Sul termine
Mahalla (o
Mahala: i puristi non hanno ancora deciso quale sia la forma giusta), avevo dato una prima spiegazione lo scorso
25 maggio.
Più recentemente avevo aggiunto delle informazioni che mi arrivavano dall'
Egitto, dove avrebbe avuto origine e sussiste tuttora in altre forme.
L'ultimo spiritoso contributo arriva da
Ernesto Rossi:
MAHALA –le s.f. 1 periferia, borgata; de – triviale/volgare/da piazza/plateale 2 plebe, gentaglia; popolazione di una borgata
mahalagioaică –e s.f. (peggiorativo) ciana, comare, pettegola, donna volgare; donnaccia
mahalagism s.n. 1cianata, ciarla, pettegolezzo 2 becerata, comportamento triviale 3 parolaccia
mahalagiu -i s.m. 1 (raro) abitante di borgata 2 (per estensione) villanzone, tanghero, becero
(da Dicţionar Român – Italian, di Doina Concrea Derer. 2002, Bucureşti, Editura 100+1 Gramar)
Nota: le lettere sottolineate portano l’accento tonico, che in romeno non s’indica graficamente.
Le mahalà erano i quartieri periferici delle città romene, prima di tutte di Bucarest, prevalentemente abitate, quando non esclusivamente da Rom. Furono distrutte durante il regime di Ceauşescu, nell’ambito di un programma di risanamento e ammodernamento. Ma ai loro abitanti furono date le case popolari.
Commento: nessuna novità. Basta cercare zingaro sul vocabolario d’italiano.
...insomma, tranquilli che siamo tutti brava gente!