete tutte le
estati anche perché in Ticino mancano le strutture che per legge, ma anche solo
per una questione di civiltà, dovremmo mettere loro a disposizione".
Come ricorderete, infatti, non è la prima volta che le carovane di nomadi
vengono prese di mira. Anni fa fa a Biasca colpi di fucile erano stati esplosi
contro i nomadi accampati vicino all’autostrada.
joe.p./sacha
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