Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Berlino, 28 gen. - (Adnkronos) - Verranno eretti a Berlino due monumenti in
memoria degli zingari e degli omosessuali uccisi dai nazisti. Lo ha annunciato
oggi il ministro tedesco della Cultura Bernd Neumann, dopo l'approvazione
formale della commissione affari culturali. I lavori per la costruzione del
monumento in memoria dei 500mila Sinti e Roma massacrati nei campi di sterminio
nazisti, cominceranno il mese prossimo presso il parco del Tiergarten a Berlino,
vicino alla sede del Parlamento. Il governo tedesco e i leader delle comunita'
Sinti e Rom hanno concordato nel 2006 la costruzione di un monumento a forma di
fontana, ma il progetto si era arenato sul testo dell'iscrizione. Ora il
monumento sara' scolpito dallo scultore israeliano Dani Karavan con una
iscrizione del poeta rom italiano Santino Spinelli. Il monumento per gli
omosessuali uccisi verra' invece costruito in primavera presso la porta di
Brandeburgo. Sotto il regime nazista vennero arrestati 54mila omosessuali, 7mila
dei quali morirono in campo di concentramento.
(Cif/Pn/Adnkronos)
Di Fabrizio (del 29/01/2008 @ 09:33:38, in Europa, visitato 2694 volte)
Da
Roma_Francais
Si attende una nuova ondata di rifugiati
I cantoni svizzeri stanno preparandosi ad un arrivo di immigrati dal Kosovo,
dovuto alla potenzialmente esplosiva situazione che sta sviluppandosi nella
provincia serba. I sondaggi danno l'ultra nazionalista Tomislav Nikolic vincente
domenica prossima al secondo turno delle elezioni presidenziali in Serbia.
Nikolic ha proclamato che il Kosovo è la "culla" della Serbia e che mai sarà
separato dalla patria. Nel frattempo, Hashim Thaci, presidente del Kosovo,
ha indicato che la provincia, la cui popolazione è soprattutto albanese, è prona
a dichiarare l'indipendenza.
I passati conflitti nella regione hanno portato all'esodo di un gran numero
di persone, cosa che è stata messa in risalto dai giornali svizzeri. A seguito
del collasso della ex Jugoslavia (di cui Serbia e Kosovo erano parte) nel 1991,
200.000 rifugiati arrivarono in Svizzera in diversi anni. Ma i cantoni dicono di
non essere pronti ad ospitare questa volta un'altra ondata di richiedenti asilo.
Karin Keller-Sutter, vice-presidente della conferenza della giustizia cantonale
e della direzione di polizia, dice che i centri per rifugiati sono stati chiusi.
Ed all'iniziativa di Christoph Blocher, l'ex ministro della giustizia di
estrema destra, i cantoni hanno smantellato le loro infrastrutture per salvare
le finanze. Al momento, i cantoni fanno conto sui 340.00 originari dai Balcani
che ora vivono in Svizzera per aiutare alcuni dei rifugiati che si aspettano.
Le caserme offriranno l'unica altra soluzione per sistemarli. In un proprio
rapporto, il dipartimento dell'immigrazione federale dice che dal 40 al 70% dei
richiedenti asilo conti sui contrabbandieri per attraversare i confini- Per
questo pagano 75.000 SFr, dice Brigitte Hauser, portavoce del dipartimento. Su
10.000 richieste annue per essere ammessi nel paese, solo 500 sono presentate al
confine.
Tribune de Genève, 28.01.08
Di Fabrizio (del 31/01/2008 @ 20:48:44, in Italia, visitato 3141 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro:
Nei giorni 22 e 23 gennaio si è svolta la Conferenza Europea sulle
Popolazioni rrom e sinte organizzata dai Ministri dell’Intermo e della
Solidarietà Sociale. L’iniziativa ha registrato un successo superiore alle
attesa in ragione della folta partecipazione di rrom e sinti di fronte a
sindaci, governatori regionali, sottosegretari, ministri della repubblica,
rappresentanti di istituzioni europee, ministri esteri. Si è trattato del primo
incontro con respiro internazionale sul suolo italiano in cui ai rrom e sinti è
stata offerta l’opportunità di prendere la parola ed esplicitare esigenze e
attese rispetto a una situazione obiettiva che è una delle più degradate e
emarginate d’Europa a causa della sistematica violazione di diritti primari e
della negazione delle più elementari spettanze di cittadinanza sociale. I rrom
hanno dimostrato in questa “solenne” occasione di sapersi autorappresentare
dimostrando una forte volontà a proseguire nel processo di costituzione di
propri organismi nazionali in grado d’interloquire con le autorità pubbliche.
