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Tra Napoli e la Terra dei fuochi, vita dura per i rom
Di Fabrizio (del 18/03/2014 @ 09:09:40, in Italia, visitato 1440 volte)

- Francesca Pilla, 14.3.2014 su Il Manifesto

Campania. La commissione del senato per i diritti umani in sopralluogo a Giuliano. Mentre il campo napoletano di Poggioreale ribolle

Ieri una delegazione della commissione del senato per i diritti umani è sbarcata a Napoli e ha girato per il campo di Giugliano, nella Terra dei fuochi. Di fronte alle condizioni di degrado e disumane in cui vivono i nomadi ha sottolineato "l'irresponsabilità dell'amministrazione giuglianese nel collocare un'area di sosta attrezzata per 75 fami­glie in un luogo evidente­mente pericoloso per la salute". L'improvvisata delle istituzioni arriva a tre giorni dalle tensioni verificatesi nella baraccopoli vicino al cimitero napoletano di Poggioreale. Una storiaccia, come spesso capita. Una ragazzina di 16 anni ha infatti raccontato (presentando denuncia in un secondo momento) di essere stata palpeggiata da due membri del campo. Martedì notte i parenti hanno tentato subito di farsi giustizia da soli ed è partita una fitta sassaiola contro le baracche. Il giorno dopo i rom, per timore di nuove rappresaglie, come avvenne con gli incendi a Ponticelli nel 2008 e più recentemente a Scampìa, hanno preparato i bagagli e tentato di raggiungere altri accampamenti. Un disastro perché vicino al cimitero vivevano in centinaia, con numerosi bambini iscritti a scuola.

In tutto si stima che la comunità napoletana conti 6mila persone e 450 minori. Sulle condizioni della struttura vicino al cimitero è inutile soffermarsi, i piccoli a piedi scalzi giocavano nel fango, le fogne erano a cielo aperto, mancavano acqua corrente, luce, gas e la sera, complici i napoletani, la zona diventava luogo di sversamenti di ogni genere.

Le famiglie si sono spostate dove potevano, Gianturco e Giugliano appunto, un posto in cui le condizioni sono se possibile anche peggiori: "La zona si trova all'interno della Terra dei fuochi, circondata da discariche e fortemente contaminata", hanno spiegato dalla delegazione. Proprio qualche giorno fa sono state sequestrate diverse aree e culture perché avvelenate da sostanze tossiche.

"Quello di Poggioreale è l'ennesimo sgombero indotto - si sfoga Antonietta dell'Opera Nomadi - l'ultima dimostrazione dell'atteggiamento di questa amministrazione che con vuoti interventi si è resa corresponsabile di questa situa­zione". All'Opera Nomadi, i volon­tari che quotidianamente lavorano per garantire l'integrazione, hanno una teoria tutta loro su quanto avvenuto: "Il presunto palpeggiamento - dicono - è stato organizzato ad hoc perché è trapelata la notizia di un 'presunto' campo da attrezzare nella zona".

Le istituzioni, come confermato dal vice­sindaco di Napoli Tommaso Sodano, starebbero allestendo da almeno un mese piccole case vivibili e con tutti i confort. "Ora cosa si attende che succeda la stessa cosa in altri insedia­menti spontanei della città? - si chiede Antonietta - Ci auguriamo di no sperando che questa volta si inizi a lavorare seriamente, dando priorità all'umanità delle persone coinvolte".

Di sicuro il problema esiste ed è serio, anche perché gitani, rom rumeni o provenienti dalla Jugoslavia continuano ad arrivare.

In molti hanno trovato anche piccoli lavori. Tutti conoscono la storia di Sarita e Susanna che vendevano accendini nel centro storico e ora sono sposate con dei napoletani. Molti trovano buoni affitti nei bassi un tempo abitati dai napoletani.

Antonietta batte sul ripristino di via del Riposo vicino a Poggioreale: "Il comune ora deve continuare ad attrezzare e trasferire i rom nel territorio in cui vivono ormai dal 2006 dove, nonostante, le mille difficoltà i bambini vanno a scuola e continueranno a farlo. Così come i loro genitori - conclude - sono riusciti nel corso degli anni a costruire forme relazionali con il territorio e con tutte le strutture interessate e presenti in quel luogo. Mi riferisco anche al presidio sanitario".

Al momento sulla demolizione della baraccopoli è braccio di ferro tra Sodano e il presidente della IV municipalità Armando Coppola che voleva procedere con delle ruspe private per radere al suolo le 300 dimore di fortuna. Il vice sindaco fa la voce grossa perché bisogna rispettare le procedure. Nel frattempo intere famiglie vagano da un campo all'altro.