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Germania, la destra contro i rom: "Ci invadono"
Di Sucar Drom (del 04/02/2014 @ 09:02:44, in Europa, visitato 1884 volte)

su Casa Europa; di Paolo Soldini

"La Romania è entrata nell'Unione europea con tutti i suoi Rom". Il capo del governo di Bucarest Traian Basescu è stato chiarissimo: la Romania non accetterà discriminazioni etniche nell'accettazione dei suoi cittadini in Germania, in Gran Bretagna e in tutti gli altri stati dell'Unione. E' caduta così l'assurda pretesa avanzata da più parti sia a Berlino che a Londra di distinguere legalmente tra immigrati rumeni (e bulgari, perché il problema è comune) "normali" e immigrati di etnia rom: sono tutti cittadini con uguale dignità e uguali diritti, anche quando si recano in altri Paesi. Il principio dovrebbe essere pacifico, ma - fino alle perentorie parole che Basescu ha pronunciato a Berlino (e presumibilmente nei colloqui che aveva avuto prima con i dirigenti tedeschi) - non lo era affatto. L'idea che si possano discriminare i Rom inventando per loro regole e divieti che non valgono per i loro connazionali è abbastanza diffusa e il premier rumeno ha ricordato che qualcuno questa politica ha provato pure a metterla in pratica: l'Italia, al tempo del non rimpianto ministro dell'Interno Maroni, provò a rimpatriare d'autorità gli "indesiderati" di etnia rom e cittadinanza rumena. Con l'unico risultato che quasi tutti, appena scesi dagli aerei su cui erano stati caricati a forza, ripartirono per il Bel Paese, al cui governo le autorità di Bruxelles ricordarono con una certa rudezza gli obblighi derivanti dalle regole della libera circolazione all'interno dell'Unione. Dal 1° gennaio scorso sono caduti i limiti per i cittadini di Bulgaria e Romania, fissati al momento del loro ingresso in Ue nel 2007.

Timori d'invasione
Proprio questa scadenza ha sollevato in vari Paesi, ma soprattutto in Germania e nel Regno Unito, una sindrome da invasione del tutto irrazionale e ingiustificata, o meglio: spiegabile con le pulsioni populistiche delle destre dei due Paesi. Nella Repubblica federale a cavalcare la tigre è stata ed è prevalentemente la Csu, la sorella bavarese della Cdu della cancelliera Merkel. Da settimane è in corso una campagna contro gli "immigrati per povertà", che arriverebbero in Germania dai due Paesi balcanici con l'unico obiettivo di approfittare indebitamente delle misure del welfare tedesco: sussidi di disoccupazione, contributi per la maternità e via elencando. Sui muri di Monaco e delle altre città del Land compaiono manifesti in cui si minaccia: "Chi imbroglia vola via". La realtà è molto diversa. Secondo l'Ufficio federale del lavoro i cittadini rumeni e bulgari che vorrebbero emigrare in Germania sono non più di 180mila, oltre un quarto dei quali con titoli di studio alti: soprattutto medici e ingegneri, ma anche informatici, infermieri, operai specializzati. Secondo i ricercatori dell'Istituto per gli studi economici di Colonia il saldo tra la spesa per le prestazioni sociali che verrebbero erogate agli immigrati balcanici e gli introiti per lo Stato in termini di tasse e contributi sarebbe largamente positivo. D'altra parte, tutti gli istituti di ricerca concordano sul fatto che l'economia tedesca è in una fase in cui ha un forte bisogno di manodopera e il governo federale ne è ben consapevole, visto che promuove continue campagne di richiamo di stranieri, qualificati o meno.
Non si sa quanti dei 180mila in arrivo da Bulgaria e Romania sarebbero di etnia rom: numerose missioni inviate nei mesi scorsi in Romania per indagare sulla quantità di Rom intenzionati a partire per la Repubblica federale non hanno permesso di accertarlo. Certo, nessuno nega che qualche problema di integrazione delle comunità nomadi rumene e bulgare, comunque, si porrà, come peraltro si è già posto in altri Paesi, come l'Italia e la Francia, ma anche in Germania e in Austria, dove un certo flusso migratorio di gitani orientali si registra da anni. Ma i problemi sono del tutto gestibili e, soprattutto, le autorità dei due Paesi sono intenzionate a farsene carico. Basescu ha proposto a Berlino un programma di sostegno alle comunità rom in Germania. Bucarest potrebbe inviare forze di polizia, medici, assistenti sociali e soprattutto educatori e insegnanti che si prenderebbero cura degli emigrati di origine rom. Esperienze simili sono state già compiute, per esempio in Italia per quanto riguarda la collaborazione delle polizie, e hanno dato buoni risultati.


Approfondimento: Roma are EU citizens too, Romanian President says su Euobserver.com