Tuttavia questo evento positivo, che si spera non rimanga un bel gesto isolato
ma preluda a un cambiamento di rotta, rimane in aperta e patente contraddizione
con l’incapacità da parte delle istituzioni di offrire un riconoscimento
giuridico a rrom stranieri in Italia da decenni, e pertanto di fatto
appartenenti alla nostra comunità, cui non solo non è riconosciuto l’accesso
alla cittadinanza ma è rifiutato anche il permesso di soggiorno. I rrom e i
sinti italiani d’altra parte, alcuni dei quali (kalderasha e sinti giostrai)
sono gli unici a praticare sia pure parzialmente il nomadismo, vengono
sottoposti a pressioni e vessazioni di ogni tipo nonostante il riconoscimento
legislativo del diritto al nomadismo (cfr. legge Corona sullo spettacolo
viaggiante).
Le autorità presenti all’incontro hanno manifestato una apprezzabile convergenza
nell’ammettere il ritardo dello Stato italiano nel predisporre adeguate
politiche sociali e di partecipazione delle comunità rrom e sinte.
Il risultato complessivo e il clima instauratosi lasciava sperare che la
questione dei rrom non si configurasse più come solo un mero problema di ordine
pubblico e malintesa sicurezza, come è avvenuto durante il corso del 2007 con
sgomberi indiscriminati sia di miserabili insediamenti informali sia di veri e
propri campi attrezzati.
A meno di una settimana dalla conferenza, il 29 gennaio alle 7.00 del mattino si
è presentato un massiccio numero di agenti di PS nel campo sosta di Saxa Rubra,
dove era stata indirizzata dalle autorità comunali la comunità dei rrom
kalderasha proveniente dall’area dell’ex Foro Boario in cui si era stabilita fin
dal 1993. L’allontanamento forzato dall’area è avvenuto senza alcun preavviso e
senza alcuna delle giustificazioni avanzate a fondamento degli sgomberi degli
insediamenti dei rrom stranieri. I kalderasha sono tutti cittadini italiani per
cui nei loro confronti non vale l’accusa di essere clandestini. Inoltre l’area
era stata occupata non indebitamente in quanto suggerita dalla stessa
amministrazione comunale. Anche l’eventuale accusa di degrado non avrebbe senso
alcuno dal momento che i campi e le roulottes dei kalderasha sono universalmente
conosciute per il lindore, la pulizia, l’ordine con cui sono amorevolmente
curate. Inoltre non era possibile neppure avanzare il pretesto della crescita
incontrollata dell’insediamento in quanto il numero delle roulottes si era nel
tempo ridotto.
I rrom kalderasha quando si trovavano al Foro Boario erano perfettamente
integrati non solo con gli abitanti del territorio, ma anche con i numerosi
soggetti che nel tempo erano stati ospitati in quello spazio che è stato uno dei
laboratori sociali più importanti d’Europa degli ultimi decenni. Il centro
sociale “Villaggio globale”, la radio “Spazio Aperto”, l’associazione
“Stalker-Osservatorio nomade”, l’associazione “Senza Confine” nella quale aveva
militato Dino Frisullo, al quale hanno intitolato il piazzale, mostrando però di
non tenere in alcun conto la sua testimonianza di solidarietà con migranti e
rrom. Sin dal 2003 l’Assessorato alle politiche sociali (Franco Alvaro, Enrico
Serpieri) aveva promesso di trovare un’area nella quale potessero essere
adeguatamente ospitate le 40 famiglie nel caso di dover lasciare l’area per le
trasformazioni in progetto che riguardavano anche l’università di Roma Tre. Il
portavoce della comunità si era impegnato per lungo tempo a trovare aree adatte
ed ogni volta a comunicarle al Comune, ma sempre senza successo. Nel frattempo
l’impresa “Altra Economia” era riuscita a portare avanti lavori importanti
nell’area del Mattatoio restringendo lo spazio occupato dalle roulotte. Tutto si
era svolto senza alcun disagio per loro. Nel marzo 2007 s’ingiunse ai Kalderash
di lasciare l’area con l’indicazione di trasferirsi nel parcheggio di Saxa Rubra
dove già sostavano alcuni Kalderash. Per cercare di lenire lo sradicamento
imposto l’Assessorato si era impegnato a dare contributi economici per il
servizio scolastico, buoni benzina per le famiglie ed un contributo di 2.000
euro a famiglia una tantum (tutte promesse mai mantenute).
