\\ Mahalla : Articolo : Stampa
Anno nuovo... vecchie storie
Di Fabrizio (del 01/01/2006 @ 00:00:01, in blog, visitato 2119 volte)
L'anno scorso (vi ricordate?) iniziò sotto il segno di un TREPPIEDE e di un bernoccolo.
Il milanese che è in me, ha scoperto che anche allora si parlava di PRIMARIE, di QUESTORI, del solito DOVE ANDREMO A FINIRE (SIGNORA MIA!)...
Nel frattempo. qualche blogger s'è trasferito, è arrivato Marco che sta bene e non fa dormire sua madre e io, con le mie cronache di solito desolanti, cerco di divertirmi comunque.
Anche se è un racconto di un anno fa:
Underground (reloaded)

10 Gennaio 2005 ore 17:07:39

Personaggi e bloggers:
* Marlowic > privat-eye
* F.R. > un losco figuro
* NNS > l'edicolante di fiducia
* Treppiede > ancora lui
* Gaggio > la luce
* Petar Popara Crni > il sogno diventa incubo
* Ziganka > l'intelligenza degli elettricisti
* Ljubisa > un filosofo

Un cliente importante, finalmente! O almeno, uno che prometteva bene: si era seduto e mi aveva allungato l'anticipo sulla scrivania, nascondendo la faccia schifata per tutte le carte e i bicchieri di plastica che la ingombravano.
Media borghesia benestante, lo valutai con la coda dell'occhio. E invece...
ha ragione NNS, devo decidermi a leggere qualche giornale o comperare la TV
quello mi guarda con l'occhio un po' bovino e inizia:
"Mi chiamo Rutelli, Francesco Rutelli, le darò 2000 euro. Lei deve indagare e bene su Roberto Dal Bosco e capire se è stata una montatura costruita da..."
D'accordo che non leggo i giornali, ma ormai avevo capito (grossomodo) di che lavoro si trattasse. "Basta così" lo interruppi "I nomi li faremo a tempo debito."

La cifra era buona, accettai. In effetti, l'ormai "famoso" caso del Treppiede era finito, al solito, a tarallucci e vino. Ma la prima cosa che scoprii non riguardava direttamente l'indagine. O sì? Un'agenzia aveva ripreso il momento del lancio, e l'autore del gesto aveva sì un'aria familiare, ma non era certo quel tale, Roberto Dal Bosco. Rutelli per una volta aveva visto giusto, e probabilmente il presunto colpevole aveva ritrattato così in fretta perché era innocente.

Ieri, ho finalmente dato un volto al vero colpevole. E vi spiego perché non ho telefonato subito all'onorevole. Stavo leggendo le cronache milanesi del Gaggio (o del Teo? azz, quel blog non c'è +): ad un certo punto accenna a un Pajero e a tipi inquietanti...
Stavolta, me ne sono accorto. E' uscito da un sogno, un incubo o semplicemente un cassetto. La mia fantasia ha materializzato lui, Petar Popara Crni il bieco (e tutto sommato suonato) comandante partigiano di Underground. Mi ha guardato, mi ha centrato con un treppiede (altro che sogno, era un treppiede reale!) ed è uscito dall'ufficio. Mi sono affacciato alla finestra, ma già stava puntando il suo kalashnikov alla tempia di un camionista. Venni a sapere che aveva "requisito" il TIR e s'era lanciato addosso al Pajero, distruggendolo e riempito gli occupanti di sani cazzotti.

E' un problema quando si incrociano i blog, perché ognuno dovrebbe avere una direzione propria. E' ancora + grave quando la tua fantasia si materializza e ti colpisce con un treppiede. Ma la cosa + inquietante, è un ex comandante partigiano, vissuto in una cantina per 50 anni, armato e a spasso per l'Italia del 2005. Un comandante che parla poco, e sa solo agire, un personaggio che è scappato dai miei sogni. Il colpevole sono io.

Sui sogni, chiesi aiuto a Ziganka, la sciamana: "..dopo aver per lungo tempo sorriso, compiaciuta e rassicurata dalle mie credenze, di fronte a certi curiosi riti (scaramantici) di amici rom, mi ritrovo da un po' di tempo a percepire, qui, nella mia stanza vivaci presenze..." Alla faccia delle vivaci!

