La bufala degli zingari autorizzati a furti per 200 euro
Giornalettismo - 19/11/2013 - Ben congegnata, fa già molte vittime
Una divertentissima bufala pubblicata dal blog
Giornaledelcorriere sta facendo
il giro di Facebook, con un gustoso codazzo di fessacchiotti che ci credono e si
sentono scandalizzati per il tutto:
La bufala (scritta in maniera da imitare il linguaggio giornalistico, e anche
molto bene) recita:
Approvato finalmente il D.lgs. 958/2013 che la Commissione Consultiva
dell'Integrazione ha richiesto per la salvaguardia delle popolazioni nomadi, le
quali sono rappresentate dal 1971 dall'Unione Rom Internazionale. Questo
movimento mira al riconoscimento di un'identità e di un patrimonio culturale e
linguistico nazionale senza stato né territorio, cioè presente in tutti i paesi
europei.
La massima del Decreto entrato in vigore con l'ultima Gazzetta Ufficiale cita
testualmente:
"L'individuo che dimostri con la buona fede di appartenere ad un gruppo Rom
(etnico e nomade) non sarà passibile di nessuna pena relativa al reato di furto
(art.624 c.p.) se il valore economico del bene o denaro sottratto è inferiore a
€ 200, in quanto l'unico sostentamento di determinate strutture sociali deriva
esclusivamente e da generazioni da tali azioni. Il soggetto dovrà altresì
dimostrare sul momento di non avere regolare residenza o fissa dimora in Italia.
Il presente non vale per chi possiede la cittadinanza italiana da almeno 10
anni".
In poche parole: se uno zingaro ruba oggetti o denaro del valore inferiore a 200
Euro, non potrà essere denunciato per furto in quanto la sua azione è legata da
secoli di usi e costumi del suo gruppo di appartenenza.
Ovviamente, bastano trenta secondi di ricerche su internet per scoprire che
nulla di tutto ciò è vero. E ad essere interessante è anche la firma: " Ilenia Tripidosi
- Corrispondente Estero"
ha già firmato molte altre bufale e trollate
a cui tanti hanno abboccato. D'altronde, come diceva Franz Kafka, "Tutte le
mattine escono di casa un furbo e un coglione. Se si incontrano l'affare è
fatto".
(no, non l'ha detto Franz Kafka; bravi!)
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