Io, i miei genitori e le mille difficoltà dei rom in Italia
Di Fabrizio (del 23/01/2014 @ 09:10:01, in Italia, visitato 1553 volte)
Posted
on 15 gennaio 2014
La voce degli attivisti rom e sinti
Come accaduto per i miei genitori, che hanno vissuto
sotto i ponti per due anni. Ed è lì che mio padre è stato colpito da un ictus.
Di Gladiola Lacramioara Lacatus.
Molti dei rom che abitano in Italia, in particolare nella regione in cui vivo
io, la Calabria, sono arrivati da altri Paesi per vari motivi, come la ricerca
di un lavoro per poter mantenere i propri figli.
Cercano di dare loro un futuro migliore.
Arrivati qui, però, si ritrovano spesso a vivere in pessime condizioni, perché
la maggior parte di loro non ha il documento d'identità, il codice fiscale, e
per avere questi documenti devono essere in possesso di alcuni requisiti, come
un alloggio e una retribuzione.
Il punto è che per entrare in possesso di questi requisiti hanno bisogno di
un
lavoro regolare e non in nero. E per dei rom che si ritrovano spesso costretti a
vivere nei campi, isolati dal resto del mondo, questo non è affatto scontato.
Senza questi criteri e documenti non possono usufruire del servizio medico
sanitario.
Ed è questa la situazione che vivono anche i miei genitori, arrivati in Italia
dalla Romania, i quali sono oggi ospiti presso una casa d'accoglienza per
persone in difficoltà. I miei genitori hanno vissuto sotto un ponte per circa
due anni ed è lì che mio padre ebbe un ictus, che lo ha limitato nella
deambulazione e uso della parola.
Nonostante adesso siano in una struttura e non più per strada, non hanno i
documenti e l'assistenza medico sanitaria, e questo perché mia madre non ha
trovato un lavoro.
Sono 5 anni che non sento la voce di mio padre, che non posso avere una
conversazione con lui, spesso mi ritrovo a piangere e a volte a darmi la colpa
di tutto ciò.
Abbiamo problemi con i farmaci che sono molto costosi e non possiamo
permetterceli: mamma chiede spesso aiuto a persone che hanno l'assistenza
medica, ma questo non potrà farlo ancora per molto.
Grazie all'aiuto delle suore presso le quali sono ospite, abbiamo portato mio
padre in comune per iscriverlo all'anagrafe, però ci hanno detto che se non ha
un lavoro fisso non può essere iscritto all'anagrafe.
Io e mia sorella siamo ospiti presso una casa famiglia da 6 anni, da quando
abbiamo avuto un incidente nel campo dove alloggiavamo (vivevamo dentro una
baracca costruita dai nostri genitori).
E' difficile vivere in queste condizioni soprattutto per le persone malate, che
hanno difficoltà nel trovare lavoro.
Spesso si crede che i rom non vogliano vivere nelle case e non vogliano lavorare
come tutti gli altri cittadini. Ma non è vero. Sono le difficoltà che incontrano
qui in Italia, la vita nei campi, la discriminazione e i
pregiudizi diffusi nei
loro confronti, che li spingono ai margini della società.
Spero che un giorno l'Italia diventi un Paese dove anche i rom potranno vivere
normalmente. Insieme agli italiani. Senza più discriminazioni e pregiudizi.
*nella foto Gladiola
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