La stessa università di Roma Tre ancora una volta aveva contribuito a compiere
un sopruso nei confronti dei rrom. Infatti già si era adoperata a far deportare
a Castel Romano i Rom di Vicolo Savini, troppo prossimi ad alcuni edifici
acquistati dall’Ateneo, lo stesso che tra i suoi master ne vanta uno
sull’intercultura. In pieno anno scolastico i minori di vicolo Savini, inseriti
nelle scuole da anni, furono sradicati fuori dal raccordo anulare e ricoverati
in tende in attesa di realizzare container, il massimo a cui può aspirare un
rrom. Lo stesso è dunque avvenuto per i bambini dei Kalderash, ma avevamo
comunque accettato il trasferimento confidando nelle molte promesse che erano
state fatte loro.
L’anno 2007 sarà ricordato come l’anno degli sgomberi forzati perpetrati nei
confronti di miserabili insediamenti informali sui greti dei fiumi o anche ai
danni di veri e propri campi attrezzati che l’incuria delle istituzioni aveva
abbandonato in mano della devianza anche se praticata solo una parte delle
persone dei campi. I rrom romeni, ultimo flusso consistente dall’Europa
dell’est, sono state soprattutto le vittime di questi sgomberi, sostenuti da una
campagna mediatica, senza precedenti per ampiezza, allarmismo ingiustificato e
deformazione dei fatti, sulla sicurezza. Purtroppo le amministrazioni di
sinistra sono state in molti casi le promotrici di questi pogrom indiscriminati
contro lavavetri e mendicanti.
13 delle 40 famiglie non accettarono lo spostamento a Saxa Rubra e restarono
accampate nei pressi del Foro Boario, dimostrandosi lungimiranti rispetto a
quanti avevano creduto alle promesse comunali.
Gli sgomberati da Saxa Rubra (14 roulotte, 30 adulti, 10 tra neonati e bimbi
nella primissima ionfanzia, 8 minori che lo choc dello sradicamento dalle scuole
di Testaccio già li aveva portati ad un disagio pronunciato nelle nuove scuole,
6 anziani malati ed una disabile, un ricoverato in gravi condizioni al
Policlinico Gemelli, sono stati costretti a trovare rifugio temporaneo presso il
terreno di un privato che però ha preteso la promessa a non restare che per
qualche giorno.
Tutto ciò viola i principi espressi chiaramente nelle stesse leggi regionali,
nelle quali si riconosce il diritto al nomadismo, ma senza la precisa garanzia
di aree di sosta e di transito di fatto s’impedisce la possibilità di ogni
tradizionale attività economica come quella dei Kalderah o quella dei Sinti
giostrai. Solo con aree di sosta non precarie è possibile conciliare nomadismo e
diritti alla salute e allo studio.
Aldo Hudorovic, rrom Kalderash, vice presidente dell’associazione UNIRSI (Unione
nazionale e internazionale Rom-Sinti in Italia)
Bruno Nicolini (Centro Studi Zingari)
Marco Brazzoduro (docente di “Politiche sociali”, Università di Roma “La
Sapienza”)
Roberto De Angelis (docente di “Sociologia urbana”, Università di Roma “La
Sapienza)
Al Commissario Europeo per i Diritti Umani, Thomas Hammarberg
Al Ministro degli Affari Interni, Giuliano Amato
Al Ministro della Salute, Livia Turco
Al Ministro per le Politiche della Famiglia, Rosy Bindi
Al Ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero
Al Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo
Al Presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra
Al Sindaco di Roma, Walter Veltroni
All’Assessore alle Politiche Sociali e Sanitarie, Raffaella Milano
Al Prefetto di Roma, Carlo Mosca
Al membro italiano del Comitato di Esperti su Rom e Viaggianti del Consiglio
d’Europa, Claudio Marta
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