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La prefettura e i "mendicanti di etnia rom"
Di Fabrizio (del 02/03/2014 @ 09:01:47, in Italia, visitato 1392 volte)

  26 febbraio 2014 - Lorenzo Guadagnucci

A Firenze sono entrate in azione le pattuglie di agenti incaricate di tenere lontano chi chiede monete ai passeggeri. Missione compiuta: a Santa Maria Novella i poveri non ci sono più, il "decoro" è salvo. Il rispetto delle persone no. E resta aperta la questione del linguaggio utilizzato dalle istituzioni: gli onorevoli Manconi e Boldrini, l'associazione Carta di Roma non hanno nulla da dire?

Stamani sono andato in stazione e posso confermare ciò che sta tanto a cuore al Comitato per l'ordine e la sicurezza di Firenze, cioè al prefetto Varratta, al vice sindaco Nardella e ai vari dirigenti delle forze dell'ordine che hanno messo nero su bianco questo comunicato: nel fare il biglietto a una delle macchinette nessuno mi si è avvicinato, nessuno mi ha chiesto una moneta, tanto meno persone "di etnia rom".

Quindi non ho potuto fare l'elemosina, come spesso mi capitava prima che le autorità intervenissero a tutela del "decoro". Chiedere e concedere un'elemosina, secondo i signori appena citati, nuoce all'immagine di Firenze e - si sa - la stazione è il "biglietto da visita della città". E quindi i poveri vanno tenuti lontano, pattugliando costantemente l'interno e i dintorni della stazione.

Posso confermare: missione compiuta. Nessun mendicante a chiedere una moneta, nessun povero all'orizzonte, nemmeno una persona - neppure "di etnia rom" - a controllare, con fugace gesto della mano, se per caso qualcuno abbia dimenticato una moneta di resto nei distributori automatici di pessimo cibo e di acqua minerale. I quattro agenti che in pattuglia solcavano avanti e indietro il grande corridoio di Santa Maria Novella hanno portato a compimento il loro difficile cimento: allontanare quei tipacci - tutti poveri, alcuni addirittura "di etnia rom" - che deturpano la stazione, cioè - prefetto dixit - "il fiore all'occhiello della città".

A dire il vero, appena fuori dai cancelletti, ma sotto la pensilina della stazione, quindi ancora in "zona rossa", ho notato tre giovani venditori ambulanti che esponevano la merce, approfittando del fatto che i quattro agenti in pattuglia camminavano in direzione opposta. I tre giovani erano guardinghi, pronti a sollevare il lenzuolo con la mercanzia e darsela a ganbe in caso di pronto intervento di altri agenti. E' accaduto addirittura che un passante si sia fermato ad acquistare qualcosa. Un chiaro strappo al "biglietto da visita" della città. Una evidente smagliatura nella brillante operazione di polizia: ma già domani si potrà fare meglio, magari inviando rinforzi.

Vorrei chiedere ad alcune persone note e stimabili - ad esempio al senatore Manconi, all'onorevole Boldrini - ma anche ad associazioni con compiti pubblici come Carta di Roma, per non citare che alcuni fra i tanti soggetti che potrebbero intervenire e che in passato ci sono stati maestri nell'affermazione dei diritti dei migranti, dei rom, delle minoranze e nella lotta al razzismo, se non trovino grave quanto sta accadendo alla stazione di Firenze e che cosa pensino di un comunicato della prefettura dove si dice testualmente che a Santa Maria Novella "non è stato registrato infatti un aumento né di furti né scippi, quanto piuttosto il ripetersi verso i viaggiatori di comportamenti molesti, talvolta anche arroganti, ma che non sconfinano in ambito penale, da parte di un gran numero di mendicanti, in particolare di etnia rom".

Vorrei chiedere a Manconi, Boldrini, Carta di Roma e a chi si occupa di protezione dei più deboli dai danni procurati dalla cattiva informazione, dalle definizioni stereotipate, dalla stigmatizzazione, se non debba valere per la prefettura e il Comitato per l'ordine pubblico ciò che si chiede - e anche si prescrive proprio nella Carta di Roma - con riferimento ai media, e cioè che siano evitate espressioni, metafore, indicazioni di appartenenza culturale, nazionale o d'altro tipo quando non sia necessario e quando ciò possa risultare discriminatorio.

Grazie per una celere e pubblica risposta.