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aggiornamento su via Lecco
Di Fabrizio (del 09/01/2006 @ 13:50:49, in Italia, visitato 1841 volte)
Ricevo e porto a conoscenza:
COMUNICATO STAMPA

SCANTINATI, CONTAINER E CORRIDOI PER GLI SGOMBERATI DI VIA LECCO
ECCO LA SOLUZIONE DI ALBERTINI
Dichiarazione di Luciano Muhlbauer (Consigliere Regionale Prc)

Il Comune di Milano aveva motivato lo sgombero di natale degli oltre 200 rifugiati di via Lecco con il fatto di aver trovato delle soluzioni alternative. Secondo l'assessore Maiolo, queste sono da considerarsi addirittura "definitive" per i prossimi sei mesi. Insomma, tutto risolto e quanti continuano a criticare il comportamento degli amministratori milanesi, compreso il presidente della Provincia, Penati, sarebbero semplicemente dei sobillatori.

Oggi, su invito delle associazioni che sono sempre state vicine al dramma umano dei profughi, ho visitato tali "soluzioni definitive", situate in via Pucci, via di Breme, via Ortles e via Anfossi. Da sottolineare che, su indicazione diretta dell'assessore Maiolo, come lei stessa mi ha confermato, mi è stato impedito fisicamente di accedere a tre luoghi su quattro, nonostante si trattasse di spazi di proprietà pubblica e gli stessi rifugiati ospiti mi invitassero ad entrare. Insomma, un consigliere regionale può visitare un carcere o un Cpt, ma non le strutture di accoglienza del Comune di Milano. La ragione di tale ostinata e apparentemente incomprensibile segregazione, denunciata già da giornalisti di diverse testate, si sarebbe presto scoperta.

In via Pucci, unico luogo che ho potuto visitare a fondo, una sessantina circa di rifugiati, uomini e donne, sono sistemati in una serie di container, in ognuno dei quali dormono tre o quattro persone. Ma la cosa più impressionante -anche dal punto di vista della sicurezza- è che questi container sono stati montati nello scantinato delle docce pubbliche!

In via de Breme, i 22 container che ospitano una settantina di rifugiati sono stati invece montati in un desolato spazio all'aperto, delimitato da un muretto e da un portone chiuso a chiave. Secondo quanto raccontato da alcuni ospiti, nel container adibito a mensa c'è anche un televisore, ma a loro viene permesso di vederlo soltanto durante di pasti.

Un po' meglio va ai 67 rifugiati di via Ortles, poiché si tratta di un dormitorio comunale e dunque di uno spazio pensato e organizzato per ospitare essere umani.

Ma ora arriviamo a via Anfossi, dove la situazione riesce ad essere persino peggiore di quella di via Pucci. Si tratta di uno spazio comunale utilizzato nei mesi invernali per l'emergenza freddo, ma la cinquantina di rifugiati che vi si trovano sono stati stipati su una fila di brande nel corridoio davanti ai bagni e alle docce!

Definire questa situazione una "soluzione definitiva" non è soltanto cinismo, ma sfida il più elementare buon senso. Come si pensa che degli esseri umani possano vivere in queste condizioni per almeno sei mesi? E, soprattutto, che fine a ha fatto il milione di euro stanziato dal governo per l'accoglienza dei profughi? E' servito per montare container negli scantinati e per sistemare brande nei corridoi?

Il Comune di Milano si sta comportando come un affittacamere abusivo e ogni giorno che passa alzo un po' di più il livello della polemica politica. E questo lascia francamente sconcertati e pone degli interrogativi seri fino a dove vuole spingere questo scontro sulla pelle di uomini e donne che altro non hanno fatto che scappare dalla guerra.

Invece, soluzioni umane e possibili ci sarebbero. La Provincia, che non ha mai ricevuto fondi dal governo, ha avanzato delle proposte concrete e il Prefetto si è detto disponibile a convocare un tavolo interistituzionale, ma mancano all'appello gli amministratori milanesi, evidentemente accecati da una campagna elettorale senza quartiere.

Milano, 3 gennaio 2006

Da aggiungere una dichiarazione stampa che il sindaco ha rilasciato alla stampa qualche giorno dopo. Che è assolutamente inconciliabile con quanto scritto da Muhlbauer:

(AGI) - Milano, 7 gen. - "Tutto cio' che e' avvenuto e' frutto della vena sobillatrice dei centri sociali, di alcuni candidati e, mi duole dirlo, anche di una istituzione". Gabriele Albertini, sindaco di Milano, torna sulla vicenda dei rifugiati di via Lecco a Milano, e accusa i centri sociali di "sobillazione".
"Il presidente dell'organizzazione dell'Onu per i rifugiati politici - ha proseguito Albertini - ha lodato la nostra iniziativa, perche' e' una sistemazione soddisfacente, condivisa con tutti gli interessati, ma non dai sobillatori, che hanno agito con un cinismo spietato, perche' non si puo' promettere cio' che non si puo' dare, ossia anteporre quindici rifugiati e duecentotrentuno immigrati clandestini con un permesso di soggiorno umanitario a chi aspetta da anni, con titoli giuridici, una casa popolare. Abbiamo offerto cinquecento posti non in container, ma in case prefabbricate, dove sono stati per tanti anni migliaia di italiani nelle zone colpite da fenomeni sismici".
Sulla polemica con la provincia di Milano, Albertini si limita a dire: "Se poi la Provincia, come per i campi nomadi, ha spazi suoi, li offra pure, meglio se in un territorio non del Comune di Milano, visto che e' composta da 188 comuni".
Red/Noc/Van
070802 GEN 06
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Insomma, uno dei due è un bugiardo... Lascio a voi scegliere