Il treno della memoria
Di Fabrizio (del 12/01/2006 @ 00:57:48, in Italia, visitato 2295 volte)
Da: Agenzia SIR
9 GENNAIO 2006, 18:03 - ZINGARI: PARTITO DA LECCE IL TRENO DELLA MEMORIA, PER NON DIMENTICARE IL MASSACRO NAZISTA DEI ROM
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Un treno per non dimenticare gli zingari. E’ partito ieri sera dalla stazione ferroviaria di Lecce, quello che può essere definito, “il treno della memoria”, promosso dall’Associazione comunità straniere in Italia e dalla regione Puglia che vogliono così ricordare la deportazione e lo sterminio del popolo Rom durante il nazismo ed anche in epoche più recenti. Il treno che nelle prossime settimane toccherà le stazioni di Brindisi, Taranto, Bari e Foggia, ha al suo interno una mostra fotografica che ripercorre le fasi della deportazione degli ebrei e degli zingari, quest’ultimi nei Zigeunerlager (campo degli zingari). “Non vogliamo dimenticare – dice al Sir il presidente dell’associazione comunità straniere in Italia, il tunisino Habib Sghaier - che a fianco di milioni di ebrei furono eliminati anche migliaia di zingari colpevoli solo della loro diversità e di non voler uniformarsi ai valori dominanti. La deportazione nei campi di concentramento nazisti e le eliminazioni di massa nelle camere a gas sono il culmine di una storia secolare persecuzioni, espulsioni ed internamenti che hanno accompagnato il popolo Rom dal suo arrivo in Europa, agli inizi del ‘400”. “In Italia – spiega ancora Sghaier - esistevano due campi di concentramento per gli zingari: a Agnone e a Bojano. Si trattava prevalentemente di zingari slavi, che erano fuggiti in Italia nel 1941 per salvarsi dai nazisti che avevano occupato la Croazia. A Bojano gli zingari furono internati nei capannoni dell'ex-tabacchificio. Ad Agnone, nel Convento di San Bernardino, furono internati circa 150 zingari slavi. Molti di loro riuscirono a scappare: alcuni di loro si unirono alle bande partigiane. Ancora oggi, purtroppo, la situazione è molto grave. La questione zingari – conclude - è sempre affrontata come questione sociale, prima che questione etnica. La negazione dell'identità del popolo Rom porta con sé la degradazione della cultura zingara a sottocultura marginale a cui viene negata ogni dignità, la riduzione della lingua, il Romanès, a gergo, la lettura delle strutture sociali, educative, economiche come prodotti dell'emarginazione e del disagio”.
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