In effetti, c'è qualcosa che da tempo non quadra col mio cervello. Più lo sforzo a essere razionale e dialettico, più lui ha reazioni di rifiuto violento per questa "normalità". Ma pensavo riguardasse solo il pensare o al limite lo scrivere. Invece, i mostri e gli eroi, che sono sempre esistiti nelle nostre teste, stanno uscendo e non vogliono ragionare, se non con un treppiede. Per sparire nuovamente, come se non fossero mai esistiti. "...Un demone tascabile, un'ombra clandestina, un crimine - La colpa indispensabile per sopportare un vuoto che non vuole finire. - Arabo: io sono il vostro alibi la belva silenziosa il tuo capro espiatorio l'uomo nero l'incubo - la paura che ti porti dentro la notte che non passa mai."

Questa indeterminatezza, non ha più classe o colore politico, ecco cosa leggo su Indimedia: "Azioni come quelle cui stiamo assistendo, come queste che di giorno in giorno si riproducono, non nascono dal nulla. Nascono da anni di relativa calma (molto relativa) e di ripiegamento della politica sociale di ampia parte del movimento - da troppo tempo impegnato a scaldarsi nel ghetto che si è ritagliato nella società per accorgersi del resto del mondo...". Potremmo scrivere le stesse cose, a destra come a sinistra.

Dovetti lavorarci una notte intera, per scrivere qualcosa che potesse spiegare tutto ciò a un onorevole. Per telefono, aggiunsi di portare i soldi, contanti. Quando Rutelli tornò nel mio ufficio, gli spiegai cosa avevo scoperto: un movimento, ancora clandestino, che in mancanza di un'opposizione politica seria, aveva iniziato ad agire, senza sapere quali potessero essere le conseguenze. Non cercavano un leader, non c'erano primarie che tenessero. Nel vuoto di idee del 2005, anche un TREPPIEDE poteva bastare. (pensai anche: figuriamoci Petar Popara con un TIR sotto il culo, ma questo non glielo dissi).

Rutelli, fece il gesto di prendere il portafoglio, per saldare. Mi ritrovai una pistola puntata addosso: "Bene, accompagnami da questo Nero. Morto lui, tutto tornerà come prima. B. mi sarà riconoscente, finalmente!". Cazzo, va bene farsi sorprendere da Popara, ma anche da Rutelli era il colmo!
Intravidi, in quel mentre, un'ombra alla finestra. Presi tempo e iniziai a spiegare all'onorevole che così non avrebbe fatto altro che liberare nuovi incubi. Il colpo a due mani si abbatté sul collo di Rutelli, lasciandolo incosciente a terra.

- "Ljubisa, hai fatto un grande favore a Prodi". "E lui ha pure bombardato casa mia in Kossovo. Tu piuttosto," aggiunse Ljubisa vedendomi frugare nelle tasche di Rutelli "vedo che finalmente hai imparato".
- "Prendo solo quanto avevamo pattuito. Non era nei patti consegnargli il vero colpevole"

Più tardi, mentre si festeggiava al bar, Ljubisa aggiunse:
- "Ma tu, saresti stato capace di tradire così un tuo amico, anche se era il solito sogno gajo della guerra in Yugoslavia?"
- "Qualcosa, avrei inventato."
risposi poco convinto "Tu, piuttosto, cosa farai?"
- "Hai sentito, si preparano tempi duri. Ho fatto un ordine che non posso dirti, giù in Montenegro"
- "Ma così sarai tu a tradire Nero e riconsegnarlo a Marko!"
- "Dilo!"
chiuse il discorso sputando a terra. "Ma non hai capito che se torna la guerra, saranno nuovamente amici?
Dammi retta, lascia stare la politica, prima o poi ci lascerai la licenza"
- "Non preoccuparti, ho già dato... ho già dato"
mentre già pensavo come raccontare a quel fulminato del questore che nel mio ufficio c'era Rutelli legato e un pazzo con un TIR in giro per Milano.